giovedì 23 agosto 2007

NORMALI AVVICENDAMENTI......



Dal Dizionario Italiano e dei Sinonimi e Contrari
AVVICENDARE: alternare periodicamente, rotazione, sostituire;
CONTR: continuare, continuità...
"Normale Avvicendamento". E' la frase in voga usata dal ceto di sindacalisti e politici per giustificare e legittimare la destituzione e lo screditamento di chi si oppone al malcostume, alla corruzione e all illegalità.
"Normale Avvicendamento" è la frase magica magica usata da anni dagli uomini di potere per emarginare e rimuovere bravi ed onesti giornalisti, magistrati e poliziotti.
Negli ultimi anni tanti bravi ed onesti sindacalisti/e della Fillea Cgil di Napoli e della Campania(sindacato degli edili) sono stati silurati utilizzando la formula magica "normale avvicendamento".
Sono stati rimossi perchè hanno denunciato illegalità nei cantieri e immoralità nel sindacato.
Altri sindacalisti saranno silurati nelle prossime settimane.
"Avvicendare" significa alternare periodicamente, rotazione.
Peccato che non ci sia alcuna rotazione bensì soltanto una vera e propria rottamazione.
Quelli che hanno denunciato le illegalità, le varie assunzioni clientelari, parentopoli e si sono opposti al sistema di potere vigente nella Fillea e nella Cgil sono costretti ad andare via.
Coloro che rimangono ai propri posti avvinghiati al potere come edera al traliccio, divulgano il concetto di "normale avvicendamento" giustificando sedie occupate da gente onesta che poi in realtà rimangono vuote, altro che sostituzione.
Per costoro, invece, la parola "normale avvicendamento" ha un forte significato, difatti il potere gelosamente custodito passa di mano in mano proprio come fosse lo scettro di un sovrano in una vera e propria staffetta.
Questa consolidata consuetudine centra magnificamente il concetto di "continuità".
Ed allora abbiate il coraggio di divulgarla correttamente questa frase "normale avvicendamento" con la quale vi riempite la bocca, voi uomini senza etica, senza coraggio, senza spina dorsale.
Bayron diceva "Non decidere significa decidere".

23 commenti:

Anonimo ha detto...

altro che rotazione!la rotazione se la fanno tra di loro i segretari generali della fillea cgil di napoli e regionale quelli che sistemano i figli ed i generi nelle casse edili e nei comitati antinfortunistici.Ruotano sempre loro(questa la chiamano continuità), stipulano consulenze , ed assumono loro clienti, mentre chi si è opposto o denunciato nel passato e nel presente le loro malefatte a turno....(normali avvicendamenti!!)vengono cacciati via!!
così sono stati costretti ad andare via Anna Formato, Raffaele Scala, Stanislao Nocera e così si apprestano ad essere cacciati(silurati), dopo una buona dose di screditamento ed isolamento, enzo maio, ciro crescentini, gennaro cacace...
amici e compagni non vi scoraggiate e non mollate!!

Anonimo ha detto...

i siluramenti delle persone oneste vengono sempre mascherati come normali avvicendemanti.La stessa frase viene spesso usata nella pubblica amministrazione, nei ministeri, per epurare le persone perbene.
Nella Cgil Campana chi si oppone al "sistema" viene subito "avvicendato" ovvero cacciato via...Massimo Angrisano, Mario Tarallo, Claudio Refuto...o emarginati come Maria Giugliano, Massimo Montelpari.

Anonimo ha detto...

Acquistate "L'espresso" di questa settimana. A pagina 52 un'inchiesta sulla "Ragnatela di Potere del Governatore Bassolino".
Così capirete perchè avvengono i siluramenti camuffati da "normali avvicendamenti"!!!

Anonimo ha detto...

(Sergio Locoratolo - Corriere del Mezzogiorno Venerdì 24 Agosto)

..Contravvendendo alle elementari regole della giallistisca internazionale e, più modestamente, a quelle della prudenza, la Regione ritorna sul luogo del delitto e riapre fragorosamente la polemica sulle consulenze. Lo fa attraverso un bando, di circa 4 milioni, che ricerca competenze esterne per l'attuazione del Paser, il piano per lo sviluppo economico regionale. Con la finalità di consentire all'ente una più razionale ripartizione dei fondi europei a sostegno dello sviluppo, sono previste spese complessive per circa altri 13 milioni tra incarichi tecnici e costi aggiuntivi.

Il particolare momento storico avrebbe invece reso necessarie cautele e prudenze che quanto meno avrebbero impedito di alimentare quell'antipolitica che oggi aspetta al varco gli amministratori pubblici per censurarli ovunque e comunque. Così non è stato e si è inteso procedere lungo canali di inopportunità che ridanno fiato ai detrattori. Tuttavia, una novità c'è. La segnalazione dell'evento giunge, pubblica e nitida, da un'associazione che da un po' di tempo opera a Napoli e che si sta segnalando per battaglie di impegno e coerenza, «Napoli punto e a capo».
La peculiarità consiste nel fatto che di questa associazione fanno essenzialmente parte imprenditori e liberi professionisti e, dunque, categorie da sempre accusate di prestare più attenzione al portafogli che all'interesse generale. E non è l'unico caso, perché si sta diffondendo in regione un «associazionismo civico» che vuole avere spazio e voce nelle decisioni e nel governo del territorio. Un fenomeno da non sottovalutare, dunque.
Quanto al fatto, la critica non può che discostarsi da tutto quanto è stato scritto in questi mesi a sostegno di un più equilibrato ed equo utilizzo delle risorse pubbliche: in particolare, suscita davvero perplessità la notevole discrezionalità concessa alla commissione di gara nel designare i vincitori, che esula da criteri oggettivi e che naturalmente rimpolpa la maldicenza di chi prevede che a vincere siano i pochi, soliti noti. Ancora, fa riflettere che il pluridecennale usufrutto di fondi comunitari non abbia ancora indotto la Regione e moli enti locali a dotarsi di strutture tecniche interne, in grado di operare lungo binari di continuità. E, restando in tema di risparmio di spesa, appare quanto meno incongruo non aver richiesto ad associazioni di categoria, e penso in primis alle Camere di Commercio o ad enti istituzionali quali le Università, di fornire a costo zero le consulenze richieste, utilizzando le proprie strutture interne e i dipartimenti.
Queste anomalie, che lasciano interdetto anche il più fiero garantista, si irrobustiscono sulla considerazione del periodo in cui è stato pubblicato il bando: in pieno agosto e con una chiusura fissata a nemmeno fine settembre.
Un blitz quanto meno strano che può far pensare, ai soliti malpensanti s'intende, che pochi saranno in grado, nei tempi richiesti, di depositare documentazione e offerte completi e competitivi, a tutto vantaggio di chi, sempre a pensar male, magari disponeva di qualche dritta in più e può presentarsi pronto ai nastri di partenza. Indizi, per carità, sottigliezze, di certo retropensieri ma che, purtroppo, non diradano del tutto la sensazione per cui, da un po' di tempo in qua, in questa Regione qualcuno appare più uguale degli altri

Anonimo ha detto...

Ma l'assunzione del figlio del segretario generale della Fillea Cgil campania Vincenzo Petruzziello presso la cassa edile di caserta e del genero del segretario generale della fillea cgil di napoli come vanno definiti? normali avvicendamenti?

Anonimo ha detto...

quali accordi sono stati stretti tra il sindacato della cgil, le associazioni dei costruttori, gli ispettori delle asl e del lavoro per allentare i controlli sui posti di lavoro?
Quale contropartita hanno avuto in cambio?
Le assunzioni di parenti e amici di sindacalisti negli enti bilaterali come le casse edili che sono finanziate dagli operai edili(la stragrande maggioranza di loro non iscritti ad alcuna sigla sindacale)?
la sottocultura del potere bassoliniano ha preso sopravvento anche in via torino?

Anonimo ha detto...

Veritatem laborare nimis saepe... exstingui numquam

Traduzione
La verità troppo spesso soffre, ma non muore mai

NON ABBASSIAMO LA GUARDIA NEL DENUNCIARE I SINDACALISTI DISONESTI CHE SONO AI VERTICI DELLA FILLEA CGIL DI NAPOLI E DELLA CAMPANIA

Anonimo ha detto...

ECCO LA PARENTOPOLI IN CALABRIA...DI CENTRO DESTRA E DI CENTRO SINISTRA!!


Il sistema delle assunzioni clientelari a Sviluppo Italia Calabria supera di gran lunga ogni possibile previsione. Un’azienda costruita su misura per tanti figli e nipoti eccellenti. Con netta prevalenza di "figli di papà" , i cui padri sono stati pronti a barattare nomine, promesse di finanziamenti e chissà quanto altro sull’altare del " posto sicuro". Uno scandalo che supera abbondantemente ogni "parentopoli" nella nostra regione. Il sistema va avanti ormai dal 1999, cioè dai tempi del Bic Calabria. E dire che il " numero uno" Francesco Samengo, almeno all’inizio, aveva i suoi bravi problemi a uscire indenne dalle interrogazioni parlamentari del Polo che l’accusavano di assunzioni clientelari " favorendo oltre ogni limite parenti e affini". Leggendo la lista , è chiaro che molti esponenti del centrodestra saranno stati "addomesticati" grazie a qualche provvidenziale posticino. Ma, a parte questo occasionale incidente, nessuna forza politica si è mai sognata, col passare degli anni, di criticare l’opera dell’incubatore di imprese. Considerato, che anche la sinistra, finanche quella più "irriducibile" non ha rinunciato a "piazzare" figli, fratelli e nipoti. Il sistema di assunzioni, del resto, funzionava a meraviglia. Anzitutto, nessun concorso che potesse nascondere qualche "combine" , ma una sana chiamata diretta. E poi tanti progetti : i vari Comuni si mettevano mani di Sviluppo Italia e, sempre più spesso, conquistavano qualche assunzione. Allo stesso modo degli assessorati regionali. Tutte le Giunte e i Consiglieri regionali che si sono succeduti , hanno sempre "infilato" i loro protetti. Una "rete clientelare" che si è spalmata con grande soddisfazione di tutto l’arco politico nelle cinque sedi calabresi di Sviluppo Italia. Figurarsi cosa accadeva poi nei periodi caldi delle campagne elettorali. Si racconta addirittura che qualche sede veniva chiusa per fungere da segreteria ai grossi calibri dell’Udc. Voto di scambio? Una regola non scritta ma ampiamente praticata. Ma cosa fanno i tanti figli di papà inseriti nella struttura di Sviluppo Italia? Qualche tempo fa le telecamere di "Report" sono entrate nei santuari dell’Agenzia per lo sviluppo dell’impresa e l’attrazione degli investimenti. I cronisti hanno provato a chiedere ai dipendenti quali attitudini avessero, in quali attività fossero impegnati nelle ore di lavoro, e per tutta risposta, ricevevano monosillabi o negazioni. Uno spaccato, già parecchio eloquente della realtà di quegli uffici. Nei quali conta soltanto la raccomandazione e non certo la professionalità. La raccomandazione stabilisce, naturalmente, anche il ruolo. Se sei figlio o sorella di un sottosegretario avrai un livello più alto, se sei fglio di un consigliere regionale ti accontenterai di qualcosa di meno. Ma sempre con un bel contratto a tempo indeterminato e con la possibilità di timbrare il cartellino alle 9 e andare dove vuoi per tutto il giorno. La mission, gli investimenti, le strategie si discutono in altri luoghi, laddove si decide il flusso dei finanziamenti verso le imprese "amiche" . Negli uffici no. Lì regnava e regna la più grande armonia. Uno per tutti, tutti per uno. Accomunati dalla voglia di passare il tempo nella maniera più gradevole possibile in attesa di prendersi il sudatissimo stipendio. Storie di Calabria. Una Calabria nella quale i sindacati hanno sopportato questo vergognoso andazzo senza alzare mai un dito. Solo silenzio accomodante. O il solito richiamo alla prassi della raccomandazione. Eppure questo elenco che pubblichiamo oggi lo conoscono fin troppo bene. Avrebbero dovuto indignarsi, gridare alle "assunzioni selvagge". Niente di tutto questo. Non una parola su quelli che non hanno neanche un titolo di studio adeguato per occupare quel posto. Non una parola sul ruolo che hanno assunto. Solo silenzio. I sindacati non hanno fatto sentire la loro voce neanche per tutelare i poveri precari che rappresentavano l’anello debole dei dipendenti di Sviluppo Italia. Anzi, hanno contribuito anche loro a farli tutti fuori per creare spazio ai figli di papà. Dovunque si parla di stabilizzare i precari. A Sviluppo Italia no. Non c’è ne bisogno. Tanto anche loro sanno che funziona così. Nella grande lista leggete nomi e cognomi illustri. Politici di destra e di sinistra. Tutti d’accordo nello sfruttare i posti di lavoro così gentilmente concessi a tutta la classe politica. La curiosità più grande? Verificare chi proverà a difendersi. E con quali motivazioni.
TUTTI I PARENTI ASSUNTI A SVILUPPO ITALIA :
PAOLA SANTELLI – Sorella ex sottosegretario alla Giustizia e attuale deputato di Forza Italia Jole;
CECILIA RHODIO – Figlia di Guido, ex presidente della regione, democristiano;
ANITA AMATRUDA – Figlia di un ex giudice di Lamezia;
NERINA PUJIA - Figlia dell’ex parlamentare DC Carmelo;
GIORGIO PECORARO – Figlio del Dirigente regionale Domenico;
DANIELE IOVENE – Fratello del Senatore Nuccio ( Ds, ora coordinatore regionale di Sinistra democratica;
LUCIANA SGRO’ – Figlia del Dirigente regionale alla Sanità Andrea;
MARCO ALOISE – Esponente di Alleanza Nazionale, Candidato Sindaco a Paola nel 2003;
CARLO CALIGIURI – Figlio dell’ex consigliere regionale Enzo (DS);
LUIGI CAMO – Figlio dell’ex senatore dell’Ulivo Geppino, ora Presidente della SORICAL;
GIOVANNA CAMPANARO – Nipote dell’ex deputato A. Nucci e dell’ex assessore regionale Giampaolo Chiapetta;
GIANLUCA IULIA – Fratello del giudice di Acri Salvatore;
PIETRO CICERO – Nipote dell’ex segretario provinciale di AN Gabriele Limido;
GIUSEPPE COPANI – Figlio del giudice Carmelo;
ANDREA COSTABILE – Nipote dell’ex assessore regionale e attuale Senatore Udc Gino Trematerra;
EMILIO DE BARTOLO – Assessore Comunale DS a Rende e figlio ex assessore Giuseppe;
ARMANDO MASCARO E ANNA BONOFIGLIO – Figlio e nipote dirigente regionale "Totolino" Mascaro;
GIADA FEDELE – Moglie del Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Occhiuto (Udc);
MARIA LAURA FUNARO – Nipote del’ex consigliere regionale democristiano Ernesto;
STEFANIA IANNICELLI – Figlia del capitano della Guardia di Finanza di Cosenza;
ROSELLA MARZULLO – Moglie di un giudice di Castrovillari;
SANDRO MAZZUCA E FAUSTA D’AMBROSIO – Marito e Moglie, nipoti di Pino e Antonio Gentile ( F.I.);
ANTONIO MINGRONE – Nipote dell’ex deputato G. Battista Caligiuri ( Forza Italia);
GIOVANNA PERFETTI – Figlia dell’ex consigliere regionale Pasqualino;
ANGELO SCOLA – Autista del senatore Udc Gino Trematerra;
OLGA RIZZA – Figlia dell’ex Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico;
RITA FEDELE – Cugina del deputato di Forza Italia Luigi;
ANTONIO SENATORE – Figlio dell’ex sindaco di Crotone Pasquale;
SABRINA ROMEO – Nipote dell’ex consigliere regionale del Psdi Paolo;
DANIELE SENISE E ALBERTO SIFONETTI – Nipote e cognato dell’ex sindaco di Cassano Ionio Roberto Senise;
DOMENICO PERRONE – Figlio dell’ex maresciallo di Cassano Ionio.

Anonimo ha detto...

Venire a sapere che il prefetto Pansa, nuovo commissario per lo smaltimento rifiuti, in pochi giorni ha recuperato un milione di euro cancellando qualche consulenza inutile, la dice lunga su come è stata gestita la struttura straordinaria dal commissario politico Bassolino. Idem venire a sapere che una delle tante consulenze, appunto, è stata assegnata al presidente della Legambiente Michele Buonomo. È venuto il momento di far luce sulle “consulenze” assegnate dal Commissariato ma anche su tutte le altre assegnate dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli, dalla Amministrazione Provinciale. Ma occorrerebbe far luce anche sulle consulenze assegnate dal privato che si è aggiudicato un appalto. La consulenza nella sua versione di tangente legalizzata è uno strumento largamente praticato nei rapporti opachi tra committente e aggiudicatario. Secondo molti, ad esempio, la Fibe avrebbe “erogato” consulenze ad “esperti” indicati dal parterre politico del Commissariato di governo ai tempi dell’appalto miliardario (in euro) e sue successive numerose modificazioni. Così come occorrerebbe far luce sulle società miste la maggior parte delle quali ha bilanci in rosso che dovranno essere ripianati coi soldi nostri e che secondo molti sono servite solo a nominare consiglieri di amministrazione e ad assumere parenti ed amici (molti dei quali poi “comandati” negli uffici regionali). Un monitoraggio del genere consentirebbe di far luce su un capitolo molto oscuro e perfino con qualche implicazione trasversale, della vita amministrativa e politica. Potremmo infatti conoscere l’entità complessiva dei soldi pubblici che sono stati spesi ed i risultati ottenuti, in modo da poter fare un calcolo attendibile del rapporto costi/benefici. Le consulenze, come le società “miste” sono pagate con soldi pubblici cioè dei cittadini i quali hanno tutto il diritto di sapere come sono stati spesi. La pubblica amministrazione ha inoltre il dovere della trasparenza, sistematicamente eluso, e del quale invece bisognerebbe chiedere la tassativa applicazione. Sono in molti a considerare le “consulenze” e le società miste una forma moderna e formalmente non illegale di tangente ed uno strumento di clientelismo. Vero, falso, il monitoraggio consentirebbe di venirne a capo. Lo scandalo è già esploso per le società miste ma è stato sapientemente messo a tacere con la promessa che ci sarebbe stato uno sfoltimento delle società che non risulta sia mai avvenuto. Tornare sull’argomento aggiungendovi le “consulenze” sarebbe quindi del tutto opportuno, anzi necessario. Alla ripresa dopo le vacanze potrebbe essere un tema di lavoro bipartisan per pezzi di maggioranza e di opposizione

Anonimo ha detto...

"La crudeltà è la virtù per eccellenza dei mediocri: hanno bisogno di esercitare la crudeltà, esercizio per cui è richiesta la minima intelligenza"
(A. Baricco)

Nel sindacato, nei partiti e nelle istituzioni chi dissente e si ribella contro la corruzione, il clientelismo, le "parentopoli" viene punito, isolato, screditato.
Sarà odiato, calunniato e rimosso.
Se non riesce a sopportarlo, rinuncia.
Se è sensibile alle opinioni che la gente ha di lui, resta paralizzato.
Per agire, bisogna essere indifferenti alle ponioni altrui, è il solo modo per essere liberi e fare ciò che si ritiene giusto!!

Anonimo ha detto...

Senza sviluppo e senza etica

(Scritto da Marco Demarco da il Corriere del Mezzogiorno
sabato 25 agosto 2007 )

Consulenti di qua e consulenti di là, commissioni di esperti che nominano altre commissioni, le quali si appoggiano a comitati tecnici i cui componenti sono scelti unicamente su base discrezionale. E poi compensi da società opulenta e dotazioni milionarie persino per le fotocopie, per le riviste e per le suppellettili degli uffici, che non è difficile immaginare fantozzianamente megagalattici. In questa Piedigrotta delle consulenze, in questa orgia dionisiaca dello spreco, i professionisti nominati
diventano a loro volta nominanti di fiducia, e i nominandi aspettano frementi di entrare nel grande giro dei preferiti. Diciassette milioni di euro saranno spesi dall'assessore regionale Andrea Cozzolino solo per l'hotellerie per i piatti e le posate: il pasto sarà servito dopo.

E che pasto: oltre settecentocinquanta milioni di euro. Che, tanto per intenderci, costituiscono solo la parte gestita direttamente dall'assessorato allo sviluppo. Poi c'è tutto il resto.
Ora è forse più chiaro perché, negli anni passati, nonostante i sette miliardi e settecento milioni che l'Europa ha già assegnato alla Campania, la nostra Regione è rimasta al palo. Il Pil pro-capite è sceso anziché salire: nel 1999 era il 71,78% della media europea, ora è diventato il 68,4%. E non è andata meglio con l'occupazione: nel 1994, quelli che lavoravano erano 1.700.000 ora sono 1.667.000. Ci allontaniamo non solo dal Nord Italia, ma perfino, come continuiamo a ricordare da troppo tempo, da Regioni di Europa come la Martinica, la Slovenia, il Peloponneso, la Macedonia e la Catalogna. Tutto questo nonostante i consulenti, le commissioni, i comitati tecnici, le strutture operative nominate in pieno agosto, quando il caldo fiacca perfino la polemica politica.
Due anni fa l'economista Nicola Rossi diceva che «le politiche regionali non hanno generato sviluppo e occupazione, come nelle originarie nobili intenzioni, ma solo un imperdonabile spreco». E, più di recente, lo storico Piero Craveri ha aggiunto: «La cultura del progetto si è spenta, la qualità della direzione amministrativa e l'efficienza della burocrazia sono precipitate. La classe politica bada esclusivamente a impadronirsi delle risorse finanziarie e a distribuirle. Qui si governa come nella caverna di Alì Babà». Qualcosa è cambiato? Macché. La caverna è diventata un albergo a sei stelle. Peccato che anche il turismo precipiti verso percentuali da tempo sconosciute.
La questione è seria, molto seria. Ancora un anno fa, alla festa della Margherita di Pontecagnano, De Mita disse tre cose. La prima: i fondi europei sono gestiti in modo occulto. La seconda: sono amministrati nel chiuso di studi professionali privati. La terza: non hanno prodotto risultati pubblici rilevanti. Nei mesi a seguire nessun chiarimento c'è stato, nessuna riforma nel segno della trasparenza e della sobrietà. Come non sospettare che un oscuro compromesso o, per dirla alla De Mita, un'ambigua transazione, abbia precipitosamente chiuso il caso? Nonostante la Campania abbia tre volte i dipendenti regionali della Lombardia, l'assessore Cozzolino continua a giustificare il ricorso ai consulenti esterni con l'esiguità del personale a disposizione. E così facendo mette il giogo all'iniziativa privata e all'imprenditoria campana. E ora si risponda a questa domanda: alla luce di ciò che il Corriere del Mezzogiorno sta raccontando in questi giorni con l'inchiesta di Felice Naddeo, è più fuori luogo che l'ultimo numero de L'espresso dedichi sei pagine alla ragnatela di potere di Bassolino, ragnatela basata essenzialmente sulle consulenze; o che Cozzolino lanci, come pure ha fatto, un appello per un'etica dello sviluppo?

Anonimo ha detto...

i lavoratori iscritti al sindacato vengono considerati spettatori e non attori.
I direttivi o i cosiddetti organismi dirigenti si riuniscono solo per formalità per approvare decisioni già prese altrove.
Ci fanno solo alzare la mano(magari il capobastone di turno ci dice anche per chi e cosa votare...)

Anonimo ha detto...

voglio dire la mia sulla parentopoli nella cgil campania.
Mi risulta che i figli ed i generi dei sindacalisti assunti alla cassa edile ed al comitato paritetico non sono mai stati iscritti agli enti bilaterali quindi non potevano essere assunti. sono assunzioni clientelari!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

"Che cosa diventa un presuntuoso privo della sua presunzione? Provate a levar le ali ad una farfalla: non resta che un verme"
(N.De Chamfort)


Tutto quello che è avvenuto nella Fillea Cgil di Napoli e della Campania non mi meraviglia. La Cgil in Campania è diventata una succursale del partito democratico ed è controllata dal Governatore.
Un ex autista del Governatore è il segretario generale di un importante sindacato come quello degli operai edili.
Un sindacato che dovrebbe essere in prima linea per difendere i diritti nei cantieri, contrastare i subappalti, avanzare proposte contro gli omicidi bianchi di operai.
Invece, è un sindacato che è succube di Ambrogio Prezioso(il presidente delle associazione dei costruttori pure lui bassoliano).
Personaggi ridicoli come Sannino, mastini senza materia grigia come Petruzziello o Nappo, sono bravi solo a strisciare davanti al potente di turno...

Anonimo ha detto...

Scusate ma che ruolo svolge la Commissione Nazionale Paritetica per Casse Edili?
Dallo Statuto della CNCC...
MAURO MACCHIESI PERCHE' NON CE LO SPIEGHI?

ART. 10 - ENTRATE
Le entrate della CNCE sono costituite da:
a. contributi stabiliti dal contratto collettivo nazionale di lavoro o dagli accordi nazionali stipulati dall'Associazioni di cui all'art. 1;
b. interessi attivi sui predetti contributi;
c. somme riscosse per lasciti, donazioni, elargizioni ed in genere per atti di liberalità o per qualsiasi altro titolo ordinario o straordinario riguardante la gestione dell'Ente

ART. 11 - BILANCIO
Entro il 31 marzo di ogni anno il Consiglio di Amministrazione, su proposta del Comitato di Presidenza, alla quale è unita la relazione della Società di revisione, approva il bilancio consuntivo del periodo ottobre - settembre scaduto l'anno precedente e il piano previsionale delle entrate e delle uscite che sono trasmessi alle Associazioni di cui all'art. 1, nonché alle Associazioni delle imprese artigiane, le quali formulano le proprie valutazioni in merito.



IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente
Presidente

Armido Frezza
Armido Frezza

Vice Presidente
Vice Presidente

Massimo Trinci
Massimo Trinci

Componenti

Sergio Ambrosone

Carlo Trestini

Giuseppe Pagliuca


Mauro Macchiesi

LA SEGRETERIA
Romano Baldo

Direttore
Franco Gullo

Mauro Miracapillo
Giuseppe Moscuzza

Componenti
Giuseppe Virgilio

Massimo Angeleri
Marco Pantaleoni

Giuseppe Acquafredda
Giuliano Sciarri

Anonimo ha detto...

Giusy, condivido su tutto quello che hai detto.
La Fillea Cgil, è diretta da giullari di corte(la corte bassoliniana)perchè bisogna lasciar fare nei cantieri.
I morti sul lavoro? Basta la solita e demenziale dichiarazione ai giornali o al tg regionale del Sannino di turno!
A proposito dei compagni che devono essere silurati o che sono stati già silurati o costretti ad andare via( ops...avvicendati).
Anna Formato non è quella brava ed onesta compagna che si occupava di bilanci e di amministrazione che fu costretta ad andare in Cassa Edile perchè pretendeva trasparenza e legalità?
Stanislao Nocera non è quel bravissimo ed intelligentissimo compagno che aveva rimesso in ordine i bilanci della fillea cgil e quando ha chiesto di rimuovere gente come Petruzziello gli è stato detto di farsi i cazzi suoi? Nocera è stato costretto ad andare al Comitato Paritetico Antinfortunistico..
Crescentini non è quel compagno che accompagnò tre anni la troupe televisiva di Ballarò in alcuni cantieri di Acerra facendo scoperchiare lo schiavismo di centinaia di operai edili mentre il responsabile di zona Passaro altro giullare di corte non conosceva neppure l'esistenza.(sembra che Nappo e Sannino fecero pressioni fino all'ultimo momento di non far andare in onda la trasmissione perchè il giornalista non aveva contattato loro!!).
Enzo Maio non è quel giovane e bravo compagno ex segretario generale di Benevento che si è sempre opposto alle mire di Petruzziello che voleva trasformare gli enti bilaterali del sannio come feudi clientelari e familiari?
Raffaele Scala non era quel bravo compagno che sul territorio di Castellammare aveva chiuso importanti accordi sindacali ma era di ostacolo ai disegni del ricattatore di Boscoreale?
I giullari di corte hanno sempre definito questi siluramenti ed allontanamenti....normali avvicendamenti!!!
Ma andate a cagare!
Dite la verità. Dovete fare le "cose vostre" e curare gli interessi per i vostri padroni che stanno al decimo piano di Via Torino, nel centro direzionale, in Piazza dei martiri e a Via Santa Lucia...

Anonimo ha detto...

VOGLIAMO PROVARE A FARE UN SONDAGGIO SULLA PARENTOPOLI SCOPPIATA IN FILLEA? RISPONDIAMO SOPRA A QUESTO POST!!

Anonimo ha detto...

nel cantiere per il nuovo ospedale di Ponticelli gli operai stanno incazzati neri.tutta colpa del portavoce e di Ciro Nappo.

Anonimo ha detto...

LAVORO, 1 LAUREATO SU 4 AL SUD LO TROVA PER CONOSCENZA



Nel Sud il 25 per cento dei laureati meridionali a tre anni dal termine degli studi trova lavoro con canali “informali”, contro il 12 per cento dei colleghi che si sono trasferiti al Nord. E nonostante la conquista del titolo di studio, la mobilità sociale resta scarsa: nel periodo in esame (i dati si riferiscono al 2004), sul totale degli occupati il 72 per cento al Sud non ha modificato il proprio status, contro il 61 per cento del Centro-Nord. È quanto emerge da uno studio che sarà pubblicato sul prossimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez. Nel Sud laurearsi è importante, si legge nel rapporto, ma solo “se si proviene dalla famiglia 'giusta', non solo perché ricca ma pure perché inserita in un reticolo di rapporti sociali”. A livello regionale, i laureati meridionali più fortunati abitano in Sardegna, con il 64 per cento degli occupati che nel 2004 avevano studiato e trovato lavoro in regione, a fronte di una media nel Mezzogiorno del 53,6. Sta peggio chi ha studiato e resta in Molise, con solo il 39,9 per cento degli occupati. I meridionali laureati al Centro-Nord presentano invece tassi di occupazione assai elevati, con un minimo del 69,1 per cento in Calabria e un massimo dell'83,9 in Abruzzo e Sicilia

Anonimo ha detto...

(Massimo Villone su "Repubblica" edizione Napoli Martedì 28 Agosto 2008)
Chi decide? Chi risponde? Scarsa trasparenza, potere senza controlli e senza responsabilità. Questo mette in evidenza la madre di tutte le consulenze, per il piano di sviluppo Paser e la gestione di ben 750 milioni di euro. Il politico nomina il dirigente. A questi, privo di reale autonomia, viene affidata la formazione della struttura di gestione del progetto. Vengono selezionati esperti e consulenti, certo non sgraditi, e molto probabilmente - senza offesa - lottizzati. Si aggiunge una spruzzata di dirigenti e funzionari a contratto esterno, e un´altra dose di consulenti ed esperti che ci si riserva di acquisire in seguito, tutti scelti per rapporto fiduciario. Il cocktail è pronto.
La forma importa poco. Una selezione pubblica può essere orientata attraverso i requisiti e i punteggi da assegnare. Un po´ rozzamente - come riferisce la stampa - riservando al soggetto che seleziona addirittura il 60% dei punti da distribuire. Siamo alle procedure blindate, per amici fidati. Gli altri vincerebbero più facilmente un superenalotto.
Ma chi decide, e chi controlla? La Regione ha una presenza poco più che simbolica nella struttura di gestione. Decidono gli esterni: dirigenti, consulenti, esperti. Chi li controlla? In sostanza, nessuno. Sono esterni, non hanno un rapporto permanente con la Regione, possiedono in ipotesi le necessarie competenze che invece la Regione non ha. Chi potrà mai contestare nel merito una scelta? Al più, controlli di regolarità formale. Carte a posto, e nessuno potrà eccepire. Il solo potere reale rimane al politico al vertice. Anche non firmando o decidendo formalmente, attraverso la catena dei rapporti fiduciari potrà consigliare, orientare, chiedere, imporre, attraverso terzi.
Ma su chi ricade la responsabilità politica, chi risponde, se alla fine non viene alla comunità il vantaggio sperato? L´ipotesi non è affatto peregrina. I numeri economici della Campania sono oggi peggiori che alla fine degli anni ´90, pur avendo speso un fiume di fondi europei. E il modello di gestione non era poi tanto diverso. Da tempo in Regione si subappaltano pezzi di indirizzo politico e di gestione a consulenti, esperti, vere e proprie amministrazioni parallele, legati al politico di turno da rapporti fiduciari.
E allora? È semplice: non risponde nessuno. Il politico che vuole sottrarsi ad una contestazione diretta argomenterà che le scelte le hanno fatte i tecnici. Né risponderà una dirigenza regionale che si limita alla selezione di chi è chiamato a gestire. Il chiamato opera in un rapporto a termine, o esercita una competenza professionale. Come e dove potrebbe essere chiamato a rispondere, e di cosa? Dunque, se va male, è il destino cinico e baro. Subappaltando la gestione politico-amministrativa fuori delle sedi istituzionali proprie si azzerano gli strumenti per far valere la responsabilità politica. Questa si dissolve. Il potere rimane: un potere senza qualità.
Qualcuno guadagna in ogni caso. Anzitutto il politico, consolidando alleanze, amicizie, clientele. Il dirigente regionale, testimoniando la sua fedeltà al politico, e acquisendo meriti per la carriera. Consulenti ed esperti, guadagnando pingui parcelle, prebende assortite, emolumenti, che saranno comunque dovuti. Guadagnano proprio quelli che esercitano il potere e gestiscono senza risponderne.
Non accade solo in Campania. Capiamo ora perché il paese precipita nelle classifiche internazionali della competitività e dell´innovazione. E non solo. Secondo un´opinione che non condivido, pochi euro in più di pensione ai poveracci metterebbero a rischio il futuro dei giovani. E non è forse per loro un pericolo maggiore far passare per modernità amministrativa un meccanismo di scatole cinesi non dissimile da quelle care ai pirati dell´alta finanza? In democrazia, il potere deve camminare di pari passo con la trasparenza e la responsabilità. Non per vuoto moralismo, ma per l´efficienza e la competitività del sistema.
Bossi riaccende i fuochi contro il Sud. Infuriano polemiche su malapolitica e malamministrazione. In Campania, per sopprimere un po´ di società miste si è pensato bene di dare una consulenza. Suggeriamo che la prossima sia una consulenza per sopprimere le consulenze. Prima fra tutte la megaconsulenza di oggi.

Anonimo ha detto...

Cgil contro Cgil. La Funzione pubblica: «No ai tecnici esterni»
(Scritto da Felice Naddeo da il Corriere del Mezzogiorno
martedì 28 agosto 2007 )
La Funzione Pubblica Cgil insorge contro le consulenze d'oro del Paser. E lo fa due giorni dopo un comunicato emanato dall'ufficio stampa della Camera regionale del Lavoro che, invece, si schiera a totale sostegno del piano di sviluppo dell'assessorato alle Attività produttive. Nel mezzo della controversia anche una dichiarazione, favorevole all'iniziativa amministrativa, resa al Mattino dal segretario campano della Cgil Michele Gravano: «Nel merito c'è stata una piena condivisione sulla vicenda del Paser, quindi non vedo la ragione del contendere ».

La diversità delle posizioni conferma una netta spaccatura nella Cgil dopo le già note differenziazioni sulla querelle tra il sindacato di sinistra, Uil nettamente contraria e Cisl perplessa sulla consulenze esterne a Palazzo Santa Lucia. Ma è la federazione regionale della Funzione Pubblica Cgil, guidata dal segretario Luigi Savio, ad aprire un fronte di polemica che rischia di scatenare gravi ripercussioni interne al sindacato. «Ribadiamo contrarietà all'utilizzo dello strumento delle consulenze come elemento sostitutivo degli uffici e dei settori del lavoro pubblicio — rileva la segreteria della Fp — l'attivazione delle consulenze debbono rappresentare un elemento aggiuntivo di qualità e di professionalità a supporto di strutture pubbliche. Chiediamo quindi che la giunta regionale come già fatto per il controllo delle misure del Por, affidato solo al personale interno, avvii rapidamente un confronto con le organizzazioni sindacali allo scopo di formare quadri e tecnici interni professionalmente adeguati alle nuove esigenze ».
Intanto l'associazione «Napoli punto a capo», presieduta da Sergio Fedele e Rossella Paliotto, individua ulteriori anomalie del Paser e denuncia nuove consulenze d'oro, stavolta su bando dell'Ufficio di gabinetto della giunta regionale, per un ammontare di cinquecentomila euro. «Dopo aver pubblicato una settimana, sui giornali locali, l'avviso del Paser — precisa la nota dell'associazione — ieri è stato pubblicato lo stesso bando sui giornali nazionali. Ci chiediamo come mai questa differenza e se ciò sia stato fatto solo dopo l'esplodere del caso mediatico proprio per dare una parvenza di maggiore trasparenza. Segnaliamo, inoltre, l'ennesimo bando pubblicato sempre ad agosto dalla Regione e sempre con criteri assolutamente discrezionali per l'individuazione degli affidatari. Si tratta di risorse per consulenze per gli accordi del programma quadro». Anche Forza Italia rilancia la contestazione al Paser. «E' demoralizzante dover constatare come per il governo regionale chi ha scritto il piano di sviluppo, articolandone tecnicamente i contenuti, non sia poi in grado di gestirlo — precisa il presidente del gruppo regionale azzurro Cosimo Sibilia — non sbaglia dunque la Cgil quando insinua il dubbio che i tecnici della Regione molto probabilmente potrebbero non aver nulla da invidiare ai consulenti d'oro voluti dall'assessore alle Attività produttive. Alla richieta di trasparenza il governo regionale dovrebbe aderire senza tanti pretesti».
E se An, con il capogruppo Franco D'Ercole, chiede «l'immediata revoca del bando del Paser», il consigliere regionale dei Ds si schiera in trincea a difesa del piano: le polemiche «sono bizzarre e ridicole e assistiamo a un valzer delle ipocrisie e degli opportunismi

Anonimo ha detto...

Ammiravo Bassolino al primo mandato come sindaco di Napoli, poi tutto e' andato a rotoli. Francamente quando uno in sicilia o in campania vince con certe percentuali bisogna riflettere: da dove viene il consenso? Che ruolo ha la camorra? Che ruolo hanno le lobby clientelari locali? Purtroppo ho l'impressione che il PD cerchera' di seguire l'esempio Bassolino+DeMita invece di puntare a scalzare clientele e corruzione. Peccato (a meno che Bersani e altri non ci ripensino)
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Anonimo ha detto...

Petruzziello, Sannino, Nappo preferiscono parlare di avvicendamenti piuttosto che di parentopoli...Karl Von Clausewitz l'avrebbe definita:
"Splendida manovra diversiva per eludere l'accerchiamento"



I CADUTI SUL LAVORO..