venerdì 1 agosto 2008

IL BOSS DELLA CGIL CAMPANIA E LA BANDA CHE LUCRA SULLA PELLE DEGLI IMMIGRATI..





Il Boss della Cgil Campania e i suoi gregari hanno strumentalizzato la vicenda degli immigrati di Pianura ed i momenti di tensione davanti al Duomo per inventarsi l'ennesima emergenza così come è avvenuto per i rifiuti. Hanno sferrato un attacco ai lavoratori della Polizia e al Prefetto di Napoli.
Lo sapete perchè? Vogliono foraggiare con i finanziamenti pubblici ed europei i "progetti coordinati e approvati dalla Regione Campania" presentati dalle varie cooperative , "sportelli immigrati" e "associazioni no profit " che da anni intascano milioni di euro dei fondi europei per sistemare gli amici e i parenti come docenti, tutor e impiegati grazie ai corsi di formazione professionale fregandosi di tutelare o trovare una casa ai rifugiati politici e ai richiedenti asilo.
Quando interviene la magistratura napoletana per indagare sulle coop e associazioni che lucrano sulla pelle degli immigrati?

11 commenti:

Anonimo ha detto...

I carabinieri e la magistratura napoletana dovrebbero indagare sui vari progetti"Equal" finanziati con i fondi europei che dovevano assistere gli immigrati.
E invece...Il Signor Corrado Gabriele ass.alla formazione della regione campania conosce troppo bene la storiella...

Anonimo ha detto...

Ragazzi, approfondite la vicenda "L.E.S.S", la società no profit(?) che gestisce lo Sportello Immigrati della Provincia di Napoli e che intasca migliaia di euro dai fondi europei

Anonimo ha detto...

E' giunta davvero l'ora di scoperchiare il pentolone putrido delle false cooperative, che il più delle volte mettono in atto un doppio sfruttamento: quello dei lavoratori, che vengono ridotti a merce sottopagata e senza tutele, e quello del denaro pubblico, che viene loro conferito attraverso esternalizzazioni molto sospette e senza controlli. Sarebbe interessante proseguire nella sconvolgente indagine avviata dalla Gabanelli con Report oltre un anno fa e cominciare a inchiodare politici e dirigenti amministrativi alle loro responsabilità. Il colmo, poi, è che tutto questo sistema viene portato avanti in nome della...cooperazione!

Anonimo ha detto...

soci-lavoratori non hanno gli stessi diritti degli altri lavoratori perché, in teoria ,sono i padroni della cooperativa che, però, in pratica , è in mano ad un Consiglio di Amministrazione che si comporta come i peggior padroni. Non pensare neppure di poterlo cambiare alle elezioni successive perché una buona parte dei soci è stata accettata nella cooperativa purché appoggi il Consiglio stesso. Il giovane, visto che i lavoratori non potevano incidere neppure sull’organizzazione del lavoro perché era il Presidente che decideva chi ,che cosa e dove, si consulta con il suo sindacato e decidono di procedere alle elezioni delle RSU . Le elezioni vengono fatte nella cooperativa, il giovane è eletto RSU, ma…. il Consiglio di Amministrazione non riconosce le RSU perché la legge 30 ha annullato la 241 del Governo di centro-sinistra e rimanda ad una contrattazione fra sindacati e associazioni rappresentative della cooperazione la definizione di quali diritti sindacali hanno questi lavoratori che hanno la disgrazia di essere anche (finti) soci.La disposizione legislativa sui soci-lavoratori è del 2002 e, ad oggi,ancora , la contrattazione sui diritti sindacali non è stata fatta. Nel frattempo il sindacato non fa nulla per il mancato riconoscimento della RSU. Il giovane ricordando sempre gli insegnamenti familiari continua a lavorare in questa cooperativa cercando di promuovere fra i compagni una coscienza dei loro diritti e lottando sempre contro le ingiustizie ma , per questo, subisce continuamente delle ritorsioni da parte del Presidente. Ad un certo punto una società pubblica vuole dei lavoratori in appalto da questa cooperativa (mi sembra che fra l’altro non possono essere appaltati i lavoratori), il ragazzo, che nel frattempo è diventato uomo, ritiene di aver le professionalità richieste dalla società appaltante e chiede di partecipare alla selezione con cui sarà scelto il personale della cooperativa che sarà appaltato , selezione che consiste in un semplice colloquio , senza verificare le competenze e che sarà fatto da dirigenti della società a capitale misto e di un settore del Comune . La partecipazione gli viene negata con la motivazione che il Consiglio di Amministrazione è il solo a decidere quali soci scegliere per la selezione. Andando dall’assessore comunale da cui dipende il settore che si vuole appartare e minacciando uno scandalo (ma a livello politico si riesce sempre a giustificare certe scelte), viene infine ammesso alla selezione dove incontra persone che la cooperativa fa passare per soci della stessa, mentre risultano essere raccomandati politici o coniugi di responsabili del settore da cui è stato appaltato il servizio. Ed infatti queste persone arrivano prime nella graduatoria di selezione. Successivamente nella stessa attività c’è bisogno di altro personale che viene richiesto alla cooperativa. Il Consiglio d’Amministrazione dovrebbe mandare questo giovane uomo perché risulta il primo fra i rimanenti della graduatoria, ma viene scavalcato e il lavoro è affidato ad altri. Solo attraverso denunce ai politici interessati al settore in oggetto riesce ad essere appaltato alla società a capitale pubblico, dove lavora per un anno e mezzo pagato dalla cooperativa secondo il contratto originale della cooperativa e non equiparato a quello dei lavoratori della società pubblica. La società pubblica però assume in proprio con altri stipendi parenti di politici locali(nepotismo? Non si può dire perché rischi una denuncia per diffamazione). Il giovane uomo, dopo 2 settimane di ferie rientra ieri al suo lavoro e, senza che nessuno lo abbia avvertito, non trova più il suo posto. L’appalto , che fra l’altro non esiste nei documenti ufficiali, è terminato con la fine dell’anno, ci sarà dalla prossima settimana una “assegnazione diretta “ di servizi alla cooperativa ,senza selezioni di personale. Così il Presidente della cooperativa potrà decidere chi scegliere fra i soci-lavoratori: i tre raccomandati arrivati primi all’altra selezione ed un parente di….. che ha già lavorato presso l’amministrazione pubblica inviato dalla cooperativa e senza nessuna selezione! Ed il nostro giovane uomo? E' dovuto ritornare a fare il suo vecchio lavoro nella cooperativa. Dimenticavo: come vengono fatte le assunzioni in queste collusioni? Ecco: la cooperativa ,che poi vince gli appalti nella società a capitale pubblico, assume i raccomandati dai politici o amministratori unici di società pubbliche, poi alla richiesta, li riappalta ai settori pubblici che , non trattandosi di posti fissi, non hanno bisogno di ricorrere a concorsi.

Anonimo ha detto...

Per lavoro mi sono occupato per circa cinque anni di società cooperative (di qualunque "colore"): posso testimoniare che quanto raccontato da (post 2) non è un episodio isolato, ed anche - ahinoi! - le cooperative "rosse" non marcano significative diversità. Il principio cooperativo di "una testa un voto" rimane spesso lettera morta. Nelle cooperative edilizie, ad esempio, il legale rappresentante (presidente del C.d.A) è frequentemente il vero dominus della situazione che tratta con i costruttori da pari a pari e che usa gli organi sociali (C.d.A., Collegio Sindacale ed Assemblea dei Soci) solo per ratificare le proprie decisioni. Altro punto di criticità è costituito dalle cosiddette cooperative "sociali" (quelle, per intenderci, il cui ambito di intervento è prevalentemente il mondo dell'assistenza sanitaria e che, per legge, devono avere un certo numero di soci socialmente svantaggiati, ad esempio disabili).Il più delle volte tali cooperative lavorano in regime di convenzione con strutture pubbliche (ospedali, centri di assistenza per anziani e/o disabili...); sarebbe interesante indagare su come vengano "accettati" e/o "reclutati" i soci lavoratori, con quali garanzie questi ultimi lavorino e se sono regolarmente chiamati a partecipare alle assemblee societarie (normativamente almeno una l'anno per l'approvazione dei bilanci). Pensando al "compagno" Consorte, certe situazioni non possono stupire. Sono convinto che una Sinistra veramente nuova dovrà avere il coraggio di mettere le mani nel "merdaio" costituito dalla finta cooperazione

Anonimo ha detto...

In Italia le cooperative sfruttano il contratto di soggiorno per lavoro per obbligare gli immigrati ad accettare ogni condizione di lavoro e di salario,senza alcun rispetto per i diritti elementari dei lavoratori, nel silenzio della società civile, delle amministrazioni e dei partiti e spesso dei sindacati confederali

Anonimo ha detto...

LEGGETE L'ARTICOLO DI OGGI DEL SOLE 24 ORE SUGLI EX SINDACALISTI DELLA CGIL DELLA CAMPANIA, L'ARPAC CAMPANIA E CLIENTELE..
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L'ARPAC affondata dalle clientele


Scritto da Mariano Maugeri da il Sole24Ore, 01-08-2008 14:50


«Guagliò, senza l'Udeur cà nun se governa». Le parole di Antonio Fantini, coordinatore regionale dell'Udeur, rimbombano ancora oggi a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania.
Se Napoli è un'ex capitale derubricata a prefettura, Santa Lucia è una tragedia di Eschilo con il naso di Pulcinella. Fantini, presidente della Regione Campania dall'83 all'89, commissario straordinario per l'emergenza terremoto, l'uomo (plurinquisi-to) che per conto della Repubblica italiana ha manovrato óomila miliardi di vecchie lire destinati alla ricostruzione e in ossequio a un editto inappellabile di Bassolino e Mastella riceve in dote la politica ambientale del territorio più compromesso d'Europa. Ambiente significa Arpa, nel caso in questione Ar-pac, Agenzia regionale per l'ambiente della Campania. Tutte le regioni ne hanno una, così la legge impone. L'accordo politico uscito dalle elezioni del 3 e 4 aprile 2005 (61,6% dei voti al Centro-sinistra) assegna l'assessorato all'Ambiente all'Udeur.
«E ai mastelliani gli potevamo dare il Bilancio?», dicevano maliziosamente gli scherani del ritinto governatore ("guai ai tinti", ha scritto un giornalista indigeno con humor anglosassone). All'alba del 2005, con un Himala-ya di monnezza in procinto di
implodere, l'Ambiente ai mastelliani sembra il male minore. All'assessorato Fantini piazza il medico salernitano Luigi Nocera, «nu' dottore scetato (sveglio, ndr)». AU'Arpac c'è già Luciano Capobianco, un ingegnere idraulico che quando era guaglioncello Fantini volle
con sé al commissariato per l'emergenza terremoto.
La missione dell'Arpa Campania, sancita burocraticamente nel suo statuto, è quella di «monitorare, prevenire, controllare e tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali della Campania». Quello che né il sito né la legge istitutiva ci raccontano sono le telefonate di raccomandazione di Capobianco al suo omologo di una regione del Nord. E forse non solo a lui. «E daie, damme 'na mano...», lo implorava. Da quanto ci risulta né Capobianco né tantomeno No-cera né men che meno Fantini pare abbiano mosso un dito per conferire ai dipendenti dell'Ar-pac lo status di ufficiali giudiziari, come normalmente avviene in tutte le Agenzie del Nord. «Io non sono razzista, ma con quelli dell'Arpa Campania non mi faccio fotografare», dice uno dei più brillanti dirigenti di un'Agenzia per l'ambiente settentrionale. E riporta un dialogo con Capo-bianco: «Caro mio, io non li voglio i dipendenti con funzioni di polizia giudiziaria. Quelli portano solo guai. Con la camorra che c'è in Campania, poi. L'avvocatura regionale ci ha pure dato ragione. Gli avvocati dicono che in base alla legge i dipendenti possono avere lo status di polizia giudiziaria. Possono, non debbono, capisci a me.,..».
La Campania è la regione più antropizzata, popolata e flagellata d'Europa. La sua Agenzia per l'ambiente dovrebbe essere una delle più efficienti d'Italia. Nulla di tutto questo. Dei 784 dipendenti previsti dalla pianta organica ce ne sono 307, più 200 precari che per titoli e impegno sono la spina dorsale della struttura. Situazione disastrosa se confrontata con gli organici dell'Emilia Romagna (1.200 dipendenti, 200 cococo, 75 borsisti) o Lombardia (1.100 dipendenti, 220 cococo, 70 borsisti). Per non parlare dei bilanci: 20 milioni in Campania, 60 in Emilia o Lombardia. Un dirigente napoletano racconta: «I cinque laboratori di analisi ereditati dall'Asl fanno schifo. Quelli di Caserta e Benevento ti fanno vergognare. Per anni abbiamo
chiesto almeno un macchinario che misurasse la diossina. Quando mi hanno invitato a Milano sono rimasto a bocca aperta. Lì tengono la Nasa!».
Pure Capobianco si vergogna di fronte alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. È il 7 giugno del 2007, infuria la guerra della monnez-za. Il presidente della Commissione, Roberto Barbieri, lo incalza. Il direttore generale dell'Ar-pac si sfoga: «Ormai facciamo i vigili del fuoco. Ogni giorno mando gli unici due furgoncini mobili di cui dispongo a vedere dove e cosa viene bruciato». I rinforzi non arrivano. Anzi, sì. Bassolino e Fantini sentono l'urgenza insopprimibile di inventarsi una fusione per incorporazione della Pan con la neonata Arpac multiservizi: la Pan è una società mista con 207 dipendenti, tutti lavoratori socialmente utili con la terza media. Il suo presidente è Raffaele Busiello, potente sindacalista della Cgil, ex capo dei metalmeccanici della Campania. Un compagno, insomma, al quale non si può dire di no. «Noi chiedevamo disperatamente laureati e diplomati, invece arriva un esercito di lava provette, autisti e uscieri», dicono alPÀrpac. Nessuno però si dimette. Nessuno protesta. Gomorra, falò di monnezza che oscurano il cielo, un cimitero di rifiuti tossici seppelliti tra Napoli e Caserta. All'Agenzia ammettono: «Non abbiamo mai progettato autonomamente il monitoraggio di un pezzo di territorio. Neppure a campione. Uscivamo, quando uscivamo, solo su chiamata dei Comuni».
In questi mesi, nulla è cambiato nella tecnostruttura regionale, malgrado Napoli e la Campania siano ogni giorno sui giornali di tutto il mondo, malgrado i disperati appelli del presidente della Repubblica, gli slanci mediatici del premier Silvio Berlusconi, le rassicurazioni tardive di un governatore delegittimato, malgrado l'assessore regionale all'Ambiente dell'Udeur sia stato prima inquisito e poi rimosso.
Sette mesi fa, all'indomani del suicidio dell'Udeur in Parla-
mento, Fantini e Capobianco, d'accordo con Bassolino, chiudono il cerchio e rimuovono dall'incarico il direttore tecnico dell'Agenzia, Maria Luisa Imperatrice. Il suo curriculum ineccepibile non è più sufficiente e a Santa Lucia pure l'appellativo "tecnico" perde il significato che gli attribuisce il dizionario della lingua italiana. Si deve far posto a un uomo del Governatore. Capobianco fa il pietoso: «Maria Lui', lo sai che sei la persona più competente dell'Arpac, ma che ce vo' fa'?» . Già, che cevo'fa'?

Anonimo ha detto...

Un altro operaio morto nella provincia di Napoli. E'a ccaduto ieri sera. Lavorava in una...cooperativa!
Ecco la notizia riportata da un'agenzia di stampa.
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Operaio schiacciato da macchinario nel napoletano Incidente ieri notte a Cercola. Eugenio Flauto è morto sul colpo Napoli, 2 ago. (Apcom) - Un operaio di 31 anni, Eugenio Flauto, è morto nella tarda serata di ieri schiacciato da un macchinario industriale a cui stava lavorando. Il fatto si è verificato alle 23.30 circa a Cercola, comune del napoletano. L'incidente è avvenuto all'interno di una cooperativa che inscatola pomodori, in via Barone. Secondo una prima ricostruzione compiuta dalle forze dell'ordine, Flauto stava spostando alcune pedane di legno quando è rimasto schiacciato dai macchinari industriali. L'uomo è morto sul colpo.02-AGO-08 10:31

Anonimo ha detto...

Bassolino non firma per la manifestazione contro il governo organizzata dal PD adducendo scuse pretestuose millantandole come espressione di serieta' e coerenza,mentre in relata' cerca solo e soltando di salvare la poltrona.Le foto che lo ritraggono con Berlusconi sono grottesche e patetiche mostrano quest'ultimo sempre gelido e sprezzante mentre il compagno l'amoco del popolo Bassolino ha sempre espressioni ed atteggiamenti deferenti ed in qualche modo servili (lui ci direbbe che rispetta l'istituzione che Berlusconi rappresenta).Che posizione assumera' il Boss di via Torino?

Anonimo ha detto...

La Cgil della Campania ha molti scheletri nell'armadio.
Il Caaf, il patronato Inca,lo Smile e la Fillea sono pieni di m...a.

Anonimo ha detto...

compagni di lotte,questo commento e' dedicato a tutti quelli che si sentono liberi nell'animo e nella mente.
purtroppo, o si da una svolta vera a tutta le faccende dei componenti della CGIL campana,ma forse anche nazionale, o resteremo sempre a parlare tra di noi sopra il blog.
basta vedere solo quello che e' successo dopo la conferenza d'organizazzione,
si sono organizzati solo per i loro rinnovi di mandati, o altre cariche.

CIRO FATTI SENTIRE E ORGANIZZIAMOCI NOI UN VERO SINDACATO LIBERO


GIUSEPPE QUINZI



I CADUTI SUL LAVORO..