venerdì 6 marzo 2009

LA CGIL CONTINUA A COMPORTARSI PEGGIO DEI PADRONI:UN ALTRO LICENZIAMENTO A CATANIA


Dal sito www.articolo18.it di Luigi Castiglione licenziato dalla Cgil di Pescara riportiamo l'articolo pubblicato sul giornale 'U Cuntu' di Catania sul licenziamento di un dipendente (senza contratto) della Cgil di Catania

Se anche il sindacato si comporta da padrone.
Il sindacato, che di solito difende i lavoratori, a Cata­nia si trova in causa con uno di loro.
Per anni e anni, Giovanni Sapienza ha lavorato alla sede – aprire, chiudire, vigilare, sbrigare prati­che, organizzare – ma senza contratto.
C’è un buco nella legge. Ma approfit­tarne è giusto, per un sindacato? L’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori consi­dera inefficace o nullo il licenziamento quan­do avviene senza giusta causa o giu­stificato motivo.
Eppure la Cgil, la più grande orga­nizzazione dei lavoratori, sem­bra averlo di­menticato. Ciro Crescentini e Luigi Casti­glione, dopo aver lavorato per più di 20 anni nel sindacato, sono stati un bel giorno licen­ziati, ma entrambi si sono ribellati ricorrendo alle vie legali.
Sebbene la Cassazione abbia ritenuto il licenzia­mento di Castiglione ille­gittimo e prete­stuoso, la Cgil si è appellata sostenendo che le organizzazioni sindacali non sono tenute ad applicare l’art.18. Ed è vero, dato che l’art. 4 della legge 108 del 1990 esime dal meccanismo di reintegro i “dato­ri di lavoro non imprenditori che svol­gono senza fini di lucro attività di natura po­litica, sindacale, culturale, di istruzione ovve­ro di religione o di culto”.
A Catania, un onesto lavoratore è al cen­tro di un’altra storia di diritti calpestati da un sin­dacato. Si chiama Giovanni Sapien­za e la sua vicenda è davvero complicata.
Nato a San Cristoforo nel cortile Ariete, Giovanni vive da 25 anni in una piccola abitazione popolare a Librino.
Nell’ ‘85 ha iniziato “a lavorare in nero alla Cgil di Ca­tania svolgendo varie mansioni e anche in­carichi di fiducia per il segretario. ù
"Mi oc­cupavo della manutenzione dell’edificio, ero responsabile dell’apertura e della chiu­sura dei locali e della loro vigilanza, sbri­gavo pratiche esterne e organizzavo persi­no cortei.
Speravo di essere prima o poi re­golarizzato, ma gli anni passavano e io re­stavo senza tutele e prospettive di cambia­mento.
A seguito delle mie continue pres­sioni per la regolarizzazione del rapporto lavorativo e dei 13 anni di oneri contributi­vi, nel 1998 la Confederazione trovò un éscamotage. Venni assunto dalla ditta di pulizie, Alizzi Grazia, poi divenuta Nova­lux, ma solo formalmente! Di fatto avevo le responsabilità di sempre e non mi occu­pavo certo di pulizie".
"Dopo altri cinque anni - continua Sa­pienza - nel settembre 2003 decisi di rifiu­tare lo sti­pendio in segno di protesta.
Il mio vero dato­re di lavoro era la Cgil e vo­levo che la mia situazione lavorativa - spiega Giovanni - di­ventasse chiara senza ditte fantoccio in mez­zo. Così chiesi alla Cgil di rispettare i miei diritti assumendo­mi e coprendo gli anni con­tributivi trascor­si. Da quel momento venni allontanato dai rapporti di fiducia, molti col­leghi non mi parlarono più e fui confinato al centralino, fino a quando nel dicembre 2003 la sostituzione della serratura della porta d’ingresso non mi consentì di entrare.
Capii che la situazione sarebbe precipitata di lì a poco.
E infatti prima delle festività natalizie ricevetti la lettera di licenziamento”. Fallito nel marzo 2004 il tentativo di conci­liazione per mancata comparizione della Cgil, Giovanni decide di rivolgersi alla magi­stratura per difendere i suoi diritti. Le udien­ze si susseguono lenta­mente, dilazionate ed estenuanti.
La Cgil so­stiene che Giovanni “prima del ‘98 era co­nosciuto solo come aspirante at­tivista sinda­cale che frequentava, saltuaria­mente ed occa­sionalmente, i locali della Camera del lavoro della Cgil”.
Tra un’udienza e l’altra almeno sei mesi d’intervallo. “Intanto io cado in depressio­ne e mi rivolgo all’I­stituto d’igiene mentale dove vengo segui­to per due anni dalla dotto­ressa Gulisano.
La mia vita familiare diventa un inferno, incerta e senza prospettive: chi mi assumerebbe, alla mia età? Resto senza lavoro, senza soldi e senza alcuna tutela previdenziale. Le mie figlie sono costrette a cercare lavoro a Firenze e mio figlio si trasferisce a Pistoia. I debiti au­mentano”.
“Ora aspetto l’udienza di aprile, ma io non mollo, continuerò a lottare per i miei dirittii. Voglio essere rias­sunto, voglio riprendere il mio posto di lavo­ro. Devo ritornare a vivere, risalire da questo inferno!”.
Da giornalista sento il bi­sogno di sentire l’altra campana. Mi reco alla Ca­mera del La­voro in Via Crociferi. Nessuno dei dirigenti sembra sapere nulla, qualcuno dice solo che Sapienza lavorava per una ditta di pulizie, nient’altro. Chi è delegato a segui­re il pro­cesso non vuole neppure ricevermi.
( Sonia Giardina redazione 'U CUNTU di Catania)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ma con quale faccia Epifani si permette di dare lezioni a Berlusconi?
Perchè non guarda ciò che accade in casa sua?
E' questo l'aletrnativa che offrono questi compagni?
MENO MALE CHE SILVIO C'E'!!!

Anonimo ha detto...

Mò non esageriamo. Diciamo semplicemente che nessuno della banda affaristica cgil e pd/ds può levarsi in piedi per fare lezioni di moralismo ai Berlusconiani in quanto loro stessi adottano le stesse modalità con l'aggravante, però, che ingannano le lavoratrici ed i lavoratori e tutti coloro che finora hanno creduto in una politica di sinistra!!!!!

Anonimo ha detto...

Caro Epifani,
perchè accadono queste brutte cose in Cgil?
Perchè si commettono queste cattiverie?
Si isolano prima i compagni e poi li si licenzia o costretti ad andare via.
A Catania, Napoli e Pescara sono accaduti fatti che ledono l'immagine di una grande organizzazione!!

Anonimo ha detto...

...BELLA L'IMMAGINE DI DI VITTORIO.
IN ALTRI TEMPI, UN SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE AVREBBE CONVOCATO UNA RIUNIONE A ROMA CON I DIRIGENTI LOCALI E RISOLTO RAPIDAMENTE LA SITUAZIONE.

Anonimo ha detto...

Non riesco a comprendere il comportameto di persone come Sannino Giovanni (segretario generale della Fillea Cgil della Campania).
Mi risulta che Sannino e Crescentini hanno guidato insieme vertenze delicate.
Ciro stimava Giovanni e Giovanni stimava Ciro.
Perchè a Napoli si è arrivato a fare i licenziamenti?
Perchè la vicenda non è stata affrontata o gestita in maniera serena?

Anonimo ha detto...

E' davvero triste che per colpa di questi ''politici'' e sindacalisti ex comunisti qualcuno debba dire MENO MALE CHE SILVIO C'E' e che per il loro modo di gestire aumentano la tentazione di votare il cavaliere,facendoci compiere un atto contro natura.Ho visto ieri Bassolino intervistato lungamente da una TV locale mi pare Italiamia ebbene era uno spot pacchiano a da quarto mondo,domande comode nessun accento a scandali,cattiva amministrazione processi ecc toni e frasario del ''presidente''demagocici se non addirittura paternalistici e retorici, in sintesi il suo interesse primario sono i lavoratori ecc del suo futuro non si preoccupa (''si vedra')per concludere mi verrebbe da dire :MENO MALE CHE SILCIO C'E'!

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe,
ciò che accaduto alla Cgil e alla fillea di napoli è davvero incredibile.
Quando Crescentini fu licenziato,Gravano e Sannino dichiararono ai giornali che non era un licenziamento ma un normale avvicendamento.
bah



I CADUTI SUL LAVORO..