Nella Cgil si demansionano i dipendenti e si licenzia senza motivo... Leggete questa lettera.
Caro segretario generale della Cgil , Guglielmo Epifani,
dopo averci a lungo pensato mi sono decisa a scriverti per segnalarti un fatto che a me appare gravissimo dal punto di vista etico e morale avvenuto nell'interno della Cdlm di Venezia.
Sono una ragazza laureata in Economia Aziendale con il volto di 100/110.
Una laurea conseguita quasi in tempi corretti e studiando la sera perché ho sempre avuto la necessità, per mantenermi, di lavorare.
Dopo 10 anni di esperienza come impiegata amministrativa il 1 dicembre del 2004 sono stata assunta sempre come impiegata amministrativa, con contratto a termine di sei mesi, nella Filce Cgil di Venezia per sostituire un pensionamento.
Un contratto a termine con la possibilità di rinnovo o di transazione in futuro in un tempo indeterminato, giustifacato con la scusa che la Gdlm di Venezia aveva intenzione nella sede ristrutturata di via Ca' Marcello 10 a Mestre, dove ci siamo trasferiti il primo giugno 2005, di istituire la segreteria amministrativa di piano non peremettendo in quel momento nuove assunzioni a tempo indeterminato (aspetto però che non mi è stato confermato dai dirigenti della Cdlm di Venenezia che, secondo quanto da loro affermato, volevano fare la segreteria di piano ma non ostacolavano per questo nuove assunzioni che sarebbero state successivamente assorbite all'interno della struttura provinciale).
Io ho accettato comunque il lavoro perché ero alla ricerca di occupazione nella provincia di Venezia (abitavo nella Bassa Padovana), ed avevo bisogno urgente di guadagnare.
Il contratto mi è stato rinnovato, perché soddisfatti del mio lavoro, una prima volta per ulteriori sei mesi, poi dopo uno stop di un mese, che se non avessi fatto li avrebbe costretti ad assumermi a tempo indeterminato, con le stesse scuse della prima volta mi hanno rinnovato il contratto per ulteriori tre mesi assicurandomi che al suo termine in caso di mancato ulteriore rinnovo o di mancata trasformazione in indeterminato mi avrebbero avvertita con largo anticipo.
Il 16 marzo 2006, solo 14 giorni prima della sua scadenza e solo dopo mie ripetute richieste mi è stato dato il benservito senza nessuna spiegazione e nessun chiaro motivo.
Quello che qui io contesto, capiamoci bene, è il comportamento tenuto da questa categoria che non risulta in linea con quanto predica da tempo la Cgil . Ma perché allora si predica bene ma si razzola male? Sottolineo un'altro particolare non certo irrilevante.
L'ultimo Regolamento della Cgil dice testualmente al punto 2: "Il contratto di lavoro è normalmente a tempo indeterminato ma è previsto il ricorso ad assunzioni sulla base della legislazione vigente solo con modalità e nei casi previsti dai successivi art. 5,6,7.
L'art.5 che è quello che si riferisce al contratto di lavoro subordinato non ha tra i casi previsti nessuno che si avvicini alle motivazioni che hanno spinto alla mia assunzione.
Io ero un'impiegata amministrativa a tutti gli effetti.
Ho sempre avuto la delega di cassa presso Banca Intesa a Mestre e svolgevo tutte le attività connesse (bonifici, giroconti, cambi di assegni, pagamenti, ecc.) in autonomia, tenevo conto dei movimenti di cassa, tenevo i rapporti con i fornitori e con le aziende per le pratiche amministrative proprie del sindacato, smistavo la posta, gestivo l'archivio di categoria, facevo la prima nota, ero il primo referente dell'organizzazione in quanto sempre presente in ufficio e molto altro ancora.
Non ero certo stata assunta come risulta dal mio ultimo contratto "per censimento ed inserimento iscritti", mansione creata ad hoc per far ricadere la mia assunzione a termine fra uno dei casi espressamente previsti dal Regolamento della Cgil .
Cosa ancora peggiore sta nel fatto che la categoria persevera nello sfruttamento indebito di una legislazione che la Cgil contesta avendo assunto dopo di me una ragazza sempre con contratto a termine che stanno formando per svolgere le mie stesse mansioni.
Spero che questa denuncia possa far cambiare qualcosa in questa Cgil che ha perso la mia stima ed in parte la faccia, riportando i vari componenti della stessa alle loro responsabilità e a rispettare i valori, le linee guida e gli ideali che sono il motivo d'essere di un sindacato che si professa di tutti i lavoratori e non solo di quelli che portano voti o influenza per riuscire a restare al potere.
( Linda Marinello)