venerdì 26 settembre 2008

SINDACATI:SONDAGGIO, CI CREDE SOLO IL 23% GIOVANI ITALIANI


Qualche minuto fa, l'agenzia Adn Kronos ha lanciato una notizia che dovrebbe far riflettere.
La pubblico integralmente.
(Stefania Bontempi)
Solo il 23% dei giovani italiani ha fiducia nei sindacati. Il dato emerge da un sondaggio condotto da PublicaReS-Gruppo Swg per conto dell'ambasciata britannica a Roma, in occasione della XVI edizione del Convegno di Pontignano, dedicato quest'anno al tema "Identita' in transizione. Chi vogliamo essere?". Per la rilevazione sono stati interpellati mille giovani italiani tra i 18 e i 35 anni e mille giovani britannici, i quali sembrano pero' avere piu' fiducia nei sindacati: con loro la percentuale sale al 42%. Pressoche' identico, invece, il loro giudizio nei confronti dei partiti politici: fra i giovani italiani solo il 16% ne ha fiducia, mentre fra i britannici la percentuale sale di pochissimo, al 17%.
(Adnkronos) 26-SET-08 14:49

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Il risultato del sondaggio non mi meraviglia. Quelli che dirigono il sindacato, la Cgil in particolare, nelle regioni meridionali(vedi il caso Campania) sono dei burocrati o funzionari politici che usano le strutture sindacali o i lavoratori per curare interessi personali.
Spesso, vengono promosse manifestazioni che hanno lo scopo di fare pressioni sul Governo per ottenere finanziamenti per la formazione professionale, gli enti bilaterali, le fondazioni ecc ecc.
Le manifestazioni indette per domani dalla Cgil è un altro bluff.
I dirigenti campani utilizzano la piazza o i cortei come massa da manovrare, un modo per contarsi o per contare negli apparati.
Non credo che i giovani saranno disposti a farsi usare.
Un'altra commedia.

Anonimo ha detto...

CERTO CHE E' UNA COMMEDIA. EPIFANI, INSIEME ALLA CISL E ALLA UIL, FIRMA L'ACCORDO PER ALITALIA, PARTECIPA AL CONVEGNO DELLA CONVEGNO DELLA CONFINDUSTRIA A CASERTA E POI ORGANIZZA COME CGIL LE MANIFESTAZIONI DI DOMANI.
CHE SENSO HA LA MANIFESTAZIONE DI DOMANI?
AMICI, SCOMMETTIAMO CHE NELLE PROSSIME SETTIMANE, EPIFANI FIRMERà ANCHE L'ACCORDO SULLA NUOVA CONTRATTAZIONE?

Anonimo ha detto...

Licenziata

senza motivo

dalla Cgil

Caro segretario generale della Cgil , Guglielmo Epifani, dopo averci a lungo pensato mi sono decisa a scriverti per segnalarti un fatto che a me appare gravissimo dal punto di vista etico e morale avvenuto nell'interno della Cdlm di Venezia. Sono una ragazza laureata in Economia Aziendale con il volto di 100/110. Una laurea conseguita quasi in tempi corretti e studiando la sera perché ho sempre avuto la necessità, per mantenermi, di lavorare. Dopo 10 anni di esperienza come impiegata amministrativa il 1 dicembre del 2004 sono stata assunta sempre come impiegata amministrativa, con contratto a termine di sei mesi, nella Filce Cgil di Venezia per sostituire un pensionamento. Un contratto a termine con la possibilità di rinnovo o di transazione in futuro in un tempo indeterminato, giustifacato con la scusa che la Gdlm di Venezia aveva intenzione nella sede ristrutturata di via Ca' Marcello 10 a Mestre, dove ci siamo trasferiti il primo giugno 2005, di istituire la segreteria amministrativa di piano non peremettendo in quel momento nuove assunzioni a tempo indeterminato (aspetto però che non mi è stato confermato dai dirigenti della Cdlm di Venenezia che, secondo quanto da loro affermato, volevano fare la segreteria di piano ma non ostacolavano per questo nuove assunzioni che sarebbero state successivamente assorbite all'interno della struttura provinciale).

Io ho accettato comunque il lavoro perché ero alla ricerca di occupazione nella provincia di Venezia (abitavo nella Bassa Padovana), ed avevo bisogno urgente di guadagnare. Il contratto mi è stato rinnovato, perché soddisfatti del mio lavoro, una prima volta per ulteriori sei mesi, poi dopo uno stop di un mese, che se non avessi fatto li avrebbe costretti ad assumermi a tempo indeterminato, con le stesse scuse della prima volta mi hanno rinnovato il contratto per ulteriori tre mesi assicurandomi che al suo termine in caso di mancato ulteriore rinnovo o di mancata trasformazione in indeterminato mi avrebbero avvertita con largo anticipo. Il 16 marzo 2006, solo 14 giorni prima della sua scadenza e solo dopo mie ripetute richieste mi è stato dato il benservito senza nessuna spiegazione e nessun chiaro motivo. Quello che qui io contesto, capiamoci bene, è il comportamento tenuto da questa categoria che non risulta in linea con quanto predica da tempo la Cgil . Ma perché allora si predica bene ma si razzola male?

Sottolineo un'altro particolare non certo irrilevante. L'ultimo Regolamento della Cgil dice testualmente al punto 2: "Il contratto di lavoro è normalmente a tempo indeterminato ma è previsto il ricorso ad assunzioni sulla base della legislazione vigente solo con modalità e nei casi previsti dai successivi art. 5,6,7. L'art.5 che è quello che si riferisce al contratto di lavoro subordinato non ha tra i casi previsti nessuno che si avvicini alle motivazioni che hanno spinto alla mia assunzione. Io ero un'impiegata amministrativa a tutti gli effetti. Ho sempre avuto la delega di cassa presso Banca Intesa a Mestre e svolgevo tutte le attività connesse (bonifici, giroconti, cambi di assegni, pagamenti, ecc.) in autonomia, tenevo conto dei movimenti di cassa, tenevo i rapporti con i fornitori e con le aziende per le pratiche amministrative proprie del sindacato, smistavo la posta, gestivo l'archivio di categoria, facevo la prima nota, ero il primo referente dell'organizzazione in quanto sempre presente in ufficio e molto altro ancora. Non ero certo stata assunta come risulta dal mio ultimo contratto "per censimento ed inserimento iscritti", mansione creata ad hoc per far ricadere la mia assunzione a termine fra uno dei casi espressamente previsti dal Regolamento della Cgil .

Cosa ancora peggiore sta nel fatto che la categoria persevera nello sfruttamento indebito di una legislazione che la Cgil contesta avendo assunto dopo di me una ragazza sempre con contratto a termine che stanno formando per svolgere le mie stesse mansioni. Spero che questa denuncia possa far cambiare qualcosa in questa Cgil che ha perso la mia stima ed in parte la faccia, riportando i vari componenti della stessa alle loro responsabilità e a rispettare i valori, le linee guida e gli ideali che sono il motivo d'essere di un sindacato che si professa di tutti i lavoratori e non solo di quelli che portano voti o influenza per riuscire a restare al potere.

Linda Marinello

Mestre

Anonimo ha detto...

...E poi quelli della CGIL si permettono di fare la morale a tutti. Non si ricordano più della massima evangelica che dice "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!".


Ehhh ma loro sono sindacalisti veri e quindi immuni da tutto!!

Anonimo ha detto...

C’è anche il governatore della Campania, Antonio Bassolino, fra le 29 persone rinviate a giudizio accusate di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frodi pubbliche in forniture. L’inchiesta riguarda la Fibe, società controllata da Impregilo, che secondo l’accusa si sarebbe intascata i fondi pubblici che dovevano servire a far funzionare l’inceneritore di Acerra che avrebbe dovuto trasformare i rifiuti in energia tramite combustione.

Ebbene, l’inceneritore in questione non è mai entrato in funzione e i rifiuti sarebbero stati disseminati e nascosti in vaste discariche abusive della Campania.
Secondo i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo gli impianti di Acerra dichiarati difettosi avrebbero comportato ulteriori vantaggi economici per la Fibe. Perciò hanno congelato i conti correnti italiani del gruppo Impregilo per un valore di 750 milioni di euro.

L’udienza di oggi mercoledì 24 settembre 2008, la quarta, si svolge nell’aula bunker del carcere napoletano di Poggioreale presieduta dal gup Alberto Vecchione.
Ci sono volute 2 ore per fare l’appello dei presenti, decine di avvocati che rappresentano ben 552 comuni campani che si sono dichiarati parte offesa, 152 dei quali costituiti in parte civile.

Molti degli avvocati assenti all’appello sono arrivati in ritardo, nessuno degli imputati è presente in aula, tantomeno Antonio Bassolino, inizialmente nella doppia veste di accusato in quanto commissario straordinario per l’emergenza rifiuti e di parte lesa in quanto governatore della regione Campania. Ebbene in questo processo ne risponde solo in qualità di accusato, difeso dall’avvocato Massimo Krogh. A rappresentare la regione Campania è stato nominato un commissario d’ufficio.

L’inchiesta iniziata nel 2005, dopo 3 anni non è ancora giunta a dibattere nemmeno le questioni preliminari, e tanto meno oggi sembra si possa iniziare, visto che sono molte le questioni sollevate, tra cui l’ammissione nella citazione di responsabilità. In pratica alcuni comuni chiedono di citare in giudizio il Ministero dell’Interno, senza capire bene a quale titolo, e il dipartimento della protezione civile. Ma non solo. In aula alcuni difensori, tra cui quelli di Fibe contestano le notifiche inviate dal Tribunale, che sarebbero state recapitate con 19 giorni di anticipo anziché i 20 minimi previsti. Tutte sollevazioni che inducono gli avvocati delle parti chiamate in causa a chiedere il rinvio dell’udienza.

Il collegio giudicante dopo un’ora e mezza di camera di consiglio, per voce del gup Vecchione, ha ritenuto leggitime le richieste avanzate, e di conseguenza accolto la richiesta di rinvio dell’udienza rimandata al 12 novembre prossimo.
Ora sentiamo qualche battuta a caldo dall’avvocato difensore di Bassolino Massimo Krogh e dall’avvocato che rappresenta lo Stato, che è Federico Vigoriti.

Daniele Martinelli: Avvocato. In questo processo c'è stato il ricorso di 552 comuni che hanno chiesto di entrare come parte civile. Come si configura questa mossa?
Massimo Krogh: Si configura un processo molto poco gestibile, perché il numero delle parti e la carenza delle strutture giudiziarie non consente una gestione del processo praticabile. Questo naturalmente, per me che difendo il governatore Bassolino, è una cosa che dispiace. Vorremo fare il processo al più presto possibile per dimostrare la sua non colpevolezza.
Daniele Martinelli: A parte la sua posizione di Presidente della Regione, parte lesa e anche...
Massimo Krogh: Lui come Presidente della Regione purtroppo è imputato, però come tale si ritiene innocente, vuole fare il processo e lo vuole fare presto.
Daniele Martinelli: Cosa ha detto in questi giorni Bassolino, dato che non si è presentato?
Massimo Krogh: Su questo non posso fare commenti da parte del mio cliente.

Daniele Martinelli: Avvocato. Questa riunione di consiglio ha allungato i tempi di questo processo. Che sta succedendo?
Federico Vigoriti: Succede che non riusciamo ancora a raggiungere neanche la fase delle questioni preliminari. Siamo ancora, dopo quattro udienze e una quinta del 12 novembre, a cui è stato rinviato il processo, nella fase della costituzione delle parti. In pratica, questa fase che dovrebbe occupare soltanto il momento iniziale del dibattimento si sta protraendo purtroppo, per il numero delle parti che vi sono intervenute, per parecchi mesi.
Daniele Martinelli: Per cui si avvicina una prescrizione reale di questo processo.
Federico Vigoriti: Si. In applicazione delle norme vigenti, credo che i reati più gravi, se i calcoli sono esatti, si prescriveranno a fine 2011 e inizio 2012. In pratica, di qui al 2012 processualmente parlando è come dire da qui a dopodomani. Sarà veramente un miracolo se riusciremo entro il termine di prescrizione dei reati ad arrivare ad una sentenza di primo grado."

Anonimo ha detto...

La gestione della Cgil è fatta esclusivamente in termini di potere, è un ente che pratica marketing e profitto nel vastissimo mercato del "lavoro" (contratti,assistenza,incarichi di rappresentanza, ecc.), un anello di raccordo con le politiche dello STATO. Non la voglio fare lunga, ma il suo è un ruolo assolutamente nevralgico per l’importanza enorme assunta da quella grande macchina che è "il sociale". Solo LIBERAZIONE e Sansonetti potevano scrivere qualche giorno fa "viva la Cgil".

Anonimo ha detto...

Vincenzo Stanzione è ancora sospeso. Sembra che i vari Valentino Grandillo e D'Agostino(emissari del Gravano) stiano valutando la possibilità di dargli una collocazione di basso livello per chiudere la vicenda a tarallucci e vino.
Che buffoni.
Evidentemente spartivano la torta insieme..

Anonimo ha detto...

La manifestazione della Cgil in Campania ha fatto flop: cinquemila persone in piazza(pensionati soprattutto). Un pò pochino, non credi, Boss, nonostante i pulman provenienti da Avellino e Caserta carichi di pensionati ai quali è stato promesso una gita pagata a Napoli(con i soldi delle quote di servizio)?
Sei proprio patetico. Hai moltiplicato il cinque per sei,ed ecco che ti sei inventato 30 mila!!

Anonimo ha detto...

Cinquemila max seimila persone hanno partecipato alla sceneggiata lungo le strade di Napoli.
Molti immigrati(quelli di Pianura). E sapete perchò c'erano i ragazzi immigrati? Perchè la Cgil si è inventata la storia del razzismo per far arrivare altri soldi alle associazioni no profit sull'immigrazione.
Molti pensionati e i lavoratori Atitech ai quali è stato promesso un posto di lavoro nel progetto di Gianni Lettieri.

Anonimo ha detto...

Hanno adunato un pò di Rsu, pensionati e poveri immigrati(che già domani tutti dimenticheraranno) ed hanno organizzato un'operazione di marketing. Un modo per contare al tavolo con Confindustria per rivendicare qualche posto in più negli enti bilaterali o qualche finanziamento più consistente per le loro agenzie interinali o enti di formazione.
Siete sgamati ormai.

Trentamila a Napoli? Cinquantamila a Bologna? numeri dati a casaccio grazie a qualche loro amico presente nelle agenzie di stampa...ed il gioco è fatto!!

Anonimo ha detto...

BONANNI DELLA CISL HA RISPOSTO QUALCHE MINUTO FA...
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BONANNI, SPERO CHE CGIL LAVORI CON NOI A RIFORMA (AGI) - Roma, 27 set. - "Spero che la Cgil lavori con noi per la riforma del modello contrattuale; noi vogliamo lavorare per l'unita', ma non vogliamo l'immobilita'. Sarebbe un errore se la Cgil andasse per i fatti propri". Lo ha detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni in una conferenza stampa che ha tenuto a convocare "oggi, quando la Cgil fa la sua manifestazione. Voglio continuita' nell'unita', nel rispetto dell'autonomia a prescindere da governi e partiti". Bonanni ha sottolineato che Confindustria e il presidente, la "cara Emma, mi pare abbiano fatto uno sforzo abbandonando l'indice-truffa dell'inflazione programmata. Questo e' un fatto positivo. Ora anche altri devono trovare questa ragionevolezza. I sindacati devono trovare una sintesi, con Confindustria dobbiamo individuare un cointeresse per arrivare ad un accordo". Secondo il segretario generale della Cisl "un accordo e' importante" e "dentro la proposta che si va delineando sempre piu' pienamente c'e' la volonta' di Confindustria di mettere fuori l'indice-truffa. Per quanto riguarda il documento unitario dei sindacati nessuno ha il copyright. E' un documento di Cgil, Cisl e Uil. Auspichiamo che l'accordo si chiuda e che non si apra un nuovo tormentone come quello di Alitalia. Bisogna mettere a frutto le nostre opinioni, ma poi bisogna chiudere". (AGI) 27 SET 08

Anonimo ha detto...

E LA CGIL SCUOLA CHE FA?

Domanda. Quali sono i sindacati di categoria che non sciopererebbero vedendosi tagliati un sesto dei posti di lavoro? Risposta: le federazioni scuola di CGIL, CISL e UIL. Lasciamo stare CISL e UIL alla cui passività siamo abituati. Ci occupiamo della CGIL scuola, oggi FLC, che dice sulle malefatte della Gelmini cose assai giuste, per poi fare però per contrastarle cose assai confuse, e rade. Breve riassunto dei fatti.

La Gelmini deve aver ricevuto qualche mese fa un foglietto da Tremonti su cui c'era scritto: sulla scuola devi tagliare 130.000 posti di lavoro, esegui e fa' pure presto. E lei ha eseguito. Soffermiamoci sui numeri. Nella vicenda Alitalia, che ha suscitato a giusto titolo un gran vespaio, si parla di 5.000 posti di lavoro in meno. Dobbiamo lottare per mantenerli, ovviamente, mi sfugge però perché la soppressione nella scuola di un numero di posti 26 volte superiori a quelli Alitalia abbia suscitato reazioni tanto tiepide. Forse pensano che siamo fantasmini. Nella scuola saltano decine di migliaia di precari che non sono tali perché somari o fannulloni, ma perché i concorsi non vengono indetti da una vita e le immissioni in ruolo sono centellinate: gente che lavora nella scuola anche da quindici anni. Le cose vanno chiamate col loro nome, e il nome di quello che sta per capitare a questi colleghi è semplice: si chiama "licenziamento", senza ammortizzatori sociali, senza cassa integrazione, senza mobilità. Ma anche quelli di ruolo non dovrebbero dormire sonni tranquilli, la Gelmini ha già detto in maniera chiara che si prevedono esuberi tra le maestre, che verranno impiegate, sembra, per le ore eccedenti le 24, ove richiesto.

La Gelmini nella sua fredda esecuzione di questo piano di sterminio non ha ritenuto necessario mascherarsi dietro un fitto armamentario ideologico come aveva fatto la Moratti. Ricordate? La commissione Bertagna, la riforma delle superiori, e tutte quelle teorizzazioni vaste, ancorché risibili, d'accordo, ma che testimoniavano una certa prudenza nell'affrontare il mesto compito che tutti i governi si son dati (centrosinistra compreso, che però mentre lo fa, sorride): tagliare le risorse della scuola pubblica. Tagli tagli tagli. Per coprirli la Gelmini si limita a battute, gridolini, qualche slogan. Riguardo al maestro unico, ad esempio, dice che per i bambini è bene avere un solo punto di riferimento. Punto. Uno non fa a tempo a domandare "e ppperché?" che quella ha già tagliato l'angolo. Del resto i piani di sterminio hanno bisogno di precisione ed efficienza, mica di tanta aria fritta, e come giustificazione ideologica basta anche una frasetta irridente scritta in alto all'entrata del campo, potrebbe essere "i tagli rendono liberi".

La propaganda unificata fa intendere al popolo che le proteste che si stanno levando dalla scuola sarebbero una specie di faccenda privata degli insegnanti, frazione particolarmente estroversa della massa sfaccendata dei dipendenti pubblici. E' bene spiegare che i tagli al personale della scuola si riflettono in maniera immediata sul benessere di tutti.

Diminuire da 40 a 24 ore il tempo scuola delle elementari significa ad esempio sconvolgere in una città come Milano, la vita della gran parte delle famiglie. Un eventuale doposcuola, sarebbe necessariamente a pagamento, dato che i tagli riguardano anche i comuni, che quindi non potrebbero offrir gratis quel servizio. Ma c'è dell'altro, e la faccenda riguarda anche la diminuzione del tempo scuola alle medie, con l'eliminazione del tempo prolungato, e alle superiori con l'allineamento delle ore dei tecnici e dei professionali (36 ore) a quelle dei licei (30 ore o 32). Il fatto che nei licei il numero di ore siano sempre state meno è dovuto al fatto che nelle altre scuole, come attesta ogni statistica, vanno in prevalenza figli di lavoratori. Questi ultimi spesso non dispongono di genitori in grado di seguirli negli studi, e soprattutto non dispongono di soldi per pagare fior di ripetizioni. Per questo star di più a scuola nei tecnici e nei professionali significa un'opportunità di maggior successo scolastico. Lo stesso si può dire per le elementari. Ci sarà l'aumento stratosferico dei compiti a casa, col bambino sballottato di qua e di là e con una possibilità socialmente diseguale di seguirne l'andamento scolastico. E' facile in queste condizioni immaginarsi il moltiplicarsi di scuole elementari private, magari orrende, ma che per lo meno assicurano il parcheggio continuato sino all'ora in cui i due genitori tornano dal lavoro.

Tagliare vuol dire anche aumentare il numero di alunni per classe. Non vi è studio che non attesti in maniera inequivocabile la diretta correlazione tra basso numero di alunni per classe e successo scolastico. Riempire le aule significa spingere gli insegnanti a eliminare da subito i più "difficili", per riuscire a seguire meglio il resto. Significa in ultima analisi un aumento delle bocciature. Già oggi il 20% degli adolescenti non si diploma, chissà dopo lo sterminio. Pensiamo che tra questi adolescenti ci siano figli di industriali e banchieri? Ma andiamo! Per i bocciati la Gelmini ha riservato un campo speciale: la formazione professionale. Formazione che sarebbe un'ottima cosa se servisse a organizzare corsi postdiploma e aggiornamento professionale e non venisse usata invece per scaricarci quelli che a scuola "proprio non ce la fanno". Il governo decretando che l'obbligo può assolversi anche nella formazione professionale, che non è scuola, ha nei fatto riportato indietro a 14 anni l'obbligo scolastico, quando ormai in tutto il mondo si va verso i 18. Favorendo così istituzioni private e impoverendo la scuola pubblica.

Come si vede, la vicenda scuola riguarda tutti, e in special modo i lavoratori e le lavoratrici. Perché la CGIL, tutta, non ne fa il terreno privilegiato, non esclusivo, di scontro con la controparte? Con lo stesso ruolo agglutinante ricoperto dalla difesa dell'art.18 durante il secondo governo Berlusconi. Il movimento antimoratti ha chiaramente dimostrato che su queste problematiche è possibile costruire larghe alleanze sociali (genitori, lavoratori, studenti...). Vanno bene le manifestazioni contro la politica del governo (come quella della CGIL del 27) o anche gli scioperi generali (come quello del sindacalismo di base del 17 ottobre), ai quali certo si deve partecipare, ma alla gran parte della gente in questa congiuntura le iniziative che si presentano con rivendicazioni che sembrano liste della spesa e che coprono tremila questioni, appaiono "politiche", nell'accezione negativa che ha assunto il termine in questi anni: non è vero che mettendo insieme tutto, si coinvolgono tutti. Si dà l'idea invece di non disporre di una chiara strategia di rivincita, di non lottare per ribaltare i rapporti di forza su un qualche terreno, ma solo di offrire degli sfogatoi per gli attivisti mazziati. Come si fa a chiamare alla lotta contro tutto, quando la CGIL scuola di fronte a quest'attacco spaventoso e senza precedenti si è limitata a produrre un... comunicato stampa? E' come se si fosse detto ai lavoratori Alitalia: non scioperate, tanto tra un po' facciamo una manifestazione o uno sciopero generale contro tutta la politica del governo. Appuntamenti di quel tipo si costruiscono nel tempo se prima si è riusciti a ripartire dai bisogni materiali, immediati delle persone. E il bisogno immediato della scuola è che si scioperi contro i tagli, subito. Nelle scuole la gente (che ha votato maggioritariamente la Cgil) si domanda: la Cgil che fa? Già: che fa?

M.C
Itsos Steiner, Milano

Anonimo ha detto...

Ecco cosa accadeva in questi mesi di fronte al Palazzo della Cgil di Via Torino...una distanza di trenta metriCaro Epifani, ieri a Caserta, hai sostenuto che in Campania ci sono troppe ambiguità e "zone grigie" con l'illegalità. Bene. Il Boss Gravano è un esponente delle "zone grigie"!
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CONTROLLI VIGILI A NAPOLI, ABUSIVI IN ALLOGGI PER SENZATETTO (ANSA) - NAPOLI, 27 SET - Erano stanze messe a disposizione di alcuni senzatetto dal Comune di Napoli: oggi sono occupate abusivamente; o ridotte in stato di abbandono; in alcuni casi sono state addirittura sigillate, forse dagli stessi beneficiari, che le utilizzano ormai come depositi. Lo hanno scoperto i vigili urbani, nel corso di una operazione di controllo realizzata da 40 agenti coordinati dai maggiori Pezone e Cardillo, all'alba, in una struttura alberghiera di via Torino. Dai dati degli uffici comunali, 260 persone risultano ancora oggi destinatarie del sostegno dell'amministrazione, ottenuto in seguito ad eventi calamitosi o eccezionali che hanno costretto i cittadini a lasciare le proprie abitazioni. Oggi pero' a beneficiare degli alloggi e dei sussidi alimentari sono in gran parte degli abusivi. Nell'albergo sono state trovate 71 persone: solo la meta' aveva effettivamente diritto all'alloggio, e 7 stanze erano sigillate. Forzati gli ingressi, si e' verificato lo stato di abbandono di ambienti ormai non piu' abitabili. Ritrovate cartucce di una pistola calibro 9 per 21, 6 orologi contraffatti. Fra gli abusivi anche 2 pregiudicati, con precedenti per truffa.(ANSA). 27-SET-08 15:43

Anonimo ha detto...

La Cisl di Arezzo critica nei confronti dell'operato di Cgil in merito alla vicenda Alitalia.

AREZZO - E’ bene tutto quello che finisce bene, ma la vicenda Alitalia, dice la CISL aretina, ha evidenziato sostanziali differenziazioni di metodo tra CGIL, CISL e UIL.
In un primo momento, continua il sindacato di viale Michelangelo, hanno firmato il piano industriale poi hanno fatto prevalere dei distinguo non firmando l’intesa definitiva con CISL, UIL e UGL.
Ma poi, dopo una decina di giorni e qualche ravvedimento o presagio dell’ultima ora, hanno apposto la firma su quello stesso preciso documento.

Atteggiamento questo che invita inevitabilmente ad alcune riflessioni.
Evidentemente, visto che il ruolo di prima donna sta da tempo vacillando hanno voluto tutta per sé la scena?
O forse inscenando questo braccio di ferro hanno voluto riconquistare parte dei propri iscritti compresi i piloti?

Qualunque siano le motivazioni sta di fatto che è stato messo in atto un comportamento irresponsabile che ha rischiato di frantumare definitivamente Alitalia il cui fallimento avrebbe determinato la perdita di oltre 20.000 posti di lavoro.

A che gioco stiamo giocando, si chiede la CISL, perché ora la partita si sposta alla riforma del sistema contrattuale.
Se qualcuno pensa di tenere lo stesso atteggiamento è bene che fin da ora si ritiri a riflettere sul proprio ruolo visto che, qualche mezzo annuncio a tal proposito, è stato già formulato.

E’ bene ricordarlo che un anno fa CGIL, CISL e UIL costruirono la piattaforma unitaria per il confronto con Confindustria per la riforma del sistema contrattuale; è evidente e auspicabile che quell’unità sia mantenuta anche oggi e che il solito soggetto all’ultimo momento, per mero calcolo utilitaristico, non reinterpreti la sceneggiata di dieci giorni fa mettendo così a repentaglio la piattaforma unitaria con il rischio di perdere definitivamente il tavolo di trattativa con il Governo su: politica economica, salariale, pensionistica e fiscale.

Se ciò dovesse verificarsi la CISL non ci sta, anzi, ha già programmato una serie di iniziative che metterà in campo per far conoscere ai lavorato e alle lavoratrici nonché alla gente comune quanta incoerenza esiste in un certo soggetto sindacale.
Iniziative in tal senso sono già in programma come la grande manifestazione del 4 ottobre, che la CISL ha organizzato nella capitale.


Domenica 28 Settembre 2008 14:03

Anonimo ha detto...

....assunzioni di amici, parenti e amanti di politici e sindacalisti della Cgil Campania nell'azienda tranviaria (ANM) del Comune di Napoli.
Quando interviene la magistratura?

Anonimo ha detto...

HO TROVATO SULLA RETE WEB UN'INTERVISTA DA STEFANO LIVIADOTTI AL QUOTIDIANO "IL TEMPO"
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Parola di Stefano Livadiotti, giornalista dell'«Espresso» e autore del libro «L'Altra Casta».
Che succede nel sindacato italiano?


«Il sindacato ha grandi meriti, che nessuno si sogna di disconoscere, ma che ha cominciato a sciupare 15 anni fa, dopo l'accordo sulla concertazione con Ciampi nel '93. Oggi sta vivendo una crisi di immagine: solo il 5,1% degli italiani si sente adeguatamente rappresentato dalla triplice, i cui leader sono visti come "signori no" che non fanno gli interessi del Paese. E poi c'è un paradosso...».


Quale?


«Il sindacato ha perso forza e consensi nell'opinione pubblica. Il tasso di sindacalizzazione, cioè la percentuale di iscritti sul totale dei lavoratori, ha raggiunto il suo massimo storico nel 1980 con il 49%. Oggi siamo al 33%. Malgrado questo calo, il nostro resta il più potente sindacato europeo, fatta eccezione per la Scandinavia. Eppure le buste paga sono le più leggere».


Perché lei parla di Casta?


«Fare il sindacalista è diventata una professione. Il sindacato si occupa sempre meno del suo "core business", la tutela delle buste paga e della sicurezza sul lavoro. I suoi capi parlano di tutto, sono sempre più presenti nelle beghe di Palazzo e sempre meno nelle fabbriche. Gli ultimi dieci segretari generali sono tutti entrati in politica».


Come giudica il loro comportamento nella vertenza Alitalia?


«Mi sembra che i vertici siano più estremisti della base e che ballino sull'orlo del precipizio, senza alcun senso di responsabilità. Nel 2007 gli scioperi hanno causato all'Alitalia 11 milioni di mancati introiti. Quando ci fu l'asta, ogni giorno c'era un nuovo veto e i soggetti interessati si sono dileguati. I russi scrissero a Prodi che se ne erano andati perché i nostri sindacati erano peggio di quelli dell'ex Urss. Con Air France si parlava di 2100 esuberi e i sindacati hanno detto no. Ora gli esuberi sono tra i 5000 e i 7000: come lo spiegheranno ai loro iscritti?».


La Cgil rischia di isolarsi dal resto della triplice. Cisl e Uil sembrano favorevoli a un'intesa, Epifani no. Come finirà?


«Sui contratti con medici e commercianti la Cgil non ha firmato, gli altri due si. Nella trattativa con Confindustria sulla riforma del sistema contrattuale sta frenando. Tra qualche giorno con Alitalia bisogna chiudere e, sinceramente, non so come ne uscirà Epifani».


Il ruolo del sindacato, tuttavia, resta fondamentale...


«Nessuno ha interesse ad avere un sindacato indebolito. Però il problema è consentire al Paese di fare le riforme e modernizzarsi. Prendiamo la pubblica amministrazione. Sia con Prodi, sia con Brunetta i sindacati hanno fatto fuoco e fiamme. Ma i "fannulloni" ci sono, la PA è una palla al piede dell'Italia e non si può affrontare la questione con una contrapposizione ideologica».


Come se ne esce?


«L'unica via è un'autoriforma. Nei prossimi giorni avremo due importanti banchi di prova, Alitalia e i contratti. Da lì si capirà se c'è spazio per l'ottimismo».

Anonimo ha detto...

Pescara, quando la Cgil licenzia un sindacalista

Sul caso ora deciderà il giudice, il dirigente si appella ai Radicali di Pannella Pescara, quando la Cgil licenzia un sindacalista ROMA - Quando alcuni mesi fa, a Pescara, arrivò sul suo tavolo la causa riguardante tal Luigi Castiglione, il giudice del lavoro Franco Di Pietro - nonostante l' omonimia col celebre Tonino - mai avrebbe pensato che il caso sarebbe salito alla ribalta delle cronache nazionali, diventando addirittura oggetto del dibattito sui referendum proposti dai radicali. Il fatto è che il caso Castiglione riguarda il licenziamento di un sindacalista deciso dalla Cgil della provincia abruzzese. Un sindacato che licenzia un proprio dipendente, anzi un proprio dirigente, come nel caso di Castiglione, già segretario della Fiom locale, fa sicuramente un certo effetto. Tanto più quando il motivo dichiarato del licenziamento è l' assenteismo. E infatti il caso fece notizia sui giornali locali. Ma adesso la questione è stata tirata in ballo dai radicali a dimostrazione che i sindacati, ferocemente contrari al referendum che vuole abolire il diritto di reintegro per i licenziamenti senza giusta causa, già godono di questa prerogativa. E quindi: predicano bene e razzolano male. Perché la vicenda del sindacalista abruzzese si intreccia con quella del referendum? Perché, spiegano i radicali, davanti al giudice la Cgil di Pescara ha chiesto l' applicazione della legge 108 del 1990 che prevede che per i dipendenti di partiti, sindacati, associazioni culturali e istituzioni religiose non vale il diritto di reintegro previsto dallo Statuto dei lavoratori a tutela di tutti i lavoratori delle imprese con più di 15 dipendenti licenziati senza giustificato motivo. Il giudice cioè non può obbligare il datore di lavoro a «riassumere» il licenziato. Contemporaneamente, la Cgil è in prima fila nella battaglia contro il referendum che vuole, per l' appunto, abrogare l' articolo dello Statuto sul reintegro. Attacca Benedetto Della Vedova, eurodeputato della lista Bonino: «I sindacati ci accusano di barbarie, ma poi sono costretti ad ammettere che per loro il licenziamento senza diritto di reintegro è già possibile dal 1990». Luigi Castiglione, il licenziato, è il primo a difendere quella deroga inserita nella legge del ' 90: «Noi sindacalisti la volemmo perché le nostre sono associazioni particolari ed è evidente che se io mi iscrivo all' Ugl (il sindacato della destra, n.d.r.) oppure mi metto a fare il consulente per i padroni poi non posso pretendere il reintegro, se mi licenziano. Ma non chiedemmo certo la deroga avendo in mente azioni disciplinari contro i dipendenti del sindacato». Castiglione, nonostante la disavventura personale e l' interessamento dei radicali, assicura: «Sono e resto un sindacalista e sono quindi contrario al referendum sui licenziamenti». Ma adesso il sindacalista, più che contro i radicali, è impegnato contro la Cgil di Pescara. Vista la norma del ' 90, ha un' unica possibilità per riottenere il posto di lavoro: dimostrare che il licenziamento nasce da una discriminazione. È questo infatti il solo caso in cui anche per partiti e sindacati il licenziamento non è ammesso e il lavoratore ha diritto al reintegro. Ecco allora che Castiglione sostiene di essere stato fatto fuori dalla Cgil per la sua fede socialista. Una fede militante, tanto che nel ' 98 si è candidato alle elezioni comunali nella lista dello Sdi, peraltro senza successo. Ma su tutto questo dovrà appunto decidere il giudice.



I CADUTI SUL LAVORO..