domenica 26 ottobre 2008

CGIL CAMPANIA:LA VICENDA STANZIONE, PARENTOPOLI E QUESTIONI MORALI..



La Cgil Campania è diventato un letamaio. Chi la dirige, tale Michele Gravano, annuncia "autunni caldi" contro il Governo Berlusconi ma nasconde sotto al tappeto il letamaio.
La Famiglia Gravano è l'esempio classico del conflitto d'interesse. La moglie, Luisa Cavaliere dirige una rivista finanziata con i fondi europei, il marito, Michele Gravano è componente della commissione di vigilanza dei fondi comunitari.
La Cgil Campania è diventata un'associazione che sistema parenti, amici e amanti. Nella Fillea di Napoli, categoria degli edili, i rampolli dei segretari comprensoriali e regionali sono stati sistemati negli enti bilaterali che sono lautamente finanziati dai lavoratori. Sistemazione anche per i figli dei segretari della Camera del Lavoro e dei segretari regionali attraverso consulenze milionarie, assunzioni nelle partecipate regionali.
Scoppiano questioni di carattere morale che vengono messe subito a tacere. L'arresto di Vincenzo Stanzione, il sindacalista responsabile dell'ufficio vertenze di Giugliano, avvenuto l'estate scorsa, ha fatto uscire fuori di testa il segretario della Cgil Campania. Leggete gli articoli pubblicati in quel periodo leggi qui oppure leggi qui . Stanzione, veniva definito "Signor" da Michele Gravano in un'intervista concessa subito dopo ad un quotidiano locale. La Cgil Campania gli negava persino l'avvocato. Il Gravano, annunciava che sarebbe stata attivata la commissione di garanzia. Attualmente Stanzione si trova in "ferie forzate" retribuite in attesa di nuova collocazione. Nel frattempo continua ad estendersi le parentopoli e gli atti immorali nei sindacati di categoria della Cgil, mentre padri di famiglia come Ciro Crescentinini che hanno dato onore e lustro all'organizzazione rischiando in prima persona sono stati licenziati senza motivo. Ciro non lavorerà mai più. Chi volete che lo assuma?La Cgil si è avvalsa del privilegio di non essere vincolata dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori essendo un'organizzazione "senza scopo di lucro". Stiamo parlando della stessa Cgil che insieme al suo ufficio giuridico nazionale attacca il Governo Berlusconi che avrebbe approvato una normativa per aggirare l'articolo 18 leggi qui . Noi continueremo con "l'operazione fiato sul collo" continuando a smascherare questi personaggi che fingono di rappresentare i lavoratori.
Aderire alla Cgil è una libera scelta? Non è vero.
La Cgil incassa milioni di euro dalla collettività grazie alle quote di servizio, ai contributi indiretti che arrivano dallo Stato grazie ai Centri Fiscali, Patronati, Enti di Formazione Professionale e transazioni varie senza bilanci consolidati.
Come vengono spesi le risorse che entrano?
Emergono "scatole cinesi" create ad hoc per evitare i controlli della Guardia di Finanza.
Le assunzioni negli enti bilaterali sono riservate ai parenti dei sindacalisti.
E' un sindacato pagato dai contribuenti e dai lavoratori che ogni giorno aggira le leggi dello Stato arricchendosi malfattori e faccendieri.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto l'inchiesta di "report" su Rai 3 dedicata al sindacato.
E' incredibile la faccia tosta di Epifani. Giustifica la mancata predisposizione del bilancio consolidato in nome dell'autonomia delle strutture. Diciamo la verità, il bilancio consolidato non viene fatto perchè si costruiscono le...scatole cinesi!

Anonimo ha detto...

"La Cgil incassa milioni di euro dalla collettività grazie alle quote di servizio..." ma le quote di servizio sono le tessere o altro?

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 23:42, le quote di servizio, definite anche quote di adesione contrattuali non sono qute tessera. Sono quote che vengono prelevate ogni mese dalle buste paga dei lavoratori iscritti o non iscritti al sindacato; E' una sorta di "servizio" che formalmente dovrebbe servire per acquistare...i contratti di lavoro...ma non è così, perchè la quota viene prelevata mensilmente. Nel settore dell'edilizia la quota di servizio la pagano anche gli imprenditori iscritti o non iscritti con l'associazione dei costruttori. tra l'altro quelli che sono iscritti al sindacato pagano doppio(quota di adesione contrattuale e tessera..)
La quota di servizio viene prelevata senza chiedere il consenso dei lavoratori e dei datori di lavoro...
Nel settore dell'edilizia viene prelevate dalle Casse Edili..
I proventi della quote di servizio vengono distribuiti tra le organizzazioni sindacali e l'associazione dei costruttori...
Caro Anonimo,
dopo l'emersione del lavoro nero in edilizia e dopo l'introduzione obbligatoria del Durc(documento unico contributo) sono aumentati il numero degli imprenditori e degli operai iscritti alla Cassa Edili, quindi, anche il numero degli operai. A questo punto sono aumentate anche il numero di quote di servizio che vengono distribuiti ai sindacati e all'associazione dei costruttori.
Una barca di soldi.
Agli operai edili le quote vengono prelevate dalla tredicesima e quattordicesima che gestiscono le Casse Edili..
Caro Anonimo,
non ti poni la domanda, perchè le tredicesime e le quattordicesime non vengono date direttamente in busta agli operai?
Perchè le Casse Edili gestiscono le quote di servizio ed in quanto enti bilaterali risolvono anche problemi occupazionali per i figli e gli amanti dei sindacalisti...
Quindi, caro anonimo, le quote di servizio sono altro...

S.B

Anonimo ha detto...

Gli studenti ed il PD.Interessante l'articolo di Lucia Annunziata sul quotidiano "La Stampa" di oggi...
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LUCIA ANNUNZIATA - STAMPA DEL 27/10

Con commendevole sincerità il direttore dell’Unità Concita De Gregorio lo ha scritto ieri (il giorno dopo la manifestazione del Circo Massimo) nel suo editoriale.

Non si lasciano strumentalizzare, gli adolescenti. Federica Fantozzi è andata ieri per noi nei licei occupati. “Siamo l’alba del mondo” le ha detto con qualche enfasi, ma con sincera passione Francesco Begiato, uno studente. Poi ha aggiunto: ”Non lasceremo che i partiti mettano il cappello sulla nostra protesta perché non è né di destra né di sinistra: è in difesa della scuola pubblica”. Infatti gli studenti ieri non sono andati al Circo Massimo. C’erano, ma non c’erano. Erano mescolati, senza insegne, ai genitori e agli insegnanti».

Commendevole sincerità, appunto. Il giorno dopo l’adunata del Pd, la discussione sul numero dei partecipanti è stucchevole, in quanto del tutto non essenziale. Chi non ha mai avuto dubbi sul significato o la necessità di questo appuntamento - e tra questi chi scrive - non ne ha fatto una questione di partecipazione: si temeva forse che fallisse uno sforzo organizzativo tipo quello messo in campo, prodotto, per altro, di una lunga tradizione di raduni di massa? La domanda della vigilia era: questa manifestazione aiuta o meno il Pd a uscire dal suo angolo per parlare ad altri pezzi della società che ha perso? Oggi, due giorni dopo, la domanda è ancora aperta, per nulla risolta dal numero di chi ha marciato. Se il problema del centro-sinistra è quello di non saper più parlare a molti dei suoi tradizionali elettori, la mancanza degli studenti e degli insegnanti al corteo di Roma è il vero segno del limite delle adunate come strumento di lavoro. L’assenza ufficiale (cioè con proprie insegne) di chi protesta in questi giorni è tanto più rilevante perché il 25 ha preceduto solo di pochi giorni la manifestazione nazionale della scuola convocata per il prossimo giovedì: sarebbe stato dunque facile far montare la marea con un doppio appuntamento a rimbalzo. Se distinzione c’è stata, è dunque una separazione voluta, costruita sugli umori ben riportati dalla stessa Unità. «Né di destra né di sinistra», dice lo studente intervistato dal quotidiano: la politica è «un cappello», senza distinzioni, non più un aiuto naturale per chi protesta, ma addirittura un ostacolo.

Qualcuno potrebbe obiettare che dopotutto gli studenti non sono il centro dell’universo. D’accordo. Ma gli umori che si registrano nelle aule scolastiche o universitarie non sono esattamente isolati, se è vero un dato pubblicato ieri dal Corriere della Sera. Secondo un’indagine fatta per questo quotidiano dal noto (e credibile) Renato Mannheimer, la maggioranza del nostro Paese pare essere in fuga sia dalla destra sia dalla sinistra. Il governo Berlusconi a giugno vantava il 61 per cento di consensi, a settembre ne aveva ancora il 60 per cento, oggi, cioè dopo la crisi economica, e dopo le polemiche sulla scuola, è sceso al 42 per cento. Il centro-sinistra va dal 46 per cento di consenso a giugno al 20 per cento di settembre, al 16 per cento di oggi.

Dati bizzarri, che negano per la prima volta (se non sbaglio) la famosa regola dei vasi comunicanti, in base ai quali il consenso perso da una coalizione si riversa nell’altra. La rottura di questa alternanza è certo oggi in Italia il dato più nuovo, ma anche, per certi versi, il più coerente con quello che è successo negli anni scorsi: difficile non vedervi quel distacco dei cittadini dal valore stesso della politica, che aveva alimentato la lunga onda dell’antipolitica, oggi silenziosa, ma che, evidentemente, ha scavato un profondo solco dentro la coscienza nazionale. Atene piange, ma Sparta non ride, è il motto cui spesso ci si è richiamati in questi anni di disaffezione dei cittadini. Il calo di consenso è un danno per l’attuale premier, ma è un danno ben più profondo per la sinistra non essere in grado di attrarre questo scontento. Basta di fronte a questo quadro la consolazione di un bel numero di uomini e donne in marcia? La loro mobilitazione è essenziale (come lo fu per il Pdl quando era all’opposizione), ma appunto è ben lontana dall’essere anche solo l’inizio di una soluzione.

Anonimo ha detto...

Da : dagospia(Franco Bechis per “ItaliaOggi”) Centocinquantuno società controllate. Poco meno di 3 mila dipendenti. Un fatturato di 239 milioni di euro. E alla fine un utile risicato di 5.352 euro. Ecco il documento più segreto di questi anni: il bilancio consolidato della Cgil, il primo sindacato dei pensionati e dei lavoratori italiani. Chiesto a gran voce e sempre negato, l'ha scovato con pazienza ItaliaOggi grazie alla collaborazione di www.croxing.it, la nuova banca dati di tutte le società iscritte nei registri delle camere di commercio.

I conti alla fine tornano, e anzi il fatto che un sindacato facendo l'imprenditore non debba arricchirsi potrebbe essere un fiore all'occhiello. Ma c'è un segreto. Il vero bilancio sarebbe in rosso. Senza le plusvalenze immobiliari. È stato grazie ad operazioni straordinarie che il Guglilemo Epifani-imprenditore non ha dovuto vedersela con i sindacati ed aprire in qualche caso vertenze aziendali rognosette. Operazioni bene note agli immobiliaristi, non così lontane da quelle che hanno riempito le cronache finanziarie negli ultimi anni, nel segno di Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto e compagnia. Operazioni di scuola, intendiamoci, e consentite dalla legge, non ci si riferisce a quelle che hanno fatto finire nei guai giudiziari la compagnia dei furbetti.

La Cgil si è limitata a vendere terreni e fabbricati con operazioni piuttosto complesse. Nelle sola Milano si è trovato un milione di euro di plusvalenza grazie alla cessione di un terreno che alla fine tornerà in parte al suo iniziale proprietario, con tanto di immobile-sede costruito. Così si è fatto il bilancio, nonostante la voracità del fisco cui è stata rimandata la consegna del dovuto (spalmata su più anni).Senza le operazioni straordinarie Epifani avrebbe avuto un profondo rosso, nonostante il buon andamento del settore della consulenza fiscale (Caaf e dintorni), il cui fatturato è interamente garantito dallo stato. Per il prossimo anno, si vedrà. Intanto la maggioranza che sostiene il governo ha già lanciato una ciambella non indifferente.

Un emendamentino di inizio estate ha infatti assicurato ai sindacati un contributo sempre in perdita per lo Stato: il pagamento di tutte le dichiarazioni dei redditi residuali (lo stato paga 14,5 euro anche se da quelle non incassa nulla), che era stato eliminato due anni fa. Fieno in cascina per i tempi di magra. Ma anche un buon elemento per i prossimi confronti diretti fra leader sindacali e confindustriali. Fra imprenditori un po' assistiti ci si potrà capire al volo...

Nell'agosto 2007 sono 151 le società per azioni o società a responsabilità limitata riconducibili al primo sindacato italiano dei pensionati e dei lavoratori. Altre 75 società risultano ancora in portafoglio, ma da tempo è stata decisa la loro liquidazione. L'azionista di controllo è la Cgil nazionale, azionisti di minoranza sono le federazioni locali, in qualche caso il socio più forte è una Camera del lavoro territoriale o una delle federazioni nazionali di settore (Fiom, Fisac, Spi, etc...). Le 151 società secondo i dati più aggiornati hanno un capitale sociale di 27 milioni di euro, che rappresenta l'investimento iniziale della Cgil (e continuativo, visti i non brillanti risultati di bilancio). In media hanno 19 dipendenti, e in tutto ne risultano 2.880. Un piccolo esercito che contribuisce al raggiungimento dei 239 milioni circa di fatturato registrato nel 2006.

Ogni lavoratore produce un fatturato di oltre 83 mila euro all'anno, cifra tutt'altro che trascurabile, ma non in grado di fare quadrare i conti della holding. Formalmente il consolidato si chiuderebbe con un piccolo utile, da 5.352 euro. Ma la maggioranza assoluta delle società controllate, 76 su 151, ha chiuso il 2006 con un rosso spesso nemmeno trascurabile. E la gestione reale non brilla dando un'occhiata più approfondita ai singoli bilanci, come Italia Oggi farà nei prossimi giorni.

Perché gran parte di fatturato e utili vengono da un solo settore: quello della consulenza fiscale. I Caaf e i centri servizi fiscali collegati sono di fatto totalmente assistiti dalle convenzioni a prova di bomba con l'Agenzia delle entrate. Se si toglie quel fatturato il bilancio consolidato sarebbe in rosso di 1,2 milioni di euro. Ma il rosso sostanziale sarebbe in realtà ancora più profondo. Perché a tenere a galla i conti finanziari della holding Cgil ci pensano le immobiliari controllate, società che di solito non producono reddito (tanto più se captive come nel caos Cgil: molte sono sedi messe a disposizione delle stesse strutture del sindacato). Ma nel 2006 alcune operazioni di finanza straordinaria hanno inciso sul conto economico consolidato in misura rilevante.

In tutto si tratta di circa 3 milioni di euro, la fetta più grossa derivante dalla plusvalenza da 1 milione di euro di una sola società, l'Immobiliare Volturno di Milano che ha ceduto un terreno rinviando ai prossimi esercizi il pagamento della gran parte del dovuto al fisco. Operazioni non dissimili a quelle fatte (certo su ben più larga scala) negli scorsi anni da quegli immobiliaristi che non sembravano esattamente i principali modelli del sindacato e dei suoi leader.

Ma fare la vita dell'imprenditore è dura, come Epifani & c. dimostrano di avere provato sulla propria pelle, e non si può andare troppo per il sottile. Tanto più se - come la Cgil - il rischio imprenditoriale viene assunto ad ampio raggio. Le 151 società sono attive infatti in ben 11 settori merceologici. Si va dal fisco, alla consulenza, alle professioni intellettuali, al turismo, all'editoria, al mattone, allo spettacolo.

da: www.dagospia.com

Anonimo ha detto...

Articolo tratto dal contratto di lavoro degli edili


Art. 23 - Quote di adesione contrattuale e quote sindacali

A) Quote di adesione contrattuale.

Le quote di adesione contrattuale in favore delle Associazioni territoriali (ACEN e Associazioni di parte operaia che hanno stipulato il presente contratto) sono determinate nella misura paritetica dello 0,85% a decorrere dal 1° aprile 1998 e vengono calcolate sugli elementi della retribuzione di cui al punto 3 dell'art. 25 del C.C.N.L. maggiorati del 23,45%

Le quote di adesione contrattuale in favore dell'ANCE e delle Associazioni nazionali di parte operaia che hanno stipulato il C.C.N.L. 5 luglio 1995 restano determinate nella misura paritetica dello 0,15% da calcolarsi sugli elementi della retribuzione di cui al punto 3 dell'art. 25 del C.C.N.L. maggiorati della percentuale del 23,45%

Per l'erogazione delle quote di adesione contrattuale in favore delle organizzazioni territoriali si provvede secondo le seguenti disposizioni.

Le quote di adesione contrattuale a carico degli operai sono trattenute dai datori di lavoro sulla retribuzione di ogni singolo periodo di paga, unitamente al contributo da essi dovuto alla Cassa Edile suddetta e sono versate, a cura dei datori di lavoro alla Cassa Edile della Provincia di Napoli in una con la quota a loro carico e con il contributo paritetico ad essa dovuto ai sensi dell'art. 16 del presente contratto.

Le quote di adesione contrattuale a carico del datore di lavoro riscosse dalla Cassa Edile saranno da quest'ultima versate all'Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli.

Le quote di adesione contrattuale a carico dei lavoratori riscosse dalla Cassa Edile saranno da quest'ultima versate ai tre Segretari responsabili pro tempore delle Associazioni dei lavoratori firmatari del presente contratto.

Il versamento delle somme comunque incassate dalla Cassa Edile per quote di adesione contrattuale indipendentemente dal periodo di competenza, a tutto il 31 dicembre, 31 marzo, 30 giugno e 30 settembre di ciascun anno, deve essere effettuato dalla Cassa Edile stessa all'ACEN ed alle Associazioni sindacali dei lavoratori rispettivamente entro i mesi di febbraio, maggio, agosto e novembre.

Il versamento delle quote di adesione contrattuale a carico dei lavoratori deve essere effettuato congiuntamente ai tre Segretari pro tempore delle Associazioni dei lavoratori negli Uffici della Cassa Edile nel giorno ed ora stabiliti dal Presidente della Cassa Edile, previa redazione di un verbale in quattro originali, uno dei quali resterà presso la Cassa stessa, come ricevuta di versamento. In caso di rifiuto da parte anche di uno solo dei Segretari responsabili dei tre Sindacati stipulanti, di sottoscrivere il verbale, o in caso di sua ingiustificata assenza, l'intero importo delle quote di adesione contrattuale a carico degli operai resterà depositato presso la Cassa Edile fino a quando i tre Segretari responsabili avranno sottoscritto il verbale. Le somme riscosse verranno ripartite tra i tre Sindacati secondo i criteri tra di loro concordati e senza l'intervento di Rappresentanti della Cassa Edile la quale comunque declina ogni responsabilità in materia.

L'intervento della Cassa Edile per l'esazione delle quote di adesione contrattuale dovute dall'impresa all'ACEN nonché l'intervento delle imprese e della Cassa Edile per l'esazione delle quote di adesione contrattuale dovute dagli operai alle Organizzazioni sindacali dei lavoratori non producono novazione o comunque modifica dei rapporti giuridici tra le imprese e l'ACEN e tra gli operai e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori. La Cassa Edile, per quanto concerne l'esazione delle quote di adesione contrattuale a carico delle imprese e le imprese e la Cassa Edile, per quanto concerne l'esazione delle quote di adesione contrattuale a carico degli operai, restano esonerate da ogni responsabilità, sotto il profilo sia sostanziale e sia processuale. Il servizio di esazione, sia da parte delle imprese e sia da parte della Cassa Edile, viene effettuato gratuitamente. Le Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, in favore delle quali il servizio viene effettuato, rinunciano a loro volta, al pagamento di interessi maturati sulle somme depositate.

Le quote di adesione contrattuale in favore delle Associazioni nazionali, vengono trattenute dalle imprese e versate alla Cassa Edile con le stesse modalità previste per quelle territoriali.

Il gettito complessivo delle quote sarà ripartito in due parti uguali di cui una di spettanza dell'ANCE e l'altra da attribuire cumulativamente alle Federazioni nazionali di parte operaia che hanno stipulato il C.C.N.L. 5 luglio 1995.

Ogni sei mesi, la Cassa Edile provvederà a rimettere alle Organizzazioni Nazionali predette la somma di rispettiva competenza con le modalità descritte nella convenzione di affidamento stipulata.

Anonimo ha detto...

Ottima l'idea di inviare un Sms agli edili in modo che sappino che i dirigenti della Fillea Cgil sistemano parenti e amici alla Cassa Edile.

Osservatore Vesuviano

Anonimo ha detto...

Perchè avete inviato i messaggi sms solo ad una parte di lavoratori?

Anonimo ha detto...

Caro anonimo,
è più efficace contattare quei singoli lavoratori che non sono facilmente condizionati dalla corte dei Rappresentanti Sindacali Aziendali.
Ciao.
S.B

Anonimo ha detto...

Ragazzi, continuate così, operazione fiato sul collo sui sindacalisti corrotti

Anonimo ha detto...

sindacato oramai non difende più i lavoratori. Vorrei portarle il caso Alitalia che mi rammarico non aver visto trattato da Report. Perchè? Perchè i dati sono sconvolgenti. Ogni sigla sindacale degli Assistenti di Volo ha a disposizione migliaia di giornate ( giornate, non ore) di permessi sindacali all'anno. Ci sono sindacalisti che non fanno un 'ora di lavoro da anni usufruendo di almeno 240 permessi sindacali all'anno. Lei lo sa che, unica categoria in Italia, i sindacalisti dei naviganti percepiscono, oltre al normale stipendio, un bonus di 100 euro per ogni permesso sindacale? Lei lo sa che un sindacalista che fa 21 permessi sindacali al mese percepisce un salario di almeno 4000 euro mensili e questo vale indipendentemente dal ruolo. I sindacalisti in Alitalia gestiscono le assicurazioni sanitarie, le polizze infortuni, i fondi pensione, i CAF, il dopolavoro e chi ne ha più ne metta. La difesa del lavoratore? Passa in secondo piano, del resto ci si può mettere contro un azienda che ti retribuisce in questo modo e che fa guadagnare così tanti soldi al sindacato? Lo sa che l'ultimo contratto stampato e diffuso ai lavoratori risale al 1989 e che i sindacati hanno preso i soldi per la stampa del contratto stesso ad ogni rinnovo contrattuale?
Nel 2004 hanno firmato all'azienda una norma sul comporto per malattia e l'azienda l'ha applicata in maniera retroattiva licenziando decine di lavoratori senza che il sindacato alzasse un dito.Tutto quello che le dico è tutto documentabile, basta chiederlo.

Anonimo ha detto...

volevo solo informarvi che nel sud il sindacato procaccia clienti ai propri avvocati facendosi pagare dai lavoratori. più di 30000 lavoratori abbiamo fatto ricorso alle poste e stiamo lavorando grazie a una sentenza giudiziale. un sindacato della provincia di caserta ci ha indicato un proprio avvocato il quale visto che eravamo stati assunti e avevamo percepito degli arretrati ci ha chiesto 5000 euro ad oltre 100 lavoratori( ovviamente o nero dato che l'avvocato era stato liquidato dalla parte soccombente cioè poste italiane).come si può avere fiducia se gli accordi con i sindacati erano quelli di pagare 200 euro per le spese più una regalia in caso di vittoria

Anonimo ha detto...

Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche

Anonimo ha detto...

Credo che vada approfondita la vicenda dei corsi per gli operatori socio sanitari. Molti ragazzi napoletani hanno sborsato 1600 euro ad enti di formaziona o scuole della Cgil con la promessa di essere assunti nelle cliniche private.
Gravano, conosce troppo bene la vicenda!!

Anonimo ha detto...

Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un brutto scherzo coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra.
La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR.
Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri.
Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo!
È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole.
Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo.

Ciao a tutti.

- Osservatore Vesuviano -

Anonimo ha detto...

Gli imbrogli si fanno anche con i "sospesi di cassa" che rimangono sempre "sospesi" per poi essere condonati qualche anno dopo.

A.M

Anonimo ha detto...

L’IMAIE é stata fondata dai sindacati CGIL, CISL, UIL, in quanto 30 anni fa circa, i produttori (all’epoca il diritto era riconosciuto solo agli Artisti della musica e dal 1998 anche agli Attori), si rifiutavano di pagare il diritto connesso agli Artisti Interpreti Esecutori.

Negli anni i sindacati, pur avendo fondato un ente che tutela la categoria degli Artisti Interpreti Esecutori e che da lavoro ad alcuna persone, hanno preso il sopravvento, considerando l’IMAIE una struttura di loro appartenenza e dei loro pochi adepti. I soldi che IMAIE gestisce hanno fatto gola a molte persone, che, in presenza di regole troppo deboli o quasi fittizie, hanno tentato di truffare l’IMAIE per molti euro. E’ anche uscito un articolo sul Messaggero del 5 settembre 2008, come abbiamo già scritto.

Ora l’IMAIE rischia di chiudere, mandando a casa tutti i suoi lavoratori, la cui maggioranza (perché i sindacati si sono garantiti delle aderenze anche tra i lavoratori) ha deciso di contrastare qualsiasi forma di prevaricazione e bassa politica, costituendo il Comitato dei Liberi Lavoratori IMAIE.

Abbiamo davvero sintetizzato la nostra storia, il percorso dei conflitti, delle ripercussioni, dei colpi di potere che abbiamo subìto é stato lento, doloroso e purtroppo non è ancora finito.
L’essere stati in grado di individuare le truffe e salvaguardare il patrimonio IMAIE, non ci ha fatto diventare gli impiegati dell’anno ma il bersaglio di una potenza forte, molto forte.

Perché i sindacalisti non li controlla nessuno, non hanno il veto di nessuno, non c’é un “garante per il sindacato”; conoscono le leggi sul lavoro ed agiscono al limite di queste leggi, con la scusa della rappresentanza. Sappiamo che non si deve generalizzare ed ammettiamo che ci possano essere dei casi diversi, tuttavia la nostra esperienza ci ha portato a vivere situazioni che non lasciano solo l’amaro in bocca.

Non cerchiamo consensi a tutti i costi, vogliamo solo che gli Artisti si prendano ciò che gli appartiene di diritto, che conoscano i fatti e che l’IMAIE sia una sana istituzione libera da inutili “intermediari” che non hanno nessun credito verso l’IMAIE stessa!!

Grazie per averci letto e per favore continuate a farlo.

Anonimo ha detto...

UDITE, UDITE, QUANTO DICHIARA IL SEGRETARIO DELLA CGIL FUNZIONE PUBBLICA DI MESSINA, LILLO OCEANO. SE LA PRENDE CON IL MINISTRO RENATO BRUNETTA.PRETENDE I DISTACCHI RETRIBUITI PAGATI DA TUTTI I CONTRIBUENTI. PERCHE' LA CGIL NON LI ASSUME I SINDACALISTI CHE VOGLIONO SVOLGERE IL "LAVORO SINDACALE"

(Giusy)

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".........E’ gravissimo. Specialmente la parte che impedisce di fatto i distacchi sindacali, limitando il nostro intervento solo a limitatissimi permessi. Si vuole che il sindacato di fatto non esista più, perché rimane da spiegarci come faremmo noi sindacalisti ad esercitare la nostra funzione? Solo bruciando i pochi permessi consentiti?? Si tenta di stravolgere anche la Costituzione, che fa del diritto sindacale un diritto inalienabile. Così si vuole passare dall’esercizio di un diritto ‘nei modi previsti dalla Legge’ all’esercizio di un diritto >b>nei modi previsti dal Governo, che è una roba di una il liberalità incredibile, pari solo al Ventennio fascista e con la minaccia di un uso sempre più massiccio del referendum per bypassare la funzione del Sindacato. Ma allora noi sindacalisti cosa ci staremmo a fare? La volontà, inoltre, di creare una sorta di arbitrato delle contrattazioni, al di fuori della contrattazione sindacale ed affidato ad elementi esterni, rientra appunto in tale strategia di svuotamento ed annichilimento dei sindacati medesimi.....”

Anonimo ha detto...

Con la scusa di garantire la pace sociale e di calmierare le masse, la Cgil, in nome dei soliti interessi generali, vive di rendita e vivono di rendita anche i faccendieri che si autodefiniscono...dirigenti sindacali.
Possibile che devono continuare a dirigere importanti categorie o strutture gente squallide come Nappo, Sannino, Martucci, Giorgio Borrelli, Francesco D'Agostino?
Possibile che dei capo-cosca come Gravano continuano a dirigere la Cgil campania?

Robytra

Anonimo ha detto...

La Cgil continuane a pompare i bilanci e a utilizzare fatture false: in questo modo aumentano i costi dichiarati in bilancio...

Anonimo ha detto...

quelli della cgil scuola e cgil università perchè non scioperano contro i baroni, le consulenze esterne o contro i loro amici presidi delle scuole private? Sapete perchè non scioperate contro costoro? Perchè siete coinvolti fino in fondo? La merda vi è arrivata al collo!

Anonimo ha detto...

Approvata la Riforma Gelmini. Il PD e la Cgil hanno usato e strumentalizzato le proteste degli studenti per contrattare altro. Sulla nuova legge elettorale per le Europee, il Pdl potrebbe essere pronto a fare concessioni. A regalare al Pd la possibilita' di cantare vittoria ottenendo una modifica (ad esempio ammorbidendo dal 5 al 4% lo sbarramento) mantenendo un impianto che sostanzialmente sta bene ad entrambi i principali partiti e ai loro leader. Oppure sulla Rai, su cui un'intesa di fondo permetterebbe sia a Berlusconi che a Veltroni di tener buoni gli alleati interni ed esterni assicurandosi pero' il controllo della situazione. O persino sulle prossime scelte economiche, se e' vero come racconta la Stampa che il governo sta esaminando attentamente le undici proposte avanzate in materia dal Pd per capire su quali di esse sia possibile fare delle aperture...



I CADUTI SUL LAVORO..