venerdì 10 ottobre 2008

I CARABINIERI SEQUESTRANO I CANTIERI DELLA SIGNORA COPPOLA. LA CGIL? TACE



Oggi il quotidiano napoletano "Il Mattino" ha riportato con molta evidenza il blitz dei Carabinieri nei cantieri di famiglia della responsabile del Mezzogiorno di Confindustria Cristiana Coppola.
Trovati lavoratori in nero e riscontrate violazioni delle leggi che tutelano la salute degli operai.
E' significativo che non siano arrivate dichiarazioni o comunicati alla stampa da parte del segretario generale della Cgil Campania, del segretario generale regionale Giovanni Sannino, della Camera del Lavoro di Caserta.
Tra l'altro, i carabinieri hanno promosso il blitz grazie alle loro fonti e non su segnalazioni della Cgil o della Fillea.
Strano, vero? I lavoratori venivano sfruttati, rischiavano la vita, la Cgil Campania, invece zitta.
Troppi scheletri nell'armadio? Ricatti?
Eppure gli "eclettici" dirigenti sindacali sono sempre pronti a mettersi in mostra..
Forse, una ragione c'è.
Qualche anno fa, nell'albergo Coppola, fu organizzata una festa per le nozze d'argento di un autorevole dirigente nazionale della Fillea.
Nello stesso albergo si promuovono convegni e riunioni sindacali beneficiando di "prezzi scontati"
Feste alle quali parteciparono i segretari generali provinciali della Fillea Cgil, accompagnati dalle rispettive consorti.
Inoltre, il segretario generale della Cgil Campania è componente del comitato di vigilanza sull'utilizzo dei fondi europei insieme alla Coppola...

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli affaristi ed i banditi della Fillea di Napoli e regionale sguinzagliano le cortigiane nei cantieri del restauro e dell'archeologia diffondendo comunicati che esaltano presunti accordi stipulati con la Soprintendenza per la tutela dei restauratori.
Pensano che siamo fessi?
Avete fatto una "sanatoria" per pararvi il culo dalle indagini della Procura di Napoli sulle commistioni tra ispettorato del lavoro, soprintendenza e Cgil.
Invece, non notiamo lo stesso attivismo per i cantiere Coppola di Pinetamare territorio in mano ai Casalesi...
Già. Le "nozze d'argento". Già le assunzioni di amici e parenti. Già.
E' vero Giorgino Borrelli? E' vero Vincenzino Petruzziello? E' vero Ciccio Formaggio(alias Giovanni Sannino)? E' vero caro Ciro Nappo faccendiere(affari fallimenti e fornitori) segretario generale della Fillea di Napoli? E' vero, caro Boss del decimo piano?

PS/Caro Nappo ti ha telefonato il solito fornitore per l'offerta da presentare alla Cassa Edile di Napoli per le agendine 2009?

Anonimo ha detto...

Uno di quelli sicuramente sul libro paga dei costruttori Coppola è Giorgino Borrelli attuale segretario della Cdlt di Caserta. Fino a qualche mese fa, Giorgino, era(continua ad esserlo nell'ombra)il segretario generale della Fillea.
Giorgino, Giorgino quante schifezze che hai fatto? Ti vuoi calmare?

Anonimo ha detto...

Cari amici e compagni del "Mattone" ritengo interessante l'articolo pubblicato su Emilia Net di Giuseppe Caliceti scrittore reggiano (e insegnante), che spiega – numeri alla mano – come è possibile passare al maestro unico mantenendo il tempo pieno.





(di Giuseppe Caliceti)
L’altro giorno è passato alla camera, blindato dalla fiducia del governo che non ha permesso una discussione con l’opposizione, il decreto sulla scuola del ministro all’istruzione Gelmini. Una delle cose che si intuiscono è come sia possibile il gioco di prestigio di salvare il Tempo Pieno – cioè 40 ore di scuola per gli alunni, al mattino e al pomeriggio – senza rinunciare all’insegnante unico. Il decreto afferma semplicemente che anche nel tempo pieno ci saranno, invece dei due insegnanti attuali, un solo insegnante.
Come è possibile questo? Cerco di spiegarlo, almeno intuitivamente. E mi scuso con i lettori per il linguaggio un po’ tecnico che, però, spero sia capito almeno dai docenti. Un insegnante di tempo pieno attualmente lavora per 22 ore frontali sulla classe più 2 ore di programmazione di team settimanale: totale 24 ore. Come è possibile che ne faccia 40? Intanto, le 2 ore di programmazioni saltano. Come saltano le due ore di interscuola settimanali destinata al recupero dei bambini in difficoltà attraverso un’attività mirata più individualizzata.
Da 24 ore a 40 mancano ancora 18 ore. Tutto il tempo mensa e interscuola settimanale, 10 ore, viene fatto saltare e appaltato ai comuni: per la Gelmini non occorrono più docenti per far mangiare correttamente e con progetti alimentari specifici i bambini, ma alcune bidelle o inservienti pagate dai singoli Comuni. Stesso discorso per l’interscuola, cioè il tempo gioco previsto in otto ore: non si educa giocando, anche qui basta qualcuno pagato da un comune. E se i comuni non hanno soldi?
Ci pensino loro a chiedere più soldi ai genitori al posto dello Stato; come già chiedono le rette per la mensa dei bambini, lo chiedano anche per la loro sorveglianza durante e dopo il pasto. Restano ancora 8 ore. Ma se ne devono togliere 3 per l’insegnamento di inglese. Ora ne restano 5. A questo punto il decreto Gelmini propone che gli insegnanti allunghino il loro orario di insegnamento – tutto bucherellato e già pieno di orari spezzati, che significa: stare a scuola 8 ore al giorno per insegnarne e essere pagati solo per 6, 5 o 4 ore quotidiane.
Queste 5 ore in più saranno pagate coi fondi di istituto al costo di circa 60/70 euro complessivi netti e con circa un anno di ritardo, questo almeno è ciò che accade oggi. Se i docenti non accetteranno un orario di lavoro mattino e pomeriggio pieno di buchi, con un orario di lavoro assurdo, risulterà che sono loro e non il governo a far saltare il tempo pieno, scuola diffusa in Emilia Romagna per oltre l’80% delle scuole primarie.
Di fronte a questo sfascio, non posso fare a meno che sottolineare due cose. primo: la mancanza di informazione non solo ai genitori degli alunni, ma anche agli stessi docenti, di quanto stia realmente accadendo.
Secondo: la colpa grande dei sindacati, che tanti docenti pagano circa 10 euro al mese trattenuti in busta paga e, alle assemblee sindacali, chiedono ai docenti che fare (non è il loro lavoro?) e poi propongono uno sciopero generale della scuola per il 31ottobre, quando presumibilmente al Senato sarà già stato approvato il decreto Gelmini e diverrà operativo. Capisco, come ha affermato il segretario della Cgil Scuola, l’amico Enrico Panini, che anche l’informazione sulla scuola è blindata dal governo – solo qualche sera fa in tv mi è capitato di sentir dire una falsità abnorme: che con il maestro unico la scuola elementare italiana era al terzo posto nel mondo e senza il maestro unico è scesa all’ottavo – ma mi chiedo anche che ruolo abbiano avuto e abbiano tuttora i sindacati in questa triste vicenda. Se di fronte ai 5000 previsti licenziamenti in Alitalia c’è stato un minimo di protesta, di fronte agli 87.000 licenziamenti previsti nel prossimo anno per un totale di 250.000 in tre anni nella scuola pubblica italiana, al confronto c’è stato un vero e proprio silenzio sindacale

Anonimo ha detto...

UN COLPO DURO PER I FONDI PENSIONISTICI. GRAZIE CGIL
Dall'inizio della crisi le borse mondiali hanno perso in media il 40% circa. Secondo le stime della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) il valore dei derivati era nel 2007 di 556 trilioni di dollari (cioè 556 mila miliardi). Oggi il valore è sceso a circa 333 trilioni. Nel giro di poco meno di un anno è stata bruciata una ricchezza pari a 223 trilioni di dollari. Nell'ultimo mese le varie banche centrali del globo hanno iniettato nuova liquidità per circa 5 miliardi di dollari. Una goccia nell'oceano! E' chiara l'entità della crisi?

2. In Italia, l'indice Mibtel della borsa di Milano è passato da quota 34.000 a 18.000 (dati del 7 ottobre) (- 47%). Chi ha investito 1000 euro del proprio Tfr nel giugno 2007, si trova ora una somma pari in media a 530 euro. Se aggiungiamo alcune forme di garanzia a secondo del tipo di investimento effettuato, la cifra può salire all'incredibile livello di 650-700 euro circa (con perdita secca di 300-350 euro). Chi, invece, ha tenuto il Tfr in azienda ha guadagnato 30 euro. Eppure tutti, sindacalisti confederali, economisti, politici, giornalisti, a quei tempi declamavano a gran voce la convenienza di investire il Tfr in borsa!!!

3. Se il Tfr piange, i fondi pensioni non ridono. Il Fondo Pensione Integrativo dei metalmeccanici "Cometa", gestito dai sindacati, per il solo crack della Lehmann Brothers, ha perso più 3,5 milioni di euro. A tali perdite si devono sommare gli effetti derivanti dal calo di oltre il 40%% delle borse mondiali. Anche il fondo pensione dei giornalisti (che conta più di 15mila iscritti) segna profondo rosso (in media - 8%). Occorre cominciare a sperare di morire prima di andare in pensione?

4. Dal 29 settembre 2008, gli interventi pubblici a sostegno delle borse europee e americane sono ammontate a più di 1,4 miliardi di dollari. I vari paesi Europei (in ordine sparso) stanno creando fondi pubblici nazionali che si aggirano in media sul 3% del Pil. Per l'Italia si tratterebbe di mettere a disposizione una cifra pari a circa 45 miliardi di Euro, l'equivalente della finanziaria triennale che il governo di nani e ballerine vorrebbe approvare in questi giorni. Quando si tratta di (tentare di) salvare i mercati finanziari, i soldi saltano fuori come un coniglio dal cappello. Quando si tratta di prendere misure di welfare, garantire continuità di reddito ai precari, migliorare i servizi pubblici, evitare privatizzazioni,......, improvvisamente i soldi spariscono!!!

Anonimo ha detto...

Quante coincidenze in campania: uando era Presidente della Confindustria Regionale, Cristiana Coppola ottiene, unica candidata con la sua Mirabella SpA, il Project Finance a Castelvolturno, territorio dove, come noto al mondo, ha meritevolmente operato dagli anni 60 in poi con le imprese di famiglia. Per non essere da meno la moglie del segretario della CGIL Gravano si da all'editoria con un giornale pagato con i Fondi europei. Coppola e Gravano fanno parte del comitato che sorveglia...Ovviamente è tutto legittimo, ci mancherebbe. Bravi ed avanti così, concertiamo alla Campana con il maestro Bassolino....e giù applausi

Anonimo ha detto...

ECCO CARI AMICI E COMPAGNI, LA DELIBERA CHE AFFIDA ALLA COPPOLA L'APPALTO DIRETTO...


DECRETO DIRIGENZIALE N. 7 del 12 febbraio 2008
AREA GENERALE DI COORDINAMENTO TRASPORTI E VIABILITA' SETTORE DEMANIO
MARITTIMO - NAVIGAZIONE - PORTI, AEROPORTI E OPERE MARITTIME - Comune di Castelvolturno.
Località Pinetamare. Procedura ristretta aggiudicazione definitiva.
PREMESSO
- Che con D.G.R. n. 466 del 19.03.2004 è stato approvato l’"Atto di programmazione degli interventi
sulla portualità turistica da realizzarsi in project financing";
- Che detta programmazione ha previsto, tra gli altri, la realizzazione in project financing del porto turistico
Pinetamare, sito in Castelvolturno – Località Pinetamare (CE);
- Che, al fine di acquisire proposte da parte dei soggetti promotori ai sensi dell’art. 37 bis L. n. 109/94,
ora art. 153 del D.Lgs. n. 163/06, è stato pubblicato sul supplemento n. 82 della G.U.C.E. l’Avviso indicativo
n. 69952 del 27.4.04;
- Che nei termini previsti dal citato avviso è pervenuta la proposta di “Progettazione, Costruzione e
Gestione di un Porto Turistico in Località Pinetamare (Castelvolturno) con relative Infrastrutture, nonché
Strutture Ricettive ed impianti a Sostegno e Completamento” presentata dall’A.T.I. Mirabella
S.p.A.;
- che con D.G.R. n. 1734 del 06.12.2005 la proposta presentata dalla predetta A.T.I. Mirabella S.p.a. è
stata dichiarata di pubblico interesse ai sensi dell’art. 37 ter della legge n. 109/94 e ss.mm.ii., ora art.
154 del D.lgs. n. 163/06;
- che con Decreto Dirigenziale n. 10 del 20/3/07 è stata indetta gara a procedura ristretta con il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’individuazione delle due migliori offerte da confrontare
con la proposta presentata dal promotore A.T.I. Mirabella S.p.A., ai sensi dell’art. 155 comma
1, lett. a) del D.lgs. n. 163/06;
PREMESSO altresì
- che con D.D. n. 60 del 13/7/07 è stato preso atto della chiusura della procedura di gara sopra evidenziata,
per mancanza di offerte da parte dei soggetti prequalificati;
- che con lo stesso decreto è stata, pertanto, aggiudicata in via provvisoria all’A.T.I. Mirabella s.p.a. la
gara per l'affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, nonché della costruzione
e gestione, dell’opera di cui trattasi;
RILEVATO
- che l’affidamento della concessione all’aggiudicatario provvisorio è subordinato alla dimostrazione
del possesso dei requisiti di cui all’art. 98 del D.P.R. n. 554/99, nonché all’adempimento di tutti gli
oneri richiesti dal disciplinare di gara, ai sensi dell’art. 3 del disciplinare medesimo e della vigente
normativa in materia di contratti pubblici;
- che con atto n. 707875 del 9/8/07 è stato notificato all’A.T.I. Mirabella s.p.a. il decreto di aggiudicazione
provvisoria della gara de quo, con contestuale richiesta di dimostrazione del possesso dei requisiti
del concessionario, come indicati all’art. 98 del D.P.R. n. 554/99 e specificati nel bando e disciplinare
di gara;
CONSIDERATO
- che con nota prot. n° 0764286 dell’11/09/2007 l’aggiudicatario ha trasmesso parte della documentazione
richiesta;
- che in data 06/02/2008, al prot. n° 0111547 è pervenuta la restante documentazione comprovante il
possesso dei requisiti di cui trattasi;
- che con nota n° 09 del 06/02/08 il RUP ha attestato che la documentazione è completa e conforme
alla normativa vigente
RITENUTO
- pertanto di poter aggiudicare la gara a procedura ristretta per l'affidamento in concessione della progettazione
definitiva ed esecutiva, nonché della costruzione e gestione, di un porto turistico e delle
BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 11 DEL 17 MARZO 2008
relative infrastrutture, strutture ricettive e impianti a sostegno e completamento da realizzarsi nel
Comune di Castelvolturno (CE) località Pinetamare, in via definitiva, all’A.T.I. Mirabella s.p.a;
- di considerare vincolante per l’affidataria, in qualità di promotore, ai sensi dell’art. 155 comma 2 del
D.lgs. n. 163/06, la proposta di “progettazione, Costruzione e Gestione di un Porto Turistico in Località
Pinetamare (Castelvolturno) con relative Infrastrutture, nonché Strutture Ricettive ed impianti a
Sostegno e Completamento” dichiarata di pubblico interesse dalla Regione Campania con D.G.R. n.
1734 del 06.12.2005, come esaminata in sede di conferenza di servizi ex art. 14 bis L. n. 241/90 e
art. 12 L.R. n. 16/04, e delle cui conclusioni è stato preso atto con d.d. n. 124 del 14/12/06;
VISTI
- il D.P.R. n. 554/99;
- il D.Lgs. n. 163/06;
- la L.R. n. 2/07;
- la L.R. n. 3/07;
- la D.G.R. n. 466/04;
- la D.G.R. n. 1734/05;
- il D.D. n. 10/07;
- il D.D. n. 60/07;
Alla stregua dell’istruttoria compiuta dal Responsabile Unico del Procedimento e dell’espressa
dichiarazione di regolarità resa dal medesimo, ed allegata al presente atto
DECRETA
Per i motivi espressi in narrativa e che qui s’intendono integralmente riportati e confermati
- di aggiudicare all’A.T.I. Mirabella s.p.a. con sede in Piazza Vittoria, 7 – 80121 Napoli, la gara a procedura
ristretta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ed eventuale procedura
negoziata indetta ai sensi dell’art. 155, lett. a) del D.Lgs. n. 163/06, per l'affidamento in concessione
della progettazione definitiva ed esecutiva, nonché della costruzione e gestione, di un porto turistico
e delle relative infrastrutture, strutture ricettive e impianti a sostegno e completamento da realizzarsi
nel Comune di Castelvolturno (CE) località Pinetamare;
- di considerare vincolante per l’affidataria, in qualità di promotore, ai sensi dell’art. 155 comma 2 del
D.lgs. n. 163/06, la proposta di “progettazione, Costruzione e Gestione di un Porto Turistico in Località
Pinetamare (Castelvolturno) con relative Infrastrutture, nonché Strutture Ricettive ed impianti a
Sostegno e Completamento” dichiarata di pubblico interesse dalla Regione Campania con D.G.R. n.
1734 del 06.12.2005, come esaminata in sede di conferenza di servizi ex art. 14 bis L. n. 241/90 e
art. 12 L.R. n. 16/04, e delle cui conclusioni è stato preso atto con d.d. n. 124 del 14/12/06;
- di trasmettere copia del presente decreto al Coordinatore A.G.C. 14 – Trasporti e Viabilità, al Responsabile
Unico del Procedimento per gli adempimenti di competenza, al Settore Stampa, Documentazione,
Informazione e Bollettino Ufficiale per la pubblicazione sul B.U.R.C..
arch. Massimo Pinto

Anonimo ha detto...

Amici e compagni di Mattone Selvaggio, La Cisl, la Uil e la Confindustria hanno trovato un'intesa sulla riforma della contrattazione nazionale. Hanno elaborato un AVVISO COMUNE. La Cgil continua a mantenere le sue riserve(ma chi gli crede?)ed infatti continua a rimanere seduta al tavolo di trattativa(come se l'avviso comune non ci fosse....sceneggiate).
Ecco il testo dell'AVVISO COMUNE
..........................



PROPOSTA DI LINEE GUIDA PER LA RIFORMA DELLA
CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
Roma, 10 ottobre 2008
Con l’obiettivo della crescita fondata sull’aumento della produttività
e l’incremento delle retribuzioni, il progetto di riforma
intende realizzare - con carattere sperimentale e per la durata
di quattro anni, in sostituzione del sistema vigente - un accordo
sulle regole e le procedure cui attenersi nella negoziazione
e nella gestione della contrattazione collettiva.
Si propone un modello la cui regolamentazione è integralmente
affidata all’autonomia negoziale che in tal modo dovrebbe
saper cogliere le soluzioni migliori in funzione delle
specificità - produttive, dimensionali, di mercato - dei singoli
settori.
Si conferma un assetto della contrattazione collettiva su due
livelli: il contratto nazionale di categoria e la contrattazione di
secondo livello, aziendale o alternativamente territoriale, laddove
previsto, secondo l’attuale prassi, nell’ambito di specifici
settori.
Per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale di lavoro
di categoria si prevede:
a) la durata triennale tanto per la parte economica che
normativa;
b) la funzione del contratto nazionale di garantire la certezza
dei trattamenti economici e normativi comuni per
tutti i lavoratori del settore ovunque impiegati nel territorio
nazionale;
c) la individuazione dell’indicatore della crescita dei prezzi
al consumo assumendo per il triennio - in sostituzione
del tasso di inflazione programmata - un nuovo indice
2
previsionale costruito sulla base dell’IPCA (l’indice dei
prezzi al consumo armonizzato, elaborato da Eurostat
per l’Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni
energetici importati;
d) l’elaborazione della previsione da parte di un soggetto
terzo sulla base di una specifica lettera di incarico;
e) la verifica circa eventuali scostamenti tra l’inflazione
prevista e quella reale effettivamente osservata, considerando
i due indici sempre al netto dei prodotti energetici
importati;
f) l’affidamento al Comitato - costituito a livello interconfederale
quale specifica sede di monitoraggio, analisi e
raccordo sistematico della funzionalità del nuovo accordo
– della verifica circa la significatività degli eventuali
scostamenti registratisi. Il recupero degli eventuali
scostamenti sarà effettuato entro la vigenza di ciascun
contratto nazionale in termini di variazione dei minimi.
g) l’applicazione del nuovo indice previsionale ad un valore
retributivo medio assunto quale base di computo
composto dai minimi tabellari, dal valore degli aumenti
periodici di anzianità considerata l’anzianità media di
settore e dalle altre eventuali indennità in cifra fissa
stabilite dallo stesso contratto nazionale.
Il contratto nazionale di categoria, inoltre, regola il sistema di
relazioni industriali a livello nazionale, territoriale ed aziendale.
Il contratto nazionale può definire ulteriori forme di bilateralità,
anche sulla base di specifici accordi interconfederali conclusi
in relazione ad un quadro normativo che assicuri benefìci fiscali
ad incentivazione del funzionamento di servizi integrativi
di welfare.
Per evitare situazioni di eccessivo prolungamento delle trattative
di rinnovo dei contratti nazionali, è previsto che la presen3
tazione delle richieste sindacali avvenga sei mesi prima della
scadenza del contratto.
A questo stesso obiettivo è rivolta anche la previsione di un
meccanismo che, dalla data di scadenza del contratto precedente,
riconosca una copertura economica, che le categorie
stabiliranno nei singoli contratti, a favore dei lavoratori in servizio
alla data di raggiungimento dell’accordo.
Nei casi di crisi del negoziato - e cioè se dopo sei mesi dalla
scadenza, l’intesa non è stata ancora raggiunta - si prevede
anche l’interessamento del Comitato interconfederale.
Viene inoltre confermato un periodo di “tregua sindacale” di
sette mesi dalla presentazione della “piattaforma”, per consentire
il regolare svolgimento del negoziato stabilendo che,
in caso di mancato rispetto, si può esercitare il diritto di chiedere
la revoca o la sospensione dell’azione messa in atto durante
il periodo di “tregua”.
Per quanto riguarda il secondo livello di contrattazione -
parimenti a vigenza triennale - si conferma l’importanza che
vengano incrementate e rese strutturali tutte le scelte operate
con il Protocollo sul Welfare del 23 luglio 2007, attuate con
D.M. 7 maggio 2008 e gli interventi normativi di cui all’art. 2
del D.L. n. 93/08, convertito in legge n.126/08, volti ad incentivare,
in termini di riduzione di tasse e contributi, la contrattazione
di secondo livello che collega aumenti salariali al raggiungimento
di obiettivi di produttività, redditività, ecc. concordati
fra le parti.
Si confermano le regole che presiedono alla contrattazione di
secondo livello e cioè: che si esercita per le materie delegate,
in tutto o in parte, dal contratto nazionale o dalla legge; che
deve riguardare materie ed istituti che non siano già stati ne4
goziati in altri livelli di contrattazione, secondo il principio del
“ne bis in idem”.
Eventuali controversie che dovessero insorgere nella applicazione
delle regole stabilite, saranno disciplinate
dall’autonomia collettiva, in sede territoriale e poi a livello nazionale.
Qualora la controversia non trovi soluzione in sede di conciliazione,
è previsto il ricorso ad un collegio di arbitrato, secondo
modalità e procedure stabilite nel CCNL o con specifico
accordo interconfederale.
Per gli eventuali provvedimenti da applicare, il collegio arbitrale
farà riferimento alle norme di legge vigenti in materia di responsabilità
riguardanti esclusivamente i comportamenti posti
in essere da organizzazioni di rappresentanza.
Rispetto alla contrattazione con contenuti economici, il premio
variabile sarà calcolato con riferimento ai risultati conseguiti
nella realizzazione di programmi, concordati fra le parti, aventi
come obiettivo incrementi di produttività, di qualità, di efficienza,
di efficacia ed altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento
della competitività aziendale nonché ai risultati legati
all’andamento economico dell’impresa.
Si precisa inoltre che il premio deve avere caratteristiche tali
da consentire l’applicazione degli sgravi di legge.
Per i contratti territoriali devono essere determinati criteri di
misurazione della produttività, qualità, ecc., sulla base di indicatori
assunti a livello territoriale con riferimento alla specificità
di tutte le imprese del settore.
Le modalità di determinazione del premio in azienda devono
anche assicurare piena trasparenza sui parametri assunti ed
5
il rispetto dei tempi delle verifiche ed una approfondita qualità
dei processi di informazione e consultazione.
Si prevede poi che le parti nei contratti nazionali possano
concordare linee guida utili a definire modelli di premio variabile
per la diffusione della contrattazione di secondo livello,
anche con le incentivazioni previste, nelle PMI.
Il progetto di riforma è costruito in modo che il risultato economico
complessivo per il lavoratore derivi da tre distinti fattori:
a) gli aumenti retributivi previsti dal contratto nazionale;
b) l’aumento della retribuzione in funzione della contrattazione
di secondo livello che, in quanto collegata al raggiungimento
di obiettivi di produttività ed efficienza, risulterà
ancora più “pesante” essendo in tutto o in parte, decontribuita
e detassata;
c) l’attivazione di un “elemento di garanzia retributiva” - nella
misura ed alle condizioni concordate nei contratti nazionali
con particolare riguardo per le situazioni di difficoltà economico-
produttiva - che rappresenta una “rete di garanzia”
a favore dei lavoratori dipendenti da aziende nelle quali
non si esercita la contrattazione di secondo livello e che
non percepiscono altri trattamenti economici individuali o
collettivi oltre a quanto spettante per contratto nazionale. Il
beneficio sarà determinato con riferimento alla situazione
rilevata nell’ultimo quadriennio. La verifica degli aventi diritto
e l’erogazione dell’elemento di garanzia si collocano
al termine della vigenza di ciascun contratto nazionale.
La proposta di riforma affida ancora alla contrattazione di settore
la possibilità di consentire che nel territorio le Associazioni
delle imprese ed i sindacati territoriali di categoria, possano
accordarsi per modificare, in tutto o in parte, anche in
via sperimentale e temporanea, singoli istituti economici o
normativi del CCNL.
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L’obiettivo è di consentire il raggiungimento di specifiche intese
per governare, direttamente nel territorio, situazioni di crisi
aziendale o per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale
dell’area. La facoltà di modificare è esercitabile sulla base
di parametri oggettivi individuati dal CCNL.
In ogni caso le intese devono essere approvate dalle parti stipulanti
il CCNL.
Riguardo ai compiti affidati al Comitato paritetico Confindustria-
Cgil, Cisl, Uil - il cui funzionamento sarà disciplinato con
apposito regolamento - oltre alla verifica della funzionalità di
quanto definito con il nuovo accordo, si prevede che possa
costituire la sede di analisi e di verifica delle relazioni industriali
e della gestione del fattore lavoro nel sistema industriale
e dei servizi.
Circa il tema della rappresentanza delle parti nella contrattazione
collettiva, nel progetto di riforma si conferma l’interesse
a definire nuove regole con la disponibilità a valutare le diverse
ipotesi che possono essere adottate con accordo, ivi compresa
la certificazione all’INPS dei dati di iscrizione sindacale.
Sempre nella logica di realizzare un sistema di relazioni industriali
meno conflittuale, si propone alle parti firmatarie di assumere
il comune impegno a rispettare ed a far rispettare –
nell’esercizio del cosiddetto potere d’influsso proprio delle organizzazioni
di rappresentanza di imprese e lavoratori – tutte
le regole che liberamente saranno definite in materia di contrattazione
collettiva.
Da ultimo si conferma l’attenzione per la semplificazione/
riduzione del numero dei contratti collettivi nazionali di lavoro
a seguito della verifica dell’interesse delle categorie in tal
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senso. Le Confederazioni svolgeranno un ruolo per favorire e
coordinare l’attività di razionalizzazione.
Tutti gli aspetti applicativi saranno definiti una volta raggiunta
l’intesa generale.
Questa intesa che ha come obiettivo il rilancio della crescita
economica, rafforza l’indicazione condivisa da imprese e sindacati
per una politica di riduzione della pressione fiscale in
via prioritaria sul lavoro dipendente e sulle imprese per favorirne
la competitività.

Anonimo ha detto...

Il Boss che dirige la Cgil Campania ha diffuso un comunicato alla stampa dichiarndosi contrario ai cinque inceneritori. Ne vuole tre. Non vuole l'inceneritore a Napoli Est e nella zona di Giugliano/Quarto. Sapete perchè? Ha stretto un patto con i costruttori e si preoccupa che il valore delle case e dei suoli dove saranno costruite perderanno di valore...
BOSS sei proprio un ingordo. Non ti bastano le abbuffate che ti sei fatto fino ad oggi? Dai, vai in pensione.

Anonimo ha detto...

Il segretario regionale della Fillea Campania Giovanni Sannino con molto ritardo e incalzato dal nostro blog rilascia un'intervista a "Il Mattino" sulle morti bianche e sugli incidenti sul lavoro. Ovviamente si guarda bene dall'assumere una posizione su quanto accaduto nel cantiere della famiglia Coppola di Pinetamare. Sannino, cerca di strappare le lagrime, parlando di amianto e di famiglie di lavoratori morti per amianto. Apparenza. Solo apparenza. Il segretario regionale della Fillea Campania ha colto un ulteriore occasione per tirare la volata al suo compare Tonino Amato consigliere regionale del PD(bassoliniano doc) che qualche settimana fa ha presentato un'interrogazione per "spendere" 5 milioni di euro per la bonifica da amianto. Altra trastolella!
Evidentemente hanno già individuato aziende amiche per...bonificare.
Leggete l'intervista di Ciccio Formazione(il seg.reg.fillea Campania) e l'interrogazione di Tonino Amato.
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Incidenti mai frutto del caso

Sannino, Fillea Campania: non dobbiamo abbassare la guardia. Intervista del Mattino



“Sui cantieri non si muore per fatalità, ma per una cattiva organizzazione del lavoro e per la scarsissima formazione dei dipendenti. Il caso o la sfortuna non esistono”. A dirlo è il Segretario generale della Fillea Cgil Campania, Giovanni Sannino, in una conversazione con il Mattino, invitando a non abbassare la guardia: “Le cifre che indicano un leggero calo degli infortuni possono generare un messaggio fuorviante, ossia che l’emergenza è finita. Tutt’altro: 48 morti e quasi 20 mila infortunati in Campania solo nei primi otto mesi del 2008 sono ancora troppi”. Il dirigente sindacale punta l’indice soprattutto sui controlli, giudicati insufficiente per quantità e organizzazione: “Troppo pochi gli ispettori dell’Inail per controllare 30-35miIa aziende edili presenti in Campania, molte delle quali con due o tre addetti al massimo. Una possibilità di controllo una volta ogni 10-15 anni, così le aziende restano impunite”. In conclusione, Sannino chiede anche più vigilanza sul rischio amianto: “Ho visto morire molti miei colleghi per mesoteliomi, carcinomi e asbestosi, e le loro mogli, colpevoli solo di aver lavato senza protezioni le tute da lavoro dei mariti, consumarsi giorno dopo giorno per una malattia che non lascia scampo. Serve al più presto una bonifica di tutti i luoghi contaminati”.



Napoli 13 ottobre 2008



l'interrogazione di Tonino Amato
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il 30 Settembre 2008 il consigliere regionale Antonio Amato ha
presentato in Aula un question time all’Assessore regionale alla
Sanità Angelo Montemarano per sapere perché, nonostante siano
stati stanziati 5 milioni di euro, non parte il progetto di
monitoraggio e tutela della salute dei lavoratori esposti al rischio
amianto.
Riportiamo il testo integrale del question time con la replica
dell’Assessore Montemarano.
IL CONSIGLIERE ANTONIO AMATO DOMANDA (15.15):
premesso che, con legge nazionale N. 257 /92 Art. 10, vennero
riconosciuti ai lavoratori esposti al rischio amianto visite mediche
periodiche a carico del servizio sanitario nazionale;
che nel 2000 il Consiglio regionale della Campania approvava le
linee programmatiche del Piano regionale amianto;
che, con la Finanziaria regionale del 2007, il Consiglio Regionale
della Campania stanziava 5 milioni di euro per l’attuazione delle
visite mediche ai lavoratori esposti al rischio amianto da parte delle
A.S.L. in base alla legge sopramenzionata;
che con delibera della Giunta regionale veniva emanato un
Programma di Sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti a
amianto, in base al quale dovevano essere seguiti e controllati in
modo sistematico dalle strutture sanitarie regionali gli oltre 12 mila
600 lavoratori che sono stati esposti all’amianto in questi anni.
Constatato che, a oggi, a sedici anni dall’approvazione della legge
nazionale, nessun lavoratore esposto al rischio amianto è stato
sottoposto a visita medica da parte delle A.S.L.
Interrogo il Presidente della Regione e l’Assessore al Ramo
competente per sapere se c’è copertura finanziaria per tale
provvedimento e, in particolare, se le risorse allocate in bilancio
regionale del 2007, pari a 5 milioni di euro, possono essere
utilizzate.
Inoltre interrogo l’Assessore per sapere quali iniziative intendano
adottare per la salvaguardia della salute dei lavoratori esposti al
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rischio Amianto, per garantire un diritto sancito da una legislazione
nazionale e da provvedimenti regionali.

Anonimo ha detto...

Il seg.reg.della Fillea Campania, Sannino Giovanni, si commuove per gli operai che ha visto morire per amianto? Incredibile. Ma è lo stesso Sannino che ha licenziato un padre di famiglia?

Anonimo ha detto...

Ragazzi, ho trovato un interessante articolo pubblicato da "Il Foglio" su Cgil, Pd ed Epifani
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(Il Foglio)14 ottobre 2008

La Cgil come il Pd
La Cgil sbanda (pure) sui contratti, Epifani e W. come Natta e Pizzinato? Sì, ma stavolta ci sono eredi migliori
Tempi difficili per la nostra economia. Serviranno articolati interventi sociali e per lo sviluppo. E la sfida della produttività, malamente affrontata nell’ultimo quindicennio, diventerà ancora più urgente. Il tessuto di medie aziende che ha fatto miracoli in questi anni ha bisogno di una sferzata produttivistica che trovi una base nell’organizzazione del lavoro e quindi nelle relazioni industriali. L’orientamento della Cgil di considerare secondaria e da rimandare la riforma della contrattazione mirata a dare centralità ad accordi aziendali che leghino incrementi di reddito a quelli di produttività, contrapponendovi l’esigenza di discutere magari di tariffe, dà la misura di un’organizzazione allo sbando, che abdica al ruolo sindacale per aspirare, velleitariamente perché isolata anche dal Pd, a divenire soggetto parapolitico.

Il problema “Cgil” non consiste solo di orientamenti sbagliati ma di un vero e proprio stordimento. In parte simmetrico a quello del Partito democratico. Walter Veltroni che vuol salvare l’Italia “da e con” Silvio Berlusconi, è analogo a Guglielmo Epifani che considera “la trattativa esaurita ma non si alza dal tavolo”. Un vecchio amico paragona la coppia Epifani-Veltroni a quella Alessandro Natta-Antonio Pizzinato, ugualmente espressione di uno sbandamento profondo di Cgil e Pci a metà degli anni Ottanta dopo la morte di Enrico Berlinguer e dopo la sconfitta sulla scala mobile.

La differenza sta nel fatto che Natta aveva preparato una pessima successione, quella di Achille Occhetto (che certo cambiò il nome del Pci costretto dalla storia ma lo fece senza quello sbocco socialdemocratico che solo avrebbe dato stabilità all’Italia) mentre oggi gli eredi possibili di Veltroni (Enrico Letta, Pierluigi Bersani, Sergio Chiamparino) sono migliori di lui. La Cgil, invece, negli anni Ottanta aveva personalità carismatiche di riserva, da Bruno Trentin a Sergio Cofferati, mentre ora appare priva di figure sufficientemente autorevoli per gestire le difficoltà incombenti. Verrebbe da suggerire una mossa da vecchio Pci quando dopo la morte di Giuseppe Di Vittorio mandò in Cgil quel geniale politico e sindacalista che fu Agostino Novella. Magari si potesse in questi giorni inviare in Corso d’Italia uno come Cesare Damiano. L’attuale impasse della Cgil ha effetti più gravi di quelli prodotti dal pur groggy partito veltroniano. Non solo perché a badare alla politica c’è una solida maggioranza di governo ma anche perché forze diffuse della “sinistra” lavorano per dare coesione alla società al di là del malandato quartiere generale “democratico”: da sindaci e governatori di sinistra a banchieri già ulivisti, a larga parte degli imprenditori “liberal”, a una fetta crescente di opinionisti di sinistra.

Mentre le clamorose incertezze della Cgil non solo producono tensioni ma aiutano a coalizzare nuclei di resistenza conservatrice, obbligano ad esempio la Cisl per motivi di concorrenza a irrigidire le posizioni nel pubblico impiego, giocano di sponda persino con ambienti confindustriali che temono il cambiamento. C’è in questo senso una pattuglia in viale dell’Astronomia che resiste a eventuali accordi separati. Ha la testa a Torino nel responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo e in altri uomini Fiat come Giuseppe Gherzi, direttore di Unindustria di Torino e Roberto Santarelli, direttore di Federmeccanica. Si esprime in queste posizioni una cultura delle relazioni industriali concentrata sullo scambiare potere sindacale centralistico con salari mediocri. E una qualche “resistenza” la si avverte, poi, anche in quadri del “sistema” come Lorenzo Maggio, direttore dell’Associazione di Vicenza, nostalgici di un potere che era tale in quanto riflesso di quello della Cgil. Sono impostazioni che possono far danni anche se nel medio periodo non vanno da nessuna parte. Le contesta di fatto lo stesso Sergio Marchionne che indirizza la trattativa sull’integrativo Fiat puntando su soluzioni meritocratiche (qualità e fatica) piuttosto che cedere a spinte egualitaristiche.

Il 10 ottobre Confindustria, Cisl e Uil hanno trovato un’intesa ampia sulla riforma della contrattazione, combinando una previsione dell’inflazione su parametri statistici europei (depurati da alcuni elementi di inflazione importata) con una centralità della contrattazione aziendale (forse un po’ rigida ma si tratta di aprire un processo che poi si autodeterminerà) e una compensazione per chi non tratta gli integrativi. Hanno, poi, dato ancora un po’ di tempo a Epifani, partendo anche dalla considerazione che il leader cigiellino pare essere ormai in grado di “firmare” solo di fronte al baratro. Si è acconsentito così alla richiesta (quasi da Bertoldo che rimanda l’impiccagione chiedendo di scegliere l’albero) di allargare per un breve periodo il tavolo della trattativa.
Da un certo punto di vista questa è un’ulteriore scelta cigiellina masochistica come lo fu dare spazio ai sindacati professionali dei piloti nella vicenda Alitalia, logorando il ruolo delle confederazioni generali. Le associazioni di artigiani, commercianti e altre chiamate al tavolo infatti sono più rigide di Confindustria. Ma concedere qualcosa sui tempi alla Cgil, pur di avere un consenso più ampio, è una scelta opportuna. Purché nessuno scambi questo atteggiamento con la disponibilità a lasciare a Epifani un potere di veto. Il tempo dei veti è finito. Il segretario della Cgil rifletta bene sulle parole di Alberto Bombassei che a lungo ha invitato anche i suoi alla prudenza, e che ora ha spiegato come non si possa più decidere di non decidere.

di Lodovico Festa

Anonimo ha detto...

Cosa si nasconde dietro quel rogo che si è sprigionato negli uffici della Recam? Qualcuno ha voluto distruggere documenti compromettenti del passato?
Invitiamo la Digos, i carabinieri e la magistratura ad indagare sulle consulenze esterne concesse dai vertici Recam, sulle voci del bilancio, le fatture false e sulle assunzioni clientelari fatte negli ultimi anni.
Il Signor Claudio Refuto ex segretario regionale della Cgil come è stato assunto?
Come è stato assunto Pasquale Trammacco?

Anonimo ha detto...

la sapete l'ultima il ricattatore di boscoreale(carotenuto) ha fatto assumere la figlia negli uffici del cantiere nautico apreamare la figlia vergogna vergogna vergogna poveri operai! povera fillea! in mano a questa gente.

Anonimo ha detto...

Ennesima figura di merda del Boss di Via Torino(seg.gen.cgil campania).La sua ignoranza non ha confini.
Ieri, durante una trasmissione televisiva trasmessa da un'emittente privata napoletana ha sostenuto che il ns compagno Ciro Crescentini licenziato senza motivo dalla Fillea di Napoli avrebbe perso la causa di lavoro nei "due gradi di giudizio". IGNORANTE! Ciro non ha ancora iniziato la causa. Si è visto respingere solo il ricorso d'urgenza previsto dall'articolo 700 del codice civile ed un reclamo.
L'udienza per la causa di merito di Ciro è stata fissata per il prossimo 12 Dicembre.
Il Boss ha dimostrato di essere solo un burocrate.Un grigio funzionario stalinista.Un affarista. Non ha mai capito un tubo di leggi e sindacato.

Anonimo ha detto...

anch'io ho visto il dibattito sulle 'morti binache'trasmesso su italia mia. non c'è dubbio, il boss michele gravano ha fatto una grande figura di merda. ha detto che ciro avrebbe perso le cause in due gradi di giudizio. la causa non è iniziata ancora. il boss - ignorante qual'è ha confuso il ricorso di urgenza con le cause ordinarie. il boss ha collezionato la seconda figura di merda quando ha riferito che ciro è stato licenziato perchè stava da trent'anni sempre alla fillea.a parte il fatto che il ns compagno è dipendente da 25 anni..ovviamente la questione non riguarda lui ed i suoi compoari come sannino,petruzziello,federico libertino ecc ecc

ultima nota il boss insieme all'altro affarista dell'assessore corrado gabriele hanno aprofittato del dramma sulle morti bianche per lanciarsi messaggi reciproci per utilizzare i soldi e le risorse non spese dall'inail per aiutare le vedove dei morti sul lavoro. ovviamente i posti di lavoro sono riservati alle loro amanti,figlie, figlie e cugini.
che banditi...

Anonimo ha detto...

Bassolino rilascia una dichiarazione su Roberto Saviano ed il Boss di Via Torino(seg.generale della cgil campania) si accoda con un comunicato. Ennesima collezione di figure di merda. Alcuni mesi fa, quando Roberto Saviano denuncià su 'Il Mattino" che non riusciva a trovare casa a Napoli, il Gravano non assunse alcuna posizione...
Caro Gravano, vai in pensione, sei tu il vero camorrista.
Ecco il comunicato ridicolo del Boss di Via Torino
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CGIL CAMPANIA, SAVIANO; MOBILITAZIONE A SOSTEGNO LIBERTA' PENSIERO

(US CGIL CAMPANIA) - Napoli, 16 ottobre - La Cgil Campania, in un comunicato, invita ad una "mobilitazione civile nazionale a sostegno della libertà di pensiero e per il diritto ad una vita normale dello scrittore Roberto Saviano". "E' necessaria in questa fase - secondo la Cgil Campania - una lotta dura e intransigente al clan dei Casalesi per la legalità e lo sviluppo in provincia di Caserta e nell'intero Mezzogiorno".

Anonimo ha detto...

IL MINISTRO RENATO BRUNETTA DIMEZZA I DISTACCHI SINDACALI. BRAVO RENATO. ECCO LA NOTIZIA. COME DICE GRAVANO, UN SINDACALISTA NON PUO' RIMANERE TANTO TEMPO NELL'ORGANIZZAZIONE SINDACALE.
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Meno permessi e distacchi sindacali. Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha firmato oggi il decreto che prevede la riduzione triennale del 45 per cento dei contingenti attualmente in vigore. Il provvedimento (come spiega una nota dell’Agi) comporta una riduzione di 237 dipendenti in distacco sindacale a partire dal 1 gennaio 2009 (il loro numero salira' a 710 a partire dal 1 gennaio 2011); sempre a partire dal 1 gennaio 2009 verranno ridotti i contingenti dei permessi orari per un ammontare complessivo di 828.535 ore (saliranno a 2.049.969 ore a partire dal 1 gennaio 2001). Il provvedimento comportera' un recupero di 348 uomo/anno nel 2009 fino ad arrivare a 1.042 uomo/anno nel 2011: tale recupero di efficienza e' stimato in 9 milioni di euro dal 1 gennaio 2009 fino ad arrivare a 30 milioni di euro dal 1 gennaio 2011.

16/10/2008 12:44

Anonimo ha detto...

ragazzi del 'mattone' epifani si candida alle elezioni europee. avevate ragione. si candida nel supercollegio del Lazio e Campania(ecco perchè copre il boss Gravano della cgil campania). Nel frattempo la Cantone, che voleva diventare generale, pur di non far diventare leader la Camusso, ha dichiarato che tutti i dirigenti cgil devono rimanere al loro posto(epifani compreso) perchè....il momento è difficile.
POVERA CGIL
NEL FRATTEMPO LEGGETE L'ARTICOLO DI "AFFARI ITALIANI"
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Politica Dalla casta dei sindacalisti a quella degli eurodeputati
Giovedí 16.10.2008 15:10

Di Giuseppe Morello

Sta cominciando a diventare sgradevole l'abitudine dei sindacalisti di chiudere la carriera da politici. Lo hanno fatto in molti e, se si fa eccezione di Bertinotti e in misura molto minore di Cofferati, nella gran parte dei casi con risultati modesti e opachi, come nel caso di Pezzotta, di D'Antoni, di Benvenuto e di Del Turco, tanto per citarne alcuni. Ora tocca al leader della Cgil Guglielmo Epifani, che ha ormai accettato di candidarsi alle Europee del 2009 con il Pd. La sua scelta ha tutto il sapore del pensionamento e già la si immaginava nel corso della trattativa Alitalia, quando sospettammo che alcune scelte del leader della Cgil fossero più dettate da esigenze di lotta interna al sindacato che dai contenuti obbiettivi della trattativa.

In ogni caso, Epifani esce di scena, visto che sebbene ben pagato un parlamentare europeo politicamente conta come il due di briscola, segno che forse anche nel Pd vogliono che qualcosa cambi nel sindacato. Vero è che il successore sembra in perfetta continuità con Epifani, avendolo scelto lui stesso nella persona di Susanna Camuso. Epifani è persona degnissima, ma disturba lo stesso il fatto che i sindacalisti (e non dovrebbe essere per nulla ovvio) finiscano nei partiti e cadano sempre in piedi, trovando nella politica il paracadute per chiudere in bellezza la propria carriera.

E quel che è peggio è che si tratta di un pensionamento dorato, visto che le prebende per i parlamentari europei sono di tutto rispetto, alimentando il sospetto che molte delle loro scelte da sindacalisti siano anche condizionate dai loro destini personali e da ciò che faranno dopo. Nulla di grave, per carità, ma sono quelle scelte di stile (compresa la scelta del successore) che in questi anni hanno fatto pensare al sindacato e ai sindacalisti come all'ennesima casta. Anziché scaldare un seggio a Bruxelles, Epifani non aveva proprio nient'altro da fare?

Anonimo ha detto...

Sapete chi si occupa di "relazioni sindacali" nella segreteria politica del Governatore Antonio Bassolino? Pasquale Trammacco, ex segretario generale della Fillea Cgil di Napoli(cacciato a pedate dopo sei mesi perchè indebitato in quanto giocatore di videopoker clandestini). Il Boss Gravano (seg.generale della Fillea) lo difese-insieme a Sannino- e lo fecero assumere a "Città della Scienza"(altro capolavoro bassoliniano e dei cosiddetti "rifondaroli". Ma Pasqualino Trammacco continuava ad avere la passione per il gioco. Furono costretti a cacciarlo anche da lì. Ed allora fu assunto nella partecipata regionale Recam, insieme a Claudio Refuto, ex segretario regionale della Cgil..adesso approda(grazie al compare Gianfranco Nappi) nella segreteria politica del Governatore(distaccato?).
Bassolì attenzione al giocatore di Videopoker...



I CADUTI SUL LAVORO..