martedì 7 ottobre 2008

EPIFANI SI CANDIDA A DEPUTATO EUROPEO STRUMENTALIZZANDO I PRECARI



Ma veramente Epifani e compagni credono che siamo fessi? Veramente i vari personaggi ed affaristi che si annidano nel sindacato pensano che noi giovani ci facciamo incantare dalle loro fandonie? Dobbiamo seguirli come pecore contro Berlusconi per combattere la precarietà nel lavoro? E gli accordi che hanno firmato sul "lavoro precario" quando al Governo c'era "l'amico Prodi"? clicca qui
Epifani nel Luglio 2007 firmando l'accordo sul "nuovo welfare" si vantava di aver bloccato il selvaggio aumento ed uso della precarietà.
Questo mirabolante risultato si concretizzava nel fatto che veniva fissato in un massimo di 36 mesi la durata di un contratto a tempo determinato.
Dopo di che il lavoratore doveva essere assunto a tempo indeterminato oppure definitivamente licenziato, e ciò a completa discrezione dell'azienda.
Guglielmino Epifani ha consentito la firma di un altro accordo sulla disciplina della "deroga assistita" che consente di stipulare un ulteriore contratto a tempo determinato per una durata di altri 8 mesi nel caso si sia raggiunto il termine massimo di trentasei mesi di lavoro a tempo determinato tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore.
Così è stato permesso che la durata dei contratti a tempo determinato non è più di 36 mesi (come ci avevano detto in occasione della consultazione) ma di 44 mesi. Già questo mette in serio dubbio la credibilità di un sindacato che si straccia le vesti per fare approvare dai lavoratori un accordo che poi, neppure sei mesi dopo (in sordina) lui stesso modifica (in peggio).
Caro Guglielmino,
Tu che hai legittimato e continui a legittimare affaristi e Boss (vedi la Cgil Campania) di ogni risma che si autodefiniscono "dirigenti sindacali" di gestire il sindacato come una corrente di partito o per fare business, ci credi veramente stupidi? Intendi candidarti alle prossime elezioni europee strumentalizzando i nostri drammi?
Non te lo consentiremo! Ti smaschereremo!!!

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Nella Cgil Campania si rinnova la corte del Boss Michele Gravano. Sono entrati in segreteria regionale "volti nuovi" come Federico Libertino.
Il Federico è stato premiato dal Boss per via della storia della "fotografa".

Anonimo ha detto...

Il Signor Libertino neo componente della segreteria regionale Cgil Campania è stato premiato anche per la sua "affidabilità". Non ci dimentichiamo del ruolo da Lui svolto per alcune assunzioni(Azienda Napoletana Mobilità)nella quale sono stati assunti tramite agenzie interinali o altri "sistemi" i figli e parenti di autorevoli sindacalisti napoletani e campani...

PS/a proposito di assunzioni di parenti. Nella Fillea di Napoli si continua alla grande. Il Signor Antonio Carotenuto della segreteria della Fillea di Napoli dopo aver sistemato il figlio al Caaf ha sistemato la sua rampolla come impiegata in una fabbrica del legno "curata" e tutelata da lui.
Quale è la fabbrica...ve lo diremo in seguito...

Anonimo ha detto...

cara compagna di via torino perche' non ci racconti la storia della fotografa? Dai muoio dalla curiosita',sii carina raccontala ,resto in attesa ,ciao

Anonimo ha detto...

Caro Osservatore Vesuviano,
il Carotenuto ha sistemato la figlia in un'azienda di Torre Annunziata che costruisce barche?

Anonimo ha detto...

Cari amici e compagni del "Mattone Selvaggio", puntualmente il Segretario regionale della Fillea diffonde una dichiarazione stampa dopo il convegno dell'Ance. Secondo voi, cosa ha voluto dire l'ex autista di Bassolino e scagnozzo del Boss Gravano?
------------------

GIOVANNI SANNINO (FILLEA CGIL CAMPANIA) SU RAPPORTO ANCE: SETTORE EDILE PUNTI A SVILUPPO DI QUALITA'
(US CGIL CAMPANIA) - Napoli, 8 ottobre - "Troviamo del tutto legittimo che l'Associazione dei costruttori lamenti sottrazione di mercato per la presenza dell'abusivismo e del lavoro nero" - è quanto si legge in una nota diffusa da Giovanni Sannino segreterio regionale Fillea Campania a seguito della presentazione del rapporto dell'Ance sulle costruzioni in Campania.
"Abusivismo e lavoro nero - sottolinea Sannino - sono le precondizioni e concause delle morti e degli infortuni sui cantieri, fenomeni a cui il sistema di impresa non e' del tutto estraneo".Il lavoro irregolare - continua - alligna nell'arcipelago dei subappalti, forniture e noli spesso sostenute dai costruttori. Cosi come la pratica del falso part-time ha coinvolto non poche aziende anche associate".
"I fondi europei sono un'opportunita' da cogliere - conclude Sannino - per dare impulso allo sviluppo e strutturazione di qualita' al settore edile, valorizzando molto la formazione di pre-ingresso prevista dal contratto di lavoro. Su queste basi e' possibile e auspicabile trovare terreni comuni per stimolare le istituzioni per affrontare al meglio la fase che si apre la cui positivita' non puo' essere affidata ad automatismi di mercato".

Anonimo ha detto...

Cara Giusy,
è proprio così. Il Carotenuto dopo aver sistemato il figlio al Caaf ha sistemato la figlia come impegata nella società Aprea Mare di Torre Annunziata, un'azienda che costruisce barche.
Come vedete, cari amici, il nostro compagno Ciro Crescentini è stato licenziato e sbattuto in mezzo ad una strada da quei banditi che gestiscono la Fillea e la Cgil Campania perchè era l'unica persona onesta che poteva ostacolare i loro affari.

Anonimo ha detto...

Caro/a Robytra,
il Sannino lancia messaggi ai costruttori per gestire i corsi di formazione professionale con la copertura dei fondi europei. Lo scagnozzo lo dice apertamente:

"I fondi europei sono un'opportunita' da cogliere - conclude Sannino - per dare impulso allo sviluppo e strutturazione di qualita' al settore edile, valorizzando molto la formazione di pre-ingresso prevista dal contratto di lavoro. Su queste basi e' possibile e auspicabile trovare terreni comuni per stimolare le istituzioni per affrontare al meglio la fase che si apre la cui positivita' non puo' essere affidata ad automatismi di mercato".

Anonimo ha detto...

"Osservatore Vesuviano" ha proprio ragione. La banda della Fillea continua a fare affari. Il neosegretario regionale(ex autista del governatore)coglie ogni occasione per mettersi in mostra ed insieme al suo compare di merenda(Nappo)cercano di chiudere qualche trastola.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, a proposito di comunicati, io ho trovato sul sito della Banda della Campania, il comunicato(suggerito dal Boss) che annuncia la "nuova segreteria regionale". La Banda si preoccupa che il sindacato sia snaturato. Forse, hanno paura che diminuiscono gli affari!
..................
(US CGIL CAMPANIA) - Napoli, 8 ottobre - Sono Teresa Granato, Giulia Guida, Federico Libertino e Alfonso Viola i nuovi componenti della segreteria regionale Cgil Campania che vanno ad affiancare Francesco D'Agostino, Luigi Servo e il segretario regionale Michele Gravano.
Eletti con ampio consenso - durante il direttivo che si svolto oggi a Napoli - i nuovi segretari dichiarano: "Lavoreremo in continuità con quanto già avviato dalla segreteria regionale, puntando sulla difesa della confederalità e del ruolo e dell'identità sindacale".


Politiche fiscali, riforma della struttura contrattuale, lotta alla precarietà, sviluppo territoriale, formazione, Mezzogiorno: sono questi gli ambiti da cui partirà l'azione della nuova segreteria regionale Cgil Campania.
"Siamo in una fase molto delicata - hanno affermato i segretari eletti - in cui assistiamo all'intento di snaturare il ruolo del sindacato, a cui rispondiamo con il rafforzamento dei legami di rappresentanza e del confederalismo che costituisce la forma che meglio può dare risposta ai problemi del nostro paese e del nostro territorio".
"Puntiamo alla valorizzazione e alla difesa dei diritti - concludono - e al rafforzamento di quegli elementi che da sempre ci distinguono: unità, difesa dei diritti dei lavoratori, promozione di politiche di sviluppo del territorio e del Mezzogiorno".

Teresa Granato è stata segretaria generale Spi Cgil Campania, Giulia Guida segretaria Slc Napoli, Federico Libertino, segretario generale Filt Cgil Campania, Alfonso Viola, segretario generale Cdlt Benevento.

Anonimo ha detto...

La Banda di Via Torino, la Banda della Fillea, non sanno che molta documentazione che ci è pervenuta tramite mail è in mano sicure.
La Banda non sa che in questi anni molti di noi hanno avuto tranquillamente accesso alla documentazione sulla finanza creativa e sulle "fatturazioni creative" avute da amici fornitori.
La Banda non sa che arriveranno tante sorprese.

Anonimo ha detto...

Già, caro 'osservatore', Ciccio formaggio alias il maggiordomo del Boss Michele Gravano, alias Sannino Giovanni propone ai costruttori 'terreni comuni' sui corsi di formazione per utilizzare i fondi europei. Ciccio Formaggio vuole organizzare un incontro alla Regione, insieme all'Ance, magari subito dopo il solito convegno alla presenza del suo Padrone del decimo piano, per fare affluire un pò di soldini ai corsi di 'pre-ingresso nei cantieri' ovviamente insieme alla segnalazione di tutor, docenti(parenti ovviamente).

Anonimo ha detto...

Caro Epifani, lo sai che la Procura della Repubblica di Pescara ha promosso un procedimento penale (n. 07/2687) poi trasmesso per competenza alla Procura della Repubblica di Chieti, a carico dei Segretari generali del sindacato CGIL per la Regione Abruzzo e di altri sindacalisti del medesimo sindacato? Lo sai di cosa sono accusati? Reati di estorsione e calunnia commessi per ottenere forzate iscrizioni di lavoratori al predetto sindacato e l'indebita assunzione di favore di propri stretti congiunti
la denuncia presentata dalla Cooperativa Sociale Cearpes a r.l. Onlus

PS/sono gli stessi metodi che utilizzano in Campania i "dirigenti" della Fillea.
Tra qualche giorno Vi dirò come fanno le deleghe nei cantieri edili.

Anonimo ha detto...

L’impero Cgil «fattura» 1 miliardo di euro
È questa la stima sul volume d’affari della sigla guidata da Epifani fra tesseramento, Caf, patronati e formazione professionale • Non esiste un bilancio unico: per conoscere tutte le voci bisogna consultare più di 2.500 documenti
di Antonio Signorini

Tratto da Il Giornale del 6 ottobre 2008

È il sacro Graal del giornalismo d’inchiesta e sindacale. E proprio come il calice dell’ultima cena, il «bilancio consolidato» della Cgil ha assunto un alone mistico, si è smaterializzato per diventare simbolo, non tanto degli ideali e degli obiettivi irraggiungibili, quanto dell’opacità e del potere sindacale. Chi conosce anche il più remoto cantuccio della confederazione guidata da Guglielmo Epifani giura che - al pari di quelli delle altre centrali sindacali - il bilancio della Cgil nel suo complesso in realtà non esiste. E che per pesare tutte le attività economiche della Corso d’Italia Spa ci si debba rassegnare a spulciare la bellezza di 2. 500 documenti contabili. Ogni categoria ha il suo. E ogni livello centrale di una federazione va moltiplicato per le mille stratificazioni territoriali

Tutti i dati ovviamente confluiscono alla centrale romana, ma la sintesi è conservata gelosamente come il peggiore dei segreti. Non è nemmeno messa nero su bianco per evitare fughe di notizie. Perché è nota la resistenza dei sindacati a qualsiasi tentativo di rendere pubblica la loro contabilità.

«Profitti» in tempi di crisi. È meno conosciuto, invece, il piglio aziendale con il quale il primo sindacato del Paese gestisce le sue risorse economiche. Un’amministrazione oculata che, per fare un esempio recente, ha portato l’ultimo bilancio confederale - quello, tanto per intenderci, che riguarda solo il palazzo di Corso d’Italia, non tutto il sindacato - in attivo per 643mila euro. Un piccolo «profitto» per la testa del sindacato, firmato dal riservatissimo tesoriere Lodovico Sgritta, contro un rosso che l’anno precedente era di 560mila euro, realizzato in tempi decisamente grami per famiglie e imprese.

Epifani come Bombassei. Nonostante tutto non è impossibile farsi un’idea di quanto valgono le attività economiche di Corso d’Italia e delle sue controllate. Un miliardo all’anno è una delle ultime stime, mai smentita. Tanto per farsi un’idea è quanto fattura una multinazionale del made in Italy come la Brembo di Alberto Bombassei, delegato alle relazioni industriali per Confindustria, controparte di Epifani in più di una trattativa. Solo che la Cgil non produce sofisticati sistemi di frenaggio. Vende tessere. Poi fornisce servizi per conto dello Stato, pagati profumatamente dal contribuente. Si serve di «lavoro» pagato dalla pubblica amministrazione attraverso i distacchi retribuiti. Infine sfrutta ogni possibilità di finanziamento pubblico: dai fondi per l’editoria, al cinque per mille passando per i «gettoni» di presenza in vari organismi pubblici.

Il caro tessera. A sostenere il primo sindacato italiano sono soprattutto i 5. 604. 741 aderenti (dato 2007). Il costo della tessera che pagano al momento dell’iscrizione e le trattenute che ogni mese si ritrovano in busta paga. La percentuale per il momento varia da categoria a categoria, ma presto potrebbe essere uniformato e, per molti, aumentare. Nella relazione dell’ultima conferenza di organizzazione è scritto chiaramente. Per il 2008 è in agenda «la realizzazione dell’obiettivo di generalizzare la quota dell'1% di contribuzione per chi si iscrive alla Cgil». In questo modo al sindacato arriverebbero circa 600 milioni. Per il momento la confederazione si deve accontentare di una cifra che si dovrebbe aggirare intorno ai 400 milioni di euro l’anno; 250 milioni che provengono dai 2, 7 milioni di lavoratori attivi iscritti e altri 140 milioni dai 2, 8 milioni di pensionati che pagano quote di iscrizione e contributi sindacali più bassi.

Come un commercialista. Non c’è vertice organizzativo della Cgil dedicato alla pecunia, al quale non partecipi anche «l’area servizi». Perché il sindacato che più si oppone all’idea del sindacato di servizio, cara invece alla Cisl, è in realtà quello che incassa la fetta più consistente di risorse pubbliche per svolgere compiti dello Stato in sussidiarietà. Ad esempio dal Fisco. Perché ormai non c’è dichiarazione dei redditi che non possa passare dai Centri di assistenza fiscale. Ai Caf di Epifani, secondo le stime fatte da Giuliano Cazzola, vanno 38 milioni sui 186 milioni totali che i centri, generalmente emanazione di un sindacato o di un’associazione, incassano. Poi c’è il «contributo volontario» che l’interessato versa ai Caf, che può arrivare a 25 euro, nel caso in cui non sia iscritto al sindacato, e che ha portato ai centri circa 175 milioni di euro. Se le proporzioni sono rispettate alla Cgil toccano circa una trentina di milioni. Un’altra decina vanno invece per la compilazione del cosiddetto redditometro (l’Ise e l’Isee) per le famiglie che hanno diritto a prestazioni sociali, per il quale lo stato versa nel complesso circa 45 milioni di euro l’anno.

Monopolio sui pensionati. C’è poi il capitolo patronati, che presidiano il ricchissimo mercato dell’assistenza per le pratiche con gli istituti previdenziali, l’Inps in primo luogo. E che si occupano anche di sanità. Le scartoffie per richiedere la pensione passano praticamente tutte da questi centri di assistenza. Una torta da 400 milioni l’anno, della quale la Cgil, tramite il suo patronato che si chiama Inca, si aggiudicherebbe circa 80 milioni l’anno.

Lavoro gratis. Non poteva mancare nella «Cgil corporate», una gestione più che efficiente delle risorse umane. Il sindacato di Epifani spicca anche nella classifica dei distacchi retribuiti nella pubblica amministrazione. Un diritto che, una volta «monetizzato», si trasforma in un affare milionario per i sindacati che possono contare su forza lavoro gratuita. O meglio, a spese del contribuente. In tutto i distaccati della Cgil sono circa 1. 134. E le giornate lavorative «sottratte» agli uffici dove lavoravano circa 330mila. Approssimativamente, dei 120 milioni l’anno che lo Stato «paga» ogni anno per i distacchi sindacali (senza contare i permessi retribuiti), la Cgil si aggiudica un bonus-lavoro gratis da 32 milioni di euro.

Varie ed eventuali. Insomma, se si materializzasse il bilancio della Cgil, tutte questa voci di finanziamento, pubblico e privato, sarebbero le più pesanti. Perché valgono più di 600 milioni di euro. Ma poi ce ne sarebbero molte altre. Ad esempio tutto il capitolo della formazione. Con i fondi europei e le trattenute in busta paga dello 0, 30 per cento. Qualche decina di milioni in quota Cgil, visto che nel complesso la partita della formazione vale 200 milioni di euro. I contributi all’editoria delle società controllate che editano la galassia dei media targati Cgil, dalla gloriosa Rassegna sindacale alla nuovissima Articolo uno, la web radio di Epifani. Ci sono le società partecipate dalla Cgil che offrono servizi ai Caf. A voler essere cattivi si potrebbero conteggiare anche i gettoni di presenza che percepiscono i sindacalisti. Se fossero asset di una azienda, ma anche emanazioni di un partito politico potremmo pesare tutte queste attività. Un obbligo alla trasparenza che riguarda tutti, tranne i sindacati.

Anonimo ha detto...

Ecco il documento più segreto di questi anni: il bilancio consolidato della Cgil, il primo sindacato dei pensionati e dei
lavoratori italiani.
Chiesto a gran voce e sempre negato, l'ha scovato con pazienza ItaliaOggi grazie alla collaborazione di
www.croxing.it, la nuova banca dati di tutte le società iscritte nei registri delle camere di commercio.
I conti alla fine tornano, e anzi il fatto che un sindacato facendo l'imprenditore non debba arricchirsi potrebbe essere un
fiore all'occhiello. Ma c'è un segreto. Il vero bilancio sarebbe in rosso. Senza le plusvalenze immobiliari. È stato grazie ad
operazioni straordinarie che il Guglilemo Epifani-imprenditore non ha dovuto vedersela con i sindacati ed aprire in
qualche caso vertenze aziendali rognosette. Operazioni bene note agli immobiliaristi, non così lontane da quelle che
hanno riempito le cronache finanziarie negli ultimi anni, nel segno di Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto e compagnia.
Operazioni di scuola, intendiamoci, e consentite dalla legge, non ci si riferisce a quelle che hanno fatto finire nei guai
giudiziari la compagnia dei furbetti.
La Cgil si è limitata a vendere terreni e fabbricati con operazioni piuttosto complesse. Nelle sola Milano si è trovato un
milione di euro di plusvalenza grazie alla cessione di un terreno che alla fine tornerà in parte al suo iniziale proprietario,
con tanto di immobile-sede costruito. Così si è fatto il bilancio, nonostante la voracità del fisco cui è stata rimandata la
consegna del dovuto (spalmata su più anni).Senza le operazioni straordinarie Epifani avrebbe avuto un profondo rosso,
nonostante il buon andamento del settore della consulenza fiscale (Caaf e dintorni), il cui fatturato è interamente
garantito dallo stato. Per il prossimo anno, si vedrà. Intanto la maggioranza che sostiene il governo ha già lanciato una
ciambella non indifferente.
Un emendamentino di inizio estate ha infatti assicurato ai sindacati un contributo sempre in perdita per lo Stato: il
pagamento di tutte le dichiarazioni dei redditi residuali (lo stato paga 14,5 euro anche se da quelle non incassa nulla),
che era stato eliminato due anni fa. Fieno in cascina per i tempi di magra. Ma anche un buon elemento per i prossimi
confronti diretti fra leader sindacali e confindustriali. Fra imprenditori un po' assistiti ci si potrà capire al volo...
Nell'agosto 2007 sono 151 le società per azioni o società a responsabilità limitata riconducibili al primo sindacato italiano dei
pensionati e dei lavoratori. Altre 75 società risultano ancora in portafoglio, ma da tempo è stata decisa la loro liquidazione.
L'azionista di controllo è la Cgil nazionale, azionisti di minoranza sono le federazioni locali, in qualche caso il socio più
forte è una Camera del lavoro territoriale o una delle federazioni nazionali di settore (Fiom, Fisac, Spi, etc...). Le 151
società secondo i dati più aggiornati hanno un capitale sociale di 27 milioni di euro, che rappresenta l'investimento iniziale
della Cgil (e continuativo, visti i non brillanti risultati di bilancio). In media hanno 19 dipendenti, e in tutto ne risultano
2.880. Un piccolo esercito che contribuisce al raggiungimento dei 239 milioni circa di fatturato registrato nel 2006.
Ogni lavoratore produce un fatturato di oltre 83 mila euro all'anno, cifra tutt'altro che trascurabile, ma non in grado di fare
quadrare i conti della holding. Formalmente il consolidato si chiuderebbe con un piccolo utile, da 5.352 euro. Ma la
maggioranza assoluta delle società controllate, 76 su 151, ha chiuso il 2006 con un rosso spesso nemmeno trascurabile.
E la gestione reale non brilla dando un'occhiata più approfondita ai singoli bilanci, come Italia Oggi farà nei prossimi
giorni.
Perché gran parte di fatturato e utili vengono da un solo settore: quello della consulenza fiscale. I Caaf e i centri servizi
fiscali collegati sono di fatto totalmente assistiti dalle convenzioni a prova di bomba con l'Agenzia delle entrate. Se si
toglie quel fatturato il bilancio consolidato sarebbe in rosso di 1,2 milioni di euro. Ma il rosso sostanziale sarebbe in realtà
ancora più profondo. Perché a tenere a galla i conti finanziari della holding Cgil ci pensano le immobiliari controllate,
società che di solito non producono reddito (tanto più se captive come nel caos Cgil: molte sono sedi messe a
disposizione delle stesse strutture del sindacato). Ma nel 2006 alcune operazioni di finanza straordinaria hanno inciso sul
conto economico consolidato in misura rilevante.
In tutto si tratta di circa 3 milioni di euro, la fetta più grossa derivante dalla plusvalenza da 1 milione di euro di una sola
società, l'Immobiliare Volturno di Milano che ha ceduto un terreno rinviando ai prossimi esercizi il pagamento della gran
parte del dovuto al fisco. Operazioni non dissimili a quelle fatte (certo su ben più larga scala) negli scorsi anni da quegli
immobiliaristi che non sembravano esattamente i principali modelli del sindacato e dei suoi leader.
Ma fare la vita dell'imprenditore è dura, come Epifani & c. dimostrano di avere provato sulla propria pelle, e non si può
andare troppo per il sottile. Tanto più se - come la Cgil - il rischio imprenditoriale viene assunto ad ampio raggio. Le 151
società sono attive infatti in ben 11 settori merceologici. Si va dal fisco, alla consulenza, alle professioni intellettuali, al
turismo, all'editoria, al mattone, allo spettacolo.
da: www.dagospia.com

Anonimo ha detto...

il boss Mike Gravano seg.reg.cgil campania è coinvolto in tanti affari/trastolelle nel Porto di Napoli.
Ecco perchè ha premiato il Federico Libertino.
Federì ringrazia comunque la "fotografa"

Anonimo ha detto...

ma allora per fare il sindacalista bisogna essere come voi o come quelli di cui denunciate le malefatte ,davvero sconcertante,che dire? Mi fate davvero schifo ,vivete tutti sulle spalle dei lavoratori e sono certo che pochissimi di voi sanno cosa e' davvero il lavoro ed il lavorare,andate a quel paese SCHIFOSI!!!!!

Anonimo ha detto...

Per noi,un vero "generale" della Cgil campana è e rimane il compagno Ciro Crescentini.
Un uomo coraggioso, intelligente, onesto, bravo professionalmente.
Un compagno che non ha fatto un passo indietro, è rimasto coerente e non ha avuto paura del Boss di Via Torino. Ha denucniato il sistema di complicità tra la Cgil Campana e gli ispettorati sul lavoro.
Un compagno che ha pagato sul piano personale. Lo hanno licenziato. Buttato sul lastrico con una figlia da mantenere.Sì, proprio licenziato,ed a differenza dei padroni, lo hanno licenziato senza giusta causa.La Cgil ha avuto la possibilità di poterlo fare perchè non è vincolata dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Bello, vero?
Hanno cercato di essere anche magnanimi. Gli avevano proposto un lavoro di "impiegato d'ordine" presso la Cassa Edile di Napoli ed un incentivo.
Ma, Ciro è rimasdto coerente ed a quanto pare non molla.
E continua con le sue azioni giudiziarie. Il prossimo mese di Dicembre è stata fissata in Tribunale l'udienza di merito che dovrà discutere del suo licenziamento.
I vari Gravano,Sannino,e monnezza varia sono piccoli insetti di fronte al carisma di Ciro.
Per screditarlo, negli ultimi anni lo consideravano "pazzo", "psicopatico". Non avevano argomenti per attacvcarlo. Perchè Ciro era unico, diverso da loro che erano e rimangono una banda di delinquenti.
Noi amici e compagni di Ciro non ci stancheremo mai di denunciare e smascherare la Banda autoreferenziale che si definisce "difensori dei lavoratori" e faremo di tutto per aiutare la magistratura ad apriore finalmente una "mani pulite" nella Cgil.

Anonimo ha detto...

Ancora una volta la Cgil che non ha proclamato un'ora di sciopero contro il Governo Prodi adesso per ripicca organizza scioperi politici illudendosi di usarci come massa per le sue manovre.
Sulla scuola per esempio.
Le maestre non rischiano tagli agli stipendi né licenziamenti. La ministra è stata esplicita su questo, ma la disinformazione corre sui media e, peggio ancora, viene diffusa scorrettamente nelle scuole da sindacati e docenti militanti a sinistra per diffondere il panico e alimentare la protesta senza riscontri nella realtà. Viene contestato il principio chiave del progetto formativo della scuola primaria, cioè l'affidamento a un maestro unico o più esattamente a un "maestro prevalente".


È questa infatti l'innovazione più originale, anche rispetto al 1990, anno in cui venne varata, con l'attiva complicità dei sindacati, l'introduzione dei "moduli "scolastici per salvaguardare l'occupazione dei docenti, minacciata dal decremento demografico.

In sostanza, il "maestro prevalente" garantisce la titolarità unica del programma di istruzione, con l'apporto di altri docenti (di educazione fisica, di informatica, di inglese, di musica, doposcuola, ecc.) E, ovviamente, non sono mai stati mesi in discussione gli insegnanti di sostegno per i portatori di handicap. Con questa diversa organizzazione scolastica si potrà garantire una responsabilità unitaria dell'insegnamento nella scuola elementare consentendo un incremento del 50% del tempo pieno (e sappiamo quanto ci sia bisogno dell'allungamento del tempo scolastico, anche per favorire le donne lavoratrici) e un risparmio stimato in circa un miliardo 395 milioni di euro l'anno.

Una cifra considerevole, visto che negli ultimi dieci anni i costi della scuola sono lievitati del 33%, senza che la qualità dell'istruzione sia in alcun modo migliorata. È vero, il piano prevede un esubero di 87 mila docenti (65 mila solo nella scuola elementare) nell'arco di tre anni. Ma nessuno, ripetiamo, sarà licenziato. Si promuoveranno pensionamenti anticipati e una utilizzazione diversa degli insegnanti, sempre nell'ambito del sistema formativo, rinviando nel tempo l'inserimento di nuovi docenti.Ovviamente come tutte le innovazioni anche questa sta provocando malumori e frustrazioni, soprattutto fra tutti coloro che puntavano allo "stipendio fisso" nella scuola pubblica: ma lo "stipendificio" non può essere la funzione prevalente del nostro sistema formativo. La coraggiosa Gelmini ha ereditato una scuola al collasso, caratterizzata da troppi progetti di riforma, mai realmente realizzati, da sprechi, privilegi assurdi, dall'assenteismo e dal lassismo di troppi docenti, "protetti" da sindacati corporativi e/o fortemente ideologici, coperti per quieto vivere da dirigenti scolastici compiacenti.In questi giorni molti genitori dicono: ma non esistono tre maestri, al massimo ne contiamo uno e mezzo: sì, perché ogni giorno il maestro/a cambia,per ferie, riposi, malattie o permessi. È facile intuire quale confusione e disorientamento determina tutto questo nei bambini di 6-10 anni. Inutile poi sottolineare la battaglia di retroguardia di molti docenti (appoggiati dalla Cgil) per difendere storici privilegi: ammantano (inesistenti) principi pedagogici per giustificare il "plurimaestro" ,che arricchirebbe il bagaglio formativo dei bambini. Ma anche l'Ocse ha promosso la qualità dell'istruzione di altri paesi dove esiste, con soddisfazione di famiglie e alunni, un solo docente.



I CADUTI SUL LAVORO..