lunedì 29 ottobre 2007

IL COMITATO DI GARANZIA DELLA CGIL CAMPANIA:ERA INFORMATO DEI FATTI!!

.(Dallo Statuto della Cgil) ..."Ogni intervento tendente a condizionare l’operato e il giudizio del Comitato di garanzia, esercitato sia sull’intero Comitato che sui singoli componenti, è considerato violazione grave e lesiva dell’autonomia e dell’indipendenza di questa funzione.
Esso comporta obbligatoriamente l’attivazione di un’indagine specifica promossa direttamente dal Comitato interessato o da quello superiore....."
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"Alla data odierna il sottoscritto è ancora senza incarichi di lavoro e senza mansioni e si trova in condizioni molto delicate - alla luce delle denunce presentate all'ispettorato del lavoro - con i conseguenti problemi riguardanti l'incolumità fisica personale. Il sottoscritto chiede al Presidente del Comitato di Garanzia della Cgil campania nell'ambito delle sue competenze di intervenire e di indagare con la massima urgenza per il ritiro immediato del provvedimento illeggittimo ed in merito ai fatti accaduti".
E' lo stralcio di una nota firmata da Ciro Crescentini dirigente e dipendente della Fillea Cgil di Napoli inviata il 3 Luglio 2007 a mezzo Raccomandata A/R all'organismo disciplinare interno della Cgil Campania. Ciro era ancora dipendente e dirigente della Fillea Cgil.
Ciro chiese un urgentissmo intervento al Comitato di Garanzia della Cgil della Campania. Ma non non ha mai ricevuto alcuna risposta. Il suo isolamento si fa sempre più inquietante.
Il 21 Settembre del 2007 gli perviene la lettera di licenziamento,"la risoluzionedel rapporto fin qui intercorso". Un licenziamento senza motivo. Un provvedimento illeggittimo.
L'8 Ottobre 2007, quindici giorni dopo il licenziamento ed a distanza di tre mesi dalla richiesta di un'urgentissimo intervento si fa vivo il Comitato di Garanzia della Cgil della Campania. In una nota si dichiara "non competente" nell'esaminare le richieste avanzate da Ciro.
Il Comitato di Garanzia se ne lava le mani e trasmette gli atti al "Collegio di Verifica" della Fillea nazionale.
Una vera e propria omissione. Un insabbiamento camuffato attraverso una nota burocratica.
Fonti attendibili ci confermano che l'organismo disciplinare della Cgil Campania si è comportato diversamente e con molta solerzia, nell'accogliere nel giro di una settimana segnalazioni - a distanza di quindici giorni dal licenziamento - fatte da Michele Gravano segretario generale della Cgil Campania e da Giovanni Sannino segretario generale della Fillea Cgil di Napoli.
Sembra che i due esponenti sindacali accusino Ciro di "aver leso l'immagine della Cgil e dei suoi iscritti per le dichiarazioni rese alla stampa subito dopo il licenziamento e per "la fitta corrispondenza interna che ci sarebbe stata negli ultimi mesi tra Ciro e la segreteria della Fillea di Napoli".
Praticamente Sannino e Gravano si comportano peggio dei caporali bracciantili!!
Hanno deferito un lavoratore che si è difeso per la tutela dei suoi diritti ed ha espresso pubblicamente le sue opinioni contro un ingiusto licenziamento che gli era stato comminato.
Ovviamente, in questo caso, Il Comitato di Garanzia della Cgil della Campania si guarda bene nel trasmettere gli atti al Collegio di Verifica della Fillea Nazionale.
Apre subito un'istruttoria....
Praticamente si attiva una procedura disciplinare nei confronti di Ciro dopo il suo licenziamento!!
Il CGR della Campania agisce sotto dettatura di Michele Gravano.
L'80% dei suoi componenti sono uomini di Michele Gravano.
Un vero e proprio condizionamento esterno. Una palese violazione dello Statuto della Cgil.
Una fonte maliziosa ci dice che alcuni componenti del CGR sono distaccati in alcuni dipartimenti con legge 300 e non vogliono fare un torto al Capo per non subire ritorsioni o ritornare sui posti di lavoro.
Una sentenza già scritta e già dettata. Come quelle sentenze emesse dai tribunali dell'inquisizione e delle "repubbliche delle banane" dove gli avvocati "d'ufficio" si rimettevono alla volontà della corte...
In questo caso si rimettono alla corte di Michele Gravano!!!
Lo scopo? Fanno ventilare il provvedimento di espulsione per condizionare Ciro in modo che rinunci all'azione legale intrapresa c/o la magistratura del lavoro contro il licenziamento ingiustamente comminatogli e ritratti tutte le dichiarazioni rese al PM Francesco Curcio.
La domanda....nasce spontanea.
Si può attivare una procedura disciplinare dopo un licenziamento?
Si può attivare una procedura disciplinare per un compagno che ha semplicemente denunciato corruzione ed illegalità?
Perchè il segretario generale della Cgil di Napoli Peppe Errico, tace?
Perchè i vertici nazionali della Cgil tacciono?
Chi dirige la Cgil della Campania?
Poveri lavoratori!!!
Ciro non mollare. Ciro ricordati di resistere, resistere, resistere!!!

mercoledì 24 ottobre 2007

UN'ALTRA PERSONA INFORMATISSIMA DEI FATTI: MICHELE GRAVANO SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL CAMPANIA




Un'altra persona informatissima dei fatti - che dovrà rispondere del proprio operato alla magistratura napoletana - è Michele Gravano il segretario generale della Cgil Campania. Il nostro compagno Ciro lo ha sempre informato di tutto quanto accadeva nella Fillea di Napoli.
Decine le note inviatagli a mezzo lettere raccomandata a/r.
Gravano passerà alla storia come "organizzatore di convegni".
Sono costati tanto sul piano economico alla nostra organizzazione.
Gravano ne ha organizzati tanti sulla legalità, la camorra.
Solo chiacchiere...
Solo occasioni per mettersi in mostra, farsi notare dal Governatore Antonio Bassolino o per lanciare "segnali" ai vertici nazionali della Cgil nazionale..
Ecco una prova:
Il 26 Luglio di quest'anno il nostro compagno Ciro Crescentini invia una nota a mezzo lettera raccomandata a/r ai vertici della Cgil Campania e napoletana, alla Fillea Nazionale e alla Fillea di Napoli.
Ecco una sintesi:
"Mi corre l'obbligo informarvi su quanto è avvenuto sul territorio di Casoria.
A seguito del crollo del tetto della scuola media "Cardinale Maglione"- avvenuto per fortuna alle cinque del mattino - l'ente appaltante dei lavori (Comune di Casoria) rescisse il contratto di appalto con l'impresa esecutrice.
I 36 lavoratori - tutti iscritti alla Fillea Cgil - furono licenziati in modo pretestuoso e strumentale dal titolare dell'impresa di Afragola(sempre Afragola!!).
I lavoratori assistiti dall'Avvocato Paola Esposito dell'Ufficio Legale della Cgil impugnarono i licenziamenti attivando la procedura d'urgenza prevista dall'articolo 700 del codice di procedure civile.
I ricorsi furono accolti dai magistrati e furono stabiliti anche i risarcimenti economici.
Nel contempo - continua Crescentini nella nota - il sottoscritto avviava un confronto con il Prefetto Gaetano Piccolella Commissario Prefettizio del Comune di Casoria - nominato a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche - per indire una nuova gara d'appalto per l'affidamento della manutenzione delle scuole ed inserire nel capitolato d'appalto una clausola per la salvaguardia dei livelli occupazionali di almeno il 50% dei lavoratori precedentemente impegnati.
Il Prefetto Gaetano Piccolella accolse la proposta della Fillea Cgil.
La gara fu indetta. Presentarono le offerte quattro aziende (tra cui l' impresa a cui fu rescisso il contratto).
Nel frattempo - sostiene Ciro nella nota - si verificavano episodi gravissimi.
Il titolare ed il consulente dell'impresa attuavano forti pressioni sui lavoratori per indurli a rinunciare a quanto stabilito dai magistrati del lavoro.
Alcuni lavoratori inviarono all'Avvocato Paola Esposito "lettere di rinuncia" in formato standard. L'azienda - continua Crescentini nella nota - fece intravvedere ai lavoratori la "certezza" di vincere la gara per la manutenzione con le inevitabili "conseguenze per tutti coloro che non avrebbero rinunciato ai risarcimenti economici".
LA NOTA DI CIRO CONTINUA
"Il sottoscritto, l'Avvocato Esposito ed il responsabile della Cgil della Zona di Casoria Antonio Andreozzi provvedevano ad informare il Commissario del Comune di Casoria Prefetto Gaetano Piccolella il quale nominava presidente della commissione esaminatrice per l'affidamento dell'appalto della manutenzione il Dr. Maurizio Casamassima Vice Questore del Commissariato di PS di Afragola.
Il Prefetto invitava il sindacato a presentare formale denuncia.
L'Avvocato Paola Esposito provvedeva ad informare i vertici della Fillea Cgil e della Cgil"....
A tutt'oggi la denuncia non è stata ancora formalizzata dai vertici della Fillea Cgil e della Cgil Campania.
Nel frattempo Ciro è stato licenziato senza motivo dalla Fillea Cgil.
Ed è rimasto solo.
A rischio la sua incolumità fisica dopo l'ennesima e coraggiosa denuncia presentata al Prefetto Gaetano Piccolella.
La Fillea Cgil di Napoli e la Cgil della Campania si sono assunti una grave responsabilità.




lunedì 22 ottobre 2007

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FILLEA NAZIONALE FRANCO MARTINI E' PERSONA INFORMATA DEI FATTI....




"Caro Franco, la compagna Anna De Biase dopo avere denunciato pubblicamente con me le gravi illegalità nel cantiere di Pompei, nel corso di un convegno organizzato a Napoli dalla Fillea Cgil e dal Nidil, riceveva minaccie telefoniche, gravi intimidazioni ed insulti anonimi. Di ciò è anche a conoscenza il segretario generale della Fillea di Napoli".
E' lo stralcio di una lunga nota firmata congiuntamente da Ciro Crescentini dirigente della Fillea Cgil e da Anna De Biase Coordinatrice Provinciale della Fillea Restauro che fu inviata a Franco Martini segretario generale della Fillea Nazionale il 27 Novembre 2006 a mezzo corriere Dhl.
Martini non si degnò nemmeno di rispondere.
Ciro ed Anna tentarono di contattarlo telefonicamente.
Martini rifiutò di parlare con loro. "E' impegnato in una riunione" - disse la segretaria.
Abbiamo visto come si è conclusa la storia: Ciro è stato licenziato senza motivo, il Martini lo ha accusato di stare "fuori dalle regole dell'organizzazione" e di essere un "guerrigliero romantico". Martini ha giustificato il licenziamento di Ciro sostenendo che gli era "scaduto il mandato".
Ricordiamo che Ciro era un dipendente della Fillea Cgil.
Anna è stata costretta ad andare via dalla Fillea Cgil di Napoli insieme a circa settanta restauratori e si è dimessa anche dagli organismi nazionali dell'organizzazione di categoria.
Martini, qualche giorno fa è venuto a Napoli esprimendo "solidarietà" a Sannino......
La vicenda sarà esaminata dalla magistratura penale e civile. Un'inchiesta è stata aperta dal PM Francesco Curcio.
Ciro Crescentini ha impugnato il licenziamento.
Altri stralci della nota inviata a Franco Martini:
"Abbiamo trovato sulla scrivania del nostro segretario generale Giovanni Sannino una copia della denuncia ricevuta a mezzo fax dall'ispettorato del lavoro e protocollata a mano da loro persona preposta con numero d'ingresso 2015 e data 30/10/2006. Non appena ci siamo resi conto che tale documento era sicuramente fuoriuscito dall'ispettorato del lavoro di Napoli e quindi della situazione di disagio in cui versavamo, è stata inviata una missiva al nostro segretario generale Giovanni Sannino ed a tutti i componenti della segreteria per l'apertura di un'indagine interna. Te ne alleghiamo copia affinchè tu possa trarne le opportune considerazioni e decidere le eventuali azioni, anche tenendo conto che la Fillea di Napoli ha come Garante del Trattamento dei dati sensibili sia interni che esterni, il compagno Ciro Nappo.
In considerazione del fatto che il firmatario della denuncia allegata è il sottoscritto(Ciro Crescentini) e che la compagna Anna De Biase ha ricevuto minaccie telefoniche e che al momento nessuna ispezione è stata fatta in quei cantieri, ti chiediamo, se da te ritenuto opportuno, l'intervento del Ministero del Lavoro affinchè apra un'indagine presso l'Ispettorato del Lavoro di Napoli in merito alla gravissima mancanza di tutela della privacy e sicurezza verso il dirigente sottoscritto, la compagna Anna De Biase, nonchè tutti i lavoratori coinvolti, mettendo così a repentaglio la nostra sicurezza fisica e di quelli addetti ai lavori".
La nota così si concludeva:
" Siamo certi, Caro Franco, che il tuo intervento sarà immediato rendendoci disponibili sin da ora per un incontro con te ove riterrai più opportuno per fornirti altra documentazione ed anche tutte le spiegazioni che riterrai necessarie per risolvere la annosa e delicata situazione nella quale sia io che la compagna Anna ci troviamo a vivere e lavorare"...

venerdì 19 ottobre 2007

CIRO CRESCENTINI E' STATO LICENZIATO PERCHE' HA TOCCATO 'O SISTEMA CANTIERI CHOC



Gli operai senza cinture...



(I fili elettrici nell'acqua)

(Gli immigrati dormivano nel cantiere)

Osservate queste foto. Alla vigilia del Primo Maggio di quest'anno, il compagno Ciro Crescentini dirigente e lavoratore dipendente della Fillea Cgil di Napoli e la compagna Anna De Biase coordinatrice provinciale della Fillea Restauro vengono contattati da un gruppo di operai immigrati rumeni e napoletani impegnati in un cantiere di ristrutturazione ubicato sul territorio di Casandrino (VEDI FOTO), un Comune a Nord di Napoli ad alto rischio con forte presenza di organizzazioni camorristiche.
I lavoratori si iscrivono alla Fillea e chiedono al compagno Ciro di intervenire.
Il compagno Ciro informa Sannino della questione.
Sannino, come al solito fa orecchie da mercante.
Ciro ed Anna decidono di intervenire.
Telefonano al 117 della Guardia di Finanza e concordano con i baschi verdi un intervento coordinato sul posto.
Le foto del cantiere si commentano da sole.
Lavoro nero, sfruttamento di immigrati e di minorenni. Undici operai edili lavoravano senza diritti, sicurezza e dignità. Tre immigrati. Sono rumeni. Dormono all’interno del cantiere tra i detriti ed i tubi innocenti. Nel cantiere operava anche un ragazzo di sedici anni.
L’impresa esecutrice, la Bioedilizia di Afragola(grande elettore del Governatore Antonio Bassolino).
Tutti i lavoratori non percepivano la busta paga, non erano registrati all’Inps, Inail e Cassa Edile. Non erano dotati delle attrezzature di protezione antinfortunistica. Caschi, guanti, scarpe antiscivolo un optional.
Le impalcature erano montate in maniera inadeguata violando le normative di legge.
Le macchine impastatrici del cemento collegate da cavi elettrici a diretto contatto con chiazze d’acqua.
I finanzieri raccolgono le denunce dei lavoratori ed avviarono un'azione giudiziaria contro il titolare della ditta.
Ciro ed Anna contattano l'ente appaltante dei lavori. Vengono bloccati i SAL(Stati di Avanzamento dei Lavori) a garanzia del credito vantato dagli operai. L'appalto viene rescisso. L'ente appaltante indice una nuova gara e fa assumere i lavoratori da un'altra ditta.
Il comandante locale della Guardia di Finanza si complimentano con l'intelligente lavoro svolto da Anna e da Ciro. La Fillea di Napoli tace.
Neanche una telefonata a Ciro e Anna. Qualche mese dopo Ciro Crescentini viene di nuovo sollevato dagli incarichi. Il 21 Settembre Ciro Crescentini viene licenziato(vedi lettera).
Il motivo? "scadenza di mandato"... Una stupida e ridicola giustificazione che per giorni Sannino, Martini e Gravano hanno fornito alla stampa e alle strutture territoriali Fillea.
Ciro non era un distaccato ma un dipendente della Fillea Cgil.
In Italia ed in Campania, nelle strutture Fillea Cgil, ci sono centinaia di dipendenti Fillea Cgil (ex segretari generali ed ex componenti di segreteria) con "mandati scaduti" che continuano giustamente ad operare in quanto dipendenti.
La verità è una sola: Ciro è stato silurato perchè ha colpito alcuni santuari del "sistema campano"...
Al fianco di Ciro stanno scendendo in campo artisti, professionisti, intellettuali, lavoratori, politici, società civile.
Oltre 400 firme raccolte fino ad oggi.
Al fianco di Sannino sono scesi in campo una decina di segretari generali di categoria della Cgil, il segretario generale della Fillea Nazionale ed un addetto di segreteria del Governatore Antronio Bassolino.
La Cgil nazionale tace.
Attende le decisioni della magistratura del lavoro..

martedì 16 ottobre 2007

IL CANTIERE DI POMPEI E QUELLE LETTERE COSTRETTE A FIRMARE LE RESTAURATRICI...



PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE UNA DELLE CINQUE LETTERE COSTRETTE A SOTTOSCRIVERE LE RESTAURATRICI IMPEGNATE NEL CANTIERE DI POMPEI DIPENDENTI DELL'IMPRESA VALENTINO E DELLA SOCIETA' AC RESTAURI(SUBAPPALTO DI VALENTINO)

Alla Soprintendenza Archeologica di Pompei

Alla AC Restauri - Napoli

e p.c Fillea Cgil - Napoli

La sottoscritta (omissis) nata a Napoli(omissis) il(omissis) e residente in(omissis) regolarmente assunta dall'Impresa AC Restauri Srl sita in Napoli, con cantiere in Pompei Scavi, avendo appreso di una segnalazione pervenuta in Soprintendenza con accuse non meglio precisate a carico dell'impresa stessa

Dichiara

che, per quanta la riguarda è estranea a quella segnalazione, che ripudia e per il resto e per quello che sa, non ha nulla da lamentare e pretendere su come viene trattata e retribuita e su come si lavora in cantiere.

Napoli, Pompei 17 Ottobre 2006 (Firma omissis)

N.B - Quel cantiere fu segnalato al City Manager di Pompei Luigi Crimaco dal segretario generale della Fillea Cgil di Napoli Giovanni Sannino. Era il 13 Ottobre 2006. Il funzionario "rassicurò" Sannino con una nota inviatagli il 19 Ottobre 2006. Dopo alcuni giorni Crimaco concluse l'inchiesta: non aveva rilevato irregolarità!!Le lettere "sottoscritte" dalle restauratrici erano già pervenute in Fillea. Sannino non presentò altre denunce. Il nostro compagno Ciro, informato dei fatti, denunciò la vicenda durante un convegno sui beni culturali promosso qualche giorno dopo a S.Maria La Nova-Napoli - in presenza di Mauro Macchiesi della segreteria nazionale della Fillea Cgil - Sannino tentò con atteggiamenti autoritari ed in modo plateale di impedire che Ciro ne parlasse. Anche il Sig. Mauro Macchiesi non voleva che Ciro parlasse. Il 30 Ottobre 2006 il compagno Crescentini inviò un esposto alla sezione lavoro della Procura della Repubblica di Napoli ed al Capo dell'Ispettorato del Lavoro segnalando una decina di cantieri(tra i quali quello di Pompei). Quell'esposto lo ritrovò qualche giorno dopo sulla scrivania di Giovanni Sannino con tanto di numero di protocollo d'ingresso dell'ispettorato del lavoro. Ciro chiese a Sannino di aprire un'inchiesta interna. Sannino, solo dopo alcune settimane, dichiarò per iscritto che quel documento gli era consegnato da Luigi Petricciuolo componente della Camera del Lavoro di Napoli il quale lo aveva ricevuto dai vertici dell'ispettorato del lavoro che si erano lamentati per le "troppe denunce presentate dal compagno Ciro".. Il compagno Crescentini fu costretto a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli denunciando i vertici dell'Ispettorato per violazione della privacy e del segreto istruttorio. E' stata aperta un'inchiesta. Se ne occupa il PM Francesco Curcio. Ciro nel frattempo è stato licenziato dalla Fillea Cgil senza motivo...

domenica 14 ottobre 2007

L'INCHIESTA DI "PANORAMA", IL CANTIERE DI POMPEI ED IL LICENZIAMENTO DI CIRO CRESCENTINI...



(ARTICOLO PUBBLICATO DAL SETTIMANALE PANORAMA SABATO 13 OTTOBRE NELLE EDICOLE)
Pompei, a 20 metri di altezza si rischia la vita tra i turisti visite guidate.
Quando il 18 settembre 2007 Raffaele Giusto, operaio di 51 anni, è precipitato da un ponteggio alto 8 metri, ha ringraziato la Madonna di casa, quella di Pompei. Certo, ha riportato un trauma alla colonna vertebrale, ha perso tanto sangue da naso e bocca, ma se l’è cavata con una prognosi di 35 giorni.
Il caso, però, è assai curioso poiché sia i colleghi sia il titolare della ditta, Giuseppe Valentino, hanno giurato e spergiurato, come un sol uomo, che Giusto «indossava il casco di protezione, le scarpe da lavoro antinfortunistica e l’imbracatura anticaduta».
Risulta però difficile precipitare a peso morto da 8 metri in presenza dell’annunciata imbracatura anticaduta.
È un dubbio che assale anche i carabinieri degli scavi.
L’operaio stava infatti lavorando al restauro della casa di Trebius Valens, nel pieno dell’area archeologica, un appalto da 500 mila euro assegnato dalla soprintendenza, che fa capo direttamente al ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli.
Però Pietro Giovanni Guzzo, il soprintendente in questione, se n’è lavato le mani.
Al quotidiano Il Mattino il suo ufficio stampa ha precisato che «la responsabilità è a totale carico della ditta esecutrice dei lavori di restauro. Ditta esterna alla soprintendenza».
Proprio un anno fa la casa di Trebius Valens fu al centro di un’altra aspra polemica.
Il segretario della Fillea-Cgil di Napoli, Giovanni Sannino, attaccò pubblicamente la soprintendenza poiché, era la tesi di Sannino, «affida lavori di restauro ad aziende che non rispettano il contratto nazionale di lavoro e girano illegittimamente i lavori in subappalto».
E però Pompei è indagabile a vista.
Basta passeggiarvi per scoprire elettricisti che toccano grovigli di fili scoperti senza guanti e scarpe di sicurezza. O turisti a rischio cantiere.
E, ancora, muratori che mangiano nel capanno degli attrezzi e giocano con i randagi pulciosi che da mesi bivaccano sui monumenti.
Basta entrare nel sito archeologico.
Dalla biglietteria è possibile ammirare un gruppo di manovali che senza alcuna protezione (casco, tuta, imbracatura) lavorano a 20 metri d’altezza, su un trespolo di legno che sta in piedi per miracolo e regge un argano che andava bene ai tempi degli antichi romani. Ecco qui a fianco la cartolina da Pompei. Chiunque, tra i 2,7 milioni (benedetti) visitatori annuali, può spedirla.
Come ha fatto Panorama. (C.P.)
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Quel cantiere di Pompei è stato denunciato il 30 Ottobre 2006 attraverso un esposto alla Procura della Repubblica - Sezione Lavoro ed al Capo dell'Ispettorato di Napoli Dott. Sergio Trinchella dal compagno Ciro Crescentini dirigente della Fillea Cgil di Napoli. Quell'esposto fu ritrovato, qualche settimana dopo, sulla scrivania di Giovanni Sannino segretario generale della Fillea Cgil di Napoli. Sannino sostenne di averlo avuto da Luigi Petrucciuolo della segreteria della Cgil di Napoli il quale dichiarò di averlo ricevuto dall'Ispettorato del Lavoro che si lamentava delle troppe denunce del compagno Crescentini. Quel cantiere non è mai stato visitato dall'ispettorato del lavoro. Il nostro compagno Ciro, nel frattempo, è stato licenziato.
Lavoravano nello stesso cantiere le cinque restauratrici, le quali, qualche settimana prima avevano segnalato a Sannino illegalità contrattuali e buste paga irregolari.
Sannino avvisò il City Manager di Pompei Luigi Crimaco. Il funzionario della Soprintendenza assicurò Sannino che sarebbe stata aperta un'indagine. Fu avvisato il direttori dei lavori il quale a sua volta informò l'impresa Valentino di Afragola.
Le cinque restauratrici furono convocate dal datore di lavoro e costrette a detrattare su tutto sottoscrivendo un documento indirizzato alla Fillea Cgil di Napoli ed alla Soprintendenza.
Il City Manager di Pompei telefonò Sannino e gli comunicò che l'inchiesta era conclusa e non era state rilevate irregolarità.
Lo stesso Sannino qualche giorno dopo, durante un convegno sui beni culturali promosso a Napoli - presente Mauro Macchiesi della Fillea Nazionale - cercò di impedire al nostro compagno Ciro che parlasse della vicenda. Ci sono almeno trenta persone disposte a testimoniare!!!
Il segretario generale della Fillea di Napoli ha rilasciato ipocrite dichiarazioni a Panorama (e qualche giorno fa) all'Agenzia Ansa, sostenendo di "avere attaccato la Soprintendenza di Pompei poichè affida i lavori ad imprese che non rispettano i contratti".
Una bella faccia tosta, un modo per salvarsi l'anima e qualcosa altro...
Il subappalto in quel cantiere era illegale. Sannino sapeva tutto. Lo sapeva anche qualche altro componente della segreteria responsabile Fillea di zona.
Ma sarà la magistratura a fare chiarezza...

giovedì 4 ottobre 2007

LA FILLEA CGIL DI NAPOLI LICENZIA:INTERROGAZIONI PARLAMENTARI DI TURIGLIATTO E BURGIO AL MINISTRO DEL LAVORO.


La Dott.ssa Stefania Bontempi ci ha inviato le interrogazioni parlamentare del Senatore Franco Turigliatto di Sinistra Critica e da Alberto Burgio del Partito dei Comunisti Italiani presentata in data odierna al Ministro del Lavoro sul licenziamento del dipendente della Fillea Cgil di Napoli Ciro Crescentini


INTERROGAZIONE DEL SENATORE FRANCO TURIGLIATTO SUL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE E SINDACALISTA DELLA CGIL DI NAPOLI CIRO CRESCENTINI


Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale –
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il signor C. Crescentini, funzionario del sindacato Fillea-CGIL di Napoli, è stato licenziato dall'organizzazione nella quale aveva militato e ricoperto ruoli dirigenti da ben 25 anni, con un forte impegno nella denuncia delle irregolarità nel settore edilizio, provocando stupore e sconcerto tra i lavoratori e nell'opinione pubblica campana; appare opportuno ricordare nel dettaglio i precedenti che hanno condotto a tale misura inusitata all'interno di un'organizzazione sindacale, come da memoria diretta dell'interessato:
«In data 30 ottobre 2006, il sottoscritto inviava Denuncia all’Ispettorato del Lavoro di Napoli – att. Dr. Trinchella – e alla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Lavoro - per richiedere tempestivi interventi ispettivi in determinati cantieri, mai oggetto di precedenti denuncie.
In data 23 novembre, il sottoscritto inviava missiva, Prot. CC/100/2006, al segretario Generale della Fillea CGIL di Napoli – Sig. Giovanni Sannino – avente per oggetto: “Richiesta di apertura indagine interna” in merito al ritrovamento sulla sua scrivania di una copia della Denuncia del 30 ottobre 2006 ricevuta a mezzo fax dall’Ispettorato del Lavoro, protocollato in ingresso con numero 2015 e data 30.10.2006, da persona preposta alle ore 11,36.
In data 30 novembre 2006, il sottoscritto riceveva brevi mani missiva Prot. 113001/2006-SG/ag da parte del Segretario Generale – Sig. Giovanni Sannino – il quale mi informava “di aver ricevuto copia del fax appartenente all’Ispettorato del Lavoro – direttamente dal Segretario della Camera del lavoro di Napoli Sig. Luigi Petriccuiolo, a sua volta informato dal Responsabile dell’Ispettorato di Napoli che lamentava continue e reiterate medesime segnalazioni” .
In data 30 novembre, il sottoscritto, non ritenendo soddisfacente nel merito e nella forma la risposta del Segretario Generale del 30.11.2006, inviava ulteriore missiva Prot. CC/101/2006, nella quale esponeva il proprio dissenso e informandolo che avrebbe provveduto ad integrare apposita Denuncia alla Procura della Repubblica, Atto Den 5630/06 del 04.12.2006 .
In data 30 novembre 2006 il Segretario Generale Sig. Giovanni Sannino, inviava ai Compagni/e della Segreteria Provinciale ed ai Compagni, Cacace Gennaro, Crescentini Ciro, Giustiniani Ciro, Pistaferri Gennaro ed Energico Giuseppe, missiva Prot. 113002/2006-SG/ag, ove informava che “qualsiasi iniziativa verso le Istituzioni, Enti, Stazioni Appaltanti, Enti Bilaterali ed Istituti che a vario titolo afferiscono ai nostri settori produttivi deve essere sottoposta a conoscenza preventiva della Segreteria Generale”. Missiva dal sottoscritto ricevuta brevi mani in data 05.12.2007
.
In data 03 gennaio 2007 ore 12,30 il sottoscritto riceve brevi mani una missiva datata 27 dicembre 2006 da parte del Segretario Generale Giovanni Sannino, di seguito il contenuto:
“In virtù delle prerogative che mi derivano dall’essere segretario generale e quindi primo responsabile della Fillea di Napoli, informati tutti i livelli dell’Organizzazione, ritengo sospese le tue attuali incombenze vertenziali in fieri e t’invito ad astenerti dal promuovere qualsiasi iniziativa, rappresentazione e pronunciamento esterne, per nome e per conto della Fillea di Napoli sui temi della categoria e non. Ti esorto ad agevolare, senza soluzione di continuità e senza creare dannosi contraccolpi, la consegna delle vertenze di cui ti stai occupando alla Segreteria. T’invito a ritenerti a disposizione della struttura. Ti saranno comunicate una volta individuate, le giuste, opportune, coerenti, e mi auguro condivise soluzioni che si riterrà opportuno adottare. Nel frattempo svolgerai attività di accoglienza logistico-aziendale presso le sedi di Casoria e di Frattamaggiore, garantendo il presidio delle stesse con copertura quotidiana e settimanale.” Su tale missiva il sottoscritto appone la dicitura “contesto nella forma e nel contenuto la procedura ed il provvedimento adottato”.
In data 5 gennaio 2007 il sottoscritto invia missiva al Segretario Generale Giovanni Sannino chiedendo chiarimenti in merito al provvedimento disciplinare inflittogli, informandolo che esso è completamente illegittimo, privo di ogni e qualsiasi fondamento e lo esorta pertanto a revocarlo ed a restituirgli immediatamente Carichi di lavoro e Responsabilità, altresì chiarendo anche la propria posizione in merito all’equivoco nato circa la Denuncia all’Ispettorato del lavoro del 30 ottobre 2006 e conseguente Denuncia Integrativa alla Procura della Repubblica del 04.12.2006, affermando quindi che le proprie azioni sono state coerenti con l’incarico che ricopre e la volontà ferma di rimanere al servizio della Fillea CGIL.
In data 18 gennaio il sottoscritto riceveva brevi mani missiva datata 12 gennaio 2007, da parte del Segretario Generale Giovanni Sannino che accoglieva il chiarimento e lo forniva a sua volta, revocando quindi il Provvedimento Disciplinare, affermando “io ritengo ripristinate le tue responsabilità ed incombenze vertenziali, non ancora consegnare”.
Al contempo però, continuando ad affermare di voler trovare una soluzione di lavoro“esterna alla Fillea” al sottoscritto. Contestualmente in pari data il sottoscritto consegnava brevi mani missiva datata 16 gennaio 2007 al segretario generale Giovanni Sannino in cui ribadiva nuovamente la propria volontà a continuare a lavorare in Fillea CGIL, col pieno carico di Responsabilità affidategli ed a revocare la sospensione inflittagli con missiva del 27 dicembre 2007.
Il sottoscritto continua a svolgere regolarmente la propria attività lavorativa, nel rispetto delle regole da ben sette mesi dal Provvedimento Illegittimo poi completamente revocato.
Improvvisamente e senza che nulla lo facesse presagire, il sottoscritto in data 30 giugno 2007 riceve raccomandata a.r. Prot. 062702-2007/SG dal Segretario Generale Giovanni Sannino, questo il testo integrale:
“Con riferimento a quanto convenuto nella lettera del 12 gennaio u.s. e a te consegnata in pari data e con la quale si confermava l’impegno a ricercare proposte per dare soluzione di continuità il tuo rapporto in essere con la Fillea di Napoli, informati i livelli dell’Organizzazione, ottenuto il pieno mandato dalla Segreteria, su mia proposta, sussistendo oggi le condizioni per procedere in tal senso, considerati a disposizione dell’Organizzazione e ritieniti disponibile ad una tua collocazione esterna alla Fillea.
Ti saranno comunicate, per le vie brevi, modalità, tempi. Nel frattempo ti esorto ad agevolare la consegna delle vertenze di cui ti occupi alla Segreteria.”
In data 5 Luglio 2007, il sottoscritto viene contattato dal responsabile del dipartimento organizzativo della Fillea Cgil di Napoli e gli viene proposto una “collocazione esterna” presso un ente bilaterale, ovvero presso la Cassa Edile di Napoli mansione di terzo livello ed un incentivo economico di centocinquantamila euro. Il sottoscritto rifiuta le proposte per due ragioni: la prima perché la Cassa Edile è un organismo di mutuo soccorso finanziato con i contributi dei lavoratori edili. Eventuali nuove assunzioni presso quest’ente devono tenere prioritariamente figli e vedove dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro. La seconda, perché non è giusto utilizzare risorse dell’organizzazione sindacale provenienti da contributi sindacali e da quote di servizio per “incentivi economici” in favore dei dirigenti sindacali.
In data 21 Settembre il sottoscritto riceve una lettera datata 14 Settembre firmata dal segretario generale della Fillea Cgil di Napoli avente come oggetto la risoluzione del rapporto di lavoro a decorrere dal 24 Settemebre 2007 ed esonerato dal prestare attività nel periodo di preavviso. Al sottoscritto gli veniva comunicato che gli sarebbe stato corrisposto il trattamento di fine rapporto»;
tale vicenda si inserisce in un clima di resistenza all'applicazione di norme più severe di controllo sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, previste dalle recenti modifiche di legge ed auspicate da tutte le più alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica, dovendosi constatare l'inarrestato stillicidio quotidiano di infortuni ed omicidi bianchi, dovuti principalmente alle irregolarità presenti soprattutto nel settore edile, si chiede di sapere:se il Ministro in indirizzo non ritenga che nella specifica vicenda del licenziamento del sindacalista C. Crescentini sussistano fondati sospetti di possibili pressioni da parte di imprese datoriali sull'operato degli istituti ispettivi preposti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale;se non intenda aprire un'indagine interna al fine di accertare dette eventuali interferenze e in ogni caso intervenire per chiedere una sospensione del provvedimento di licenziamento, in attesa dei necessari accertamenti.
Franco Turigliatto
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE (ON.BURGIO)
Al Ministro del Lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che:
Ciro Crescentini ha lavorato per venticinque anni come sindacalista della Fillea-Cgil di Napoli;
il 24 settembre scorso la Fillea ha comunicato a Crescentini la decisione, non motivata né argomentata, di rescindere il suo contratto di lavoro;
Crescentini ritiene che all’origine del suo licenziamento vi sia una denuncia, da lui presentata nel novembre 2006 presso l’Ispettorato del Lavoro di Napoli, per richiedere – come ha affermato in un’intervista recentemente rilasciata ad un organo di stampa nazionale – «tempestivi interventi ispettivi in determinati cantieri mai oggetto di precedenti denunce»;
tale denuncia non ha avuto alcun esito e nessun ispettore ha mai visitato i cantieri segnalati; al contrario, Ciro Crescentini ha ritrovato, nelle scorse settimane, l’esposto presentato (e protocollato, come risulta dalla segnatura in calce al documento stesso) sulla scrivania di Giovanni Sannino, segretario della Fillea-Cgil di Napoli, che ha riferito di averlo ricevuto da Luigi Petricciuolo, componente della segreteria provinciale della Camera del Lavoro, il quale, a sua volta, lo avrebbe ricevuto dal Responsabile dell’Ispettorato di Napoli, il quale – riferisce Crescentini – si sarebbe lamentato del numero eccessivo di denunce presentate dal sindacalista;
pare discutibile, a giudizio dell’interrogante, che Sannino, invece di presentare una denuncia per violazione del segreto istruttorio, abbia diffuso una circolare per precisare che, da quel momento in poi, qualsiasi iniziativa verso le istituzioni sarebbe dovuta essere sottoposta alla conoscenza preventiva della segreteria generale;
Crescentini, in un’intervista al quotidiano Liberazione, afferma di aver ricevuto da parte della Fillea-Cgil una offerta di buonuscita pari a 150.000 euro con l’intenzione di convincerlo ad accettare di buon grado l’interruzione del rapporto di lavoro; nella stessa intervista, Ciro Crescentini afferma di aver ricevuto anche un’offerta di lavoro, da parte della Cgil, per un posto di impiegato alla Cassa Edile, notoriamente un organismo paritetico non di proprietà della Cgil;
il sindacalista ha immediatamente impugnato, sul piano legale, il licenziamento – : quale sia il giudizio del Ministro interpellato in relazione alla vicenda in parola e alla richiesta, avanzata da numerosi lavoratori e delegati sindacali in un appello recentemente prodotto, di reintegrare Ciro Crescentini al proprio posto di lavoro.
On. Alberto Burgio

mercoledì 3 ottobre 2007

I DISTACCHI NON RETRIBUITI E CONTRIBUTI FIGURATIVI. UNA TRUFFA AI DANNI DELL'INPS?



Ci è pervenuta una lettera di un impiegato dell'Inps che volentieri pubblichiamo.

Cari gestori del blog "Il Mattone Selvaggio",
sono un impiegato dell'Inps di Napoli.
Ho seguito con attenzione la vicenda del sindacalista dipendente della Fillea Cgil di Napoli.
Sono rimasto sconcertato dalle dichiarazioni del segretario generale della Fillea nazionale e dei dirigenti locali.
Hanno volutamente detto un sacco di cazzate.
Ma le loro cazzate rischiano di tramutarsi in un boomerang. Sapete perchè? Perchè Crescentini non era un distaccato che era stato chiamato a ricoprire incarichi esecutivi ovvero espletare il mandato per otto anni nella segreteria.
Se fosse stato così, Ciro dopo l'incarico in segreteria, doveva ritornare nella sua azienda della quale è dipendente.
"L'azienda di appartenenza" di Crescentini , da venticinque anni, era la Fillea di Napoli!!
Molti sindacalisti, invece, distaccati dalle aziende (vere o presunte) senza retribuzione ai sensi della legge 300/70 da oltre trent'anni godono di contributi figurativi e continuano a rimanere in Cgil.
Costoro furono chiamati ad espletare cariche e mandati esecutivi, da tempo quei "mandati" non li espletano più perchè scaduti e quindi dovevano rientrare nelle aziende di appartenenza.
In Campania ed in altre regioni italiane dovrebbero rientrare nelle aziende di appartenenza centinaia di dirigenti sindacali!!!
Alcuni si sono fatti assumere (perchè il distacco non retribuito negli ultimi anni è stato limitato per legge) altri continuano a godere del privilegio.
Continuano a mantenere il distacco dalle proprie aziende e beccarsi i contributi figurativi sapete perchè?
Perchè la Cgil ha inventato per i sindacalisti "mansueti" e yesman responsabilità in "dipartimenti", "direzione di zone" e coglionate varie (che non sono affatto cariche esecutive) facendole passare per "cariche esecutive" ma che di esecutivo non hanno nulla!!
Una vera e propria truffa ai danni dell'Inps.
La magistratura dovrebbe indagare anche su questo!!!!
Ciro, invece, una volta espletato il mandato esecutivo era rientrato in "azienda" e gli era stato formalmente affidato con tanto di delibera della segreteria della Fillea di Napoli la direzione dello Sportello Mobbing.
Semmai, lo si poteva mettere in mobilità (sempre nell'ambito della Cgil) proponendogli la possibilità di fare esperienza in altre categorie.
Signori, Ciro è stato silurato e licenziato perchè qualcuno non voleva che frequentasse la Fillea e la Cgil.
Ho la netta sensazione che i sindacalisti ovvero i camorristi di Via Torino si apprestavano a fare delle cose e non volevano avere tra le palle un sindacalista scomodo ed onesto.
Ciao a tutti ed un sincero "in bocca al lupo" per Ciro.
G.d.S


PS/ UNA DOMANDA PER FRANCO MARTINI: QUANDO TI SCADRA' IL MANDATO DI SEGRETARIO GENERALE ANDRAI ANCHE TU IN UN ENTE BILATERALE O TORNERAI NELLA TUA AZIEDA DI PROVENIENZA?



I CADUTI SUL LAVORO..