lunedì 22 ottobre 2007

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FILLEA NAZIONALE FRANCO MARTINI E' PERSONA INFORMATA DEI FATTI....




"Caro Franco, la compagna Anna De Biase dopo avere denunciato pubblicamente con me le gravi illegalità nel cantiere di Pompei, nel corso di un convegno organizzato a Napoli dalla Fillea Cgil e dal Nidil, riceveva minaccie telefoniche, gravi intimidazioni ed insulti anonimi. Di ciò è anche a conoscenza il segretario generale della Fillea di Napoli".
E' lo stralcio di una lunga nota firmata congiuntamente da Ciro Crescentini dirigente della Fillea Cgil e da Anna De Biase Coordinatrice Provinciale della Fillea Restauro che fu inviata a Franco Martini segretario generale della Fillea Nazionale il 27 Novembre 2006 a mezzo corriere Dhl.
Martini non si degnò nemmeno di rispondere.
Ciro ed Anna tentarono di contattarlo telefonicamente.
Martini rifiutò di parlare con loro. "E' impegnato in una riunione" - disse la segretaria.
Abbiamo visto come si è conclusa la storia: Ciro è stato licenziato senza motivo, il Martini lo ha accusato di stare "fuori dalle regole dell'organizzazione" e di essere un "guerrigliero romantico". Martini ha giustificato il licenziamento di Ciro sostenendo che gli era "scaduto il mandato".
Ricordiamo che Ciro era un dipendente della Fillea Cgil.
Anna è stata costretta ad andare via dalla Fillea Cgil di Napoli insieme a circa settanta restauratori e si è dimessa anche dagli organismi nazionali dell'organizzazione di categoria.
Martini, qualche giorno fa è venuto a Napoli esprimendo "solidarietà" a Sannino......
La vicenda sarà esaminata dalla magistratura penale e civile. Un'inchiesta è stata aperta dal PM Francesco Curcio.
Ciro Crescentini ha impugnato il licenziamento.
Altri stralci della nota inviata a Franco Martini:
"Abbiamo trovato sulla scrivania del nostro segretario generale Giovanni Sannino una copia della denuncia ricevuta a mezzo fax dall'ispettorato del lavoro e protocollata a mano da loro persona preposta con numero d'ingresso 2015 e data 30/10/2006. Non appena ci siamo resi conto che tale documento era sicuramente fuoriuscito dall'ispettorato del lavoro di Napoli e quindi della situazione di disagio in cui versavamo, è stata inviata una missiva al nostro segretario generale Giovanni Sannino ed a tutti i componenti della segreteria per l'apertura di un'indagine interna. Te ne alleghiamo copia affinchè tu possa trarne le opportune considerazioni e decidere le eventuali azioni, anche tenendo conto che la Fillea di Napoli ha come Garante del Trattamento dei dati sensibili sia interni che esterni, il compagno Ciro Nappo.
In considerazione del fatto che il firmatario della denuncia allegata è il sottoscritto(Ciro Crescentini) e che la compagna Anna De Biase ha ricevuto minaccie telefoniche e che al momento nessuna ispezione è stata fatta in quei cantieri, ti chiediamo, se da te ritenuto opportuno, l'intervento del Ministero del Lavoro affinchè apra un'indagine presso l'Ispettorato del Lavoro di Napoli in merito alla gravissima mancanza di tutela della privacy e sicurezza verso il dirigente sottoscritto, la compagna Anna De Biase, nonchè tutti i lavoratori coinvolti, mettendo così a repentaglio la nostra sicurezza fisica e di quelli addetti ai lavori".
La nota così si concludeva:
" Siamo certi, Caro Franco, che il tuo intervento sarà immediato rendendoci disponibili sin da ora per un incontro con te ove riterrai più opportuno per fornirti altra documentazione ed anche tutte le spiegazioni che riterrai necessarie per risolvere la annosa e delicata situazione nella quale sia io che la compagna Anna ci troviamo a vivere e lavorare"...

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah ecco perchè l'ufficio stampa della Fillea Nazionale ha aiutato la redazione romana di "Panorama" per l'inchiesta sul lavoro nero. Martini doveva recuperare la faccia.
Ah ecco perchè Andrea Righi ha inviato a tutti un sms invitando a compare "Panorama".
Ah ecco perchè è stato contattato Sannino sulla vicenda di Pompei.
Sannino doveva rilasciare l'intervista sostenendo che era stato lui a fare la denuncia a Pompei per non avere problemi con la magistratura.
Si era dimenticato di un particolare.
La denuncia vera l'aveva presentata il nostro compagno Ciro Crescentini.
Quindi anche l'inchiesta di Panorama è stato un autogol per Martini, Sannino e compagnia bella!!!!!!

Anonimo ha detto...

Dunque in Italia (la Calabria ne è emblema) la meritocrazia è morta. Un gioco gigantesco di potere ruota attorno alle raccomandazioni. E’ enormemente chiaro perché il precariato viene allargato all’infinito dal nuovo regime omologato e i Caruso di turno sono crocifissi. Perché col precariato cresce la massa di coloro che, deboli e privi di diritti, possono essere ricattati e vilipesi dal potere. Se non sei figlio di "Qualcuno" e un lavoro lo vuoi, ti resta solo la speranza che "Qualcuno" ti raccomandi e da lui dipenderà la tua sopravvivenza, la possibilità di farti una famiglia, di contrarre un mutuo, di comprarti una macchina.. in una parola: di vivere. Ma chi gestisce la raccomandazioni e può farti avere un lavoro, vuole qualcosa in cambio: una tangente mensile, una succubanza vile, il tuo voto... Tu sei derubato di quel che ti spetta e sei ricattato da una classe al potere che nessun uomo sano di mente eleggerebbe ma che troppi per opportunismo o per necessità sono costretti a mantenere, per vivere. Tu disoccupato, tu allevatore, tu commerciante, tu imprenditore sei soggetto a un ricatto, un pizzo. Ci vorrebbe a questo punto un Montezemolo che, per amor di coerenza, come ha chiesto a Confindustria siciliana di cacciare chi paga il pizzo alla mafia, chiedesse ugualmente di cacciare chi paga il pizzo politico. Ma qui c’è silenzio. Non si minaccia coloro con cui spartisci, a cui garantisci il voto in cambio di riduzioni dei diritti dei lavoratori. Qui il pizzo è consenziente e interessato alla pari, ecco l’ipocrisia che domina i moralisti di turno Così come l’ipocrisia domina questi Mastella che vanno alla messa papale, questi Cuffaro che fanno i pellegrinaggi ai luoghi santi, questi Saladino e Formigoni di Comunione e Liberazione, questi Casini paladini della cristianità, che stanno tutti, nei fatti, a favore di coloro che il Cristo lavoratore contribuiscono a strangolarlo e ricattarlo sul suolo di Calabria, sul suolo di Sicilia, sul suolo d’Italia.

viviana

Anonimo ha detto...

(Dal Blog di Piero Ricca)
La notizia l’avrete letta, è sui giornali di oggi. L’inchiesta “Why not” su cui stava lavorando Luigi De Magistris, sostituto procuratore a Catanzaro, è stata avocata dalla procura generale. In pratica, per la seconda volta, gli hanno tolto il fascicolo. Motivo dichiarato: poiché in quell’inchiesta è finito come indagato il ministro Mastella, che ha promosso un provvedimento disciplinare per De Magistris, quel magistrato non sarebbe più idoneo a portare avanti l’inchiesta. Il metodo dell’avocazione è ben noto alla peggiore storia italiana: quando un magistrato alzava troppo la testa, la gerarchia lo rimetteva in riga. Il motivo dichiarato configura un interessante precedente: se una persona indagata denuncia il suo accusatore può togliergli l’indagine. Non era riuscito a Previti, riesce ora a Mastella. E’ l’evoluzione della specie. Essere ministro della giustizia e nel contempo persona indagata per gravi reati, al contrario, è considerato compatibile, anzi normale. E’ la devastazione dell’etica pubblica. Che non era e non è solo di matrice berlusconiana. Naturalmente l’inchiesta di De Magistris sulle ruberie dei fondi europei in Calabria - il vero scandalo di cui si preferisce non parlare - non dà fastidio solo a Mastella. Tocca un santuario trasversale di interessi forti, coperto anche dall’ignavia e dalla complicità di una parte della magistratura calabrese. Questo è il motivo sostanziale tanto della richiesta di trasferimento quanto dell’avocazione dell’inchiesta. E a questo punto fa bene De Magistris a parlare con chiarezza all’opinione pubblica, come ha fatto ieri in diverse interviste. Anche perché, dopo l’isolamento di solito arrivano le pallottole o il tritolo, come lui stesso ricorda.
La questione non è tecnico-giuridica, ma politico-istituzionale. Dovrebbero affrontarla con urgenza Presidente della Repubblica e Consiglio superiore della magistratura. E non guasterebbe una parola di chiarezza dagli esponenti dell’attuale maggioranza, Veltroni e Prodi in testa.
Come cittadini non possiamo fare altro che manifestare il nostro dissenso. E dobbiamo far questo. Le avocazioni di giustizia non devono passare sotto silenzio. Vorrebbe dire dargliela vinta.
Occorre una manifestazione per dire che siamo con De Magistris e con gli altri magistrati (non la magistratira in sé, sia chiaro) ancora convinti che la giustizia dev’essere indipendente dalla politica e la legge uguale per tutti.

Anonimo ha detto...

Qui serve un sindacato per i sindacati… Siamo al paradosso!

Fa piacere però sapere che tra i sindacalisti ci sono ancora persone che hanno la volontà di andare “contro” per far si che la legalità ne esca vittoriosa… Fino ad oggi si sono visti solo sindacalisti servi e bramosi di riconoscimenti.

Andare contro persino ai sindacati, è segno di grande autonomia intellettuale.
I miei migliori auguri al Sig Crescentini che, spero, il futuro saprà premiare come merita.

Maurizio
Zigolo.net

Anonimo ha detto...

IL SINDACATO E’ UN’OLIGARCHIA SCHIFOSA CHE SI SPACCIA PER RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI. ULTIMA VERGOGNA E’ LA VOTAZIONE SUL WALFARE. NESSUNO CI HA MAI SPIEGATO DI COSA SI TRATTASSE. LA PERCENTUALE DI VOTANTI E’ STATA RIDICOLA E LE VOTAZIONI ERANO TRUCCATE!!!!!!! TRUCCATE!!!!!!
LA CUPOLA DELLA TRIPLICE SINDACALE E’ UN’ASSOCIAZIONE DI TRUFFATORI LEGATI CON QUESTO SCHIFOSO SISTEMA DI POTERE. UN VERO BORDELLO, PRIVO DI SENSO, AUTOREFERENZIALE, UN’OLIGARCHIA PRIVA DI DEMOCRATICITITA’. SONO UN LAVORATORE, E DA DECENNI VEDO NEL SINDACATO SOPRUSO, CLIENTELISMO, SCAMBIO DI FAVORI, VENDITA DI MERCE UMANA ECCETERA. v……..o

Anonimo ha detto...

Ciò che sta succedendo in questi giorni evidenzia ancora di più, ammesso che ce ne fosse bisogno, lo stato di “EMERGENZA DEMOCRATICA” in cui versa l’Italia, soprattutto due fatti stanno catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica e vanno acuendo le preoccupazioni di chi ha a cuore la “VERA” libertà: 1) il disegno di legge sull’editoria e 2) l’inchiesta di Catanzaro.
I campi specifici di competenza dei due casi sono ovviamente quelli dell’”INFORMAZIONE” e della “GIUSTIZIA”, eppure noi insistiamo a ritenere che se comunque non si comincia per prima cosa a togliere “OSSIGENO” (leggi “SOLDI”) ai “POTERI FORTI”, qualsiasi essi siano, ad ogni livello operino, dovunque si annidino e che tutto condizionano, le cose in Italia non cambieranno mai…

Anonimo ha detto...

UNA LETTERA DEL FRATELLO DI PAOLO BORSELLINO A BEPPE GRILLO

"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato." Salvatore Borsellino

Anonimo ha detto...

GUARDATE CHE FRANCO MARTINI E' INFORMATO ANCHE DELLA PARENTOPOLI E DI TUTTE LE SCHIFEZZE CHE SI FANNO NEGLI ENTI BILATERALI. FINO AD OGGI NON HA FATTO UN C...O

Anonimo ha detto...

Come mai l'assessore al lavoro della Regione Campania Corrado Gabriele tace? Come mai? Eppure, lui doveva coordinare gli ispettori.
Come mai il Corrado Gabriele non ha preso posizione sulla vicenda di Ciro?
Semplice!!!Lui è notoriamente amico di Gravano. Sapeva da tempo che Ciro sarebbe stato licenziato.
Secondo me bisogna parlare anche un po della formazione professionale della Regione Campania....scuole edili, ctp, smile..ecc.ecc.
La gestione delle risorse sulla sicurezza, la pubblicità sui mass media....
Il Corrado gabriele è comunista? Se lui è comunista non siamo papalini!!!

Anonimo ha detto...

sono un operaio della net service.hop saputo che c'è un accordo tra il capo del personale e cgil, cisl e uil sul riconoscimento delle rappresentanze sindacale aziendale. hanno detto che non riconoscono altri sindacati non firmatari del contratto nazionale, I QUALI HANNO DETTO CHE SONO PRONTI A RICONOSCERE IL CONTRATTO. bene.SE VOGLIONO UN REGIME DI MONOPOLIO allora io non voglio più pagare la quota di adesione contrattuale. se nel prossimo semestre si prendono i miei soldi dalla cassa edile li vada a denunciare alla magistraTURA

Anonimo ha detto...

Se un operaio non è iscritto a cgil, cisl e uil non deve essere obbligato a versare la quota di servizio sindacale contrattuale. Il contratto del legno, quello dei metalmeccanici prevedono atti volontari da parte dei lavoratori.
credo che bisogna contattare un buon avvocato e se è il caso presentare un esposto alla magistratura.
se ho capito bene, tony si è iscritto ad un sindacato che non fa parte della triplice, l'azienda non vuole riconoscere quel sindacato, nonostante che quel sindacato riconosca il ccnl dell'edilizia. allora, scusate, perchè tony deve essere obbligato a versare la quota di adesione sindacale contrattuale che viene ripartita tra cgil, cisl, uil?

Anonimo ha detto...

guardate che sannino e nappo pensano di fare i furbi. vogliono impedire che i lavoratori si autorganizzano e giocano di sponda con i capi del personale. allora, dico, perchè non presentare una bella denuncia, un esposto, alla magistratura e facciamo aprire una bella inchiesta sulle assunzioni negli enti bilaterali in campania? nessuno ancora ha avuto quest'idea. facciamo nomi e cognomi dei figli e parenti assunti.

Anonimo ha detto...

sul settimanale online IUSTITIA l'elenco delle adesioni pervenute fino ad oggi al Comitato napoletano per il reintegro di Ciro Crescentini
il sito di iustitia è: www.iustitia.it

Anonimo ha detto...

sul sito nazionale di Rifondazione Comunista e di Piero Ricca è stato pubblicato l'appello del Comitato Crescentini di Firenze

Anonimo ha detto...

Consultate www.iustitia.it.

Anonimo ha detto...

Il silenzio totale della "triplice" sulla vicenda Crescentini è più esplicito di mille parole

Anonimo ha detto...

Il limite � di una evidenza estrema.

Crescentini faceva, sia pure in modo ottimo e nell�esclusivo interesse dei lavoratori edili, il "sindacalista di mestiere".

Nel senso che era per questo stipendiato dalla Fillea/Cgil.

E� quindi evidente che, nel suo caso, la battaglia per la riassunzione va equiparata ad analoghe battaglie contro i datori di lavoro, i "padroni" e quindi, nello specifico, bisogna considerare la Cgil appunto come datore di lavoro, come "padrone" vero e proprio.

Che, oltretutto, a differenza dei "padroni" propriamente detti, non � nemmeno soggetta all�Art.18.

E� infatti inutile ipotizzare un eventuale passaggio, nello stesso ruolo, di Crescentini ad un sindacato autorganizzato ( tipo Cobas o Cub) per il semplice motivo che queste organizzazioni non hanno "sindacalisti di mestiere".

R.

Anonimo ha detto...

"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana" (Giovanni Falcone)

Anonimo ha detto...

LE PREVIDENZE, LE PROVVIDENZE E LE PREVEGGENZE DEI SINDACALISTI CONFEDERALI IN B.N.L.

Decisamente non si può dire che i massimi dirigenti dei sindacati confederali non siano “previdenti” nonché “provvidenti”, in qualche caso anche “preveggenti”.

Non ci riferiamo soltanto a qualche assunzione, in Artigiancassa o direttamente in Bnl, di generi e figli “piezz’e core” di cui ci siamo occupati precedentemente ma qualcosa di certamente meno episodico se non addirittura “scientifico”.

Ad esempio, l’appalto assicurativo della Cassa Sanitaria non direttamente con Unipol ma con un brocker romano agente di questa assicurazione, ha fruttato per nove anni – oltre a probabili “prebende” economiche - una pletora di assunzioni, presso lo stesso brocker, di figli di consiglieri della stessa Cassa ( sia di estrazione sindacale che membri-banca) che di dirigenti sindacali confederali.

Se a questo aggiungiamo che i sindacalisti confederali che, come altre centinaia di colleghi, usufruiscono del pensionamento incentivato, riceveranno non lo stock economico deciso dall’Azienda per i comuni mortali, bensì 200.000 Euro netti, in tasca, al portatore comprendiamo l’afflato amoroso che li ha sempre legati ai “manovratori”.

E il bello è che questa cifra è già stata concordata non soltanto per i sindacalisti confederali che andranno in pensione alla fine dell’anno corrente ma anche per quelli che lasceranno il servizio nei prossimi anni.

Non dimentichiamo poi certamente quello che è avvenuto con gli appalti per le manutenzioni degli immobili del Fondo Pensioni Bnl.

“ Paris, toujour Paris” …… “Il mio regno per un cavillo” ……

Anonimo ha detto...

e i fondi europei per la formazione che vanno a finire all'ARCI ?



I CADUTI SUL LAVORO..