lunedì 9 luglio 2007



LA QUESTIONE MORALE, IL MEZZOGIORNO E LA FILLEA CGIL.....
La CGIL di Gioia Tauro, la Fillea Calabria e del territorio di Gioia Tauro, ''appresa la notizia del presunto coinvolgimento del Delegato della Fillea di Gioia Tauro nell'operazione condotta dalla polizia di Reggio Calabria sulle infiltrazioni ed estorsioni della ndrangheta negli appalti pubblici della SA-RC, hanno provveduto nell'immediato alla sospensione cautelativa dello stesso dagli organismi dell'organizzazione''. ''Nel ribadire - spiega la Cgil in una nota - il nostro impegno quotidiano per combattere e contrastare come sempre gli effetti degenerativi del mondo degli appalti ,esprimiamo fiducia e sostegno al lavoro della magistratura affinche' faccia piena luce su questi fenomeni di illegalita' diffusa negli appalti pubblici''.
Il sindacalista arrestato e' Noe' Vazzana

13 commenti:

Anonimo ha detto...

VI TRASCRIVO LA NOTIZIA DATA DAL TELEGIORNALE REGIONALE DELLA CALABRIA....
Le principali cosche della fascia tirrenica reggina e vibonese avevano messo le mani sugli appalti per i lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria sia estorcendo il 3% del valore dei lavori alle imprese aggiudicatarie, sia imponendo il ricorso a societa' di riferimento per la fornitura di materiale e servizi. Un affare da svariate decine di milioni di euro stroncato dalla squadra mobile di Reggio Calabria, che stamani ha arrestato 15 persone, e dalla Dia, che ha sequestrato cinque societa' riconducibili a persone legate alle cosche per un valore di 12 milioni di euro. Le famiglie del reggino e del vibonese, di fatto, si erano alleate per la spartizione del denaro proveniente dagli appalti pubblici. E cosi' nell' inchiesta coordinata dalla Dda reggina figurano i nomi dei Mancuso di Limbadi (VIbo Valentia), dei Pesce di Rosarno, dei Piromalli di Gioia Tauro, dei Bellocco di Rosarno. Le cosche, addirittura, decidevano l' assegnazione dei subappalti ancora prima dell' autorizzazione dell'ente appaltante pianificando il tutto in incontri ai massimi livelli a cui partecipava anche il boss latitante Giuseppe Bellocco, cui spettava molto spesso l' ultima parola nel salvaguardare gli equilibri e le influenze territoriali delle cosche. Per le imprese il 3% pagato alla 'ndrangheta costituiva la tassa ''sicurezza cantiere'', come veniva chiamata in gergo. A pagare erano tutti: la Condotte spa, la Coop costruttori, la Gepco salc, la Baldassini-Tognozzi, l' associazione temporanea di impresa composta da Sicilsonde, Italgeo, Caramazza, Rindone, costrette da ''violenza e minacce - come scrivono i pm della Dda - costituite dagli attentati subiti e dalla condizione di assoggettamento ed omerta' che deriva dall' appartenenza all' associazione a delinquere di stampo mafioso''. Ogni intervento era stato spezzettato: ai Mancuso, spettava la competenza nel tratto Pizzo Calabro-Serra San Bruno; ai Pesce, il tratto tra Serre e Rosarno, infine, tra Rosarno e Gioia Tauro, ai Piromalli. Tutti, insomma, avevano la loro parte. Le imprese, comunque, conoscevano la regole delle cosche. Dall' inchiesta, coordinata dal pm distrettuale Roberto Di Palma (l' ordinanza e' stata cofirmata dal coordinatore della Dda, Salvatore Boemi, e dal pm Nicola Gratteri) emerge, infatti, che le grandi imprese del Nord inviano i loro emissari per mediare con la 'ndrangheta. Tanto che Di Palma, incontrando i giornalisti, ad un certo punto si e' chiesto: ''Imprenditori sottoposti ad estorsione o collusi?''. Imprese come la Condotte Spa e la Impregilo, ad esempio, avevano insediato nelle loro societa', rispettivamente Giovanni D' Alessandro e Francesco Miglio, che, secondo gli inquirenti, ''da sempre avevano avuto a che fare con esponenti della criminalita' organizzata e con imprese di riferimento alle cosche''. Non solo, dalle indagini e' emerso anche che il 3% che le varie ditte erano costrette a pagare, veniva recuperato con ''l' alterazione degli importi delle fatture''. Nel quadro delineato dagli inquirenti, un ruolo di primo piano ce l' aveva anche un sindacalista della Cgil, Noe' Vazzana, assunto come assistente di cantiere dalla Baldassini & Tognozzi nell' agosto del 2004. Secondo l' accusa era lui ''il trait-d' union tra la grande impresa e le cosche della Piana di Gioia Tauro''. Adesso, tutte le carte dell' inchiesta saranno trasmesse alla Commissione parlamentare antimafia affinche', ha spiegato Boemi, ''siano attentamente valutate dai Ministeri dell' Interno, dei Lavori Pubblici e delle Infrastrutture. C' e' qualcosa nel sistema Calabria che va attenzionato con cura, poiche' ci sono imprese oneste che collaborano con lo Stato che sono sistematicamente escluse dai lavori''

Anonimo ha detto...

QUESTA NOTIZIA E' STATA DATA ALLA RADIO....POVERA CGIL!!!


La figura centrale dell'inchiesta che oggi ha portato all'arresto di quindici persone, sospettate di aver messo le mani su una serie di lavori sull'autostrada A/3, Salerno-Reggio Calabria, secondo gli inquirenti e' un sindacalista della Fillea-Cgil del comprensorio di Gioia Tauro, Noe' Antonio Bazzana, 58 anni, assunto come assistente di cantiere dell'impresa "Baldassini & Tognozzi" nell'agosto del 2004. Il sindacalista "risulta essere il trait-d'union fra l'impresa "Baldassini & Tognozzi S.p.A." e le cosche della piana di Gioia Tauro. Per meriti "personali" e per l'abilita' dimostrata nei rapporti del grande affare dell'A/3" egli veniva assunto dall'impresa toscana al quale "offriva la gestione di ogni aspetto della fase organizzativa del cantiere, a partire dalla sistemazione dell'ufficio di Gioia Tauro (ospitato in un immobile il cui proprietario e' vicino al clan Piromalli), dell'assunzione degli operai, dei rapporti con le maggiori imprese subappaltatrici che affiancavano la societa' fiorentina e con i fornitori di calcestruzzo".
Non a caso - si legge ancora nel provvedimento - le imprese designate per i movimenti terra e per le forniture di calcestruzzo, in un primo momento la Edilmag s.r.l. e la G.D. Calcestruzzi di Giacobbe Vincenzo, operavano ognuno secondo la propria competenza territoriale. Successivamente si aggiungeva un altro fornitore di Gioia Tauro: la Calcestruzzo Giacobbe Domenico s.a.s. ed anche questa risultera' essere condizionata dal potere mafioso". Il sindacalista della Cgil e' coniugato con una prima cugina della moglie di Gregorio Bellocco, 52 anni, per anni superlatitante. Nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina in procura, alla quale hanno preso parte il procuratore Franco Scuderi, l'aggiunto Salvatore Boemi, i sostituti della Dda Nicola Gratteri e Roberto De Palma (oltre naturalmente ai rappresentanti della polizia e della Dia), e' stato sottolineato che "anche il ruolo di sindacalista svolto dal Vazzana (non Bazzana come indicato in precedenza n.d.r.) era servente alle cosche. Nel corso di una vertenza sindacale attivata dagli operai del cantiere di "Asfalti Sintex" a Firmo (Cosenza), infatti, la famiglia Pesce si attivo' affinche' egli ammorbidisse lo sciopero indetto dai lavoratori che non percepivano lo stipendio". Un altro aspetto, inquietante, sottolineato con amarezza dai rappresentanti della Dda, e' quello relativo alla mancata concessione da parte della prefettura di Reggio del certificato antimafia richiesto da alcune imprese rimaste coinvolte nell'inchiesta denominata "Arca" perche' secondo l'ufficio territoriale del governo non solo non esistevano i requisiti, ma, probabilmente, vi era anche qualche sospetto. Il tutto, pero', e' stato superato dagli interessati rivolgendosi al Tar che ha accolto le loro richieste.

Anonimo ha detto...

QUESTA E' UN'ALTRA NOTIZIA...RIGUARDA PARENTOPOLI!!!E' USCITA SU UN GIORNALE DI CATANZARO!!!!
FORZA MAGISTRATURA METTI MANO ANCHE IN CAMPANIA!!!!

la procura di Catanzaro ha aperto un'inchiesta sulla scandalosa vicenda della "parentopoli" calabrese.
Il reato ipotizzato per le oltre 200 assunzioni di familiari, parenti, amici e amici degli amici operate nel corso degli ultimi anni sia dalla maggioranza uscente di "centro-destra" che dalla nuova maggioranza di "centro-sinistra" è di abuso d'ufficio.
Per il momento sul registro degli indagati non figurano nomi. Ma nell'inchiesta, delegata al reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, figurano già numerosi documenti e testimonianze relative alle assunzioni di centinaia di ex Co.co.co avvenute per chiamata diretta in base ad un unico requisito: essere un familiare, parente o amico di uno dei 50 eletti nel Consiglio regionale.
Basti pensare che Rifondazione ha incaricato il consigliere regionale Nino De Gaetano di "raccogliere la documentazione necessaria per istituire commissione d'indagine". Il carattere dell'iniziativa appare a dir poco ridicolo, dal momento che Masella ha ammesso tutte le sue responsabilità: si dà il caso che lo stesso De Gaetano è coinvolto nello scandalo in quanto ha assunto il fratello di sua madre, zio Gregorio, come autista personale.
La "parentopoli" calabrese nasce nel 2002 quando l'allora giunta di "centro-destra" guidata dal forzista Giuseppe Chiaravalloti approvò una legge, la numero 25, meglio nota come la "legge dei parenti" con la quale furono assunti negli uffici regionali, nei consigli di amministrazione o negli organi equiparati degli Enti pubblici, delle Asl o nelle società di diritto pubblico o privato controllate o partecipate dalla Regione centinaia di persone in gran parte familiari, parenti, amici e amici degli amici di assessori e consiglieri con incarichi di portaborse, assistenti, responsabili tecnici, autisti, uscieri, ecc.
Il 27 maggio scorso la nuova maggioranza di "centro-sinistra", alla guida della Regione Calabria dopo la vittoria delle elezioni del 3 e 4 aprile scorsi, invece di battere il clientelismo e moralizzare il palazzo della Regione come promesso in campagna elettorale, ha votato una delibera, la numero 6, la cosiddetta "legge di spoils system" come la chiama Loiero, con cui sono state azzerate tutte le nomine della vecchia amministrazione regionale e, al posto dei parenti e amici di Chiaravalloti e del "centro-destra" ha dato il via libera all'assunzione "fiduciaria" di altre centinaia di familiari, parenti, amici e amici degli amici di Loiero e del "centro-sinistra". Si tratta di una media di circa 6 nomine per ogni consigliere che moltiplicata per i 30 eletti del "centro-sinistra" si arriva a circa 180 "nuove assunzioni".
La legge prevede infatti che ognuno dei 50 consiglieri eletti, assessori, presidente e vicepresidente del Consiglio regionale ha "diritto" ad avere uno staff composto da un minimo di 4 fino a 7 persone. Lo stipendio va da un minimo di 2.800,28 a un massimo di 5.856,61 euro lordi che moltiplicati per le oltre 200 assunzioni parentali su cui sta indagando la magistratura catanzarese costituisce un altro autentico furto dalle tasche delle masse calabresi costrette a pagare fior di stipendi non solo a Loiero e a tutti gli eletti nel Consiglio regionale ma anche ai loro familiari, parenti, amici e amici degli amici.
Altro che "moralizzazione delle scelte, mutamento radicale di indirizzo, azioni di bonifica sociale e culturale"; altro che "lavorare per una Calabria diversa, dove si affermino regole e non privilegi" di cui ciancia il neogovernatore democristiano della Calabria Agazio Loiero in un fondo su "l'Unità" dell'1 novembre; lo scandalo delle assunzioni dirette operate da assessori e consiglieri regionali a favore di familiari, parenti, amici e amici degli amici conferma che, al pari della precedente maggioranza di "centro-destra", anche le cosche parlamentari del "centro-sinistra" che hanno vinto le elezioni, hanno trasformato il Consiglio e la Giunta regionale calabrese in una grande "famiglia".

Anonimo ha detto...

la foto dei tre operai dice tutto. il loro sguardo severo....povera cgil!

Anonimo ha detto...

La Fillea nazionale continua a dormire? Continua a dormire anche la Cgil nazionale?
Fate come Ponzio Pilato? in Campania è scoppiata la parentopoli è non avete avuto il coraggio di intervenire.
Quando intendete intervenire? quando sarà troppo tardi? anche in questo caso vi affiderete al "lavoro dei magistrati"?

Anonimo ha detto...

Cara Giusy,
scommetti che quel delegato di Reggio Calabria è stato inserito tra i componenti del direttivo della fillea di reggio calabria?
Ma questi della Fillea nazionale non si accorgono che qualche loro responsabile organizzativo(righi)fanno come le scimmiette:non vedono, non sentono e non parlano?
In campania i generali sono diventati i padroni di tutto. fanno assumere generi, figli e nipoti negli organismi bilaterali senza vergogna.le vedove ed i figli degli operai morti sul lavoro sono abbandonati. e la fillea nazionale cosa fa? se ne sta zitta zitta.
questa si chiama complicità!

Anonimo ha detto...

BUONASERA...

Corruptissima republica plurimae leges.

TRADUZIONE

Le leggi sono moltissime quando lo stato è corrottissimo. (Tacito)

Anonimo ha detto...

Il Mattino nei giorni scorsi ha pubblicato, senza smentite, uno scandaloso manuale Cencelli della lottizzazione a tutti i livelli fra tutti i partiti, di centrodestra e di centrosinistra, riguardante non solo gli incarichi istituzionali ma anche enti, apparati, Asl. In Calabria un'indagine giudiziaria sulla politica e sul malaffare ha visto come risposta anche a sinistra il tiro al bersaglio, in nome del garantismo, nei confronti del magistrato. Il senatore Iovene ha rivolto un appello ai partiti calabresi della sinistra per avviare invece una profonda riflessione autocritica sul proprio operato e ha denunciato l'esistenza di una vera e propria emergenza. Non sono questioni locali. Se è vero quello che è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti.
Di fronte all intreccio fra politica e affari, in presenza del convitato non di pietra della malavita organizzata, le enunciazioni di principio non bastano più.

Anonimo ha detto...

"esprimiamo fiducia e sostegno al lavoro della magistratura affinche' faccia piena luce su questi fenomeni di illegalita' diffusa negli appalti pubblici".....
SEMPRE LA STESSA DICHIARAZIONE. SEMBRA CHE LA TENGANO GIA' STAMPATA E CONSERVATA NEL CASSETTO PER POI DIFFONDERLA NEI MOMENTI DIFFICILI....
"esprimiamo fiducia e sostegno al lavoro della magistratura"....frase ovvia...vorreste fare il contrario?
ipocritiiiiiiiiiiiiiiiiii

Anonimo ha detto...

ma come possono permettere che in un'organizzazione sindacale dirigano personaggi come nappitiello, sannino, petruzziello?
ma dove stanno le regole? questi hanno creato un sistema vero e proprio. ma sono solo dei manovali.questi stanno facendo tabula rasa.

Anonimo ha detto...

“Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volonta’ generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, e’ dovere della collettivita’ resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave.”
(Francesco Saverio Borrelli)

Anonimo ha detto...

Il Sannino ed il Nappo si collegano venti volte al giorno per vedere il nostro blog.
Il Sannino addirittura non dorme.
Si collega alle 2 di notte...
Ma cosa hanno da nascondere?

Anonimo ha detto...

sono una compagna di salerno. Per puro caso mi sono imbattuto in questo blog ed in verità vi dico che ci voleva proprio. Lavoro da dieci anni in sindacato di categoria della cgil. non posso rivelarvi la categoria per paura di rappresaglia. Mi occupo da anni di molte vertenze di lavoro. Da alcuni mesi sono stata presa di mira da un "segretario generale" il quale mi sta perseguitando da mesi.
Mi ha emarginata, tolto il computer ed anche la scrivania. Ha detto che ragioni economiche sono un "esubero". Non è vero! Ha assunto dei suoi amici con contratti di consulenza.
Io mi sono opposta. Da allora sono iniziati i miei guai. Mi sono ammalata e mi hanno mandato il medico di controllo quattro volte in un mese.
Non mi salutano, per loro non esisto, sono solo un numero.
Hanno messo in giro tanti pettegolezzi su di me. Compagni non ce la faccio più. Questi sono dei delinquenti..L'altro giorno è venuta a trovarmi mio figlio con la moglie. Mi hanno umiliata davanti a loro...



I CADUTI SUL LAVORO..