giovedì 17 aprile 2008

SPERIAMO CHE L'ARMA DEI CARABINIERI.....




Il Governatore della Campania Bassolino scarica i costi del suo blog sulla collettività Vedi Delibera e Vedi Corriere del mezzogiorno continua mantenere una rete clientelare di associazioni culturali "senza scopo di lucro" Il Re è morto: viva il Re e forte del sostegno di Massimo D'Alema e dello scudiero Claudio Velardi, dichiara guerra a Walter Veltroni Il day after di Veltroni: nel loft tutti d’accordo. Lo schiaffo ... continuando ad essere presuntuoso ed arroganteBassolino studia nuove alleanze: caro Walter, da soli si perde attorniato dai cortigiani della cosiddetta "Sinistra Arcobaleno della Formazione Professionale"Gabriele: ma se andiamo a casa ora è la fine che hanno paura di perdere la poltrona Migliore lancia il contrordine "Restiamo in giunta regionale" mentre la destra stravince nei quartieri popolari napoletani Urne, un napoletano su tre non ha votato . La Cgil Campania e il suo segretario generale(capocorrente bassoliniano) corre per dare man forte al Governatore ELEZIONI/ CGIL CAMPANIA: SPERANZE DISILLUSE DA GOVERNO PRODI e continua a mantenere i privilegi e vantaggi acquisiti dal sistema di potere campano, veri e propri conflitti d'interesse Consiglio di Amm.ne e "agevolazioni" familiari : Circa un MILIONE di euro sono stati stanziati in favore della rivista "Filo di Perle" di cui è direttore Luisa Cavaliere la moglie di Michele Gravano Le informazioni sulla rivista le trovate qui (clicca) alla voce “chi siamo”. E allora Bassolino: ha perso o ha vinto? Il sistema di potere campano si mantiene ancora in piedi Inchiodati alle poltrone per gestire i 14 miliardi di fondi europei. Noi faremo di tutto per cancellarlo augurandoci che la magistratura napoletana e la gloriosa arma dei carabinieri - alla quale dedichiamo un videoLa Fedelissima - Banda dei Carabinieri - Roma, 9 luglio 2007 - si rechi a Palazzo S.Lucia smantellando "la casta", ridando dignità e giustizia ai cittadini campani. Infine, non ci stancheremo di sostenere Walter Veltroni nell'opera di rinnovamento della classe dirigente campana e daremo il nostro modesto contributo per ricostruire una forza di sinistra radicale e socialista, lontana dalle "erre moscie" e dai cappotti firmati La fine di un'epoca. Ecco i motivi della morte della sinistra radicale

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, speriamo che la magistratura e i carabinieri indaghino sui corsi di formazione professionale e sugli enti finanziati da Corrado Gabriele, sulle aziende senza scopo di lucro(cooperative e Cgil Campania compresa), sui conflitti d'interesse, sulle parenti dei sindacalisti sistemati negli enti bilaterali...speriamo...

Anonimo ha detto...

Interessante l'intervento della coordinatrice provinciale del PD napoletano..
----------------
È patetico parlare di laboratorio campano


Scritto da Emma Giammattei da il Corriere del Mezzogiorno, 17-04-2008 06:45


I giorni che seguono le elezioni somigliano ad un gran vento che si va calmando e deposita sul terreno della battaglia la forma leggibile di ciò che è accaduto. Poi intervengono parole e interpretazioni ulteriori, per spiegare o, al contrario, per occultare il significato delle cose. Per la Campania post-elettorale, attraversata la linea d'ombra dell'emergenza, si rispolverano vecchie formule, come quella che a molti potrà suonare patetica, di «laboratorio »: in questo caso, anzi, di laboratorio- del-laboratorio, visto che si tratterebbe di adattare alla singolarissima vicenda regionale il rinnovamento veltroniano, l'andare-da-soli, un nuovo profilo di partito, un modo diverso di parlare e fare la politica, insomma un modello che forse — sembrano pensare alcuni dirigenti campani — è troppo avanzato per questo luogo.
Il mito della peculiarità e unicità di Napoli come anti-polis, suggestiva postazione orientale/ occidentale, resiste dunque, così come resiste specularmente, negli ambiti più tradizionali della cultura autoctona l'uso e riuso dell'immagine di Napoli «nelle pagine di...», dalla Serao fino a Gramsci. Vediamo allora, più da vicino, la situazione presente, nella prospettiva di chi alla campagna elettorale a Napoli ha partecipato attivamente.
Come coordinatrice provinciale del Partito democratico faccio parte di quella schiera di «volenterosi», come sono stati riduttivamente stigmatizzati sulle pagine di questo giornale, che si prova, dalle sponde della società civile a collaborare ad una pratica politica modificatrice, dall'interno, degli usurati ma resistenti assetti regionali. Vorrei tornare sulla questione, da me già posta, del molto non-detto, cioè della reticenza che ha sotteso generalmente il discorso politico in Campania in questi ultimi mesi. Non a caso la reticenza è stata poi rappresentata ad un livello di persuasività efficace — e non appaia un paradosso — dalla più intelligente retorica politica che il Pd avesse a disposizione, quella di Massimo D'Alema.
L'unità del partito, valore irrinunciabile, è stata così presupposta, in alcuni casi, ad esempio nell'ambito delle relazioni femminili, tacitamente sperimentata, ma non già dialetticamente argomentata e messa in atto. Contestualmente, la vita dei circoli del Pd è stata contrastata dalle correnti, anzi da particelle di correnti, proiettando un'immagine già incrinata, di residuo di vecchio partito proprietario.
Ed ecco che oggi si comincia a dire da varie parti che il Pd avrebbe «tenuto» (termine certo un po' sconfortante se applicato ad un partito giovane), in virtù di logiche preesistenti, in parte riconducibili alla temperie, pur storicamente superata, del centrosinistra. Può darsi. Ma questo dato, se verificato, complica, non semplifica, il quadro presente. Vorrebbe dire che qui vige il differimento di quella «offensiva culturale» a favore di una democrazia più matura, di respiro europeo che, secondo Veltroni, deve continuare anche o soprattutto nella sconfitta, nell'opposizione. Vorrebbe dire che il presente, in quanto compresenza simultanea di fossile e di vivente, non è ancora districabile e pienamente riconoscibile. Ma è appunto su questo paziente compito di cernita e di possibile rappresentazione politica della complessa realtà sociale in mutazione, che quei «volenterosi» potranno contribuire a formare insieme con tanti altri la nuova élite intellettuale e morale nella capitale del Mezzogiorno d'Italia.

Anonimo ha detto...

17/04/2008 15.56.51 Titoli Stampa

RIFIUTI: GRANDE STEVENS,RESPONSABILI FACCIANO PASSO INDIETRO
RIFIUTI: GRANDE STEVENS,RESPONSABILI FACCIANO PASSO INDIETRO (V. BENI CULTURALI: NAPOLI; RESTAURATI RITRATTI..DELLE 14.58) (ANSA) - NAPOLI, 17 APR - Il presidente della Compagnia di San Paolo Franzo Grande Stevens boccia la gestione dei rifiuti in Campania ed auspica ''un passo indietro da parte dei responsabili''. Alla domanda di un giornalista sulle responsabilita' nell' emergenza rifiuti, a margine di una cerimonia al Palazzo Reale di Napoli, Grande Stevens ha risposto: ''Come si puo' non criticare la gestione dei rifiuti ? Chi e' che puo' dire che le cosa vanno bene ? Credo che quello della spazzatura e' un brutto episodio e bisogna dire che noi napoletani non abbiamo il senso della socialita'''. Alla domanda se il presidente della giunta regionale Bassolino debba dimettersi Grande Stevens ha risposto: ''non e' compito mio dirlo, ma penso che se le cose non vanno bene, anche se le responsabilita' possono essere collettive, e' meglio fare un passo indietro, anche per ragioni psicologiche.''. ''Io, ad esempio - ha proseguito il presidente della Compagnia di San Paolo - l' ho fatto alla Compagnia e mi faccio da parte per un ricambio generazionale, perche' ho 80 anni. Credo - ha concluso Grande Stevens - che un passo indietro lo debbano fare tutti. Non esistono incarichi perpetui''. (ANSA). DM 17-APR-08 15:52 NNN



I CADUTI SUL LAVORO..