lunedì 2 giugno 2008

'O SISTEMA....



Pubblichiamo due foto sulla lotta dei cittadini di Chiaiano(Napoli). Immagini che si commentono da sole. Anziani contadini che difendono la loro terra dalle devastazioni e violenze del "sistema di potere bassoliniano..."
La camorra quando parla di se stessa si definisce "'o sistema".
E la camorra, ovviamente, c'entra anche con la ramificazione monnezzara di questo, così come ci c'entra la politica, l'imprenditoria, l'associazionismo di facciata.
Il sistema rifiuti è una struttura trasversale, attinge ad ogni pozzo in cui vi sia possibilità di lucrare e accumulare quindi capitale, dove vi sia terreno per inseriarsi ed il puzzo del compromesso.
Il commissariato straordinario per l'emergenza è un suo figlio, come le ultime inchieste giudiziarie tornano a confermare, palesemente, evidenziando contraddizioni che, seppur potenzialmente potranno esplodere, vengono assopite dallo strumentario classico del sistema.
Un gioco la cui composizione si snoda a più livelli: magari parte dal camorrista o dall'amministratore comunale per passare all'ispettore ambientale, per finire al presidente della regione.
Tutto però è mobile, ogni "macchietta" architettata ha la sua storia, nonostante la base da cui si parta ha una determinata gerarchia: politica e criminalità organizzata si accordano, il ceto imprenditoriale progetta, altri eseguiranno.
Faccia legale ed illegale del sistema escono a fosche mischiate, la divisione tra buoni e cattivi è impossibile nel momento che questi soggetti sono forgiati dallo stesso ossigeno, si sorreggono e riproducono a vicenda: i 15 anni di caos prodotto dai molteplici e inauditi piani rifiuti ne sono la testimonianza.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi vogliamo aiutare i cittadini ed i lavoratori a partorire la verità che, segretemente, e spesso a loro insaputa, custodiscono. Chiamiamo questo nostro impegno militante amore per il sapere e ci distinguiamo dai "sapienti" che non "amano" il sapere perchè ritengono di possederlo.A differenza di costoro, noi non possediamo la verità per imporla agli altri.
E' "maestro" non chi trasmette la verità, ma chi aiuta gli uomini a tirarla fuori dalla confusione delle loro opinioni, anche se in contrasto con le idee più diffuse e da tutti condivise.
Vogliamo corrodere tutti i pregiudizi, a indebolire le posizioni troppo rigide, a educare al dubbio, ad allargare la propria visione del mondo, perchè spesso i problemi sono enigmatici solo perchè guardati da un punto di vista che non non tiene conto degli altri possibili.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di trasmettere un "sapere", ma semplicemente promuovere un atteggiamento. L'atteggiamento di chi non smette di fare domande e di mettere in crisi tutte le risposte che sembrano definitive.
Ecco perchè il blog "Il Mattone Selvaggio" continuerà ad esistere!!

Anonimo ha detto...

Non riesco sinceramente a comprendere la posizione di Berlusconi sulla discarica di Chiaiano. Da presidente, salvaguardare l’interesse di tutti i cittadini e non solo di una parte di essi. Traspare evidente che non conosce il problema ed esprime giudizi tecnici, prima che si conclude la caratterizzazione del sito. Per salvare la propria immagine, non si esime a gettare discredito e non comprende e neppure ascolta le motivazioni poste a base delle animose proteste di onesti cittadini della Municipalità di Chiaiano-Scampia e dei limitrofi Comuni di Marano e Mugnano. Poveri cristi che vivono in un territorio martoriato e non possono essere confusi, per convenienza, alla camorra organizzata che avversano giorno dopo giorno, con il loro permanere sul territorio e con la costante azione di denunzia. Accostare i manifestanti alla camorra è un sacrilegio.
E’ molto comodo scaricare sulla camorra, le inefficienze e i fallimenti della classe politica.
Impegnati magistrati, ci hanno ricordato spesso che non si può debellare la camorra, senza stroncare il connubio camorra / politica. E’ questo che bisogna fare. Non tacere. E’ quello che ha fatto Don Antonio Diana, parroco di Casal di Principe, pagando con la vita le sue denunzie. E’ quello che ha fatto Cristo, che ha pagato con la morte in croce la professione delle sacrosante verità.
200.000 persone, chiedono solo la salvaguardia della loro salute e del loro territorio. Non sono camorristi e non hanno nulla da spartire con la camorra. Invocano solo il diritto di vivere in un ambiente sano e non inquinato dalla monnezza di tutta Napoli e Provincia.
E’ stato dichiarato che si è individuato nelle cave di Chiaiano, un sito capace di ricevere 700.000 tonnellate di spazzatura (almeno inizialmente) e così poter risolvere in tempi brevi il problema dei rifiuti a Napoli.
E’ FALSO. La cava di Chiaiano, sarebbe tra l’altro pronta fra tre mesi minimo e non avrebbe risolto di certo il problema dei rifiuti che è un problema contingente. Tra l’altro, la proprietà delle cave, sarebbe proprio della plurindagata FIBE che le avrebbe acquistate circa 7 anni fà. Perchè per sette anni a nessuno è venuto in mente di adibire le cave a discarica, mentre “l’idea” è venuta fuori solo oggi pur in presenza di una atavica emergenza rifiuti.
Ma Berlusconi, conosce dove si trova Chiaiano? e dove sono le cave che dovrebbero ospitare i rifiuti tal quale? Ha letto il D.L. e ha visto che tipo di rifiuti ci voglione mettere?
Le cave si trovano a 800 metri dall’ Ospedale Monaldi di alta specializzazione ove si fanno trapianti di cuore e si curano neoplasie toraciche; a 900 mt dal Cotugno e dal Policlinico e 1300 mt dal più grande ospedale del mezzogiorno. Il famoso Cardarelli.
Sversatoio che renderebbe perennemente mefitica l’intera zona Ospedaliera. Altro che aria salubre.
A trecento metri di distanza oggi, stanno costruendo una vasca di raccolta di acqua potabile dell’ARIN che costa milioni di euro, che verrebbe compromessa dalle infiltrazioni di percolato nel sottosuolo di tufo, che è bene ricordarlo, perché lei non lo sa, è molto, molto permeabile. E’ una spugna. Inutile ribadire che la zona è vincolata dalla sovrintendenza perchè di grosso interesse paesaggistico, faunistico e naturalistico e che fa parte del parco delle colline di Napoli.
Ma sopratutto, è circondato da agglomerati di case. Ci vivono circa 200.000 persone nel raggio di un chilometro e mezzo, due. Basta andare sul sito maps.live.com o Google maps e vedere le distanze dalle case e dagli ospedali.
Non parlo della salvaguardia dei deportati Chiaianesi. La stessa distanza in linea d’aria che intercorre dallo sversatoio con il centro di Chiaiano, è la stessa che intercorre tra le cave ed il rione alto - zona ospedaliera ove vivono altre 100.000 persone, che non sarebbero immuni dagli effetti negativi della maxidiscarica.
E’ compito della politica, tutelare i più deboli, gli oppressi. Non si possono salvaguardare solo gli interessi dell’imprenditoria.
Pur nella consapevolezza della gravità del momento, i cittadini di Chiaiano e della zona collinare, non possono essere il ventre molle della città e non potranno essere agnelli sacrificali a redenzione di peccati che non gli appartengono.
Che la pace e la serenità regni sempre nella vostra coscienza ed in quella di Berlusconi.

Anonimo ha detto...

Interessante l'articolo/inchiesta del "Sole 24 ore" di oggi su Napoli, Campania e monnezza. Vorrei aggiungere solo una cosa: anche la Cgil Campania è parte integrante de 'O Sistema!!

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I protagonisti di uno scandalo senza attenuanti
di Mariano Maugeri

Il Sole 24 Ore 3 Giugno 2008


Il bestiario umano è, più o meno, un genere letterario. Il bestiario napoletano ai tempi della monnezza potrebbe diventare un compendio dei costumi nazionali, un breviario della contemporaneità, il Who's who di una classe dirigente che entrerà, suo malgrado, nei libri di storia. L'osceno spettacolo della monnezza, l'incapacità di venirne a capo, l'angoscia e l'inerzia di 3milioni di abitanti dell'area metropolitana più angusta (mille kmq) e popolata d'Europa, rappresentano la spia di qualcosa che va molto al di là di una seppur drammatica catastrofe ambientale. È paradossale, ma Napoli in questo momento è il luogo della modernità, il laboratorio di una nuova antropologia umana, il precipitato di un lessico inedito che muterà il significato di parole come consumi, rifiuti, economia, democrazia, civismo, sistema dei partiti (la politica è un'altra cosa), questione meridionale.

Ambiente (ministero). Troppo poco indagato è stato il ruolo di questa tecnostruttura nella interminabile vicenda dei rifiuti campani. Gianfranco Mascazzini, direttore generale alla tutela del territorio da parecchi lustri, ha allevato intere generazioni di ministri dell'Ambiente. Da Giorgio Ruffolo (rosso garofano), Mattioli (il verde), Matteoli (il nero); da Ronchi (l'ex rosso) a Pecoraro Scanio (il verde-rosso) fino alla Prestigiacomo (l'azzurra). Uomini di Mascazzini (Leonello Serva, Marco Giangrasso) hanno affiancato i supercommissari che si sono passati di mano un'emergenza infinita. Un ossimoro, come ha osservato Roberto Barbieri.

Barracco, Mirella (vedi società civile). Con la fondazione Napoli 99 è l'immagine del rinascimento napoletano, il simbolo di una borghesia illuminata che si riappropria del proprio destino capitalizzando storia e bellezze secolari, la gran cerimoniera di un nuovo inizio. C'è una stagione in cui Napoli torna la capitale di un Sud pronto a una rivincita che attende dall'unità d'Italia. Sembra sia passato un secolo. Gennaio 2008: La Barracco lancia il progetto "Sos differenziata" per le scuole di Napoli. In questi giorni, i suoi ragionamenti sono inframezzati da ben altri aggettivi: «Ci sentiamo patetici e velleitari: la condizione della città ci provoca un dolore inaccettabile. Ci vorrebbe un sussulto, una reazione collettiva. Napoli dovrebbe scendere in piazza, come fece Palermo dopo la morte di Falcone e Borsellino».


Bassolino, Antonio. Detto "'O cafone" dai napoletani (è nato ad Afragola). Maturità classica, ha trascorso la sua vita rinchiuso prima nelle stanze del partito, poi in quelle del potere. Frase famosa: «Ai tempi del rinascimento mi attribuivano meriti che non avevo, adesso colpe che non ho». Ammalato di cesarismo, circondato (a parte gli assessori della prima sindacatura) da uomini insaziabili, lascia alla città e alla Regione un piano della mobilità quasi del tutto realizzato. Così come lascia un sistema di potere fondato sulla spesa pubblica che ha generato corruzione e servilismo a tutti i livelli. L'affare monnezza è la summa di un banalissimo software di governo che paga per zittire. Solo che gli appetiti degli uomini si placano, i loro rifiuti no.


Bertolaso, Guido. Da giovane medico volontario nei campi profughi dell'Indocina a Palazzo Chigi. Due luoghi agli antipodi per la stessa missione: salvare il mondo povero e/o salvare Napoli dalla monnezza (ormai sono sinonimi). Ha vinto tutte le battaglie, eliminato i nemici politici, incassato il riconoscimento del popolo italiano e del suo più diretto rappresentate (Silvio Berlusconi), che per le felici coincidenze della vita è anche il suo mentore. Nelle sue mani una concentrazione di potere senza precedenti: esercito ai suoi ordini, prefetti di ferro che scattano come reclute, Palazzo Chigi costantemente mobilitato, l'intera macchina della Protezione Civile in pugno. Ora non ci sono più alibi, a parte la magistratura. Discariche, differenziata e termovalorizzatori in trenta mesi. E poi diventerà san Guido per tutti.


Camorra. Ha succhiato fino all'ultimo euro dall'affare dei rifiuti soldi urbani (da non confondere con quelli tossico-nocivi, dove ha avuto il ruolo di protagonista). E continuerà a farlo. Troppo facile inserirsi nelle plateali inefficienze della pubblica amministrazione. Ma non è la camorra ad aver determinato questo stato di cose. Diverso il ragionamento sull'economia campana. Ormai si fronteggiano due monopoli: quello della spesa pubblica, che genera consenso e corruzione. E quello della camorra, fabbrica di malaffare e criminali. In mezzo, l'economia sana, che malgrado tutto resiste.


Governo, Commissariato di. Il pozzo di San Gennaro, se Patrizio non si offende. C'è la stagione dei sub commissari bassoliniani (Raffaele Vanoli, Giulio Facchi, Massimo Paolucci) individuati – scrive la commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti – più sulla base dell'«intuitu personae» che dopo «una valutazione comparata e attenta delle molteplici professionalità sul mercato». Girandole di consulenti, almeno una sessantina censiti, drammatici incontri notturni con uno dei 551 sindaci della Campania affinché imbucasse da qualche parte la monnezza prodotta a Napoli quel giorno. Il giudizio della commissione d'inchiesta sul commissariato straordinario è senza appello: «Le inefficienze strutturali si sono rivelate in questi anni di tale entità da pregiudicarne in modo irreversibile operatività ed efficacia».


De Gennaro, Gianni. Il numero uno dei poliziotti italiani. Le sue biografie citano compiaciute i soprannomi: Dick Tracy, l'incorruttibile collega della Chicago flagellata dal proibizionismo, e lo Squalo. Si è aqquartierato a palazzo Salerno, dalla parte opposta della Prefettura dove lavora un altro poliziotto, Alessandro Pansa («i due non si sono mai amati», dicono i bene informati). L'esordio non fu dei più promettenti («devo studiare la pratica, lasciatemi qualche settimana») ma gli va riconosciuto che dopo un paio di mesi (equivalenti a metà mandato) ha cominciato a muoversi a suo agio seguendo la strategia del doppio binario: dialogo con le comunità e forti pressioni sugli enti e le istituzioni (palazzo San Giacomo, in primis) che sulle discariche da individuare s'illudono di giocare al gatto col topo. Tra lo scetticismo generale – compreso il nostro – ha portato a casa due discariche vere (Sant'Arcangelo Trimonte e Savignano Irpino) una volta tanto concordate con la popolazione e attrezzate secondo i regolamenti. Per molto meno, a queste latitudini, si diventa uomini della provvidenza.


Fibe. È l'acronimo della società di Impregilo che si aggiudicò l'appalto completato nell'arco di tre presidenti regionali (Rastrelli, Losco, Bassolino). Quando si scrive che la monnezza è questione solo campana, ci si dimentica che ad aggiudicarsi la gara fu la più grande azienda nazionale di costruzione (anche se a digiuno sull'argomento termovalorizzatori), con sede nella ex Stalingrado d'Italia e opere in giro per i cinque continenti. La spuntò in base a due parametri: la velocità di esecuzione dell'opera (300 giorni) e il prezzo più basso per chilo di rifiuti da smaltire. Bassolino firma dopo il nulla osta del suo fidatissimo superconsulente legale, l'avvocato Enrico Soprano. Sappiamo com'è andata. Sei milioni di ecoballe taroccate a futura memoria e i lavori di Acerra in stand by dopo otto anni. Altro errore imperdonabile del trio Rastrelli-Losco-Bassolino: in una situazione tanto complessa, affidare a un unico soggetto privato l'intero ciclo dei rifiuti, con il compito di individuare i terreni dove costruire i termovalorizzatori, le linee dei Cdr e le aree di stoccaggio dei rifiuti. Con un doppio, devastante risultato: deresponsabilizzare la politica e innescare la spirale speculativa sui terreni di mezza Campania.


Ganapini, Walter. Il signore di Greenpeace, il teorico dell'opzione rifiuti zero, nemico giurato dei termovalorizzatori cooptato da Antonio Bassolino all'assessorato regionale Ambiente appena tre mesi fa. Che è come nominare il Mahatma Gandhi generale di corpo d'armata mentre infuria una guerra nucleare. Il reggiano Ganapini ha preso il posto del mastelliano Luigi Nocera, ora inquisito, per anni assessore regionale "ombra" all'Ambiente, ma non in senso veltroniano. Sicuramente un salto di qualità, ma nel giro di qualche settimana, e su mandato della strana coppia Bassolino-Berlusconi, Ganapini è passato dai voli pindarici del no ai termovalorizzatori alla trattativa con la Q8 per installarne uno a Napoli Est. Prove tecniche di realismo?


Giovani. «Abbiamo il futuro contro», ha detto qualche giorno fa uno studente del liceo scientifico Antonio Labriola di Bagnoli. I ragazzi volevano fare la differenziata, almeno a scuola. Cinque telefonate (Regione, Comune, Assessorato comunale Nettezza urbana, Asìa) sono state sufficienti per capire che nessuno è in grado di fornire i contenitori di carta, vetro, plastica. In questo caos si tende a minimizzare l'impatto che la questione rifiuti avrà sulla formazione culturale delle giovani generazioni: frustrazione, inerzia, rabbia, rifiuto della politica. Oppure, il ritorno prepotente del vecchio adagio di Eduardo: fujetevenne!


Iervolino Russo, Rosa. È il vaso di coccio di manzoniana memoria. L'errore di Totonno Bassolino, incalzato da Ciriaco De Mita che opponeva un suo candidato, fu quello di ricandidarla nel 2006 alla guida del Comune. Lei, lungimirante, era pronta al passo indietro. Figlia di un ministro della Marina mercantile, dorotea fino al midollo, è stata la prima e ultima donna ministro dell'Interno della Repubblica. Onesta fino alla paranoia, terrorizzata dalla sola idea di prendere un avviso di garanzia, ha dato più volte la sensazione di essere in balìa degli eventi. Pure dimenticando la questione monnezza per un attimo, su tutto il resto (da Bagnoli all'Albergo dei poveri) la Iervolino è rimasta impantanata. In extremis ha inserito cinque nuovi assessori in squadra. Ma la partita, ormai, era persa.


Napoli, area metropolitana. Quel preveggente di Giuseppe Mazzini l'aveva capito già qualche secolo addietro: «L'Italia sarà quel che Napoli sarà». Napoli è l'inizio e la fine di tutto. Un alveare di 3,1 milioni di esseri umani su una porzione di territorio pari al 7,5% di quello regionale, in cui ognuno pensa di essere l'ape regina. Non è un'attenuante. Ma la casta degli (ex) puri che governa da 15 anni un territorio così flagellato, prima di tutto avrebbe dovuto preoccuparsi di studiare grandi operazioni culturali. In Campania, spiace dirlo, non c'è traccia di cultura dell'organizzazione. E la raccolta differenziata, giustamente invocata da tutti in questi anni, è la cartina di Tornasole di una mobilitazione mancata che non ammette anarchia, favoritismi, scetticismi atavici, omessi controlli. Se fosse vivo, Mazzini non avrebbe dubbi: «O la differenziata (e i termovalorizzatori) o la barbarie!».


Società civile (vedi Barracco, Mirella). «Sagunto cade, anzi brucia» in un assordante silenzio, aveva scritto il 3 gennaio lo storico Giuseppe Galasso sulle colonne del Sole-24 Ore. L'afasia della borghesia napoletana, la sua fragilità, quel mix micidiale di apatia e immobilismo sono stati criticati dagli opinionisti. Prima Galasso, poi Galli Della Loggia, infine Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera del 31 maggio, che cita La Capria e la complicità dei borghesi napoletani con la classe politica. C'è un passaggio micidiale: «Il resto d'Italia si sente danneggiato da Napoli due volte: in termini d'immagine e in termini di sforzo finanziario». Di complicità e passività è lastricata la storia del Mezzogiorno. Ma temiamo che stavolta, forse più banalmente, la miseria senza forma descritta dalla Ortese nel "Mare non bagna Napoli" abbia lasciato il posto a una vergogna senza forma.

Anonimo ha detto...

Cara compagna di Via Torino,
è possibile inviarci un pò di documentazione riguardanti i bilanci, regolamenti contrattuali, "investimenti" che riguardono la Cgil che si definisce "organizzazione di tendenza" ma nei fatti non lo è?

Anonimo ha detto...

Quale periodo ti interessa?

Anonimo ha detto...

Scusami, se ti rispondo con un pò di ritardo.
Sono interessata agli ultimi cinque anni...Non mi riferisco solo alle categorie ma ai "servizi"..

Ti lascio il mio indirizzo mail(tranquilla, è sicuro!!):
stefaniabontempi@yahoo.it

PS/mi sembra che già ti è stato fornito una volta..o sbaglio?

Anonimo ha detto...

Ragazzi, leggete la notizia diffusa da un'agenzia. Marco Rovelli, l'autore del libro, "Lavorare Uccide" verrà a Napoli il giorno 17!! Parlerà anche il nostro caro compagno Ciro Crescentini
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Notizia diffusa dall'agenzia "Caserta News" di oggi

Martedì 17 Giugno 2008 dalle ore 16,30 presso L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ,in Via Monte di Dio - Napoli, le associazioni Il Cielo in una stanza Onlus, Il Mosaico Onlus presentano "Lavorare uccide" di Marco Rovelli. Interventi di Francesco Blasi, psichiatra, Ciro Crescentini, sindacalista licenziato dalla Fillea Cgil, Domenico Ciruzzi, avvocato, Franco Maranta, responsabile sanità Pdci, Raffaella Nolasca, figlia lavoratore ucciso, Sergio Piro epistemologo e psichiatra., Giuseppe Marziale, avvocato. Modera Pino De Martino, direttore editoriale "Cronache di Napoli" Sarà presente l'autore del libro.
Negli ultimi anni le vittime per incidenti sul lavoro sono state più di quelle occidentali in Iraq. Peggio di una guerra. "Morti bianche", senza voce, relegate a poche righe sui giornali, miseri loculi anagrafici. Per queste vittime del silenzio, della negligenza e della violenza del lavoro Marco Rovelli intraprende un viaggio che tocca ogni angolo del Paese, in cui restituisce un volto e una dignità a chi è morto e una voce al dolore, alla rabbia, all'impotenza di chi è rimasto

Anonimo ha detto...

Sig/a Stefania,
La invito a guardare la sua posta!
Le ho inviato un'interessante documentazione sulle "attività imprenditoriali" della Cgil che continua a definirsi di "tendenza" per garantirsi benefici e considera "autonome" le sue categorie...
Sono un dirigente confederale in pensione e non sopporto più questi malfattori che hanno offuscato l'immagine della mia grande e nobile organizzazione.
Cordiali Saluti.
Un compagno

Anonimo ha detto...

......Ma nel momento esatto in cui, impartito l’ordine di fuggire, i topi in coperta si apprestavano a lasciare la nave, il gatto Pascià scivolava aggraziato in una delle scialuppe e… quando il gatto non c’è, lo impone il proverbio, i topi ballano!Così non appena il gatto fu sulla scialuppa, in salvo, fuori della nave, i topi sentirono l’irresistibile impulso a ballare. E ballarono, tutti, in coppie, in quadriglie, ballavano il tango, il foxtrot, la macarena, il flamenco… La nave affondava, e i topi ballavano........
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Per gli amici di "Mattone Selvaggio".
Vi ho inviato una mail...E confermatevi la data ed il luogo...
Ciao.
Stefania

Anonimo ha detto...

Sono un componente del CGR della Campania. Per motivi di coscienza voglio raccontarvi come è stata voluta l'espulsione(e il licenziamento) di Ciro Crescentini.
Anche se ho votato anch'io per la sua espulsione(lo so, un atto di vigliaccheria), da mesi ho tanti rimorsi, perchè Ciro lo conosco bene. Era un grande compagno, un dirigente non comune.
Voglio contattare in maniera riservata chi gestisce questo blog.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 14:26,
puoi contattare me all'indirizzo mail stefaniabontempi@yahoo.it

PS/comunque, sono molto perplessa...



I CADUTI SUL LAVORO..