lunedì 3 novembre 2008

I RADICAL CHIC DEL PD MANIFESTANO IN PIAZZA CONTRO LA LEGGE GELMINI E MANDANO I FIGLI NELLE SCUOLE PRIVATE..



Tanta preoccupazione per la scuola pubblica si può spiegare solo come un atto estremo di altruismo, visto che quando si tratta di decidere il destino dei figli un bel pezzo di centrosinistra si orienta direttamente verso le scuole private.
E magari straniere. Sorprende, insomma, tanta acrimonia nei confronti del ministro Gelmini, visto che non sono pochi gli esponenti della sinistra che di contatti diretti con la riforma della scuola, non ne avranno mai.
Lo ha candidamente ammesso Michele Santoro nel corso dell’ultima puntata di AnnoZero, tutta dedicata alla scuola e alla nuova ondata di contestazioni studentesche.
Voleva dimostrare al leghista Roberto Cota quanto fosse sbagliata l’idea di «classi ponte» per insegnare la lingua straniera ai figli di immigrati.
In sintesi: l’integrazione è facilissima anche quando un bambino si trova in un’aula dove tutti parlano una lingua che non sa. Per spiegarlo ha riportato, con comprensibile orgoglio paterno, l’esempio della figlia che frequentaunascuola straniera «e già parla un’altra lingua ».
Applausi.
Non si sa se dedicati alla bravura della bimba poliglotta o all’accostamento tra chi frequenta il costoso istituto francese «Chateaubriand», con l’obiettivo di diventare bilingue edevitare le storichecarenzedella scuola italiana, e i figli degli immigrati alle prese con la durissima battaglia per l’integrazione.
Ospite della trasmissione, il segretario Ds Walter Veltroni. Dei suoi investimenti immobiliari e formativi a New York a favore della figlia si sa già tutto.
D’altro canto il Pci non c’è più. E con i comunisti è scomparso anche il divieto non scritto che vigeva per i dirigenti:mai iscrivere i figli alle private.
Lo conferma il caso di Giovanna Melandri, la cui prole è stata affidata all’istituto privato «San Giuseppe». Si dice che l’esponente Pd abbia anche cercato di fare entrare la figlia in una scuola inglese.
Niente pubbliche o comunali anche per i nipoti di Fausto Bertinotti, iscritti a suo tempo ad un prestigioso asilo romano dal metodo di insegnamento rivoluzionario.
Ma a pagamento. E in effetti non è sempre la caccia alla lingua straniera la molla che fa scappare i genitori democratici dalle pubbliche. È il caso dell’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, contestato dai giovani del centrodestra per aver mandato il figlio ad un Liceo scientifico paritario di Viterbo, proprio negli anni in cui era in carica nel dicastero di viale Trastevere.
La seduzione del privato-straniero ha fatto breccia anche tra i più intransigenti girotondini. È il caso di Nanni Moretti, il cui figlio frequenta la scuola americana di Roma, la «Ambritt».
Stessa scelta per il discendente di un vero e proprio outsider del Partito democratico: Mario Adinolfi. Proprio in questi giorni l’ex esponente del Ppi, per sua stessa ammissione allergico alle occupazioni, ha lodato la nuova ondata di studenti contestatori vedendoci l’embrione di un «conflittogiovanile di massa contro queste destre ».
Chissà se anche dalle parti della scuola americana di Roma farà breccia l’atteso nuovo Sessantotto.
Scuola privata catanese anche per le figlie di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd.
Al club del «no alle statali» si è iscritto anche Francesco Rutelli, Anche lui negli ultimi giorni si è espresso, non tanto a favore della protesta studentesca, quanto controla linea «dura» di Berlusconi. Sicuramente nessuna delle sue due figlie dovrà subire interruzioni delle lezioni:unaè iscritta al liceo privato «Kennedy» e l’altra alla prestigiosissima «San Giuseppe De Merode», scuola convista su Piazza di Spagna.
Da quelle parti di okkupazioni, e cortei, se ne vedono pochi.
(Fonte "Il Giornale")

11 commenti:

Anonimo ha detto...

BARONI E PRIVILEGI UNITI NELLA LOTTA!!!



La situazione delle nostre università è paradossale: BARONI e professori contestano contro una riforma che ancora non esiste: esistono. È vero, i tagli, ma non sono drammatici: in media il 3% l’anno (1,4 miliardi in cinque anni su una spesa complessiva di circa 10 miliardi l’anno). Si parte da tagli quasi nulli nel 2009, mentre poi le riduzioni diverranno via via crescenti per raggiungere la media del 3% nell’arco di un quinquennio. Un taglio non certo terribile, dunque, visto che la stessa Conferenza dei rettori ha riconosciuto che in Italia la spesa per studente è più alta che in Francia e in Gran Bretagna.
Ma i baroni universitari cavalcano la protesta per mantenere intatto il loro potere. Un esempio? Nei prossimi mesi si svolgeranno nuovi concorsi per settemila posti in più fra ricercatori e professori (ordinari e associati). I 4 mila posti di professore saranno semplicemente promozioni automatiche di persone che sono già da anni dentro le università, e i concorsi saranno rigorosamente finti, con buona pace di qualsiasi giovane ricercatore che voglia far valere le proprie qualità.
Ebbene: se questi concorsi andranno in porto, si potrà smettere di parlare della riforma dell’università, perché per dieci anni non ci sarà più posto per nessuno e ai nostri studenti migliori non rimarrà che andare all’estero. Lo stesso Umberto Eco, invitato all’università di Siena, ha bacchettato gli studenti contestatori dicendo: “I tagli danneggiano più i professori che voi, è molto curioso che facciate una battaglia del genere per i baroni”.

La politica finora non ha mai affrontato il problema dei concorsi universitari e del sistema moltiplicatore di cattedre e degli insegnamenti, nonostante gli allarmi lanciati di tanto in tanto dall’interno degli atenei. Qualche anno fa fu Gino Giugni, padre dello Statuto dei lavoratori, a sollevare il problema con un articolo sul Corriere della Sera. Giugni, riferendosi a quella parte di mondo accademico - i giuslavoristi - che conosceva di più, rivelava: "C’è una gestione combinata nella selezione dei giovani studiosi". Ma a mettere il dito sulla piaga fu Pietro Ichino, oggi deputato del Pd e professore all’università statale di Milano: "Una cupola regola i concorsi universitari per le cattedre di diritto del lavoro. Solo chi si sottomette alle regole della cooptazione può vincere".
Le denunce di Giugni ed Ichino hanno prodotto un dossier raccolto dalla Guardia di Finanza che contiene decine di dichiarazioni a verbale di professori universitari stanchi di dover fare i conti con un vero e proprio trust di cattedre e concorsi. Achille Serra, ex commissario anticorruzione e ora deputato del Pd, confermò l’anno scorso che la situazione di "parentopoli" nelle università italiane è gravissima. Nei fascicoli inviati dal commissario anticorruzione alla procura di Roma si traccia l’organizzazione di una vera "cupola" formata da "baroni" che regolerebbe cattedre e concorsi nelle università italiane, attraverso, soprattutto, le commissioni di esami, che vengono costituite in modo tale che "a vincere sia sempre il candidato della facoltà universitaria che ha bandito il concorso e che è sostenuto dal professore della cattedra, componente la commissione".

La Guardia di Finanza, da parte sua, ha preso in esame una cinquantina di bandi appurando che l’80 per cento di quanti avevano fatto domanda ai concorsi si erano ritirati prima degli esami e quasi tutti quelli che li avevano superati avevano svolto attività nella stessa università che aveva bandito il concorso. Una vera e propria cooptazione, dunque, in cui non c’è spazio per la meritocrazia. E poi sarebbe il governo a far fuggire i nostri giovani ricercatori all’estero…!!!

(una compagna di Via Torino)

Anonimo ha detto...

Gli scioperi andrebbero organizzati davanti alle sedi della Cgil e del Pd...
(paolo barnard)



“L'incontro di ieri mattina tra il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e i sindacati della scuola è stato il detonatore che ha fatto esplodere l'inquietudine sotterranea che da settimane attraversava l'intero versante sindacale di fronte all'incognita della Finanziaria(2007, nda). Il confronto si è arroventato di colpo quando Enrico Panini, leader della FlcCgil, ha estratto dalla sua cartellina un foglio contenente le misure che la prossima Finanziaria dedica alla scuola. Sotto accusa tre articoli: 17, 18 e 19. Il primo stabilisce che, dal 2007/08 al 2012/13, sarà innalzato progressivamente fino a 12 il rapporto tra alunni e docente… un giro di vite che alla fine porterebbe alla riduzione di quasi 100mila posti per gli insegnanti. Inoltre, stretta sui posti di sostegno e sul personale Ata… provvedimenti che potrebbero costare la cattedra a circa 10 mila docenti. E altrettanti potrebbero essere cancellati dalla paventata abolizione della deroga nella formazione delle classi nelle quali sono presenti alunni con handicap. «Più che una proposta dilegge Finanziaria siamo di fronte a un chiaro esempio di come si può far impallidire anche un concetto come quello di macelleria sociale», ha attaccato Panini.”

Così scriveva il Sole 24 Ore il 27 settembre del 2006. E notate: l’articolo parla di “inquietudine sotterranea che da settimane attraversava l'intero versante sindacale”, dunque il tempo per sollevarsi c'era. Si parlava di ben oltre 100.000 cattedre a rischio, ben più delle odierne 87 mila della Gelmini. Perché in quelle settimane non vi mobilitaste? Perché nessun allarme e nessuna occupazione per oltre un anno? Vero, nell'autunno del 2007 scendeste in piazza, ma le agitazioni di allora furono minuscole rispetto a quanto state facendo oggi, e soprattutto si accesero nella maggioranza di voi quando l'allora ministro Fioroni minacciò i vostri interessi di parte (obbligo dei debiti , maturità ecc.) e non prima quando, ribadisco, in gioco c'erano i medesimi tagli che oggi sembrano così scandalizzarvi. Perché? Vero anche che la minaccia dei colpi di scure del buon Prodi rientrò, ma poi… leggete qui:

“Giungono a maturazione i frutti avvelenati di una Finanziaria (2007 nda) che ci avevano detto avrebbe fatto piangere i ricchi e finalmente rilanciato l'impegno dello Stato a sostegno della scuola. La situazione economica e strutturale della scuola pubblica diviene ogni giorno più drammatica. I tagli alla superiore sono i più evidenti e vistosi, resi ancor più gravi dall'aumento delle iscrizioni a livello nazionale… Il crollo dei finanziamenti sta minacciando il Tempo Pieno e prolungato, sta impedendo di pagare e fare le supplenze quasi ovunque, con decine di migliaia di classi che ogni giorno restano senza insegnanti. Molte scuole non hanno più i soldi neanche per le spese più elementari, gesso o carta igienica… I professionali stanno per essere massacrati, si annunciano riduzioni vistose dell'orario settimanale… Dopo un ridicolo balletto con i sindacati ‘amici’, il governo ha ribadito che nel 2007 non darà un euro per il rinnovo del contratto di docenti ed Ata, deprimendo ancor più una categoria al limite del tracollo… E dire che basterebbe che il governo rinunciasse a costruire gli F35 (i caccia, nda) destinando all'istruzione almeno la metà di quei soldi.”

Così si esprimevano nel maggio del 2007 i Cobas Scuola. E allora.

No, così non va cari ragazzi. Lo slancio civico, la difesa dei diritti,sarebbero in voi una manifestazione straordinaria se non fosse che ancora una volta l’evidenza mi costringe a concludere che ciò che anima questo vostro insolito livello di indignazione è la deleteria febbre contro l’Odioso Designato, e non la sostanza dell'ingiustizie. Ancora una volta. Come ai tempi del desolante spettacolo del‘pacifismo’ italiano di cinque anni fa. Ricordiamo tutti quell’epocale15 febbraio del 2003, quando una massa di quasi tre milioni di italiani marciò su Roma per protestare contro l’intervento italiano in Iraq e in Afghanistan. In Iraq l’Italia è rimasta per nove mesi del governo di centrosinistra, in Afghanistan ancora siamo. Ma dei tre milioni di ‘pacifisti’ del 2003, quanti scesero in piazza nei mesi del mandato Prodi dall'aprile del 2006? Lungo cioè la terrificante strage di civili che le cosiddette coalizioni hanno perpetrato in quei due Paesi e che oggi arriva a una stima di oltre un milione e seicentomila morti? Poche centinaia si agitarono nelle piazze, di cui neppure uno dopo l’annuncio lanciato da Luciano Bertozzi su Nigrizia che ci rivelava come il buon Prodi avesse previsto nella finanziaria 2008 qualcosa come… 23 miliardi di euro in spese militari, armando poi Paesi come la Turchia o Israele, vere e proprie bestie nere dei Diritti Umani. Perché allora, col centrosinistra a palazzo Chigi, neppure una frazione dell’indignazione febbrile che oggi vi percuote fece capolino nelle strade? Mi dite perché?

Infine. Dove state andando a sbattere? Contro chi? Ha senso indignarsi con il pescecane che ha azzannato la rete del pescatore? Mi spiego, è semplice. Le destre politiche di tutto il mondo sono cromosomicamente programmate dai loro padroni per fare una e solo una cosa: distruggere il bene comune e il senso dicollettività, per sempre, e imporre il privato individuale ovunque. Sono nate per fare questo. Punto. Esattamente come gli squali sono nati per azzannare. Significa demolire scuola pubblica, sanità pubblica, servizi pubblici. Possiamo certamente inorridire, ma che senso ha indignarsi con chi sta facendo il suo dovere? L’indignazione se la meritano coloro il cui compito era di impedire che la destra facesse il suo dovere: e cioè la sinistra, la miserevole inesistente patetica sinistra. Quella cosa che oggi sta appiattita sotto lo stuoino della destra pur continuando a biascicare retoriche di sinistra. Le leggi dell’Odioso Designato si disfano in poche settimane se c'è il consenso politico (cioè popolare). Il problema è che quel consenso non c'è, o meglio, la sinistra non ha saputo crearlo, non ne è stata capace, anzi: non ha voluto. Questo è il problema. Invece di perdere tempo a odiare Berlusconi e il suo clan, perché non vi chiedete le ragioni per cui le sinistre sono finite a brandelli, svendute alle destre, protettrici del piduista Silvio, privatizzatrici, precarizzatrici, traditrici del nostro bene comune?

Indignatevi con loro ragazzi, strattonatele, prendetele a schiaffi, fate i sit-in e le lezioni in strada di fronte alla CGIL, alle sedi del PD, sotto casa di Romano Prodi. Questo ha senso. La destra fa il suo dovere. E' la sinistra che non l'ha fatto.

Anonimo ha detto...

Oscura nel finanziamento, La Cgil non può certo diventare limpida al momento di presentare il rendiconto. Le imprese quotate in Borsa sono obbligate a dare conto di ogni spicciolo che incassano e dell’uso che ne fanno. Ma la Cgil, associazione i cui azionisti - volenti o nolenti - sono tutti i contribuenti italiani, si guarda bene dal presentare un bilancio trasparente, dallo spiegare le ragioni degli ammanchi che spesso si verificano nelle camere del lavoro territoriali e dal dare conto di quanto arriva da ogni voce di finanziamento, inclusi i cosiddetti “enti collaterali” come i patronati sindacali, gli enti bilaterali, i centri di assistenza fiscale, gli enti di formazione, le associazioni dei consumatori e gli enti di cooperazione allo sviluppo internazionale....
Quando intervengono i baschi verdi?

Anonimo ha detto...

Il 31 luglio 2008 il dottor Carlo Pandolfi ha lasciato l’incarico di amministratore delegato della Società Asub Spa, controllata (al 100%) dalla Provincia di Napoli, ma anziché andare a casa si è fatto nominare direttore generale per i prossimi 5 anni con un contratto che prevede un compenso annuo di € 95.000,00, oltre gli oneri previdenziali ed assistenziali.
Una cosa vergognosa che ha quale unico scopo quello di garantire al dottor Pandolfi uno stipendio anche nel caso in cui alle prossime elezioni, che si svolgeranno tra qualche mese, dovesse cambiare il quadro politico in provincia e, conseguentemente, procedere alla sostituzione del CdA dell’ASUB.
Abbiamo presentato come PdL una interrogazione urgente il 23 settembre scorso senza che finora vi sia stata risposta ma a questo punto riteniamo che il Presidente Di Palma non può sottrarsi dall’esprimersi chiaramente nel merito di quella che è semplicemente una squallida vicenda di privilegi che si vogliono mantenere ad ogni costo.
Vogliamo che il Presidente si esprima in merito ad una situazione che è fuori da ogni comportamento di etica politica dicendo chiaramente se lui, in quanto rappresentante della proprietà, approva o meno questo artifizio che nulla ha a che fare con l’interesse generale ma che è messo in pratica ad uso e consumo del dottor Pandolfi e del Partito Democratico che lo sostiene.
Giova ricordare che l’Asub, che si permette il lusso di nominare per altri 5 anni, un direttore generale, chiuderà il 2008 con una perdita di circa 650mila euro e con una catastrofica situazione che si è determinata nell’ambito dello svolgimento del servizio di manutenzione scolastica che ha presentato uno scostamento negativo, rispetto al budget previsto, di €uro 1.168.000,00, con un ingiustificato ricorso continuo all’impiego di società terze per lo svolgimento del servizio

Anonimo ha detto...

Il Boss Mike Gravano è sempre più solo. Nessuno lo vuole. Conta solo nel Palazzo di Via Torino, perchè è attorniato da una corte di disabili mentali.

Anonimo ha detto...

...del resto personaggi come Gravano rimarranno soli durante tutto l'arco della loro vita. Non hanno amici ma adulatori pronti ad abbandonarlo non appena andrà in disgrazia.
Gravano spera qualche incarico nel Porto. Ma è stato già bruciato.
Nessuno lo vuole.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, occhio nel palazzo a quello spione di Berardo Marino; è la gola profonda del Boss Michele Gravano

Anonimo ha detto...

Sannino, continua a giocare a carte e continua ad accumulare debiti.
Ma non è un problema. Pagano i lavoratori e la Fillea!!!

Anonimo ha detto...

La Cgil in Campania è un luogo di malaffare e di malcostume.
Mi ha fatto ridere l'intervento dell'ex segretario della Filt Cgil, Federico Libertino, ora nella segreteria regionale della Cgil Campania,il quale, pur di mettersi in mostra, seduto comodamente in poltrone ha avuto l'ardire di sostenere di difendere i delegati sui posti di lavoro.
Caro Federico, sei un bugiardo!
Perchè non spieghi cosa è accaduto alcuni mesi fa alla Dhl di Casoria?
Il delegato della Filt Cgil è stato licenziato ingiustamente, la Filt non gli ha messo a disposizione neanche l'avvocato.
Il delegato ha vinto il ricorso rivolgendosi ad un avvocato privato.
Federico, tu e tanti servi come te(Sannino e Nappo della Fillea, Giannluca Daniele della Slc, Francesco D'agostino della seg regionale Cgil, Petruzziello Cdlt di avellino e borrelli cdl di caserta, ciardi, amministratore, siete servi..dei servi...dei servi..
PS/un servo di nome e di fatto è l'astro della sinistra sindacale:Luigi Servo.
Un imbecille, invece, che si erge a rivoluzionario è Davide Pastore...cdlt di Napoli

Anonimo ha detto...

Chiedete a Luigi Petricciuolo componente della Cdlt di Napoli come ha gestito le assunzioni all'Alenia del Fusaro e di Giugliano.
Assunzioni fatte con diverse...tariffe!

Anonimo ha detto...

ANONIMO....PARLIAMO UN PO' DI QUESTO bRUNETT CIO QUESTO GRANDILLO Dalla folta chioma.Ora tutti devono firmare sia l'entrata che l'uscita nel palazzo di via torino.Se volevi essere schifato piu'del solito valentiìno ci sei riuscito:Ma tu dovresti rientrare al tuo posto cioe'in produzione.Altro che dettare legge nel palazzo.Parliamo anche di quello che ti stai mettendo in tasca.I tuoi appartamenti che hai a Pozzuoli precisamente in via ArcoFelice ti rendono un bel po'di soldini oltre allo stipendio 1500.piu'il contributo sindacale altre 13oo,oopoi buoni pasti,spese di benzina altri 5oo,oo due telefonini con altrettanti cariche a carico dei lavoratori insomma Grandillo di problemi non ne devi proprio avere ecco perche'adesso rompi il cazzo a quelli che lavorano per soli 14oo,ooal mese.Figurati poi il resto della banda.



I CADUTI SUL LAVORO..