mercoledì 26 marzo 2008

UNA SENTENZA DELLA CASSAZIONE: IL NEPOTISMO E LE PARENTOPOLI SONO REATI..


Il nepotismo e le parentopoli sono un reato. Lo ha stabilito con una sentenza (clicca) la Corte di Cassazione.
Il IL NEPOTISMO ITALIANO(clicca) è sulle prime pagine dei giornali stranieri. Significativa una analisi del quotidiano inglese Daily Telegraph (clicca)
Abbatterlo (clicca) sarebbe come "chiedere ai francesi di non scioperare o agli spagnoli di non fare la siesta. L'Italia è la nazione più chiusa d'Europa.
In una cultura dove la maggior parte delle aziende sono a gestione familiare, non sorprende che la politica si sia organizzata sugli stessi principi".
Perchè se il quotidiano inglese cita i "cento casi di nepotismo scoperti negli ospedali toscani, mentre tre rettori universitari e più di 115 docenti sono accusati di aver favorito loro parenti", in Campania gli enti bilaterali (vedi Enti pubblici, Partecipate comunali e regionali, Cassa Edile, Comitati Paritetici Antinfortunistici, Scuole Edili) sono diventati feudi dei figli, generi e amici di sindacalisti, i fondi europei sono utilizzati per finanziare riviste dirette da mogli di leader sindacali.
"Il nepotismo è molto diffuso nelle liste dei candidati" rileva ill Daily Telegraph, "la moglie di Piero Fassino, Anna Maria Serafini Fassino è in corsa come la moglie del governatore della Campania, Anna Maria Carloni Bassolino" e, con la purtroppo usuale approssimazione dei media stranieri cita anche Marco Pecoraro Scanio che a onore del vero ha rinunciato all'ultimo momento per evitare "di essere catalogato in modo distorto e strumentale nella categoria dei parenti".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Loro sistemano i parenti e 38 mila ragazzi ogni anno sono costretti ad emigrare al nord per trovare un lavoro 'a progetto'...
Vergogna!!!
In galera dovete andare!!!Sindacalisti della Cgil Campania faremo di tutto per mandarvi in galera!!!

Anonimo ha detto...

Vi invito a leggere quest'inchiesta...
ciao.
Linux
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La casta della monnezza è la più ricca d'Italia


Scritto da Gennaro Sangiuliano da Libero Quotidiano


La casta della Regione Campania è la più "costosa" in Italia. L'Emilia Romagna spende 67 milioni per i suoi 67 eletti, la Lombarda 80 milioni per far lavorare 80 rappresentanti, la Campania per 60 consiglieri fagocita 78 milioni, che lieviteranno a 94 milioni nel 2008. Ai numeri non si scappa: i consiglieri campani sono 60, ciascuno dei quali percepisce uno stipendio di 9.143 euro, cui vanno aggiunti 3.000 euro per i cosiddetti portaborse, un ufficio, una segreteria e altre varie indennità. Ma nessuno nell'assemblea campana fa il consigliere sic et simpliciter.

Perché di questi 60 ben diciotto (sia di maggioranza che di opposizione) fanno i presidenti di commissione, percependo un 15% di più dell'indennità di base pari a 1.371 euro; altri diciotto fanno i vicepresidenti ai quali compete un 8% aggiuntivo pari a 731 euro; e infine ci sono anche diciotto segretari di commissione che percepiscono un 4% in più pari a 365 euro. Dunque 54 consiglieri su 60 hanno un benefit aggiuntivo al già corposo stipendio base.
TRIPLO INCARICO
Ma non è certo finita qui. Perché fra i 60 consiglieri viene scelto il presidente, nel caso Sandra Lonardo Mastella, a cui compete un'indennità aggiuntiva pari al 20%, cioè 1.828 euro. Ci sono, poi, due vicepresidenti (uno è dell'opposizione di centrodestra) con integrazione stipendiale del 15%, cioè 1.371 euro; due questori con l'8% in più; due segretari anche loro con ì'8% pari a 731 euro. Nel consiglio regionale della Campania ci sono 14 gruppi ognuno dei quali ha un capogruppo e un vicecapogruppo ai quali spettano prebende aggiuntive.
La matematica ci porta a incontrovertibili constatazioni: il totale dei "benefit" arriva a quota 94. Dunque, non solo tutti i consiglieri regionali hanno un secondo incarico che giustifica l'integrazione ma alcuni, oltre la metà hanno addirittura il triplo incarico che porta la terza prebenda. Di fatto un consigliere regionale
campano guadagna più di un deputato o senatore anche perché non ha spese di soggiorno a Roma.
Fare il consigliere regionale della Campania è anche un investimento per una serena vecchiaia, basta, infatti, aver fatto una legislatura per incassare una pensione integrativa di 3.200 euro mensili che scatta al 55esimo anno di età. Per ogni ulteriore legislatura la pensioncina sale di altri 2.200 euro ed è cumulabile a quella di parlamentare nei casi frequenti in cui si passa al Parlamento nazionale.
Per intenderci una legislatura al consiglio regionale frutta una pensione pari a quella di chi per una vita ha fatto il professore universitario, il medico ospedaliero, l'ufficiale dei carabinieri, il funzionario di polizia, l'avvocato.
IL PROBLEMA SANITÀ
Non solo i politici dell'assemblea regionale campana sono i più costosi d'Italia ma guai a ingerire nei loro stipendi. Quando la Finanziaria del 2006 (legge 266/05) a firma di Giulio Tre-monti, tentò di tagliare di appena il 10 per cento le indennità dei politici campani, questi pensarono bene di far ricorrere la Regio-
ne, scomodando addirittura la Corte Costituzionale, perché la norma taglia stipendi viola l'autonomia finanziaria della Regione e «degli organi politici regionali». La Consulta ha dato ragione alla Campania ma è chiaro che dietro un dato formale si nasconde una questione morale.
Nella moderna sede del Consiglio regionale della Campania, al centro direzionale di Napoli, c'è ovviamente una bouvette-ristorante, un presidio medico, una boarding room per il presidente. La magistratura ha messo sotto osservazione contratti di affitto di nuovi uffici per 5.000 mq, sempre ubicati al centro direzionale, per i quali si spendono 1 milione e 200 mila euro anche se risultano ancora deserti.
Alla casta campana piace viaggiare, soprattutto se a spese del contribuente, «partono e' basti-mienti», «partono i bastimenti», recita l'andante di un'antica canzone napoletana che racconta l'emigrazione dei primi del Novecento. E autentici bastimenti, nel caso in business classbusiness-class-only-airlines su vettori aerei, carichi di assessori, consiglieri regionali, portaborse, dirigenti e funzionari hanno attraversato l'Oceano per gli Stati Uniti. Solo nell'ultimo anno, dopo dure polemiche e un'inchiesta della Corte dei conti poi archiviata, non si è rinnovato il rito di mega delegazioni per il Columbus Day a New York.
Lo scorso 23 febbraio la Procura regionale della Corte dei Conti ha annunciato che il debito cumulato dalla Regione Campania nella sola sanità ammonta a sei miliardi e 900 milioni di euro mentre la cifra stimata in precedenza era di cinque miliardi. In precedenza la Corte dei Conti aveva stigmatizzato alcune spese regionali: dai 222.000 euro finanziati dalla Regione per il corso di formazione professionale mai svolto all'Università popolare di Caserta ai 60.000 per l'allestimento di un presepe nella sede regionale di New York fino ai 14.000 impegnati ma non spesi dalla Provincia di Napoli per comprare foulard da distribuire.
Dal bollettino ufficiale della Regione si apprende che sono stati stanziati 248 mila euro per uno studio sulla mobilità dal Museo archeologico a quello di Capodimonte.
L'unica proposta di legge regionale per abbassare i costi della politica l'hanno presentata alcuni esponenti di An: Salvatore Ronghi e Franco D'Ercole. Al momento giace in commissione e, nonostante le buone intenzioni dei proponenti, difficilmente avanzerà nell'iter. Si tenta, invece, di riorganizzare in 12 le commissioni consiliari.
TASSE RECORD
La rassegna degli assessori e dei politici regionali finiti nelle maglie della giustizia per vari episodi è lunga, quattro consiglieri regionali e tre assessori sotto inchiesta per fatti gravi, alcuni addirittura arrestati. Un mese fa il procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore è stato lapidario: «La corruzione sta aumentando sempre di più. Il lavoro è così tanto che sto pensando di rafforzare, dal punto di vista dei magistrati, la sezione della pubblica amministrazione».
La sprecopoli campana è un vortice che si autoalimenta sul quale sono ancora decine gli episodi da citare. Ma, forse, è più utile richiamare altri dati: i cittadini della Campania pagano un'addizionale Irpef fra le più altre d'Italia e il bollo auto al massimo importo consentito dalla legge. Ancora, secondo le statistiche Istat, più 450 mila famiglie della Campania sono sotto la soglia della povertà in Campania (cioè sotto 7 mila euro di reddito all'anno), più di Lombardia, Piemonte, Liguria e Triveneto messe insieme.
Infine, l'Unione Europea ha destinato alla Campania, negli anni 2000-2006, fondi per 7,7 miliardi di euro, la Regione ne ha spesi meno della metà. Per quelli impiegati l'effettiva utilità è tutta da verificare

Anonimo ha detto...

Un personaggio del "Grande Fratello" al tavolo della presidenza della conferenza di organizzazione della Cgil Campania?
Di che vi meravigliate?
Per Gravano la trasmissione "il grande fratello' trasmette "grandi valori e messaggi culturali"...
Anche in Cgil vanno di moda nani, ballerine e veline...
L'idea di mettere alla presidenza "l'attrice" del Grande Fratello è venuta a Federico Libertino segretario generale della Filt Campania(bassoliniano ovviamente!!) prossimo leader napoletano della Cgil Campania...dalla padella alla brace....

PS/quanto sono ridicoli i cosiddetti esponenti di "Lavoro e Società" della Cgil Campania..recitano il ruolo di "sinistri" ma sono parte integrante della corte di Gravano...
Qualcuno è servo di nome e di fatto!!!

Anonimo ha detto...

Leggete quest'intervista concessa dal seg.generale della Cgil Campania Michele Gravano al quotidiano "Il Denaro"..Vittimismo meridionale, difesa del bassolinismo e arroganza...Gravano non dice una parola sugli sprechi della Giunta Campana del suo compare Bassolino
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Gravano: Pd e Pdl guardano troppo al Nord

"Entrambi gli schieramenti guardano troppo al Nord". Michele Gravano, segretario generlale della Cgil Campania (che oggi, a Benevento, apre la propria assemblea organizzativa) commenta così la campagna elettorale in corso e i programmi dei due principali partiti. "Il Pd - afferma il sindacalista - ripropone la strategia di Prodi: il Sud come piattaforma logistica del Mediterraneo; il Pdl l'abbiamo già visto all'opera nei suoi cinque annni di governo, nei quali il Meridione è stato marginale e la spesa pubblica per il Mezzogiorno è diminuita". Per quanto riguarda l'azione della Giunta regionale, Gravano sottolinea il "terremoto" politico seguito alla vicenda Mastella e all'addio di De Mita al Pd. "Ora - ammonisce - bisogna pensare innanzitutto ad uscire dall'emergenza e a minimizzarne le ricadute economiche. Dopo le elezioni politiche però, bisognerà fare il punto della situazione".
Giovanni Brancaccio




Domanda. La Cgil celebra la propria assemblea organizzativa in piena campagna elettorale. Quali sono le sue impressioni sui programmi dei due principali schieramenti e in particolare sugli interventi per il Mezzogiorno?
Risposta. Il Pd ripropone la strategia di Prodi, che ruota intorno alla sfida di fare del Mezzogiorno la piattaforma logistica del Mediterraneo. Il Pdl, l'abbiamo visto all'opera nei cinque anni in cu ha governato, nei quali il peso della Lega è stato preponderante e l'attenzione per il Sud marginale, come testimoniano i dati sull'andamento della spesa pubblica in quel periodo. E questa volta non ci sarà neppure l'Udc a bilanciare la presenza del Carroccio nella coalizione. Nel complesso, mi sembra che oggi entrambi gli schieramenti guardino troppo al Nord e molto poco al Sud.
D. Per ragioni elettorali?
R. Senza dubbio. Ma attenzione: una "questione settentrionale" esiste e il Sud sbaglierebbe a sottovalutarla. Alcune aree del Nord vogliono essere messe nelle condizioni di integrarsi e competere ad armi pari con il resto d'Europa. E' un'ambizione ragionevole, ma va inquadrata in una politica economica nazionale che per definizione non può e non deve essere strabica.
D. Nella campagna elettorale è entrata di prepotenza la questione Alitalia, nella quale si inserisce anche la vicenda dell'Atitech di Napoli: come giudica l'esito dell'incontro di ieri (due giorni fa per chi legge) a Roma tra Air France e sindacati?
R. Far entrare la vicenda Alitalia nella campagna elettorale è stato un errore. Detto questo, il confronto è ancora in corso, dunque valutazioni definitive sono impossibili, al momento. Non abbiamo pregiudiziali verso i francesi, ma bisogna salvaguardare il futuro di lavoratori, in maggioranza giovani, qualificati come quelli dell'Atitech. Alcuni segnali di apertura ci sono stati, ma sia chiaro che non accetteremo diktat e che il problema non è soltanto Malpensa che, detto per inciso, è stata tra le cause della perdita di efficienza di Alitalia. Il Nord non può farci la lezione e non può essere sempre e soltanto il Sud a pagare.
D. In questi giorni si parla di una cordata italiana per Alitalia e alcuni imprenditori campani si sono detti disponibili a partecipare: come valuta l'iniziativa?
R. Preservare l'italianità della compagnia di bandiera è senz'altro un obiettivo condivisibile. Ma le cordate non s'inventano in pochi giorni e, tenuto conto delle condizioni finanziarie di Alitalia, mi sembra un'iniziativa giunta fuori tempo massimo. Concentrerei l'attenzione piuttosto sulla maniera in cui garantire un futuro ai lavoratori della compagnia, in particolare a quelli campani.
D. A proposito di lavoro: gli ultimi dati Istat, positivi e livello nazionale, negativi per la regione, mettono in evidenza l'ennesimo "caso Campania"?
R. Direi che il problema riguarda tutto il Sud. E' vero, in Campania abbiamo perso posti di lavoro nell'ultimo anno. Ma ci sono anche buone notizie, come il fatto che aumenti l'occupazione nell'industria. Certo, altri comparti sono in sofferenza, in particolare servizi e agricoltura.
D. E proprio sul comparto agroalimentare si sta abbattendo in questi giorni il "ciclone diossina", con la mozzarella di bufala messa al bando in Corea del Sue e a Taiwan e sotto osservazione anche in Giappone: come se ne esce?
R. Innanziututto smettendola con l'allarmismo. Le istituzioni stanno effettuando tutti i controlli del caso, se dovessero emergere dei problemi bisognerà correre ai ripari. Ma sono tre anni che quel settore soffre, non bisogna mettere sempre tutto in relazione all'emergenza rifiuti. C'è stata la brucellosi, allarme per fortuna rientrato. Bgli ultimi cinque anni, poi, c'erano già stati segnali di una presenza di diossina in eccesso, penso all'area di Marcianise. Ne Casertano ci sono alcune aree di crisi, mentre nel Salernitano la situazione è tranquilla.
D. Quella della mozzarella è una crisi che si somma alle altre che vive la Campania: su queste questioni le parti sociali considerano la Giunta regionale ancora un interlocutore pienamente legittimato?
R. Il primo compito che tutti hanno oggi di fronte, dalla Regione a una grande organizzazione di massa come la Cgil, è dare un contributo per portare la regione fuori dall'emergenza e minimizzarne le ricadute economiche. Detto questo, non possiamo ignorare il terremoto politico degli ultimi mesi: i problemi di Mastella, la fuoriuscita dell'Udeur dalla Giunta regionale, l'addio di Ciriaco De Mita al Pd. Ora bisogna che tutti remino nell stessa direzione per portare la Campania fuori dalle secche. Ma dopo le elezioni politiche sarà necessario fare un punto della situazione.
D. Un'ultima domanda: a lei è stata offerta una candidatura?
R. Non mi è stata offerta e non l'avrei accettata. Sono segretario della Cgil Campania e lo sarò per altri tre anni.



I CADUTI SUL LAVORO..