giovedì 8 maggio 2008

ECCO IL BULLO DI PROVINCIA...


Il personaggio nella foto dirige la Cgil della Campania. Un'organizzazione che un tempo era un punto di riferimento per i giovani, i lavoratori ed i precari. Oggi è diventata una corrente, anzi, una corte che si riconosce in un sistema di potere politico affaristico-clientelare.
Il personaggio nella foto è un bullo di provincia, un arrogante, che si regge perchè ha selezionato negli ultimi anni i "dirigenti sindacali" in base ai criteri della "fedeltà" o di appartenenza alla consorteria. Una "generazione di dirigenti" senza polso, testa. Una generazione di yesman.
Il personaggio nella foto "conta" solo nel "Palazzo" per volontà della "corte".
Un personaggio che non ha costruito una famiglia. Non ha sentimenti. Non ha figli. Non ha amici. Non sa cos'è l'amore. E' solo.
Per mantenersi a galla o inviare "messaggi trasversali" rilascia dichiarazioni (clicca) Strategia economica, Gravano boccia D'Antonio usando strumentalmente le condizioni di povertà dei lavori per aumentare il suo "potere contrattuale" omettendo di parlare degli sprechi e del fiume di denaro che ha alimentato il "sistema", di cui lui stesso è parte integrante: "Fondazioni", corsi truffa di formazione professionale, "associazioni senza scopo di lucro", centinaia di consulenze d'oro, spreco risorse europee, assunzioni clientelari di un esercito di figli, parenti e di amici appartenenti alla sua corte nelle partecipate comunali, regionali, provinciali e negli enti bilaterali.
Il bullo di provincia ha usato il suo ruolo per curare affari di famiglia. Circa un milione di euro di provenienza UE sono stati stanziati in favore della rivista "Filo di Perle" di cui è direttore la moglie Luisa Cavaliere moglie. Le informazioni sulla rivista le trovate qui (clicca) alla voce “chi siamo”. A fianco, info sul direttore e le redattrici. L’editore della rivista è la partecipata regionale EFI (clicca), ovvero: Ente funzionale innovazione e sviluppo regionale. Sono questi i "dirigenti" affidabili per la Cgil nazionale e per il nuovo(?) sindacato che nasce, bulli di provincia autoreferenziali e venerati nei "palazzi" che nella vita reale valgono meno di niente.
Sono degli illusi coloro che pensano che la Cgil possa cambiare o riformarsi con la "democrazia interna". Tra epurazioni, licenziamenti, isolamenti ed espulsioni avallati dalla Cgil nazionale (clicca) Nota stampa. Dichiarazione di Giorgio Cremaschi sulla sospensione di 6 mesi dalla Cgil della Segretaria generale della Fiom di Milano: “Un vergognoso atto di intimidazione politica che viola le regole e lo spirito della Cgil abbiamo capito il messaggio di Epifani e compari.
Bene. Non commetteremo l'errore di trasformarci in una banda di estremisti.
Faremo di tutto per smascherarvi dando ogni giorno elementi e documentazioni alle forze dell'ordine ed alla magistratura per smantellare il vostro sistema...il sistema "Altra Casta".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Povera Luisa. Ti conosciamo e ti abbiamo sempre apprezzata come una donna intelligente...

PS/ Cara Luisa, fatti raccontare la storia della "fotografa"...

Anonimo ha detto...

ESEMPIO LAMPANTE DI COME LA CGIL CAMPANIA E' DIVENTATA UNA CORRENTE, UNA CONSORTERIA DEL SISTEMA DI POTERE..ALTRO CHE ORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI...IL BOSS GRAVANO ORGANIZZA "FONDAZIONI TRASVERSALI"...LEGGETE L'ARTICOLO PUBBLICATO DA CORRIERE DELLA SERA/CORRIERE DEL MEZZOGIORNO...
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Il Pd si fa in quattro: bassoliniani, popolari lettiani e veltroniani


Scritto da Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno, 08-05-2008 07:46


Laboratori, factory, forum, luoghi delle idee. O meglio fondazioni e associazioni al posto delle correnti, che poi tanto diverso non è. Il Partito democratico campano (come quello nazionale d'altronde), orfano di tessere e sezioni, per radicarsi sul territorio si riorganizza. C'è chi l'associazione già ce l'ha e la mette in campo. Chi, invece, ha pronto lo statuto ma non ha ancora deciso la leadership. E chi potrebbe unirsi.
Si vocifera che Massimo D'Alema voglia aprire una sede della sua fondazione Italianieuropei anche a Napoli, oltre che aRomaeaMilano. Prima uscita campana una tre giorni della scuola di formazione politica organizzata per fine maggio in quel di Marina di Camerota. Ora se D'Alema sbarca a Napoli a chi si dovrà appoggiare se non agli uomini di più stretta fede bassoliniana? Come anticipato dal Corriere del Mezzogiorno il 25 aprile scorso è a buon punto il progetto che raggruppa chi non vuole disperdere l'esperienza di governo, che non è, testualmente, «tutta munnezza». Nei giorni precedenti alla composizione delle liste elettorali si sono susseguite una serie di riunioni promosse da Andrea Cozzolino, Antonio Marciano, Michele Caiazzo, Maria Fortuna Incostante, Michele Gravano, Angela Cortese, Tino Santangelo, Diego Belliazzi, Ennio Cascetta e Tonino Amato. Questi ultimi, però, nella costituenda associazione (o fondazione non si sa ancora) non ci sono già più. Il traumatico risveglio post elettorale ha cambiato nuovamente gli assetti. Ed ecco spuntare la via più democristiana al Pd. Si chiama
Territorio, diritto e solidarietà, è un'associazione trasverale che raccoglie popolari, riformisti, ex coraggiosi- rutelliani, ma anche ex Ds morandiani. Per dare un volto e un'anima a questa corposa compagine in testa ci sono Pasquale Sommese e Tonino Amato, che, in termini di consenso, sono una garanzia. Il test di forza lo hanno fatto a Città della Scienza con una manifestazione gremita. Nel laboratorio ci sono Pietro Ciarlo, Bruno Cesario ma anche Felice Laudadio, Domenico De Masi e Felice Iossa. E ancora Berardo Impegno e soprattutto sindaci e amministratori. Al grido di «basta con le rendite di posizione» contano di avere il 30 per cento del partito. Outsider, tutt'altro che sprovveduti sono infine Eugenio Mazzarella e Luigi Nicolais. Terza e quarta parte, per ora, del Pd campano. Il prof deputato presiede in Campania l'associazione lettiana 360, che a livello nazionale è guidata da un altro napoletano Umberto Ranieri. Mentre l'ex ministro è a capo della più veltroniana Democratici in rete. Sebbene a livello nazionale tra Letta e Veltroni non corra buon sangue, all'interno del partito locale tra Mazzarella e Nicolais c'è una sintonia politica unica: entrambi invocano discontinuità e ricambio della classe dirigente. Un primo assaggio di accordo oggi durante la direzione regionale del partito, la prima dopo la batosta

Anonimo ha detto...

e ora che gravano cambi mestiere sono oramai tanti gli errori fatti . solo per elencarne qualcuno .avallare lo scandalo jacorossi che continua a non riprendere i lavori.

Anonimo ha detto...

Gravano da anni "scendiletto" di Bassolino dice:
"Dobbiamo mettere in campo una nuova proposta politica, con gruppi dirigenti rinnovati».
Solite chiacchiere.... la verità è che nessuno compreso Gravano vuole mollare l'osso.

Anonimo ha detto...

E a proposito di "sistema bassoliniano" leggete l'articolo pubblicato da "Il Mattino"
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Così l’ex delfino ha smentito in Procura il suo capo


Scritto da Leandro Del Gaudio da il Mattino, 07-05-2008 22:09


Nel corso della fase preliminare delle indagini è stato interrogato due volte dai pm del pool ecologia. Ora il suo nome è nella lista dei testi del pm: Massimo Paolucci, ex subcommissario all’emergenza rifiuti, tra i potenziali accusatori contro Bassolino. Per anni delfino di Bassolino, oggi chiamato dai pm in aula contro il governatore. L’obiettivo è chiarire un punto in particolare: la netta distinzione fatta da Bassolino tra amministrazione e politica, una distinzione che il governatore indica come «la stella polare» della sua carriera. Ed è su questo punto, che Paolucci sembra contraddire il suo mentore politico. È il 20 dicembre del 2005, quando Paolucci risponde ai pm: «Bassolino era sempre messo al corrente delle difficoltà interne all’Ati, specie nel corso delle emergenze», ammette Paolucci.

Poi aggiunge: «Normalmente le interlocuzioni con il presidente Bassolino circa il funzionamento del servizio di Fibe avvenivano con cadenza mensile. Ma in occasione di eventi emergenziali anche quotidianamente». I pm insistono. Perché nessuno interveniva di fronte alle incapacità e alle inadempienze delle società appaltatrici? Paolucci: «Ricordo che Vanoli (ex vice di Bassolino) disse a Bassolino che effettivamente era prodotto un cdr non conforme al contratto ma che si trattava di un momento contingente». Poi c’è il capitolo delle presunte raccomandazioni per assunzioni in Fibe. È ancora Paolucci a rispondere: «In ogni Comune dove si aprivano siti di lavorazione del Cdr, stoccaggio o discariche, rappresentanti politici, sindaci in primis, chiedevano assunzioni di persone sul posto. Accadde a Giugliano, ad esempio. Per parte mia, posso dire che chiesi di far fare il colloquio ad una persona che abita a Soccavo, un disoccupato iscritto nelle liste di mobilità. Mi risulta che tale persona è stata assunta a Soccavo». Paolucci dovrà confermare anche le accuse rese dal subcommissrio Giulio Facchi (tra i 28 imputati) sul cattivo funzionamento degli impianti e sulla relazione di fine mandato consegnata a Corrado Catenacci.

Anonimo ha detto...

Qui invece ci sono anche i "consulenti" segnalati da Gravano...
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Regione: consulenti per controllare i consulenti


Scritto da Felice Naddeo da il Corriere del Mezzogiorno, 07-05-2008 09:04


Li chiamano specialisti, tecnici e professionisti di alto profilo: insomma, tanto per essere chiari, consulenti. Che non sono soltanto una prerogativa della giunta della Regione Campania e dello staff di presidenza del governatore Antonio Bassolino, ma anche del Consiglio. Che in meno di un anno ne ha indicati 152 per una spesa che sfiora il milione di euro. E soltanto negli ultimi sei mesi ne ha nominati centoventi, per un costo di oltre ottocentomila euro. In Consiglio però, a differenza di Palazzo Santa Lucia, sembra valere il massimo rispetto delle quote di rappresentanza. Perchè in ossequio alle scelte bipartisan, o magari per reverenza al manuale Cencelli, gli incaricati sono scelti sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Talvolta addirittura dai dirigenti di settore.
Il record spetta alla presidenza del Consiglio: ventidue nomine per un costo di poco superiore ai 400mila euro. Poi tocca alle Commissioni consiliari. E stavolta sono quelle cosiddette "speciali" a conquistare il maggior numero di incaricati. Non senza qualche particolarità. Come per la «Terza Commissione Speciale» presieduta dal consigliere di Forza Italia Paolo Romano. Il compito dell'organismo consiliare è chiaro: «Contro la camorra e la criminalità organizzata» è la dicitura esatta. Un po' meno evidente è il motivo della spesa di oltre trentamila euro per otto consulenti con il compito, tra gli altri, di verificare «l'attuale normativa regionale della Campania concernente la criminalità organizzata» con un costo di 6.600 euro per l'incaricato. Oppure la nomina di due esperti, per una spesa complessiva di 5.800 euro, per chiarire l'interazione tra «i mass media e la criminalità organizzata in Campania» e individuare «le iniziative amministrative della Regione per fronteggiare la criminalità ». E che dire dell'arduo lavoro dei consulenti dell'ottava commissione, presieduta da Sebastiano Sorrentino del Pd? Qui l'area di approfondimento è vasta: «Agricoltura, caccia, pesca, risorse comunitarie e statali per lo sviluppo ». Ed allora ecco che diventa fondamentale l'individuazione di professionisti di alto profilo, diciotto per la precisione per un esborso complessivo di quarantamila euro, che dovranno cimentarsi in relazioni approfondite. Tra queste «l'analisi delle proposte normative di prevenzione rispetto alla parassitosi delle piante da frutta» costata la modica cifra di duemila euro. Economico il costo, appena mille euro, del consulente che si deve dedicare alla «analisi delle proposte normative presentate in materia di linee guida per la nuova agenzia per lo sviluppo in Campania, in particolare per il riassetto organizzativo dell'Ersac». Sono serviti, invece, duemilacinquecento euro per analizzare le «proposte normative per l'orientamento dei consumi, per la promozione dei prodotti agroalimentari di qualità e per la qualificazione della ristorazione collettiva».
Ma nella commissione presieduta da Sorrentino ci sono anche consulenze discretamente pagate. Ad esempio i dodicimila euro versati per verificare le proposte «per il riordino delle norme per la bonifica integrale in Campania ».
A servirsi di consulenti è anche il Collegio dei Revisori dei Conti. Tant'è che il suo presidente, il consigliere Michele Caiazzo del Partito democratico, a pochi giorni dal Natale 2007 ha inviato al responsabile dell'«Area generale di Coordinamento» del Consiglio regionale la nomina di dieci professionisti per una spesa complessiva di 51.500 euro. La ragione delle nomine è esplicita oltre che imprevedibile: «Allo stato, e per il periodo indicato, era indisponibile personale in possesso dei requisiti di professionalità necessari». Per le consulenze da effettuare, in questo caso, si va dalla «disamina del patto di stabilità interno, del risultato di amministrazione e delle previsioni di entrata e uscita», per un costo di settemila euro, alla stessa «analisi delle spese del Consiglio regionale» con la modica cifra di 3.800 euro per il professionista incaricato (un consulente) che dovrebbe, di fatto, verificare che gli sperperi della Regione, magari per consulenti, siano evitati. Ma in tutto questo scenario tecnico fatto di contabilità, partite doppie e previsioni micro e macro economiche, qualche dubbio però sorge sulla nomina di un esperto in materia finanziaria e normativa. Perchè il 20 dicembre del 2007, la presidenza del Collegio dei Revisori dei Conti ha chiesto la nomina di un consulente, con un compenso di soli 1.500 euro, incaricato di svolgere un compito ben preciso. Ovvero effettuare, nel 2008, la «delineazione dello scenario economico e dello scenario normativo del 2006». Una ragione, sconosciuta a chi mastica poco di materie contabili, certamente ci sarà. O magari si tratterà, semplicemente, di un errore materiale nella scrittura della determina da parte di qualche distratto dipendente che ha sbagliato la data. Almeno si spera.



I CADUTI SUL LAVORO..