venerdì 16 maggio 2008

PONTICELLI: LAGRIME DI COCCODRILLO E COMITATI D'AFFARI



Lagrime di coccodrillo.

Tutti si scandalizzano e condannano il manifesto prodotto ed affisso dalla locale sezione del Partito Democratico ex "Casa del Popolo" di Ponticelli, 90% a maggioranza bassoliniana, che nelle ultime elezioni primarie del PD ha sostenuto il leader campano della Cgil Campania Michele Gravano e il sindaco Rosa Russo Iervolino.

Noi domandiamo: chi ha autorizzato quel manifesto? Perchè si è consentito, senza intervenire, atti squadristici contro donne e bambini? clicca qui e guarda il video

Ma noi la verità la sappiamo.

Le molotov, le sceneggiate mediatiche, "l'emergenza sicurezza" e l'insofferenza contro i nomadi sono stati pilotati da quel comitato di affari composto da camorristi locali, consiglieri comunali, ex deputati, mogli di assessori noti commercialisti di "sinistra", tutti interessati ai suoli dove vi erano gli accampamenti.

Vi invitiamo a rileggere un nostro articolo clicca qui sul Palaponticelli. Una grande operazione speculativa.

Costruiranno un enorme centro commerciale e lo vogliono contrabbandare per una "Città della Musica" aggirando il piano regolatore.

Sulla vicenda indaga la Procura di Napoli che ha provveduto a sequestrare gli atti approvati dalla giunta comunale di Napoli.

L'emergenza ed i problemi di ordine pubblico miravano a condizionare i magistrati, archiviare l'inchiesta ed in nome della "rinascita del quartiere" costruire la fantomatica "Città della Musica"...

Ovviamente, di tutto questo non troverete alcuna traccia nei comunicati e ipocrite dichiarazioni diffuse alla stampa, dai dirigenti campani della Cgil Campania, fantomatici "uffici immigrati Fillea Cgil", autorevoli esponenti del potere bassoliniano.

Anche questo fa parte del copione...

Caro Walter Veltroni, quella sezione che ha prodotto e affisso quel manifesto deve essere chiusa!!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo. Siete gli unici che avete centrato la questione..dietro le molotov contro i nomadi si nasconde il progetto speculativo del "Palaponticelli" leggete il report di una conferenza stampa promossa da alcuni consiglieri comunali..
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Il consigliere comunale Andrea Santoro ed il consigliere regionale Pietro Diodato (nella foto) nel corso di una conferenza stampa hanno illustrato una serie di forti perplessità riguardo la decisione dell’Amministrazione Comunale di autorizzare la costruzione del cosiddetto Palaponticelli. Questa la sintesi delle loro dichiarazioni:
«Lo chiamano tecnicamente "centro di zona". Lo hanno definito un palaeventi e poi ribattezzato Palaponticelli. Ma cosa si nasconde dietro? Una delle più grosse speculazioni edilizie e commerciali che abbia mai colpito la città di Napoli. Perchè in realtà si tratta di un mega centro commerciale impupazzato da struttura per concerti».
«Partiamo dal principio. Da quando cioè nel 2004 fu presentato il progetto dal sig.Salvatore Capacchione, all'epoca titolare delle Edremit Italia srl. Lo stesso Capacchione pluriindagato e più volte arrestato, accusato di numerosi reati legati alla riqualificazione di Ponticelli ed alla approvazione del Piano Regolatore Generale, nonché ad una appropriazione indebita di 20 miliardi delle vecchie lire, intascate per opere che non aveva mai realizzato. Un personaggio scomodo. Ed infatti il progetto fu subito archiviato con un formale rigetto. Funzionale a prendere tempo ed a far ripresentare il progetto ad altri soggetti meno chiacchierati. Infatti a settembre 2005 il progetto è presentato dall'Amministrazione Comunale in occasione della Notte Bianca in un convegno alla Mostra d'Oltremare. Ma formalmente viene depositato nella sua veste definitiva a gennaio 2006. E qualche mese dopo, in piena campagna elettorale, si ha il primo parere favorevole dell'Amministrazione Comunale. Marilù Faraone Mennella è uno dei principali attori, oggi amministratrice della società che aveva presentato il progetto, la Palaponticelli srl. Una società creata ad hoc, con un capitale sociale di appena 2.500 euro. Ma questo non spaventa il Comune di Napoli, che non si preoccupa della consistenza del soggetto presentatore: duemilacinquecento euro di capitale sociale per far fronte ad un progetto di investimenti per 140 milioni di euro! L'Amministrazione Jervolino non si preoccupa di questo. E non si preoccupa di appurare chi realmente stia dietro questa società. La Palaponticelli srl è al 100% proprietà della Armonia srl di Reggio Emilia, 10.000 euro di capitale sociale versato, amministratori Faraone Mennella e Silvio De Simone, anch'egli indagato nell'affaire Prg, quest'ultimo amministratore della Palaponticelli srl alla data di presentazione del progetto. La società emiliana è a sua volta di proprietà della DM spa di Roma, sempre amministrate da Faraone Mennella, con capitale versato di un milione e mezzo di euro. Ma il gioco delle scatole cinesi non finisce qui. Perchè la spa romana è a sua volta una proprietà di un gruppo di società outdoor: F1Napier, F2Napier, Hakon. Società lussemburghesi, anonime, soggette ad una giurisdizione che rende impossibile risalire ai soci. In poche parole: dietro la Palaponticelli srl ci potrebbe essere per assurdo chiunque. Ed il Comune di Napoli, tanto attento ai protocolli di legalità per le sue aziende fornitrici, non si preoccupa di questo assurdo anonimato di un soggetto che intende realizzare un investimento di tale portata.
La cosa assurda è che la Palaponticelli srl non era neanche proprietaria dei suoli su cui propone la realizzazione dell'opera. Ricordate Totò che vendeva la Fontana di Trevi? Degli 84.000 mq di superficie la società ne disponeva realmente meno della metà. Il resto era di prorpietà di numerosi soggetti privati, ignari della operazione in atto. Addirittura 5000 mq sono di proprietà comunale. Con la stessa leggerezza con cui l'Amministrazione Comunale ha trattato la consistenza economica della Palaponticelli Srl, a Palazzo San Giacomo si sono fidati di una semplice autocertificazione in cui l'amministratore della società, l'indagato Silvio De Simone, attestava di avere la piena disponibilità dei suoli. In realtà i suoli sono stati acquistati solo successivamente all'approvazione in Giunta Comunale dello schema di convenzione, il 15 giugno 2007, da parte di società che hanno pagato per poco e niente i terreni da mano ad ignari proprietari che certo non sapevano che quei suoli abbandonati, degradati ed utilizzati come discarica a cielo aperto erano stati riclassificati e da zone di pubblica utilità erano diventate zone edificabili.
«Ma veniamo al vero business. Ed al cuore del problema: ma lì, cosa si sta realizzando? Secondo le versioni ufficiali date in pasto all'opinione pubblica, si sta per avere quel Palamusica per concerti rock che a Napoli mancava, corredato di servizi accessori. In realtà di accessorio nel progetto c'è solo il...Palamusica. Perchè il vero cuore dell'opera (e della redditività dell'investimento) è la cosiddetta galleria commerciale. Del resto parlano i numeri. La sala concerti si estende su 11.000 mq. Il centro commerciale per 44.000mq!!! Ma anche rispetto alle previsioni di ammortamento: il Palamusica dovrebbe essere fittato per un milione e mezzo di euro all'anno. Per poi essere ceduto gratuitamente al Comune dopo 30 anni. Si e no 45 milioni di euro di guadagno: niente in confronto ai 147che ne verranno spesi per realizzare l'opera oggi. È evidente quindi che il vero obiettivo è realizzare il centro commerciale. Un centro commerciale che su quell'area non sarebbe mai potuto sorgere in base alla normativa urbanistica vigente, all'interno della cinta comunale. Ecco perchè nasce la brillante idea di inventarsi un'opera pubblica e di spacciare come sussidiario il centro commerciale. Ma sussidiario ad una sala concerti potevano essere una o più bouvette, non 44.000 mq di supermercati, negozi di abbigliamento, gioiellerie e quant'altro. Per giunta il Comune di Napoli, da convenzione, potrà usufruire della sala eventi solo per 20 giorni l'anno, compresi i tempi necessari di allestimento per ogni evento. Questo significa al massimo 3 o 4 eventi pubblici l'anno. Mentre le attività commerciali saranno operative tutti i giorni.
Siamo di fronte ad una ennesima grave forzatura di norme e regole. Per quanto ci riguarda trasferiremo la documentazione in nostro possesso all'Autorità Giudiziaria. Anche se i magistrati sono già al lavoro su alcuni aspetti della vicenda: pochi mesi fa la Guardia di Finanza sequestrò numerosi atti presso Palazzo San Giacomo, tra questi il Piano Strategico per la Città e tutta la documentazione del Palaponticelli. Nonostante questa attenzione degli inquirenti, la Giunta Jervolino si appresta a varare l'ultimo atto deliberativo che darà il via a questo grande business».

Anonimo ha detto...

....leggete l'articolo pubblicato su "Il Mattino" qualche mese fa....
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IL PALAPONTICELLI NEL MIRINO DELLA CAMORRA

Inchiesta su clan e delibere. Acquisiti gli atti sul Palaponticelli, nel mirino del clan Sarno

Porta all’area orientale e ai suoi progetti di sviluppo uno dei filoni dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli e culminata - venerdì scorso - nel blitz dei carabinieri a palazzo San Giacomo. Tra i documenti acquisiti dall’autorità giudiziaria c’è anche la delibera di giunta che prevede, a Ponticelli, la realizzazione del «Palaponticelli». Una megastruttura: un progetto avveniristico, che dopo aver superato la concorrenza di un altro piano che prevedeva la realizzazione di un centro commerciale che avrebbe dovuto essere affidato ad alcune cooperative, ha incassato anche il disco verde da parte dell’amministrazione comunale. Ora le indagini della direzione distrettuale antimafia di Napoli cercano di ricostruire la genesi e i passaggi amministrativi - consulenze comprese - che ne hanno contrassegnato l’iter. Compresi i passaggi che si riferiscono alla variante al piano regolatore generale, che ha aumentato gli indici volumetrici di edificabilità. Questo progetto prevede, oltre alla realizzazione di una struttura destinata a ospitare grandi eventi musicali e concerti (il «Palazzo della musica»), anche una serie di edifici: gallerie, strade, nodi di interconessione e parcheggi. Il «Palaponticelli» è una delle opere che rientrano nel «piano strategico di Napoli». L’obiettivo dichiarato - nelle intenzioni dell’amministrazione comunale - era quello di contribuire a offrire a a un quartiere assediato dalla camorra, dalla microcriminalità e dal sottosviluppo un’ulteriore opportunità di ripresa. Oggi, però, è proprio la Direzione distrettuale antimafia di Napoli a occuparsi di quel progetto. E delle consulenze che ne hanno accompagnato l’iter amministrativo. Va ricordato, ancora una volta, che l’inchiesta conoscitiva della Procura di Napoli non vede indagato alcun esponente della giunta Iervolino. Ciò nonostante per i pm sono necessari approfondimenti. Il Comune di Napoli per il «piano strategico» ha incassato finanziamenti per un milione e 600mila euro. L’intera somma venne data in gestione al servizio comunale nel giugno 2006. Fin qui la ricostruzione appare certa e dettagliata. Sulla destinazione e sull’uso di questo fiume di denaro, oltre che su presunti condizionamenti da parte del clan Sarno, che a Ponticelli è più che mai attivo e potente, è invece indispensabile fare chiarezza. Una chiarezza invocata dallo stesso sindaco di Napoli, che nei giorni scorsi - proprio sulle consulenze affidate da palazzo san Giacomo - ha deciso di incontrare il pm Graziella Arlomede alla quale ha fornito una serie di importanti chiarimenti. Ieri ha fatto sentire la sua voce anche il vicesindaco Tino Santangelo per chiarire che «per quanto concerne il piano strategico sono state fornite, all’autorità inquirente tutte le notizie e i documenti richiesti; mentre per quanto riguarda invece il piano regolatore generale non si è a conoscenza né di indagini su delibere recentemente assunte in argomento, né di richieste di documenti sul tema».

da "Il Mattino", 4 Aprile 2008
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Anonimo ha detto...

Hai ragione il Dott. Lepore della Procura di Napoli..leggete qui la sua dichiarazione..
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CAMPANIA/ LEPORE: INDAGINI SU POSSIBILE MATRICE COMUNE VIOLENZE *CAMPANIA/ LEPORE: INDAGINI SU POSSIBILE MATRICE COMUNE VIOLENZE Procuratore capo: A Napoli non c'è sempre dietro la camorra Napoli, 17 mag. (Apcom) - La Procura di Napoli sta lavorando per capire se esista una strategia comune dietro gli atti vandalici contro i Rom, i roghi dolosi all'immondizia, i blocchi stradali e le proteste che hanno scosso la città negli ultimi giorni. "Stiamo indagando su questo fenomeno per verificare se c'è un filo conduttore - dice il procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore - Sia le forze dell'ordine che la Procura stanno vigilando su questi episodi, stiamo esaminando gli atti e facendo un'indagine a largo raggio. Non possiamo ammettere, ad esempio, che ci siano persone che vadano in televisione a dire che hanno bruciato e che continueranno a bruciare - spiega ai giornalisti a margine della Festa della Polizia a Napoli - Sono cose che vanno perseguite perché non possiamo consentire fatti del genere che costituiscono reato". E sulla possibilità che dietro i raid ci sia la mano della criminalità organizzata, Lepore è preciso: "In questa città tutto viene giustificato con la camorra, ma non sempre è così. Ci sono anche altri interessi che stiamo cercando di esaminare". 17-MAG-08 14:38

Anonimo ha detto...

Studenti lasciati soli a Ponticelli, Nel corteo di solidarietà e contro il razzismo non c'era una bandiera della CGIL.
Eh già Gravano(il boss)seg.generale campano e sui compari sono bravi solo nel rilasciare dichiarazioni alla stampa...
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ROM:CORTEO STUDENTI A PONTICELLI,TRA SOLIDARIETA' E PROTESTE (ANSA) - NAPOLI, 17 MAG - Liceali in corteo a Ponticelli per esprimere solidarieta' al popolo rom: proprio li' in quel quartiere dove i rom sono stati cacciati. Due volti della realta' che si sono incontrati anche oggi quando da un lato gli studenti esponevano uno striscione con su scritto ''La dignita' non va bruciata'', e dall'altro qualcuno gridava ''jatevenne'', andatevene. Organizzato dal collettivo del liceo scientifico Calamandrei, il corteo ha radunato una cinquantina di ragazzi che, partiti da via Argine, nei pressi di uno dei campi rom dati alle fiamme nei giorni scorsi, hanno raggiunto piazza Egizio Sandomenico, dove hanno messo a disposizione di chi volesse parlare un microfono. ''Siamo qui per dialogare - ha detto Fabrizio, uno studente - e per non far passare il messaggio che Ponticelli si fa giustizia da sola''. Non sono mancati momenti di tensione, quando tra le strade del centro storico del quartiere un gruppo di ambulanti ha incominciato a fischiare gli studenti e a gridare frasi come ''vergognatevi, andatevene anche voi insieme ai rom''. (ANSA). 17-MAG-08 13:24 NNN



I CADUTI SUL LAVORO..