giovedì 22 maggio 2008

NON SI AFFITTA A ROBERTO SAVIANO


(Dal quotidiano "Il Mattino" del 21 Maggio 2008)
Le trattative - affidate a un’agenzia immobiliare con la immaginabile, dovuta discrezione - sono andate avanti per un mese. Per circa trenta giorni la ricerca di un nuovo appartamento napoletano per lo scrittore Roberto Saviano è proseguita, coperta dal massimo riserbo. L’autore di «Gomorra» aveva scelto il Vomero. Aveva visionato almeno sei appartamenti in zone tranquille del quartiere collinare e tra queste viale Raffaello. Ma sono stati trenta giorni inutili. L’autore di «Gomorra» non andrà ad abitare al Vomero. Non ci andrà non solo perché gli appartamenti presi in visione non rispondevano alle sue esigenze, ma anche perché ci sono stati proprietari che - quando hanno conosciuto il nome del potenziale inquilino - hanno opposto un cortese ma netto rifiuto leggi articolo completo cliccando qui

Mi hanno detto: se succede qualcosa sei tu la responsabile" leggi articolo completo cliccando qui
Le istituzioni campane, il governatore Antonio Bassolino, i vertici della Cgil Campania, promuovono costosi convegni e si sciacquano la bocca parlando di legalità e di lotta alla camorra...
Perchè non sono intervenuti in favore di Roberto Saviano ?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire? Leggetevi l'editoriale del direttore del "Corriere del Mezzogiorno" di oggi...
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Da capitale a Prefettura


Scritto da Marco Demarco da il Corriere del Mezzogiorno, 22-05-2008 07:41


Bene Berlusconi, male Napoli. Concreto, motivato, consapevole delle difficoltà e delle diffidenze con cui deve misurarsi, Berlusconi ha lanciato ieri un messaggio chiaro all'opinione pubblica internazionale. A quei corrispondenti esteri convinti che l'Italia sia un paese «fallito» e che Napoli sia una delle ragioni, se non la principale, del fallimento, Berlusconi manda a dire che non intende far finta di nulla. Napoli brucia? A Napoli il governo si trasferisce per spegnere le fiamme e tentare la ricostruzione. Forse è per questo che a un certo punto gli è sfuggita quell'immagine retorica ma vagamente sessantottina e visionaria dei fiori al posto dei cumuli di immondizia.
Premesso che il difficile non è fare piani, ma attuarli, i provvedimenti annunciati ieri sembrano lontani da una logica del giorno per giorno e della politica a effetto. I siti per i rifiuti equiparati a quelli militari e dunque strategicamente fondamentali, le parole chiare all'indirizzo di chi volesse ostacolare le decisioni dello Stato, il timer già scattato sulle scrivanie di sindaci finora troppo distratti, e l'altolà posto all'azione eccessivamente «sostitutiva» dei pubblici ministeri fanno ben sperare. A Caserta, Prodi si limitò al grande annuncio, ai cento miliardi per il Mezzogiorno, mentre ieri, a Napoli, di piogge miliardarie non si è proprio parlato. Anche il ritorno di Bertolaso segna la differenza con il governo precedente, perché già due anni fa, forse, il traguardo poteva essere tagliato se non fosse stato accolto il veto di Pecoraio Scanio e altri ministri.
Napoli ne esce a pezzi, invece, perché è apparsa per quella che è. Una città senza guida, con troppi furbetti acquartierati nelle istituzioni e preoccupati più di salvare se stessi che la dignità collettiva. Una città priva di coerenza e incapace di elaborare una sola idea degna di questo nome. Non a caso, l'unico campano citato da Berlusconi è stato il sindaco di Salerno, De Luca, caparbiamente impegnato, dopo anni di lotta solitaria, nella costruzione del terzo termovalorizzatore. Non una parola, invece, per Bassolino o per Iervolino. E quest'ultima non ha ricevuto neanche una visita di cortesia da parte del ministro Maroni.
Berlusconi non ha fatto alcun cenno alle dimissioni, da più parte invocate, della sindaca di Napoli e del governatore, ma ha fatto molto di più. Li ha sostanzialmente ignorati, lasciando ai napoletani e ai campani, quando sarà il tempo, la responsabilità di regolare i conti con il voto. Non a caso, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Reale, Berlusconi ha ceduto la parola a Tremonti. Il quale ha pronunciato una battuta tanto velenosa quanto umiliante: «Una grande capitale è diventata una prefettura», ha detto. Eppure, che altro dovevamo attenderci dopo lo spettacolo a cui abbiamo assistito in questi giorni? Chi credeva di cavarsela sacrificando la Iervolino sull'altare dell'inefficienza amministrativa non solo ha dato prova di scarsa solidarietà istituzionale, ma non ha ricevuto in cambio neanche la medaglia sperata. Il risultato è che da oggi a Napoli e alla Campania ci pensano Berlusconi e Bertolaso. Punto.

Anonimo ha detto...

e leggetevi anche quest'inchiesta del quotidiano "Libero"
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Napoletani scansafatiche. Tutti i numeri dei mantenuti


Scritto da Gennaro Sangiuliano da Libero Quotidiano, 22-05-2008 07:30


A Napoli esiste il "mal d'incrocio", una nuova patologia clinica che colpisce una categoria precisa: i vigili urbani. Il termine, in voga nei palazzi del Comune, indica quei vigili, circa 700 su un totale di 2.500 in organico, che non svolgono servizio in strada perché colpiti da varie influenze, mal di schiena, virus, finanche l'impossibilità di stare in piedi, come si legge (...) (...) dalle voluminose certificazioni. Si aggiunga che 500 vigili sono anche delegati sindacali. È come se i marittimi avessero il mal di mare.
Il Comune di Napoli è la più grande industria del Sud Italia. Dispone di un esercito di dipendenti, per l'esattezza ventisettemila, fra quelli diretti e quelli delle cosiddette aziende controllate, il doppio di quelli del Comune di Milano e molti di più di quelli del Comune di Roma, che pure sono città con più abitanti. Se all'esercito dei comunali si somma quello dei dipendenti regionali, della Provincia e degli altri enti pubblici, si scopre che, a Napoli, oltre il 60 per cento degli occupati lo è nella Pubblica amministrazione.
Il Comune, tanto per fare
un'altra comparazione, ha più dipendenti di quelli della Microsoft o della Nokia nel mondo, che pure fatturano cifre pari a quelle del Pil di una nazione di medie dimensioni. Anche il gruppo Fiat, nei suoi stabilimenti del Meridione, Pomigliano, Melfi e Termini Imerese, non raggiunge la stessa quantità di addetti.
SIGNOR DIRIGENTE
A Palazzo San Giacomo, la storica sede dell'amministrazione comunale, ci sono più alti dirigenti, per l'esattezza 37, che uscieri, una ventina, questi ultimi pian piano stanno andando in pensione, i primi proliferano grazie ai contratti che li reclutano senza concorso. Qualche mese fa, ciliegina sulla torta, con apposita delibera, l'arnministrazione ha rimosso il vincolo della laurea per il reclutamento dei dirigenti. Non è raro il caso di persone assunte come centralinisti diventati funzionari o dirigenti.
Ciascuna delle dieci municipalità, in cui è divisa la città, dispone di 52 giardinieri, la città dovrebbe avere parchi e aiuole curatissime, invece nessuno degli oltre cinquecento giardinieri fa il
suo lavoro per la totale assenza di attrezzi. Stazionano intere giornate nelle sedi comunali senza far nulla. Del resto, a Napoli, per potare il ramo di un albero, occorrono, regolamenti alla mano, cinque diversi passaggi burocratici.
Da mesi l'amministrazione comunale di Napoli non paga più le ditte appaltatrici, o lo fa con ritardi biblici, fino a sedici mesi. Si
tratta di somme non contestate, dovute soprattutto per lavori di manutenzione stradale. «Ogni volta ci sentiamo ripetere che non ci sono soldi in cassa», afferma Luca Cuzzolino, il presidente dell'associazione che raccoglie le imprese creditrici. Per sfuggire ai pignoramenti l'amministrazione si è inventata una delibera che blocca le esecuzioni civili sui suoi conti correnti nelle banche, la questione è finita in tribunale. Le grandi banche italiane, intanto, non ne vogliono sapere di lavorare col Comune di Napoli.
Cinque anni fa, una parte del quarto piano di Palazzo San Giacomo ha subito il crollo dei controsoffitti, il Comune anziché riparare le strutture ha spostato gli uffici in altri locali per i quali paga
un fitto. Tornando ai vigili, dall'autunno 2007, sempre per mancanza di soldi, non sono pagati gli straordinari, ogni domenica il traffico va immancabilmente in tilt perché lasciato nell'anarchia assoluta.
Quando nel '93 Bassolino divenne sindaco dichiarò che ogni dipendente avrebbe dovuto recare un cartellino, con il nome e la matricola, una cosa normale in tutte le amministrazioni del mondo, perché il cittadino utente ha il diritto di sapere chi ha di fronte (anche una legge lo prevede). La normalità durò pochi mesi, poi da allora gli impiegati non hanno più portato i cartellini; non solo, nei vari uffici comunali non esistono i tornelli, quei meccanismi che regolano gli ingressi e le uscite. Si timbra e si poi esce quando si vuole, per lunghe "fughe" al bar.
In consiglio comunale ci sono ben 16 diversi gruppi politici, a ogni gruppo spetta il distacco di alcuni dipendenti comunali, di conseguenza circa 200 impiegati non fanno il loro lavoro regolare, ma prestano servizio presso i gruppi consiliari dei partiti. La posizione è ambita, perché si guadagna più straordinario e quasi sempre non si è controllati.
Le inchieste della magistratura suU'amministrazione comunale proliferano, l'ultima riguarda
l'uso delle auto blu da parte degli assessori, alcuni le adoperavano per andare allo stadio la domenica. Il sindaco Iervolino è stata costretta a fare un rimpasto e rimuovere tutti gli assessori finiti, a cominciare da quello alla Mobilità Gennaro Mola, all'attenzione della Procura.
PIÙ RICCHI CON UN CLIC
Un'altra indagine è quella denominata "superstipendi", dimostrò come alcuni dirigenti riuscissero a manipolare il calcolo elettronico delle spettanze mensili, per aumentarsi, con una semplice intrusione informatica, lo stipendio. In altre parole, cinque minuti al computer e ci si aumentava la retribuzione del venti, trenta per cento, tanto per coprire le spesucce extra.
Domenica sera, al Maschio Angioino, il castello simbolo di Napoli, famoso nel mondo per il rilievo di Alfonso d'Aragona, immortalato in mille cartoline, dopo uno spettacolo di musica jazz, è iniziata la discoteca. E come se al Castello Sforzesco o agli Uffizi si istallassero serate danzanti.
In queste ore una pattuglia di parlamentari del PdL si appresta a chiedere lo scioglimento per «gravi motivi di ordine pubblico», con una lettera al presidente Giorgio Napolitano, al riguardo esiste un precedente che riguarda sempre il Comune di Napoli, quando nei primi anni Novanta fu mandato a casa il sindaco Tagliamone e l'intero consiglio comunale da Oscar Luigi Scalfaro, allora presidente della Repubblica e da Carlo Azeglio Ciampi, presidente del Consiglio.

Anonimo ha detto...

ed a proposito di legalità nei cantieri edili....
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In un elenco i cantieri sotto ricatto. Giugliano, l´indagine sui vigili: nessuno risponde al gip


Scritto da Irene De Arcangelis da la Repubblica Napoli, 22-05-2008 07:08


La fotografia di uno yacht di lusso, i passeggeri che brindano e sorridono all´obiettivo in costume da bagno. Sono due degli imprenditori e alcuni dei vigili urbani arrestati martedì, alla fine della maxi inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia sulla corruzione al comando della polizia municipale di Giugliano. Foto sequestrata in casa di uno degli imprenditori, considerata utile alle indagini. Come altro nuovo materiale raccolto durante le settanta perquisizioni concluse ieri.
Sequestrati quindici cellulari, gli appunti con un lungo elenco di strade che corrisponderebbero ai cantieri delle vittime del ricatto. Timbri di professionisti per le richieste di condono. Perquisito anche il comando e l´Ufficio tecnico. Mentre, proprio ieri sono stati eseguiti i trentanove interrogatori davanti al gip delle persone raggiunte dall´ordinanza di custodia cautelare in carcere (ventitré vigili di cui cinque capitani, undici imprenditori, tre funzionari del Comune e tre tecnici). Interrogatori rapidissimi: tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Continuano intanto a riservare sorprese le 1.400 pagine dell´ordinanza chiesta dai pm Antonio D´Alessio, Federico Cafiero de Raho e Paolo Itri alla fine dell´accurata indagine del vice questore Pasquale De Lorenzo. Un super poliziotto di cui si parla nelle intercettazioni. A lui infatti alludono come un pericolo continuo i caschi bianchi corrotti e gli imprenditori, dicendo che «la polizia fa fare i vermi», sta sempre con il fiato addosso. D´altra parte, nelle intercettazioni, gli indagati manifestano il sospetto di essere ascoltati, come dimostra la conversazione tra un capitano, un sovrintendente e un loro amico. Quest´ultimo li esorta. «Aprite gli occhi. State attenti perché in zona...». «Lo sappiamo già». «In qualche macchina di queste (di servizio) vi possono mettere qualcosa e non lo sapete neanche. Fatela guardare la macchina. Aprite gli occhi. Ci sta questa indagine...Sono venuti proprio da Roma, poi so anche di una telefonata registrata». «Dicono addirittura che c´è un giudice che è venuto da Roma».
L´amico che avverte gli indagati dell´inchiesta e li mette in guardia non verrà ascoltato. Le auto di servizio non saranno bonificate. mentre emerge che l´uomo che sa dell´indagine altri non è che il fratellastro del boss di Bagnoli Domenico D´Ausilio. E mentre nelle conversazioni intercettate più volte si diffamano altri rappresentanti delle forze dell´ordine, durante i giri di pattuglia si parla delle spartizioni sempre con una punta di sospetto verso i capitani, che «si fanno la loro grattata di formaggio». Prendono i soldi e non li versano nel «calderone» (la cassa comune). Mentre si discute della divisione di vino, capretti, prosciutti, della «spartizione dei pani e dei pesci» e si considera la possibilità di chiedere il trasferimento al settore commercio. «Perché i commercianti non pagano da un sacco di tempo, così Pasqua ce la facciamo proprio bene».

Anonimo ha detto...

Vi ricordate i seminari ed i master organizzati dalla Cgil Campania e Nazionale sul "Libro Verde"?
Ora si punta alla sua realizzazione...
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MARCEGAGLIA, OCCORRE ALZARE ETÀ PENSIONABILE



'L'eta' della pensione andrebbe indicizzata all'aumento della speranza di vita. Il welfare italiano e' particolarmente inefficiente e iniquo: quasi il 60 per cento della spesa sociale serve a coprire dal rischio di vecchiaia, perche' l'eta' media dei pensionati e' bassa e il pensionamento avviene tre anni prima che nella media dell'Ocse'. A dirlo è Emma Marcegaglia, nel suo primo discorso da presidente all'assemblea generale di Confindustria, ricordando che negli Stati Uniti la pensione viene erogata per 12 anni, in Danimarca per 11 anni, in Svezia per 13 anni, mentre in Italia per 17 anni: 'Questa distorsione ci condanna a destinare appena il 2 per cento della spesa sociale al sostegno del reddito di chi ha perso il posto di lavoro, un terzo della media europea. Altrettanto scarsi sono gli aiuti alla famiglia e cio' si riflette nella bassa natalita'. Solo il 12 per cento della spesa sociale va al 20 per cento piu' povero della popolazione'. Per Marcegaglia vanno riviste anche le regole del mercato del lavoro: 'Va aggiornato il quadro dei diritti dei lavoratori, bisogna adottare modelli di flexicurity. Non e' il posto di lavoro che deve essere garantito, ma un reddito e una formazione adeguati, come accade nei Paesi con sistemi di sicurezza sociale piu' moderni e attivi'.

22/05/2008 11.52

Anonimo ha detto...

Sannino segretario generale della Fillea di Napoli e il capo dell'ispettorato del lavoro di Napoli hanno bisogno di "coprirsi" a vicenda....la procura della repubblica di Napoli
incalza...leggete questo comunicato che hanno diffuso per la stampa...
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Agli organi d’informazione


Oggetto: sicurezza e legalità sul lavoro


“ Il lavoro è vita. Dal mondo della scuola, al mondo del lavoro per affermare la cultura della legalità e della sicurezza.
E’ il titolo dell’iniziativa intrapresa dalla Fillea di Napoli (gli edili) di concerto con la FLC di Napoli (i lavoratori della scuola) e la Camera del Lavoro di Napoli, che si terrà a Casoria sabato mattina alla 10.30 presso il Madrinato San Placido di Casoria in Via Pio XII.
L’iniziativa intende rappresentare l’esigenza di non abbassare la guardia sull’emergenza delle morti sul lavoro.
Sarà proiettato il film di Daniele Segre “Morire di lavoro”.
Un lavoro cinematografico realizzato sui cantieri di Napoli, di Brescia, di Roma ed altre città, cui la Fillea ha collaborato, fatto di volti e di parole, di testimonianze e di vissuti drammatici, di precarietà e di profonde incertezze, che sta facendo il giro d’Italia ed Europa.
Un film che non vuole essere solo una denuncia, ma intende contribuire per affermare la cultura della legalità e della sicurezza.
Una cultura che non può prescindere dal valore della persona umana e del lavoro, per tanto tempo vituperato e marginalizzato.
Il film pone i temi su cui il Sindacato da tempo pone la sua attenzione: il lavoro nero, il caporalato, moderno e vecchio, la precarietà del lavoro, la mancanza o inadeguatezza dei controlli, la logica dei subappalti e del massimo ribasso, per citarni alcuni.
La campagna di divulgazione della pellicola che avrà altre tappe nel napoletano, intende sollecitare un’ampia mobilitazione unitaria di tutte le forze e le coscienze senza la quale ogni sforzo rischia di vanificarsi.
In questo senso il rapporto tra la scuola, il mondo dei saperi e delle conoscenze, e il mondo del lavoro, il cantiere, la fabbrica, l’ufficio appare fondamentale ed imprescindibile.
Alla manifestazione interverranno: il Vice Presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pugliese, il Responsabile dell’Ispettorato del Lavoro di Napoli, Sergio Trinchella, il Direttore dell’ASL NA 3 Armando Poggi, Davide Pastore, Giovanni Sannino, Gabriella Refuto rispettivamente Segretario della Camera del lavoro, della Fillea e della FLC, l’Avv. Paola Esposito dell’ufficio legale della CGIL di Casoria, presiederà il convegno Antonio Andreozzi responsabile della CGIL di Casoria.
Hanno aderito all’iniziativa l’Istituto Martin Luther King, l’Istituto Ghandy, l’Associazione Libera, l’Auser Filo d’Argento e il circolo E. Berlinguer di Casoria.

Anonimo ha detto...

Ma Trinchella non è il capo dell'ispettorato del lavoro denunciato dal sindacalista Ciro Crescentini in quanto aveva fatto fuoriuscire un esposto denuncia(ritrovato sulla scrivania del Sannino)?
Ragazzi, questa si chiama COMMISTIONE!!

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 17:15, ti sei dimenticato di Poggi dell'Asl Napoli 3. Lo stesso Poggi, committente dei lavori di un cantiere di Casavatore sequestrato dalla task force prefettizia per violazione delle norme sulla sicurezza...pensa, caro anonimo, che il Sannino per mettersi in mostra, aveva contattato "Il Mattino" ed aveva dato lo "scoop" vantandosi del ruolo della Fillea di Napoli...

Anonimo ha detto...

Ma la Gabriella Refuto è la figlia del Claudio Refuto sistemato da Gravano alla Recam?

Anonimo ha detto...

Convegni, tavole rotonde...adesso va di moda proiettare i film.
Nei cantieri, si muore e si lavora a cottimo. Il subappalto è prassi.
Avete visto quello che è accaduto all'Ospedale del mare?
Ah già....sia Sannino che Trinchella avevano bisogno del convegno a Casoria....già con le inchieste in corso....cercheranno di tenersi per mano davanti al magistrato....

Anonimo ha detto...

Leggete chi è Armando Poggi il dirigente dell'Asl napoli 3 che ha organizzato un convegno con la Fillea Cgil e sindacato scuola sulla sicurezza nei cantieri...Bello esempio per i giovani e gli studenti...
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Repubblica Edizione Napoli 3 aprile 2008

Manager spendaccioni e ospedali in rosso: tre direttori sanitari bocciati, quattro in una pericolosa "zona grigia" e un nuovo giro di poltrone alla Asl Napoli 1 dopo il traumatico turn-over tra Mario Tursi e il suo successore Giovanni Di Minno. I manager "politici" che hanno tolto la poltrona ai tecnici ora tremano. Dopo il cambio al vertice alla Napoli-1, per lo sforamento di 165 milioni di euro nell´ultima trimestrale di bilancio, rischiano di saltare anche il direttore sanitario, Remigio Prudente, e il direttore amministrativo, Pasquale Corcione. All´assessorato regionale alla Sanità si parla di tempi stretti, massimo 15 giorni, e si discute già sui successori. C´è una terna di nomi, favoriti sono Maurizio D´Amora e Alfredo Savarese, quest´ultimo già direttore del Servizio Qualità dell´Asl NA-1 e oggi all´Agenzia regionale della sanità (Arsan). Intanto, dopo ritardi, polemiche e un fascicolo aperto dalla procura, la commissione regionale presieduta dal professor Ferdinando Romano ha emesso il suo verdetto sugli 11 manager della sanità campana. Tre sono stati bocciati: Giovanni Russo dell´Asl Salerno 1, Nicola Mininni dell´Azienda ospedaliera pediatrica Santobono-Pausillipon (entrambi considerati vicini all´Udeur) e Armando Poggi della Asl Napoli 3. Il giudizio negativo della commissione è, in pratica, l´anticamera del licenziamento. Per ora il dossier è nelle mani dell´assessore Angelo Montemarano, che dovrà stendere una relazione e far ratificare l´eventuale licenziamento dalla giunta regionale. Subito dopo, a cascata, perderebbero l´incarico anche tutti i direttori amministrativi a sanitari: anche se, secondo indiscrezioni, la macchina sanitaria-politica si starebbe muovendo per salvare almeno Mininni.

«Chi ha risparmiato - spiega l´assessore Angelo Montemarano - sarà premiato con maggiori finanziamenti, chi invece ha sprecato risorse e aumentato il debito sarà penalizzato. La relazione della commissione, cioè, ci servirà anche per premiare chi ha fatto bene».


Infatti, non rischiano il posto, ma sono in pericoloso equilibrio precario altri quattro manager: Gennaro D´Auria (Napoli 5), Raffaele Ateniese (Napoli 2), Angela Ruggiero (ex Caserta 2 e oggi Napoli 4) e Fedele Pagano (Salerno 2). Promossi invece Rosario Lanzetta, direttore generale dell´azienda ospedaliera Rummo di Benevento, Bruno De Stefano (Asl Benevento), Luigi Annunziata («il morto che cammina» nelle intercettazioni di Sandra Lonardo Mastella e manager a Caserta) e Donato Saracino (Asl Salerno 3).
La commissione regionale ha usato una scala (scala Corrado), basata su tre parametri: management, gestione finanziaria, offerta sanitaria. Sulle spese (al 30 giugno 2006) tutte le aziende sono bocciate: l´azienda ospedaliera Moscati di Avellino ha uno sforamento addirittura dell´11.29%, a seguire azienda ospedaliera di Caserta e la Napoli 2 con un più 10%, l´Asl Napoli 3 con 5.80%, il Santobono con un più 5.71%, Asl Salerno 2 con più 5.2%, l´Azienda ospedaliera e l´Asl di Benevento, con 1.50% e la Salerno 3 con un più 0,32%. Unica mosca bianca, la Napoli 5: presenta nei conti un meno 2%. A conti fatti, nessuna delle Asl raggiunge il punteggio minimo richiesto dalla commissione: 50 punti su 100 per le Asl e 60 su 100 per le Aziende ospedaliere. Le peggiori sono la Asl Napoli 2, con appena 29 punti, e il Santobono con 35,62. A questi paramenti però la commissione ha sommato prestazioni e ospedali e reparti aperti. A salvare, per esempio, in corner D´Auria e la Napoli 5 sono l´apertura del nuovo pronto soccorso all´ospedale di Castellamare e l´inaugurazione dell´ospedale di Boscotrecase e di Gragnano. A premiare Annunziata sono invece l´apertura di cardiochirurgia e la prossima inaugurazione dei sette piani di emergenza e accettazione.

Un valzer di poltrone con una pesante eredità operativa, che mostra però anche il fianco alle prime polemiche. «Come avevo annunciato, alcuni manager sanitari sono stati destituiti - interviene Enzo Rivellini, capogruppo in Regione di An - Ci sono però pesanti interrogativi sulle scelte compiute da Bassolino e Montemarano nella lottizzata sanità regionale. In primis, mi chiedo come sia possibile che le destituzioni di tre direttori generali avvengano in piena campagna elettorale, sebbene i risultati della commissione di valutazione dei manager siano noti a Montemarano già da settimane. Ho più volte denunciato questo particolare. Addirittura i miei interventi sul tema manager sanitari e valutazione del loro operato hanno interessato la Procura». Oggi L´Aiop, Associazione italiana ospedalità privata, presenta un dossier sul bilancio della sanità pubblica campana e sul piano di rientro.



I CADUTI SUL LAVORO..