giovedì 3 gennaio 2008

COME E' MATURATO IL LICENZIAMENTO DI CIRO CRESCENTINI? GUARDA L'INCHIESTA DI BALLARO'

Qualche anno fa, la redazione di "Ballarò" decise di fare un'inchiesta sulle condizioni degli operai edili napoletani. Ciro Crescentini, il sindacalista licenziato dalla Fillea Cgil di Napoli,aiutò i giornalisti della Rai. Ciro, condusse la troupe giornalistica nei cantieri della provincia di Napoli dove maggiormente sono diffusi illegalità, camorra, sfruttamento e violazioni delle regole. Ciro condusse la troupe del giornalista Domenico Iannaccone nei cantieri di Acerra(guarda il terzo servizio nel video.
L'inchiesta di 'Ballarò' è un documento storico.
Ciro Crescentini a distanza di qualche anno da quell'inchiesta è stato licenziato senza motivo dalla Fillea Cgil.
Il 27 Settembre scorso in modo sprezzante il segretario nazionale della Fillea Cgil Franco Martini definì Ciro un "romantico guerrigliero che ritiene più importante dichiarare solitario le guerre, piuttosto che vincerle, ovviamente insieme all'organizzazione".

164 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Rinascimento (?!) Napoletano ha prodotto la retorica di Piazza Plebiscito, lo sdoganamento dei Neomelodici, il Partito Democratico, lo smantellamento della salute mentale con la connivenza ancora più democratica di Psichiatria Democratica, le supposte disneyane della Villa Comunale, la diossina da rifiuti nel latte della donne campane, la resistibile ascesa di Angelo Montemarano, il Sindaco e il Governatore al funerale di Mario Merola, l'evaporazione triste, solitaria e finale delle ultime tracce di testosterone della sinistra napoletana, ma neanche un morto in meno nei cantieri edili.

Anonimo ha detto...

Solidarietà ed onore al compagno Crescentini. Solidarietà ed onore per un vero sindacalista.
Martini ti ha definito "romantico guerrigliero solitario"?
Evidentemente il Martini(che non ha mai visto un lavoratore in vita sua se non quando si presentava in veste di burocrate-radical chic)preferisce stare in dolce compagnia condividendo 'le regole' con i vari Sannino, Petruzziello, Righi, Borrelli, Nappo consentendo la lottizzazione di posti per amici e parenti negli enti bilaterali.
Ciro in bocca al lupo per il 18.

Anonimo ha detto...

Quanta differenza. Quanta ipocrisia. Persone di grande spessore morale e di incredibile coraggio come il compagno Ciro. quaquaraqua come Sannino e Martini

PS/ ah dimenticavo. Gli operai dell'ospedale del mare hanno ricevuto le lettere di licenziamento. La notizia è stata riporta stamattina solo dal quotidiano 'cronache di napoli'. Non riesco a capire perchè gli altri giornali non ne parlano.

Anonimo ha detto...

Sannino, Nappo, Petruzziello Gravano...
C’est ne pas que le début !!

Anonimo ha detto...

Ripubblichiamo l'appello e le adesioni pervenute al Comitato di Napoli per il reintegro di Ciro Crescentini nella Cgil. L'appello è stato inviato ad Epifani

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Ora che i riflettori si vanno spegnendo sulla opaca vicenda di Ciro Crescentini, il sindacalista licenziato in tronco dall’organizzazione FILLEA CGIL, nella quale svolge una militanza cristallina da oltre 25 anni, attivo da anni nel contrasto alle morti bianche e alla vessazione fisica e psichica sul lavoro, licenziato dalla sua organizzazione con motivazioni inconsuete e ignote ai più, è necessario riflettere sull’inquietudine che questo caso tuttora suscita.
Non intendiamo entrare nel merito delle tesi ipotizzate da Crescentini all’indomani della scelta di cui è stato vittima. Non sappiamo se effettivamente la FILLEA CGIL voglia liberarsi di un sindacalista scomodo, che osa disturbare i manovratori, attenti alla pax sociale e agli equilibri politici. Sarà la magistratura a stabilirlo, nelle sedi deputate.
Noi siamo certi del fatto che Ciro Crescentini è un sindacalista scomodo, se per scomodo si intende un dirigente sindacale non omologato.
E’ da tempo che il sindacato ha assunto un ruolo ingessato ,come denunciato in una recente assemblea della FIOM partenopea, attento più alle circonvoluzioni della politica, che ai diritti violati, e alla progressiva erosione delle tutele.
Ciro Crescentini, noi riteniamo, interpreta sempre il suo ruolo nel rispetto della funzione che compete a un dirigente sindacale. Ovvero, svolge la sua militanza tra i lavoratori, nelle piazze, sensibile agli allarmi sulla fine delle garanzie nel mondo del lavoro.
Un modo di fare sindacato che a qualcuno potrebbe apparire ingenuo e anacronistico, ma questo è l’unico modo di fare sindacato che lui conosce.
Non è un burocrate, non scalda scrivanie, accorre dove è più forti la sofferenza dei cittadini lavoratori, nei luoghi ove dilaga il mobbing – fenomeno cui prestava estrema attenzione, consapevole della sua pericolosa minimizzazione da parte del mondo sindacale – o dove la sicurezza di uomini e donne è messa a repentaglio dal disprezzo degli imprenditori per la prevenzione degli infortuni.
Così noi consideriamo l’impegno di Ciro Crescentini, una militanza appassionata; se si vuole da guerrigliero romantico, come qualcuno l’ha definita con uno scherno del tutto fuori luogo, trattandosi di un lavoratore licenziato da un giorno all’altro che vive di stipendio.
Che credibilità può avere un sindacato per quanto blasonato che non rispetta al suo interno le doverose tutele che pretende di custodire e preservare all’esterno?
Sicuramente poca.
E’ giusto licenziare un dirigente sindacale che abbia fatto bene il suo lavoro, che abbia accorciato le distanze tra sindacato ed iscritti, arginando con il suo impegno quotidiano quella crisi di rappresentatività che corrode le organizzazioni sindacali?
Ovviamente no.
Non ci convincono le motivazioni addotte dai vertici della Fillea-CGIL per giustificare la risoluzione del rapporto di lavoro di un dirigente sindacale, che, è bene ricordarlo, è un evento tragicamente insolito. E non riusciamo a capire perché le opache ragioni della burocrazia debbano prevalere sull’onestà intellettuale e sull’impegno di chi ha dedicato un quarto di secolo a schierarsi dalla parte dei più deboli.
Se anche questo licenziamento dovesse essere malauguratamente ritenuto legittimo dalla magistratura del lavoro, le nostre domande continuerebbero a restare senza risposta.
O forse la risposta c’è. Ed è nell’incapacità del sindacato di recuperare un’identità, nel ritrovare le ragioni del suo radicamento sociale, nell’aver stabilito per decreto la fine dei conflitti, abdicando al suo ruolo e alla sua storia.



1.Franco Di Mauro, presidente Comitato San Martino, Napoli
2 Vincenzo Maria Siniscalchi, Consiglio Superiore della Magistratura
3.Sergio Piro, direttore Istituto Antropologia Trasformazionale, Napoli
4.Enrico de Notaris psichiatra Università Federico II, Napoli
5.Antonella Stefanucci attrice, Napoli
6.Gerardo Marotta presidente Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli
7.Domenico Ciruzzi, avvocato, Napoli
8.Claudio Petrella, direttore Osservatorio antimobbing della Campania, Napoli
9.Fabio Ferrari, avvocato, Napoli
10.Francesco Blasi, psichiatra Asl Napoli 1
11.Rosetta Papa, ginecologa, direttore dipartimento materno infantile Area Donne ASL Napoli1
12.Antonella Camardella vice presidente Commissione Sanità Regione Campania
13.Sarah Rundle–Smith, psicologa del lavoro, Londra
14.Remigio Raimondi direttore Dipartimento Salute Mentale di Massa e Carrara
15.Bruno Sanseverino, psichiatra Asl Napoli 1
16.Patrizia Pisani perfusionista Roma
17.Vittorio Bongiorno, grafico, Napoli
18.Rosa Fontanella, attrice, Napoli
19.Rosanna Scalabrini, dottoressa in scienze sociali, Asl Napoli 1
20.Vincenzo Castiglia, infermiere prof Asl Napoli 1
21.Alberto Trama RSA Net Service e componente Comitato Direttivo Fillea Napoli
22.Lydia Mastrantuoni, presidente 8° commissione municipio Arenella-Vomero, Napoli
23.Andrea Cinquegrani giornalista Napoli
24.Francesco Grillo psichiatra Asl Napoli1
25.Anna De Biase componente Comitato Direttivo Fillea Napoli, Nazionale e Camera del lavoro di Napoli, coordinatrice Provinciale della Fillea Restauro
26.Giovanni Nolfe, psichiatra Asl Napoli 1
27.Alex Zanotelli
28.Anna Del Mastro, psichiatra Asl Napoli 1
29.Cristina Mauro componente Comitato Direttivo Fillea Napoli
30.Esposito Antonietta RSA Impresa Castaldo Casoria Napoli
31.Antonino Iaccarino, psichiatra, Napoli
32.Tatiana Taddei – Comitato Direttivo Fillea Napoli
33.Vito Di Napoli, impiegato, Cosenza
34.Gennaro Piccolo RSA DHL
35.Raffaele Mazza impiegato Engineering Napoli
36.Antonella Scorza psichiatra Asl Napoli1
37.Angela Lonardo impiegata Readelli Napoli
38.Giuseppe Orofino Napoli
39.Ciro Inserra, medico del lavoro Asl Napoli5
40.Bruno Di Franco impiegato Dema Napoli
41.Michelina Greco impiegata ASL Salerno 2
42.Rita Pennarola giornalista, Napoli
43.Tornincasa Eugenia impiegata Pirelli Napoli
44.Erminia Sparita insegnante
45.Ornella Vecchioni, psichiatraAsl Napoli 1
46.Giuseppe Marzullo autista Air Avellino
47.Giuliana Del Fosco insegnante, Napoli
48.Vincenzo D’Amato impiegato Net Service Napoli
49.Annamaria Aurino impiegata Provincia, Napoli
50.Alice Banfi pittrice Camogli
51.Luciana Nunziante psicologa Asl Na 1
52.Ornella Balsamo impiegata Napoli
53.Rosa Sollazzo
54.Erasmo Liquidato, impiegato
55.Massimo Lazazzara, psichiatra ASL NA 1
56.Massimo Miniero Medico
57.Gennaro Napolitano
58.David Polato
59.Luigi Trimarco
60.Annalisa Coppola educatrice Napoli
61.Giustina Coppola educatrice Napoli
62.Loretta Mussi
63.Nicola Gianmarco Ponsillo psichiatra, Napoli
64.Giovanna Qualiano
65.Teresa Pedicini
66.Luciano Longo capo dipartimento sicurezza sul lavoro UIL Campania
67.Raffaella Valente
68.Marco Portauova
69.Fabio Ardu
70.Michele Costagliola
71.Gabriella Vaccaio
72.Paola Malacarne
73.Alfredo Gioiosa
74.Ezio Batacchio
75.Luca Cimino
76.Luciano Miserocchi
77.Luigia Padacino
78.Maria Teresa Fichele
79.Patrizia Meloni
80.Raffaele Di Francia
81.Cinzia Bruno psichiatra Asl Na 1
82.Rotella Domenico NURSIND MESSINA
83.Nino Costa medico Osp. Incurabili Napoli iscritto CGIL-medici
84.Antonio Grisorio
85.baldassarre giuseppina pensionata
86.gargiulo gianfranco impiegato
87.gargiulo dario assicuratore
88.balsamo paolo commerciante
89.di carluccio titina impiegata
90.di biase serafina impiegata
91.balsamo francesco commerciante
92.longo luciano pensionato
93.iaccarino marina impiegata
94.iaccarino gilda impiegata
95.GENEROSO FORTE
96.claudio bedin
97.lorella de zorzi
98.Ruffo Raimondo
99.rossella rota
100.Il Comitato “Matteo Valenti
101.nicoletta gemignani dipendenta Coop .

102.Maurizio Gatto, docente di scuola superiore, Napoli
103.ROBERTA POMPONIO
104.Cinzia Bruno Psichiatra Asl Napoli 1
105.Luigi rimarco
106.Annalisa Coppola, Educatrice a Napoli
107.Fabrizio Fusco, Ematologo al Pausilipon di Napoli
108.Giustina Coppola Educatrice a Napoli

109.Hryhorchuk Svitlana -Ucraina – Sportello Immigrati Cub/Rdb Napoli
110.Soumahoro Aboubakar – Respons. Sportello Immigrati Cub/Rdb Napoli
111.Mariolina Rocca – iscritta Cgil- Sportello Informagiovani-Comune di Napoli

112. Davide Belli Banca di roma QUADRO DIRETTIVO ROMA
113. nicola ucciero villa literno (CE)
114. Zanconato Alessandro Ministero Pubblica Istruzione Insegnante Torino
115. Federico Fabiani Studente Arezzo
116. giuseppre serao poste italiane coordinatore verbania
117 Gianluca Ceschiat operaio Porcia (PN)
118. bruno giulio Azienda impiegato milano

119. Alberto Taddei Cassa di Risparmio di Volterra Spa Impiegato Volterra
120 Ciro Perrelli AAPS INFORMATICA SRL tecnico Avellino
121. Giuseppe Annunziata Parco nazionale del Vesuvio Consulente Poggiomarino
122. giannino di camillo itc impiegato lanciano
123.luca corpino sfirs studente cagliari
124. Davide Galli Coop info Grafico pubblicitario Bardi (PR)
125. Lucia Zarantonello Dentista Montagna Igienista Castelgomberto
126. Leonardo Gobbo Lowara tecnico Castelgomberto
127. Lionello Gobbo pensionato Castelgomberto
128. massimo ventura asur marche infermiere senigallia

129. mauro berardi FIP operaio casella (ge)
130. David Catalano studente studente Napoli
131. Mauro Miniati moda oro Commesso Roma
132. Davide Piccinini SpottiSergio S.r.l. impiegato 4 livello Parma
133. Davide Galletti Autonomo Libero professionista Pisa
134. Daniele Cina Videospot Operaio Roma
135. filippo d'auria terzo circolo didattico castellammare di stabia assistente amministrativo sant'antonio abate
136. luigi Fiore natuzzi RLS Ginosa TA
137. Roberto Bergonzini SMS A. Frank Insegnante Castelvetro di Modena
138. Vittorio Cristiano ACS net informatico Rivoli - Torino
139. vittorio di giacinto Reset Amministratore Corropoli (TE)
140. maro egizi 3industries grafico freelance L'Aquila
141. Giorgio GE AEM Operaio specializzato Milano
142. Luigi Iorio Brulli Energia turnista Reggio Emilia
143. amedeo.capezzuto ditta personale agente chimico napoli
144. rosa.carannante eutelia impiegata napoli
145. mussi giuliano pensionato pensionato-- baveno
146. matteo maratea disoccupato san severo FG
147. Attilio Persi ICCREA Impiegato Roma
148. Cristiano Timi Università studente Assisi (PG)
149. Piero Selo Greenpeace Germania Promotore Friburgo (Germania)
150. Mirco Montesi fmr trading responsabile di negozio pesaro
151.Mirco Montesi fmr trading responsabile di negozio pesaro
152. federico magonio underground fotografo tavarnelle v.P. (FI)
153. prof. Giovanni Volpe Istituto Tecnico Agrario "Dalmasso" Docente Torino
154. Walter Barresi Comune di Bergamo impiegato Bergamo
155. Morena Levante Impiegata Curtatone
156. Emilio Ciscotel Amministratore Curtatone
157. StefanoMonelli ITIS "Galileo Galilei" Livorno Assistente Tecnico Stagno-livorno
158. daniele santo ciavolino ciavolino daniele & figli napoli srl direttore vendite roma
159. Diego Pirelli Tyre (stab. Bollate - MI) Operaio Sesto San Giovanni (MI)
160. Matteo Mosna unifarm operaio Trento
161. Bianchi Davide Ericsson Telecomunicazioni Spa impiegato Pombia (NO)

162. David Brutti Libero professionista Musicista Foligno
163. Fabrizio Cardinale Saint-Gobain Consultant Breda
164. antonio incarbone -- studente niscemi
165 azzurra d'arpa royal catibbian asst. Manager palermo
166. alberto d'arpa alberto d'arpa libero professionsta palermo
167. Regina Fazio rsa fillea Cgil Napoli
168. Domenico Di Meglio - Direttore "Il Golfo"
169. Francesco Maranta - associazione Antigone

Anonimo ha detto...

Consiglieri di tutti i partiti presenti nel consiglio comunale di Napoli firmano una lettera-appello per il reintegro in Cgil del nostro compagno Ciro. La lettera è stata inviata ai vertici locali e nazionali della Fillea e della Cgil.


Ecco il testo integrale della lettera




C.G.I.L. – Confederazione Nazionale
Corso d’Italia, 25 – 00198 Roma

C.G.I.L.-F.I.L.L.E.A. Nazionale
Via G. B. Morgagni, 27

C.G.I.L. Regione Campania
Via Torino, 16 – 80142 Napoli

C.G.I.L. Napoli
Via Torino, 16 – 80142 Napoli

C.G.I.L.-F.I.L.L.E.A. Regione Campania
Via Torino, 16 – 80142 Napoli

C.G.I.L.-F.I.L.L.E.A. Napoli
Via Torino, 16 – 80142 Napoli

Consideriamo il licenziamento di Ciro Crescentini, dirigente della Fillea-Cgil, un errore gravissimo, oltretutto perché contornato da aspetti oscuri, quasi per niente chiariti, che ci producono sconcerto e inquietudine.
Ciro nella sua lunga attività sindacale, che dura ormai da un quarto di secolo, ha rappresentato e rappresenta, ancora per moltissimi di noi, l’incarnazione dei valori e degli ideali originari del miglior sindacalismo operaio.
Da quando giovanissimo fece la scelta di dedicare la propria esistenza al servizio della causa dei diritti dei lavoratori è stato protagonista di mille battaglie, tutte condotte con grande coerenza e disinteresse personale, principalmente su temi che rappresentano emergenze sociali tra le più acute e drammatiche, cosi come spesso ci ricordano anche le più alte cariche dello Stato.
Ci riferiamo soprattutto alle sue innumerevoli denunce sulle frequenti irregolarità nei cantieri edili in tema di sicurezza, irregolarità molto spesso alla base dei luttuosi avvenimenti purtroppo sempre più presenti nelle cronache della nostra informazione.
Ricordiamo anche il suo considerevole e concreto impegno sul tema del mobbing contro i lavoratori, moderna ma sempre più odiosa forma di antiche vessazioni e abusi.
Vorremmo invitare, inoltre, i vertici sindacali della C.G.I.L. di Napoli anche a chiarire con urgenza e con estrema limpidezza se vi è o no un rapporto tra il provvedimento di rimozione di Crescentini e le sue ultime denunce ad imprese che non rispettavano le norme sulla sicurezza sul lavoro.

I Consiglieri Comunali sottoscrittori di questo appello auspicano e si propongono di stimolare una profonda riflessione nel sindacato su questo provvedimento che conduca alla sua revoca, ciò non solo per riparare a quello che a noi sembra un evidente torto verso un singolo sindacalista, ma anche nel timore che tale atto possa contribuire ad allargare la crisi di credibilità e di consenso che travolge non solo la politica, come ormai acclarato, ma anche il movimento sindacale cosi come testimoniato da alcune cronache recenti.

Seguono Firme



Raffaele Carotenuto (Presidente Gruppo P.R.C.), Fucito Alessandro (P.R.C.), Minisci Francesco (P.R.C.), Fiola Ciro (SDI), D’Esposito Mario (Verdi), Venanzoni Diego (Presidente Gruppo UDEUR), Sannino Gaetano (Presidente Gruppo PDCI), Vincenzo Russo (Margherita), Mastranzo Pietro (Margherita), Montemarano Emilio (Margherita), Borriello Ciro (Presidente Gruppo Verdi), Lupo Vito (Margherita), Palladino Giovanni (Presidente Gruppo Margherita), Parisi Salvatore (Presidente Gruppo Sinistra Democratica), Funaro Nino (UDEUR), Alvino Federico (UDEUR), Oddati Nicola (Assessore al Lavoro), Galiero Salvatore (Democratici di Sinistra), Lamura Carlo (Alleanza Nazionale), Benincasa Fabio (Margherita), Migliaccio Carlo (UDEUR), Nicodemo Francesco (Democratici di Sinistra), Riccio Giulio (Assessore alle Politiche Sociali), Madaro Dolores (Assessore ai Cimiteri), Scala Raffaele (Italia dei Valori), Giordano Alfredo (Italia dei Valori), Signoriello Ciro (Forza Italia), Carbone Gennaro (Forza Italia), Cigliano Dario (Forza Italia), Minopoli Umberto (Forza Italia), Vitobello Francesco (Forza Italia), Palomba Stefano (Margherita), Giudice Rosario (Margherita), Fellico Antonio (PDCI),
De Simone Achille (Gruppo Misto).

Anonimo ha detto...

RIPUBBLICHIAMO L'INTERROGAZIONE PRESENTATA IL 3 OTTOBRE SCORSO DAL PARLAMENTARE ALBERTO BURGIO SUL LICENZIAMENTO DEL NOSTRO COMPAGNO CIRO.


INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Al Ministro del Lavoro e della previdenza sociale,
per sapere
premesso che:
Ciro Crescentini ha lavorato per venticinque anni come sindacalista della Fillea-Cgil di Napoli; il 24 settembre scorso la Fillea ha comunicato a Crescentini la decisione, non motivata né argomentata, di rescindere il suo contratto di lavoro;
Crescentini ritiene che all’origine del suo licenziamento vi sia una denuncia, da lui presentata nel novembre 2006 presso l’Ispettorato del Lavoro di Napoli, per richiedere – come ha affermato in un’intervista recentemente rilasciata ad un organo di stampa nazionale – «tempestivi interventi ispettivi in determinati cantieri mai oggetto di precedenti denunce;
tale denuncia non ha avuto alcun esito e nessun ispettore ha mai visitato i cantieri segnalati;
al contrario, Ciro Crescentini ha ritrovato, nelle scorse settimane, l’esposto presentato (e protocollato, come risulta dalla segnatura in calce al documento stesso) sulla scrivania di Giovanni Sannino, segretario della Fillea-Cgil di Napoli, che ha riferito di averlo ricevuto da Luigi Petricciuolo, componente della segreteria provinciale della Camera del Lavoro, il quale, a sua volta, lo avrebbe ricevuto dal Responsabile dell’Ispettorato di Napoli, il quale – riferisce Crescentini – si sarebbe lamentato del numero eccessivo di denunce presentate dal sindacalista;
pare discutibile, a giudizio dell’interrogante, che Sannino, invece di presentare una denuncia per violazione del segreto istruttorio, abbia diffuso una circolare per precisare che, da quel momento in poi, qualsiasi iniziativa verso le istituzioni sarebbe dovuta essere sottoposta alla conoscenza preventiva della segreteria generale;
Crescentini, in un’intervista al quotidiano Liberazione, afferma di aver ricevuto da parte della Fillea-Cgil una offerta di buonuscita pari a 150.000 euro con l’intenzione di convincerlo ad accettare di buon grado l’interruzione del rapporto di lavoro;
nella stessa intervista, Ciro Crescentini afferma di aver ricevuto anche un’offerta di lavoro, da parte della Cgil, per un posto di impiegato alla Cassa Edile, notoriamente un organismo paritetico non di proprietà della Cgil;
il sindacalista ha immediatamente impugnato, sul piano legale, il licenziamento;
quale sia il giudizio del Ministro interpellato in relazione alla vicenda in parola e alla richiesta, avanzata da numerosi lavoratori e delegati sindacali in un appello recentemente prodotto, di reintegrare Ciro Crescentini al proprio posto di lavoro.

(Alberto Burgio)

Anonimo ha detto...

INTERROGAZIONE DEL SENATORE FRANCO TURIGLIATTO SUL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE E SINDACALISTA DELLA CGIL DI NAPOLI CIRO CRESCENTINI


Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale –
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il signor C. Crescentini, funzionario del sindacato Fillea-CGIL di Napoli, è stato licenziato dall'organizzazione nella quale aveva militato e ricoperto ruoli dirigenti da ben 25 anni, con un forte impegno nella denuncia delle irregolarità nel settore edilizio, provocando stupore e sconcerto tra i lavoratori e nell'opinione pubblica campana; appare opportuno ricordare nel dettaglio i precedenti che hanno condotto a tale misura inusitata all'interno di un'organizzazione sindacale, come da memoria diretta dell'interessato:
«In data 30 ottobre 2006, il sottoscritto inviava Denuncia all’Ispettorato del Lavoro di Napoli – att. Dr. Trinchella – e alla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Lavoro - per richiedere tempestivi interventi ispettivi in determinati cantieri, mai oggetto di precedenti denuncie.
In data 23 novembre, il sottoscritto inviava missiva, Prot. CC/100/2006, al segretario Generale della Fillea CGIL di Napoli – Sig. Giovanni Sannino – avente per oggetto: “Richiesta di apertura indagine interna” in merito al ritrovamento sulla sua scrivania di una copia della Denuncia del 30 ottobre 2006 ricevuta a mezzo fax dall’Ispettorato del Lavoro, protocollato in ingresso con numero 2015 e data 30.10.2006, da persona preposta alle ore 11,36.
In data 30 novembre 2006, il sottoscritto riceveva brevi mani missiva Prot. 113001/2006-SG/ag da parte del Segretario Generale – Sig. Giovanni Sannino – il quale mi informava “di aver ricevuto copia del fax appartenente all’Ispettorato del Lavoro – direttamente dal Segretario della Camera del lavoro di Napoli Sig. Luigi Petriccuiolo, a sua volta informato dal Responsabile dell’Ispettorato di Napoli che lamentava continue e reiterate medesime segnalazioni” .
In data 30 novembre, il sottoscritto, non ritenendo soddisfacente nel merito e nella forma la risposta del Segretario Generale del 30.11.2006, inviava ulteriore missiva Prot. CC/101/2006, nella quale esponeva il proprio dissenso e informandolo che avrebbe provveduto ad integrare apposita Denuncia alla Procura della Repubblica, Atto Den 5630/06 del 04.12.2006 .
In data 30 novembre 2006 il Segretario Generale Sig. Giovanni Sannino, inviava ai Compagni/e della Segreteria Provinciale ed ai Compagni, Cacace Gennaro, Crescentini Ciro, Giustiniani Ciro, Pistaferri Gennaro ed Energico Giuseppe, missiva Prot. 113002/2006-SG/ag, ove informava che “qualsiasi iniziativa verso le Istituzioni, Enti, Stazioni Appaltanti, Enti Bilaterali ed Istituti che a vario titolo afferiscono ai nostri settori produttivi deve essere sottoposta a conoscenza preventiva della Segreteria Generale”. Missiva dal sottoscritto ricevuta brevi mani in data 05.12.2007.
In data 03 gennaio 2007 ore 12,30 il sottoscritto riceve brevi mani una missiva datata 27 dicembre 2006 da parte del Segretario Generale Giovanni Sannino, di seguito il contenuto:
“In virtù delle prerogative che mi derivano dall’essere segretario generale e quindi primo responsabile della Fillea di Napoli, informati tutti i livelli dell’Organizzazione, ritengo sospese le tue attuali incombenze vertenziali in fieri e t’invito ad astenerti dal promuovere qualsiasi iniziativa, rappresentazione e pronunciamento esterne, per nome e per conto della Fillea di Napoli sui temi della categoria e non. Ti esorto ad agevolare, senza soluzione di continuità e senza creare dannosi contraccolpi, la consegna delle vertenze di cui ti stai occupando alla Segreteria. T’invito a ritenerti a disposizione della struttura. Ti saranno comunicate una volta individuate, le giuste, opportune, coerenti, e mi auguro condivise soluzioni che si riterrà opportuno adottare. Nel frattempo svolgerai attività di accoglienza logistico-aziendale presso le sedi di Casoria e di Frattamaggiore, garantendo il presidio delle stesse con copertura quotidiana e settimanale.” Su tale missiva il sottoscritto appone la dicitura “contesto nella forma e nel contenuto la procedura ed il provvedimento adottato”.
In data 5 gennaio 2007 il sottoscritto invia missiva al Segretario Generale Giovanni Sannino chiedendo chiarimenti in merito al provvedimento disciplinare inflittogli, informandolo che esso è completamente illegittimo, privo di ogni e qualsiasi fondamento e lo esorta pertanto a revocarlo ed a restituirgli immediatamente Carichi di lavoro e Responsabilità, altresì chiarendo anche la propria posizione in merito all’equivoco nato circa la Denuncia all’Ispettorato del lavoro del 30 ottobre 2006 e conseguente Denuncia Integrativa alla Procura della Repubblica del 04.12.2006, affermando quindi che le proprie azioni sono state coerenti con l’incarico che ricopre e la volontà ferma di rimanere al servizio della Fillea CGIL.
In data 18 gennaio il sottoscritto riceveva brevi mani missiva datata 12 gennaio 2007, da parte del Segretario Generale Giovanni Sannino che accoglieva il chiarimento e lo forniva a sua volta, revocando quindi il Provvedimento Disciplinare, affermando “io ritengo ripristinate le tue responsabilità ed incombenze vertenziali, non ancora consegnare”.
Al contempo però, continuando ad affermare di voler trovare una soluzione di lavoro“esterna alla Fillea” al sottoscritto. Contestualmente in pari data il sottoscritto consegnava brevi mani missiva datata 16 gennaio 2007 al segretario generale Giovanni Sannino in cui ribadiva nuovamente la propria volontà a continuare a lavorare in Fillea CGIL, col pieno carico di Responsabilità affidategli ed a revocare la sospensione inflittagli con missiva del 27 dicembre 2007.
Il sottoscritto continua a svolgere regolarmente la propria attività lavorativa, nel rispetto delle regole da ben sette mesi dal Provvedimento Illegittimo poi completamente revocato.
Improvvisamente e senza che nulla lo facesse presagire, il sottoscritto in data 30 giugno 2007 riceve raccomandata a.r. Prot. 062702-2007/SG dal Segretario Generale Giovanni Sannino, questo il testo integrale:
“Con riferimento a quanto convenuto nella lettera del 12 gennaio u.s. e a te consegnata in pari data e con la quale si confermava l’impegno a ricercare proposte per dare soluzione di continuità il tuo rapporto in essere con la Fillea di Napoli, informati i livelli dell’Organizzazione, ottenuto il pieno mandato dalla Segreteria, su mia proposta, sussistendo oggi le condizioni per procedere in tal senso, considerati a disposizione dell’Organizzazione e ritieniti disponibile ad una tua collocazione esterna alla Fillea.
Ti saranno comunicate, per le vie brevi, modalità, tempi. Nel frattempo ti esorto ad agevolare la consegna delle vertenze di cui ti occupi alla Segreteria.”
In data 5 Luglio 2007, il sottoscritto viene contattato dal responsabile del dipartimento organizzativo della Fillea Cgil di Napoli e gli viene proposto una “collocazione esterna” presso un ente bilaterale, ovvero presso la Cassa Edile di Napoli mansione di terzo livello ed un incentivo economico di centocinquantamila euro. Il sottoscritto rifiuta le proposte per due ragioni: la prima perché la Cassa Edile è un organismo di mutuo soccorso finanziato con i contributi dei lavoratori edili. Eventuali nuove assunzioni presso quest’ente devono tenere prioritariamente figli e vedove dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro. La seconda, perché non è giusto utilizzare risorse dell’organizzazione sindacale provenienti da contributi sindacali e da quote di servizio per “incentivi economici” in favore dei dirigenti sindacali.
In data 21 Settembre il sottoscritto riceve una lettera datata 14 Settembre firmata dal segretario generale della Fillea Cgil di Napoli avente come oggetto la risoluzione del rapporto di lavoro a decorrere dal 24 Settemebre 2007 ed esonerato dal prestare attività nel periodo di preavviso. Al sottoscritto gli veniva comunicato che gli sarebbe stato corrisposto il trattamento di fine rapporto»;
tale vicenda si inserisce in un clima di resistenza all'applicazione di norme più severe di controllo sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, previste dalle recenti modifiche di legge ed auspicate da tutte le più alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica, dovendosi constatare l'inarrestato stillicidio quotidiano di infortuni ed omicidi bianchi, dovuti principalmente alle irregolarità presenti soprattutto nel settore edile, si chiede di sapere:se il Ministro in indirizzo non ritenga che nella specifica vicenda del licenziamento del sindacalista C. Crescentini sussistano fondati sospetti di possibili pressioni da parte di imprese datoriali sull'operato degli istituti ispettivi preposti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale;se non intenda aprire un'indagine interna al fine di accertare dette eventuali interferenze e in ogni caso intervenire per chiedere una sospensione del provvedimento di licenziamento, in attesa dei necessari accertamenti.
Franco Turigliatto

Anonimo ha detto...

La lettera di licenziamento...

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Protocollo N. 091401-2007/SG-aa
Napoli 14 Settembre 2007

Oggetto: risoluzione rapporto


A Ciro Crescentini


“In relazione alla nostra pregressa corrispondenza ed alla tua ultima del 30 Luglio c.a non posso che richiamarmi alle mie precedenti note ed a quanto con te discusso negli incontri tenutisi presso la Fillea di Napoli con il Dipartimento Organizzazione nei giorni 5 e 6 Luglio u.s nel corso dei quali Ti sono state ampiamente illustrate le disponibilità della nostra Organizzazione a contribuire ad una tua idonea e più che dignitosa collocazione presso un Ente Paritetico, nel quale potrai trasferire tutto il tuo bagaglio di professionalità e d’esperienza acquisito nella ns. organizzazione.
Nel ribadirti, pertanto, ancora una volta, quanto sopra, non essendo rinvenibile alla nostra organizzazione alcuna posizione lavorativa cui poterti destinare per consentire la tua permanenza a qualsiasi titolo, ti comunico che, a far data dal prossimo 24 Settembre c.a decorre la risoluzione del rapporto fin qui intercorso.
Ritieniti esonerato dal prestare attività nel periodo di preavviso, che ti sarà corrisposto unitamente a tutte le competenze maturate.
Nell’eventualità che tu decida di valutare positivamente le soluzioni che ti sono state segnalate nei colloqui intercorsi, è confermata pienamente la disponibilità della nostra organizzazione a poter renderle esecutive, ponendo in essere tutti gli adempimenti necessari.
In tal senso è auspicabile una tua sollecita e positiva risposta per evitare implicazioni con l’esigenze funzionali dell’ente che rischierebbero di vanificare le nostre volontà.
Con l’occasione, distinti saluti.

Il Segretario Generale della Fillea Cgil di Napoli
Giovanni Sannino

Anonimo ha detto...

Sono piu' di sessanta i senatori che hanno risposto finora all'appello lanciato dal vicepresidente del gruppo Prc, Tommaso Sodano, per chiedere il reintegro del sindacalista della Fillea-Cgil, Ciro Crescentini, ''licenziato la scorsa settimana dalla federazione degli edili campani''. Lo rende noto lo stesso Sodano che promuovera', nei prossimi giorni, la raccolta di nuove firme tra i parlamentari di palazzo Madama. Tra i firmatari del documento ci sono i capigruppo di Sinistra democratica Cesare Salvi, di Rifondazione comunista Giovanni Russo Spena e del Pdci-Verdi Manuela Palermi e ancora i senatori Mauro Bulgarelli, Dino Tibaldi, Raffaele Tecce e Olimpia Vano, Massimo Villone e paolo Brutti. ''Ciro Crescentini, sindacalista della Fillea-Cgil di Napoli e' stato licenziato dopo 25 anni di battaglie sindacali a fianco dei lavoratori della categoria edile - si legge nel documento - sindacalista sempre in prima linea nel denunciare le gravi e purtroppo frequenti irregolarita' sui cantieri edili in tema di sicurezza, e nella sua attivita' contro il mobbing esercitato nei confronti dei lavoratori, ha profuso il suo impegno sul campo, con grande coerenza civile e morale. Proprio per queste ragioni appare ancora piu' incomprensibile il suo licenziamento''.
E prosegue: ''Se venissero confermate le circostanze, riportate dallo stesso Crescentini, sul tentativo di mettere a tacere le sue denunce nei confronti di alcune aziende, inoltrate all'Ispettorato del Lavoro, da parte della stessa Cgil di Napoli, sarebbe un fatto gravissimo, inaudito per la storia e i principi ispiratori del primo sindacato italiano''. Lo scopo dell'iniziativa e' di chiedere alla Fillea e alla Cgil di rivedere questa decisione e reintegrare mediatamente Crescentini. ''E' una atto di giustizia - conclude la nota - nei confronti del militante e nei confronti di quei lavoratori, appartenenti alla sua categoria, che hanno manifestato ripetutamente sostegno e stima al sindacalista
licenziato''.

Anonimo ha detto...

Perchè è stato licenziato Ciro Crescentini? Perchè la Fillea Cgil ha silurato un compagno bravo, preparato professionalmente, coraggioso?
Perchè la Cgil Campania non assume posizioni sulla vicenda dei rifiuti, sulle tangenti nella sanità, sulla camorra ecc ecc?
Semplice! La Fillea e la Cgil Campania sono coinvolte, sono parte integrante della fogna.
Gli avvocati dell'ufficio giuridico della Cgil Campana(Spedaliere, Soprano, De Felice, Di Celmo) sono consiglieri e consulenti di amministrazione di società miste regionali.
Soprano, addirittura è citato dal rapporto della commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti(si è assicurato consulenze d'oro).
Che dire poi di Roberto Cappabianca? Dottore commercialista è presente come consigliere in cinque società miste ed è presidente del collegio dei sindaci revisori della Cassa Edile di Napoli(vi ricordate della storia dei tesoretti non dichiarati?).
Che dire delle consulenze d'oro affidate a sindacalisti segnalati da Gravano?
Michele Gravano(segretario generale della Cgil Campania) è consigliere di una società Borsa Immobiliare mentre la moglie di Gravano è titolare di un'azienda che fa da affittacamere, organizza convegni e si interessa di 'intermediazione immobiliare'...
Gli enti bilaterali(cassa edile, cpt, scuole edili) sono diventati feudi dei familiari dei sindacalisti della Fillea(Sannino, Petruzziello, Borrelli)..
La Città è sommersa di rifiuti, il rischio diossina e malattie è reale.
Qui nella sede della Cgil di Via Torino c'è un'apatia generale e tanta paura.
Quando ci svegliamo?
E quando si sveglia la Cgil nazionale?

Anonimo ha detto...

Cara magistratura napoletana,
Cari Carabinieri,
Cara Guardia di Finanza

Intervenite subito. Ripulite la nostra Città e la nostra Regione dalla cupola che dirige in Campania che si è impossessata dei nostri partiti, dei nostri sindacati, delle nostre istituzioni.
Fate presto.

Anonimo ha detto...

crescentini non lo volevano tra le palle in Cgil in quanto Gravano, Sannino e compari dovevano fare affari...
Forza Carabinieri
Forza Guardia di Finanza
andate in Via Torino arrestate i componenti della cupola.
Vogliamo una Cgil Campania onesta.

Anonimo ha detto...

Licenziano i sindacalisti onesti e non licenziano consulenti, commercialisti o sedicenti sindacalisti che si sono arricchiti. Napoli è sommersa di rifiuti. Queste sono le conseguenze di 2 miliardi di euro sprecati finiti, anche, nelle tasche di affaristi ambientalisti con ricco conto in banca, che organizzano convegni spendendo 250.000 euro. Perchè La magistratura non guarda con attenzione lo scandalo e le ruberie?

Anonimo ha detto...

Quale "ruolo" svolge Roberto Cappabianca in qualità di Presidente del Collegio dei sindaci della Cassa Edile di Napoli? Quale ruolo gioco nella predisposizione dei bilanci?Roberto Cappabianca, ex assessore comunale, compare in ben 6 società: amministratore di Air (Autoservizi Irpini), poi membro di Bagnolifutura, di Sirena, di Centro agroalimentare Volla e del Ccta, ma da poco è anche presidente di Scabec (la spa per la promozione dei beni culturali, quota del 49% di privati e fruttuoso aumento di capitale da 100mila a 1 milione di euro, bilancio oggi in attivo

Anonimo ha detto...

Cara compagna di Via Torino,
Il risultato è che 15 anni dopo l'arresto a Milano di Mario Chiesa, in Campania tangentopoli continua. Con gli stessi vizi di sempre: accanto ai "collettori di bustarelle" che raccolgono fondi neri per i vertici delle formazioni politiche, c'è la solita pletora di portaborse, dirigenti e funzionari ladri tout-court che fanno la bella vita. Sopra ci sono infine i partiti (quasi tutti) che si dividono in allegria e a norma di legge fondi pubblici dei quali poi nessuno si prende la briga di verificare la reale destinazione

Anonimo ha detto...

Bisogna fare le visure camerali di questi personaggi e denunciarli sui giornali indipendenti e sui blog.

Anonimo ha detto...

Solidarietà a Ciro Crescentini.
Il segretario nazionale della Fillea si deve vergognare.
un compagno rischia sulla propria pelle sui territori della camorra e voi sindacalisti campani(veri camorristi) lo licenziate?
ma che schifo

Anonimo ha detto...

Meno male che non ci sono tanti Gravano in giro...
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La Cgil Basilicata ha espresso solidarieta' alla gente di Vietri di Potenza che protesta per la scelta della Provincia di Salerno di localizzare una discarica per rifiuti solidi urbani nella vicina Caggiano, nella cava di Serre Arenosa, che ricade anche in territorio lucano. Secondo il segretario generale della Cgil lucana, Antonio Pepe, ''lo stato di agitazione delle popolazioni della comunita' di Vietri di Potenza e' sicuramente giustificato dalle inopportune iniziative dell'amministrazione provinciale di Salerno di individuare quale sito per la discarica dei rifiuti solidi urbani un territorio dal delicato equilibrio geo-morfologico tra i comuni di Vietri e Caggiano''. Il sindacato sosterra' ''le iniziative di lotta al fine di impedire la realizzazione del sito che, di fatto, se realizzato metterebbe in serio rischio l'equilibrio ambientale dell'intera area con gravi ripercussioni alle falde acquifere sottostanti''. Pepe fa appello all'amministrazione provinciale di Potenza ed alla giunta regionale ''a non sottovalutare in alcun modo la situazione ed intraprendere ogni iniziativa utile nei confronti dell'amministrazione provinciale di Salerno''

Anonimo ha detto...

Secondo una fonte sicura la Filca Cisl è diventato il primo sindacato dei lavoratori edili. I dati pervenuti dalle Casse Edili riguardanti il secondo semestre 2007 lo confermano. La Filca Cisl è il primo sindacato nelle principali regioni del sud(Sicilia, Calabria, Campania) ed in molte regioni del nord. La Fillea Cgil resiste ancora in Emilia Romagna, Umbria, Liguria, Piemonte, Toscana, Lazio.
A Napoli,Benevento, Avellino, e Salerno la fillea cgil è diventato il terzo sindacato scavalcato dalla Feneal Uil.
Si annuncia il sorpasso della Feneal Uil nel prossimo semestre in tutta la Campania.
La Fillea in Campania perde oltre 4517 iscritti(di cui 3236 disdette).
Che schifo.
Povera Fillea.

Anonimo ha detto...

ARRESTATI CINQUE ISPETTORI ASL/AMBIENTE DEL LAVORO


Arrestati 5 ispettori Asl "Niente controlli se pagate"
Mara Chiarelli
Un comitato d´affari, all´interno dello Spesal (il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) della Asl di Foggia, al quale praticamente tutti aderivano. Tutti, ad eccezione di una ispettrice che con la sua denuncia ha dato il via alle indagini, concluse ieri con l´arresto di cinque persone. Secondo gli investigatori, i cinque si facevano consegnare denaro dai titolari delle imprese per sistemare le inadempienze che volutamente riscontravano nelle relative documentazioni. Le pratiche, dopo aver riscosso la mazzetta, che si aggirava intorno ai mille euro, erano sistematicamente chiuse.
Sono finiti ai domiciliari il direttore del dipartimento Antonio Fanelli, di 60 anni, gli ispettori Antonio d´Alfonso e Rocco Bonassisa (dimessosi un anno fa), entrambi 39 enni, l´ispettore del servizio igiene Vincenzo De Toma, 59 anni, e l´architetto Felice Fabiano, di 39. Quest´ultimo, oltre ad essere un componente del Comitato tecnico paritetico istituito dalla legge per la sicurezza nei luoghi di lavoro, è anche direttore tecnico di una società costituita dai fratelli Rocco e Vincenzo Bonassisa che, manco a dirlo, si occupa di forniture di materiali e consulenze alle aziende in materia di infortunistica. Dai dirigenti dello Spesal veniva indicato alle imprese come consulente da contattare.
Altre cinque persone, per le quali i pm Giuseppe Gatti ed Enrico Infante avevano chiesto al gip Carlo Protano l´arresto, sono indagate per gli stessi reati: concussione e falso. Si tratta di Vincenzo Bonassisa, tre medici del lavoro appartenenti allo Spesal e di un ragioniere. Secondo le indagini affidate alla sezione di pg della polizia di stato e alla Squadra Mobile, sarebbero almeno 300 le aziende finite nel mirino dell´organizzazione, tutte rientranti nella zona della Asl Fg/3, che oltre al capoluogo raggruppa i comuni del subappennino dauno.
Il deviato modus operandi è stato documentato grazie a numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, negli uffici di Antonio Fanelli, Rocco Bonassisa e Vincenzo De Toma. I titolari delle imprese venivano convocati allo Spesal, si prospettava loro un lungo elenco di irregolarità alle normative in fatto di sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto da arrivare ad una potenziale sanzione di 60 - 70 mila euro. Le irregolarità, va precisato, non erano mai constatate direttamente nei cantieri ma solo nei documenti.
A quel punto, di fronte al disperato imprenditore, spuntava la possibilità di aggiustare tutto, pagando la consueta tangente. Solo dopo aver riscosso, sempre secondo le indagini, gli imprenditori venivano nuovamente convocati per constatare la chiusura del verbale, senza rilevare violazioni. Ma il consolidato sistema è stato spezzato da una ispettrice, di 45 anni, molto mal vista nell´ufficio per il suo voler procedere secondo legge. Agli inquirenti, nella sua denuncia, ha detto: «Mi accorgo che non si tutelano i lavoratori, ma le aziende e la politica di un anomalo modo di fare».
Ha anche raccontato che le indicazioni dei dirigenti agli ispettori, convocati nei cantieri per un incidente sul lavoro, erano : «Vai solo se c´è il morto». Niente controlli sui caschi di protezione, dunque, né dell´imbracatura anticaduta, e nemmeno dei sistemi a protezione dei tecnici di laboratorio. «La gente lavorava e lavora senza sicurezza - commentano gli investigatori - C´è un´assenza totale di controlli, la cui responsabilità è anche dei datori di lavoro. Abbiamo riscontrato una mafiosità che pervade tutta la pubblica amministrazione, penalizzando i cittadini che pagano le tasse"

Anonimo ha detto...

Sannino qualche giorno fa ha dichiarato che Ciro da due anni non rappresentava più la Fillea Cgil, le iniziative di Ciro erano "personalistiche"...Allora, caro Sannino, perchè hai indetto convegni nei quali tu e Ciro eravate relatori?
Che dire poi di alcune vertenze e 'riunioni ristrette' scaricate al nostro compagno Ciro?
Caro Sannino,
la pazienza ha un limite. Ciro è ancora orgoglioso della Cgil. Ma noi non più. Ed allora, Caro Sannino, siccome che le nostre memorie sono più potenti di un registratore, questa volta ci siamo rotti veramente le p...e e ce la cantiamo..su tutto!inutile che tentiate di 'aggiustare' le carte tu ed i tuoi compari di merenda.
Solidarietà per il compagno Ciro.
Ciro non mollare!

Anonimo ha detto...

Banditi come Sannino, Nappo, Petruzziello, Borrelli continuano a rimanere ai loro posti. Questi signori stanno dichiarando che Ciro in questi anni non avrbbe rappresentato la fillea cgil. Tutte le sue iniziative sono 'individualistiche'.
Tutte le vertenze delicate, tutte le patate bollenti le hanno date in mano a Ciro mentre loro se ne stavano dietro le quinte.
Caro Ciro,
perchè continui a comportarti come un uomo di organizzazione?
vale ancora la pena di rientrare a lavorare nella fillea di napoli?
Non vedi che nessuno interviene a livello nazionale?
Tutti stanno a guardare?
Ed allora perchè non promuovi altre iniziative?
Perchè non ti rivolgi ad altre istituzioni facendo cadere Sansone e tutti i filistei?
I conti alla fine tornano,il sindacato si è trasformato in imprenditore. Vogliamo parlare delle le plusvalenze immobiliari? Operazioni bene note agli immobiliaristi, non così lontane da quelle che hanno riempito le cronache finanziarie negli ultimi anni. Vogliamo parlare di srl, spa?
Vogliamo parlare del ruolo assunto da certi enti bilaterali? Vogliamo parlare dei Cappabianca e dei bilanci?
Caro Ciro,
chi c...o te lo fa fare di tornare a lavorare con questi banditi della fillea di napoli?
l'unica strada è quella giudiziaria(penale).
non vedi che ti stanno offendendo, umiliando?
Continui a credere in questa organizzazione di m---da?

Anonimo ha detto...

La CGIL è una grande organizzazione.
Come tutte le grandi organizzazioni o piccole che siano,condotta da uomini e donne più o meno capaci,più o meno oneste.
Gli uomini e le donne passano,l'organizzazione rimane.
Non so se nel caso campano l'unica strada sia quella giudiziaria.Naturalmente questo onere non può essere scaricato solo sulle spalle di Ciro.
Occorre organizzarsi e fare gruppo.Come,è da studiare.
Ciò che segue è dedicato a Martini e Gravano(traditori politici):
"or tu chi sè che vai per l'Antenora*,percotendo"rispuose"altrui le gote,
sì che,se fossi vivo,troppo fora?"
"Vivo son io,e caro esser ti puote"
fu mia risposta,"se dimandi fama,ch'io metta il nome tuo tra l'altre note".
Ed elli a me:"Del contrario ho io brama;levati quinci e non mi dar più lagna,
chè mal sai lusingar per questa lama!"
Allor lo presi per la cuticagna,
e dissi:"El converrà che tu ti nomi,
o che capel qui su non ti rimagna".
Ond'elli a me:"Perchè tu mi dischiomi,
nè ti dirò ch'io sia,nè mosterrolti,
se mille fiate in sul capo mi tomi".
Io avea già i capelli in mano avvolti,
e tratti li n'avea più d'una ciocca,
latrando lui con gli occhi in in giù raccolti,
quando GRAVANO gridò:"che hai tu, MARTINI?
non ti basta sonar con le mascelle,
se tu non latri?qual diavol ti tocca?"
"omai" diss'io"non vò che voi favelle,
malvagi traditor;ch'a la vostra onta
io porterò di voi vere novelle".

*dal XXXII canto dell'Inferno di DANTE.
Antenora:è la seconda zona di Cocito gelato.Vi sono puniti i traditori politici.

Anonimo ha detto...

Cara Cgil nazionale,
la nostra Città è sommersa di rifiuti. Proteste in ogni angolo della Città. Cittadini esasperati. La provincia sembra Beirut.
La Cgil campania è completamente assente. Addirittura non funziona da giorni il suo sito web.
qui sta succedendo di tutto.
Epifani, Cantone, segreteria nazionale intervenite subito.
commissariate la Cgil campania.
La Cgil Campania non esiste. Non assume posizione se non le stesse assunte da Bassolino.
La Cgil campania non ha mai detto un c...o sulle consulenze, sui 2 miliardi di euro(che potevano costruire 15 termovalorizzatori) gestiti da Bassolino e compari.
Il Gravano è complice. Il Gravano ha avuto per sè ed i suoi compari decine di consulenze.
Così come gli avvocati della Cgil Campania(Spedaliere, Soprano).
Gravano 8insieme ai suoi servi Sannino, petruzziello, Nappo, Grandillo) si è preoccupato solo di far licenziare i sindacalisti onesti.
Adesso basta.
Adesso cantiamo noi.
Cara Cgil nazionale,
abbiamo ancora qualche speranza.
Se non intervenite subito facciamo intervenire i carabinieri.

Anonimo ha detto...

Il Sindaco Iervolino prende le distanze da Bassolino:
"Sono preoccupata, non è giusto che continuino a pagare i più deboli. D'altro canto la città è stata commissariata da 14 anni. Sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? Io no di certo». Poi le critiche al prefetto: «Si torna a infierire su una zona che ha già sofferto. Resto contraria a questa scelta».

Amici e compagni il regime bassoliniano è in frantumi.
Il regime che si è impossessato dei ns partiti e del nostro sindacato.
Gravano non ha detto una parola sul grave momento.
Scommettete che tra qualche minuto diffonderà un comunicato?
Lo sapete perchè? Perchè Bassolino qualche ora fa ha concluso una conferenza stampa. Il governatore ha dettato la linea. Ed il gravano di adeguerà.
Bassolino che fine hanno fatto i 2 miliardi di euro stanziati dall'UE e dal Governo nazionale per l'emergenza rifiuti?

Anonimo ha detto...

Che anni quelli in cui il commissario Antonio Bassolino non arrestava né le spese pazze né l’incedere marziale della spazzatura.
Anni d’oro (dal 2000 al 2004) che passeranno alla storia per una straordinaria malagestione del problema rifiuti da parte dell’attuale governatore della Campania che oggi rischia il rinvio a giudizio per certe scelte scellerate sul fronte della raccolta e smaltimento della spazzatura (Bassolino si è difeso sostenendo che firmava gli atti senza leggerli). L’attività del carrozzone emergenziale da lui diretto torna d’attualità leggendo fra le centomila pagine depositate dai Pm nell’atto di chiusura delle indagini: 900 milioni di euro per risolvere l’emergenza-rifiuti (che tale è rimasta), di cui 617 già spesi.

Clientele differenziate

Nei cinque anni di strapotere bassoliniano si sono collezionate una quantità di assunzioni pari a 144 milioni di euro.
Nel 2001, per il solo impiego nella raccolta differenziata (praticamente inesistente nella regione) oltre 2.400 lavoratori socialmente utili sono stati assunti a tempo indeterminato per un ammontare annuo di 55 milioni di euro. Secondo un dossier del commissario Catenacci, successore di Bassolino, è gente che guadagna 3 milioni di lire al mese senza lavorare non essendo decollata la raccolta differenziata per cui si erano stanziati 170 milioni di euro onnicomprensivi dell’acquisto
di automezzi (più di 50 sono stati rubati).

Sacchetti e buste-paga

Raffrontando i bilanci delle precedenti gestioni alla voce «emolumenti annuali alla dirigenza del commissariato» si scopre che nel 1998, commissario straordinario Rastrelli (An), gli euro stanziati sono appena 16.638 che crescono a 106mila l’anno dopo con Losco. Nel 2000, arrivato Bassolino (Ds), la cifra schizza a 250mila, che diventa 698mila euro nel 2001, eppoi 1milione 130mila nel 2002 per salire ancora di 10mila euro – sempre con il governatore rosso - nel 2003.
Ha riferito Paolo Russo, presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti: «Solo per gli stipendi di un vice e due subcommissari sono stati spesi 1,140 milioni nel 2003. Poi ci sono 400mila euro corrisposti al Verde Riccardo Di Palma, nominato da Bassolino subcommissario per il sottosuolo.
Ai vice e ai subcommissari sono state pagate anche le spese per le trasferte da casa agli uffici del commissariato, sebbene i loro emolumenti dovessero essere considerati onnicomprensivi. E poi le uscite per i telefoni, 725mila euro dal 1999 al 2003». Per l’affitto di 4 uffici del commissariato l’uscita è di 857.000 euro.

Il call center muto

Istruttiva la vicenda del «call center ambientale» della società «Pan» costato oltre 10 milioni di euro: tra proposta del consorzio e accettazione del progetto (vincente senza gara) passa solo una settimana. La media delle telefonate è risultata di 4 al giorno per 34 dipendenti fissi. Stessa sorte per il progetto telefonico «Eurecho» nel campo del materiale degli
inerti, vinto da un’Ati e poi gestito da «Pomigliano Ambiente».

Il suono della sirenetta

Un altro spettacolare flop da 6 milioni di euro è il progetto «Sirenetta » per controllare via computer la movimentazione dei rifiuti nella regione. Si trattava di piazzare mille apparecchi elettronici sui camion, ma metà degli autisti si ribellarono e non se ne fece nulla. Nel frattempo, dei 90 siti di stoccaggio da monitorare, piano piano si era scesi a 60 e infine a 12, ma a tale riduzione non si sarebbe accompagnata una corrispondente revisione delle spettanze. E per il ritardo nella consegna, venne addirittura stilata una ordinanza che aboliva la penale.

Incarichi sempre urgenti

Nonostante l’enormità di esperti del settore già a disposizione, con la scusa «dell’urgenza nell’emergenza » il commissario Bassolino ha offerto 2 consulenze a settimana per 5 anni, che fanno 500 incarichi per 9milioni di euro (con singole punte massime di 150mila euro) per sforare il tetto dei 28 milioni se si conteggiano anche le convenzioni. Due studi universitari, per un totale di 465mila euro, sono rimasti nei cassetti. Anziché avere il carattere dell’eccezionalità, e spesso senza chiarire l’oggetto della prestazione, le consulenze sono state la prassi.

Guadagna la camorra

Per capire chi ha tratto beneficio da questo sfascio basta leggere le conclusioni di una relazione sul tema del 12 marzo 2004: «Se è vero che quello dei rifiuti era un settore esposto all’inquinamento della criminalità (tanto da indurre la struttura a intervenire su alcuni appalti ai Comuni rivelativi, per l’anomalia dei costi, di una gestione illegale), l’azione del commissariato doveva quanto meno ridurre la cifra del fenomeno. E ciò non è accaduto». Anzi.

La diossina di Calabricito

Al di là delle proteste di piazza, delle 990 discariche abusive censite tra Napoli e Caserta, dei fumi velenosi che si alzavano ogni notte dai rifiuti sparsi ovunque, va citato il dato raccolto dalla Sogin: l’esito delle verifiche effettuate a Calabricito, vicino Acerra, ha riscontrato percentuali di inquinamento da diossina «anche centomila volte superiori ai parametri di legge».

Affari di famiglia

Giorni fa a capo dell’«Asìa» – l’azienda pubblica che gestisce i rifiuti – il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha messo l’ex capo della sua segreteria politica nonché ex assessore comunale, Pasquale Losa.Come amministratore delegato i Ds (con Bassolino) hanno imposto l’ex subcommissario Ciro Turiello che stando alla denuncia di Amedeo Laboccetta di An «è fratello di Giuseppe Turiello » il cui nome figura nella società «Oram» che ha gli uffici nello stabile dell’«Asìa» in via Antiniana 2 a Pozzuoli, e che alla stessa «Asìa» già fornisce beni e servizi nel campo della raccolta differenziata. Nessuna incompatibilità, fa sapere la sindaca partenopea.

Anonimo ha detto...

Le associazioni padronali non sono enti morali, l'unica etica che conoscono è quella del profitto. Detta così, sembra una sparata ideologica, un rigurgito di odio di classe fuori stagione. Eppure, a sostenerla sono proprio i leader delle suddette associazioni, che a Torino hanno reagito con sdegno alla proposta del presidente del consiglio comunale di Torino al presidente di Confindustria, Luca Montezemolo: perchè non espellete le aziende che violano le leggi sulla sicurezza? Perchè non riservate a chi tra voi uccide o danneggia i lavoratori per lucro lo stesso trattamento applicato in Sicilia a chi se la rifà con la mafia? I presidenti dell'Unione industriale, dell'Api e dei costruttori della città colpita dalle fiamme della ThyssenKroup s'indignano e gridano che le loro associazioni hanno altri scopi: "il nostro mestiere è fornire servizi, non fare giustizia", ha detto a "Repubblica" il capo degli industriali. Claudia Porchietto, dall'alto della sala comandi dell'associazione Piccole imprese, aggiunge che un modo per ridurre gli infortuni ci sarebbe: "perchè non pensare a sgravi fiscali per aiutare le imprese a migliorare la sicurezza"? L'impresa ha l'imperativo morale di fare utili. Se la collettività pretende che per raggiungere tale scopo non vengano uccisi, feriti o avvelenati gli operai che quegli utili all'impresa producono, se ne faccia carico. Lo stato paghi dunque i costi necessari a mettere in sicurezza gli impianti moltiplicando gli sgravi fiscali ai padroni. I quali, poveracci, non possono dilapidare per scopi umanitari il maltolto (o plusvalore), già prosciugato dalle tasse. Una riprova di questa etica d'impresa? Nelle trattative per il rinnovo del contratto, Fedemeccanica ha respinto la richiesta di Fimm, Fiom e Uilm di un'ora l'anno di assemblea per discutere di sicurezza del lavoro. Ma forse i padroni non sono così cattivi e sarebbero anche disposti a concederla quell'ora. Sempre che lo stato sia disposto a farsi carico dei costi.

Anonimo ha detto...

BASTA CON MEGADISCARICHE – MONNEZZA - INCENERIMENTO – SPECULAZIONE...
DIFENDIAMO LA SALUTE E L'AUTODETERMINAZIONE!

Un colpo di genio! Come altro possiamo definire la riapertura della megadiscarica di Pianura!? Era davvero difficile trovare un altro simbolo tanto potente per il più tragicomico dei fallimenti: quindici anni di Commissariamento straordinario e miliardi di euro per tornare al punto di partenza! La riapertura di megadiscariche di “monnezza”: illegali in tutta Europa meno che in Campania. E poi a Pianura, già sversatoio per oltre quarant'anni dei rifiuti “legali” e di quelli “illegali”!
Un destino che ora minaccia di tornare, malgrado il rischio di mettere nuova immondizia sulle riserve di gas che intanto si sono prodotte, malgrado la vicinanza dell'oasi ecologica degli Astroni, di vigne, scuole, insediamenti residenziali e produttivi e perfino i progetti di parco archeologico per i quali pur si prendono già i soldi dell'Unione Europea. Per non parlare dei dati ancora una volta drammatici sulle neoplasie in quest'area.

A Pianura come a Giugliano, Serre, Carabottoli, Pignataro, Morcone o Santa Marina... vogliono ancora e solo discariche nell'attesa messianica di un altro disastro annunciato: l'apertura del Mega-Inceneritore di Acerra che comprometterebbe forse definitivamente un vero cambiamento delle politiche ambientali in Campania!
La realtà è che, esattamente come per il terremoto, “l'emergenza rifiuti” è stata gestita e alimentata per favorire gli affari tra ceto politico, burocrazie, capitali speculativi ed ecomafie. Un vero assalto alla natura, alla salute e al denaro pubblico di cui il “Commissariamento straordinario” si è rivelato lo strumento indispensabile!
Da Rastrelli a Bassolino, Catenacci, Bertolaso, Pansa ed ora Cimmino... ognuno ha dato il suo contributo ad espropriare la democrazia e l'autodetermiinazione delle comunità proprio su un tema chiave: la difesa della salute e dell'ambiente.
Nelle pieghe di decisioni incontrollabili tutto è diventato possibile: dall'appalto FIBE alle finte Ecoballe, dagli affari sulle discariche allo sversamento indisturbato di rifiuti tossici. Per questo è davvero inaccettabile il decreto con cui il governo ci ha regalato altri undici mesi di “Commissariato”! Nel giochino dell'emergenza politici e amministratori declinano ogni responsabilità ma continuano a fare affari sotto il tavolo. La filosofia è semplice: quando si fa in modo che i rifiuti raggiungano i piani alti delle case, la gente è pronta ad accettare tutto e a nessuno sarà mai presentato il conto...

Ed è davvero incredibile che siano diffamate come “egoiste” le comunità e i comitati che anche in queste ore difendono la propria terra e la propria salute. Solo i servi stupidi e i collusi possono sostenere ancora questa tesi! Se un barlume di democrazia e di partecipazione ha conosciuto la Campania in questi anni è proprio nel protagonismo delle comunità colpite, nei momenti di mutuo soccorso tra i diversi comitati, nello sforzo di rifiutare la rassegnazione, i baratti e le offerte indecenti. Oggi la sfida è proprio questa: rifiutare i ricatti, rifiutare la criminalizzazione e continuare a resistere!
PERCHE' L'ALTERNATIVA E' POSSIBILE!!

Raccolta differenziata porta a porta, riuso, riciclo, norme sugli imballaggi, trattamento a freddo del residuo: scelte sconosciute ai nostri politicanti, ma che renderebbero i rifiuti una ricchezza e non un disastro. Politiche capaci di difendere l'ambiente e la salute e nel contempo di creare nuovi posti di lavoro. Certo, bisognerebbe spendere il denaro in questa direzione invece di regalarlo agli speculatori...
Naturalmente servono soluzioni di passaggio rispetto al disastro attuale: ma queste soluzioni vanno costruite dal basso, coinvolgendo le comunità senza il tappo autoritario del Commissariato e in presenza di segnali concreti di cambiamento. Tutto quello che anche nel cosiddetto Piano-Pansa non c'è: perchè le uniche cose concrete sono le nuove discariche, mentre il resto è solo fumo!
Perciò facciamo appello ai cittadini, ai comitati, alle associazioni, ai movimenti per costruire una battaglia comune sul diritto alla salute. Chi difende i poteri attuali lo fa per interesse o per disprezzo e sfiducia nelle popolazioni campane: per questo oggi la democrazia nella regione puzza come una discarica... Senza coraggio non c'è futuro!

Rete Campana in difesa della Salute e dell'Ambiente

Anonimo ha detto...

VOGLIONO RIAPRIRE UNA DISCARICA CHE HA INGHIOTTITO PER 40 ANNI I RIFIUTI
DELLA CAMPANIA, RIMANGIANDOSI LE PROMESSE DI RISANAMENTO!
• VOGLIONO PIANTARLA IN MEZZO AL PARCO DEI CAMPI FLEGREI, A DUE PASSI
DALL’OASI WWF DEGLI ASTRONI, COMPROMETTENDO LA SALUTE DEGLI ABITANTI E
DANNEGGIANDO LA NASCENTE ECONOMIA AGRITURISTICA DELL’AREA!
• FACENDOSI SCUDO DELL’EMERGENZA, VOGLIONO GUADAGNARE DUE ANNI DI
TEMPO PER TERMINARE L’INCENERITORE DI ACERRA, UN MOSTRO CHE
AVVELENERA’ LA PROVINCIA DI NAPOLI CON FUMI NOCIVI E SCORIE TOSSICHE!
E’ ORA DI DIRE BASTA!
NESSUN COMPROMESSO, NESSUNA COMPENSAZIONE ECONOMICA!
LA NOSTRA SALUTE E IL NOSTRO AMBIENTE NON SONO IN VENDITA!
PER USCIRE DALL’EMERGENZA OCCORRE AVVIARE SUBITO UN PROGRAMMA
STRAORDINARIO PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA,
IL RICICLO DEI MATERIALI, LA RIDUZIONE DEGLI IMBALLAGGI
IL COMMISSARIATO STRAORDINARIO ED I POLITICI RESPONSABILI
DI QUESTI 15 ANNI DI DISASTRO AMBIENTALE DEVONO ANDARSENE A CASA
SOLIDARIETA’ A TUTTI I CITTADINI CHE LOTTANO
PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E LA DIFESA DELLA PROPRIA TERRA
MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2008 ORE 17:30 PIAZZA DEL GESÙ
per informazioni: 3477246033 3393000134 3389139733

Anonimo ha detto...

La vera camorra si è impossessata dei ns partiti e del nostro sindacato in Campania.
La vera camorra ha gestito 2 miliardi di euro senza pulire le ns strade e sommergendoci di rifiuti.
La vera camorra(quella che dirige la Cgil Campania) ha licenziato i sindacalisti onesti ed ha lottizzato consulenze, posti nei consigli di amministrazioni e trasformato gli enti in feudi familiari.
La vera camorra è quella che ha alimentato la parentopoli sindacale.
Commissariate la Cgil Campania!!
Cacciate a calci Michele Gravano!!

Anonimo ha detto...

Anche il giornale della Confindustria abbandona Bassolino...
Leggete l'articolo di Goffredo Fofi editorialista del 'Sole 24 ore'
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Si scontano oggi a Napoli e in Campania gli esiti di una politica dalle radici più profonde di quella di Bassolino, ma le cui responsabilità sono oggi, in particolare, proprio del presidente della Regione, la cui perdita di immagine ha del paradossale, avendo egli puntato quasi tutto su questo per la sua affermazione politica. Due mi sembrano le basi del suo potere: la pubblicità (l'immagine, e quell'insistere sulla Cultura che è in verità spettacolo della cultura), e il clientelismo, l'antica formula del successo politico. Essendoci disponibilità di denari da spartire, che vengono perlopiù dall'Europa, la formula è stata sinora vincente. Ma le clientele - ce ne sono di tutti i tipi, anche nella sinistra che si dice più di sinistra - sono la forza e la condanna di Bassolino, la cui colpa maggiore è stata, storicamente, quella di aver tradito i tanti che hanno creduto nelle sue promesse, l'hanno mandato al potere e, delusi, si sono fatti cinici e corrotti. E così oggi a Napoli (e in Italia?) manca una vera società civile, persa in logiche corporative e di clan.
Quanto al problema della "monnezza", credo perfette le analisi formulate da Roberto Saviano nel suo libro Gomorra (Mondadori) e altrove, e penso che risolvere questo problema sarà ogni giorno più difficile per la rete di interessi (sì, proprio di interessi economici) che esso coinvolge, e non solo per gli scontri tra Comuni e Province.
L'immagine è devastante, e per quanto ricorrente per chi pratica Napoli, è simbolica e ammonitrice. Per Bassolino e per l'Italia. È Giuseppe Montesano, tra i pochi intellettuali napoletani non astratti e non compromessi, ad aver scritto che «qui, nell'eterno ritorno dell'immondo, paghiamo le tasse per i rifiuti più alte del mondo civilizzato... e se dei cittadini protestano perché aspettano mesi per operarsi di un cancro perché hanno lasciato avvelenare il loro territorio, si sentono rispondere che tutto va bene: ma loro vanno a curarsi all'estero...Qui si dice che la cultura fa sviluppo, porta in Europa, è imprenditoria, ma questo è vero in Europa, non qui, perché in Europa l'immondizia non corrode le facciate delle chiese del '600». Non c'è sviluppo dove si lascia andare in rovina un territorio, si perpetua lo scempio urbanistico, il latte è alla diossina, e la menzogna (la pubblicità) nasconde la realtà. Fino a quando la realtà non puzza, e la puzza non invade ogni spazio.

Anonimo ha detto...

Se la politica non è stata in grado di gestire i rifiuti in Campania, vuol dire che non è in grado di governare quel territorio. Io sono di sinistra ma così come si chiedono le dimissioni agli avversari politici quando sbagliano gravemente, altrettanto dobbiamo fare con i rappresentanti da noi eletti. Bassolino e tutti gli assessori responsabili del problema rifiuti che insieme a lui hanno governato per lunghissimi anni, devono avere il coraggio di dire “abbiamo fallito”, avanti un altro governo.

Anonimo ha detto...

Ci sarebbe un modo facile e sbrigativo per spiegare tutto questo disastro: dare la colpa alla camorra, piaga reale del vivere civile in queste terre ma anche alibi di ferro per corruttele e inefficienze. Invece Alessandro Pansa, prefetto di Napoli e zar fino all'altro ieri dell'emergenza rifiuti, non ci sta. E nella conferenza stampa di ieri, quella in cui annuncia l'atto di forza che ha riaperto la discarica di Pianura e dato (forse) un sospiro di sollievo alla città, quando gli chiedono se è per colpa della camorra che l'impianto di Acerra, il termovalorizzatore che dovrebbe inghiottire i rifiuti della Campania, ancora non è finito né si sa quando lo sarà, va giù piatto: «La camorra non c'entra proprio niente. La camorra c'entra in tantissime cose, purtroppo. Ma con il termovalorizzatore proprio no».

È una affermazione importante, un punto fermo da cui partire. Perché se la malavita organizzata nel pasticcio di Acerra non ha colpe, allora le colpe devono stare da qualche altra parte. Perché davvero non è possibile che un impianto che in qualunque altra parte del mondo nasce in meno di un anno, qui galleggi invece nel ventre di una gravidanza interminabile, sei anni passati dall'inizio teorico dei lavori, quattro dall'inizio effettivo, e da novembre tutto disperatamente fermo, con il megaimpianto quasi finito («siamo all'82 per cento della costruzione», calcolano chissà come gli esperti) e il suo futuro affidato ad un'altra gara d'appalto che doveva chiudersi a fine anno, invece si chiuderà (si spera) a fine mese ma nessuno è in grado con certezza di dire come andrà a finire. Tanto che lo stesso Pansa ammette che ci vorrà, se tutto va bene, un altro anno. Cioè il tempo che, come s'è detto, nei posti normali si impiega dalla prima pietra all'inaugurazione.

Non saranno tutte rose e fiori, se e quando verrà finito. Tanto per cominciare, non c'è l'accordo su quello che Acerra dovrà inghiottire, su quale tipo di immondizia dovrà essere scaricata nel suo gigantesco forno: e in particolare sulla sorte della inverosimile quantità di spazzatura che si è accumulata in questi anni in Campania, sei milioni di ecoballe (che sembra un neologismo di Beppe Grillo, invece è davvero il modo in cui chiamano i blocchi compattati di rifiuti) che se finissero ad Acerra assorbirebbero da soli il cento per cento della sua capacità per i prossimi dieci anni. Ma sono ecoballe in cui c'è dentro di tutto, e l'universo ecologista - Legambiente in testa - che pure ha dato finalmente il via libera all'impianto annuncia che si opporrà risolutamente.

L'opposizione degli ambientalisti, di sicuro, ha avuto il suo peso in questi anni per rallentare all'infinito la marcia del termovalorizzatore: «Un impianto - dice Michele Buonuomo di Legambiente - nato male, a partire dalla ubicazione insensata, e che ha puntato più al risparmio economico che alla qualità tecnologica». Ma nessuna opposizione ecologista sarebbe arrivata a produrre un arenamento così duraturo se non avesse trovato la sponda nella rete di imbrogli creata intorno all'affare di Acerra dalla Fibe, l'azienda vincitrice dell'appalto - cioè Impregilo, cioè Fiat - con la complicità del Commissariato straordinario guidato allora da Antonio Bassolino, e messa a nudo dalla indagine della Procura napoletana che alla fine ha portato al sequestro dei beni di Fibe. L'indagine della procura ha accertato che almeno in un passaggio decisivo la firma di Bassolino fu decisiva per spianare la strada alla truffa. E così si torna al cuore del problema, alla sequela di «inganni che hanno tolto fiducia alla gente» (parole di ieri del prefetto Pansa) e trasformato l'emergenza rifiuti in un gigantesco psicodramma sociale.

Un dramma in cui è persino possibile ritenere che davvero la camorra non c'entri niente, e che anzi - come spiega un esperto di cose napoletane - guardi con sofferenza alla emergenza di oggi, perché tutte queste telecamere piombate a Napoli le impediscono di farsi in pace gli affari propri. Come quando nelle discariche volute dal Commissariato, come quella casertana di Louttaro, permetteva che venissero scaraventate dosi crescenti di rifiuti nocivi, trasformando Louttaro in una bomba al carbonio.

Anonimo ha detto...

Indubbiamente i primi responsabili stanno tra i dirigenti del PD della Campania, ma è inaccettabile che sia loro permesso di continuare a s-governare il disastro.

La stampa e le tv continuano a spostare il problema sulle "discariche", allo scopo di spostare l'attenzione dalle respondabilità degli amministratori, intoccabili da 30 anni. Vorrei vedere chi, a questo punto, accetterebbe di prendere sul proprio territorio comunale TUTTO il macello accumulato in questi anni in una regione...

Malissimo fa il presidente Napolitano a non decapitare la regione Campania e il Comune di Napoli, commissariandoli immediatamente (smettiamola con la pulcinellata dei commissari per l'emergenza rifiuti, che cambiano ogni tre mesi!!!).
Vergognosa la figura del ministro dell'Ambiente Pecoraro (di Napoli), uno che parla sempre della difesa dei poveri e dell'ambiente, ma poi si è comprato un partito intero e non usa la bicicletta, anzi fa pedalare gli altri, i poveri.

Invereconda la figura dei "puri" di Rifondazione Comunista, che siedono nella maggioranza della regione campana a fianco di Bassolino, del quale ormai lo stesso L'Espresso descrive la rogna, la corruzione, se non peggio.

Male anche il centrodestra, che non è stato in grado di organizzare una protesta civile ma efficace. In un contesto simile, decine di migliaia di cittadini dovrebbero stare notte e giorno in piazza del Plebiscito o in via Caracciolo, fino alle dimissioni dei politici.

Na' tazzulella e' cafè ca sigaretta a coppa pe nun verè
che stanno chiene 'e sbaglie, fanno sulo imbruoglie
s'allisciano se vattono se pigliano o' cafè
E nui passammo e guaie e nun putimmo suppurtà
e chiste invece e rà na mano s'allisciano se vattono se
magnano a città
Na' tazzulella e' cafè acconcia a vocca a chi nun po'
sapè
e nui tirammo annanz che rulore e' panze
e invece e c'aiutà c'abboffano e' cafè
Na' tazzulella e' cafè ca' sigaretta a coppa pè nun verè
s'aizano e' palazze fanno cose e' pazze ci girano
c'avotano ci iengono e' tasse..
PINO DANIELE

Anonimo ha detto...

a napoli est(s.giovanni a teduccio)vogliono ricostruire la centrale che provoca i tumori(vigliena).la commissione ambiente del senato indaga.
bella l'inchiesta pubblicata oggi su 'cronache di napoli'.
bella anche la lunga intervista al magistrato cantone

Anonimo ha detto...

Emergenza rifiuti, da magistratura e politica un coro: Via Bassolino

Roma, 5 gen (Velino) - Nuovi scontri nel quartiere napoletano di Pianura, dove è in corso una dura protesta contro l’apertura della nuova discarica di Contrada Pisani. I tafferugli sono scattati all’arrivo dei mezzi incaricati di allestire il centro di raccolta. Circa venti manifestanti hanno cercato di bloccare i camion, determinando l’intervento delle forze dell’ordine, che alla fine sono riuscite a rompere l’assedio dei dimostranti. Nel corso dello scontro, un giovane è rimasto lievemente ferito ed è caduto da una scarpata. Un altro è stato colto da malore e ha ricevuto cure sul posto. Venerdì un uomo era stato arrestato perché trovato con sei bombe molotov. Quella stessa sera un mezzo dei vigili del fuoco e un pulmino dell’emittente televisiva La7 erano stati presi d'assalto da alcuni manifestanti. Aggrediti anche un giornalista e un operatore televisivo. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno effettuato oltre 50 interventi nella zona vesuviana e flegrea. Giovedì, lungo corso Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con slogan e scritte contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino.

Dietro l’emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C’è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea c’è un magistrato, Giovan Domenico Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui Antonio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un’intervista al CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. A nulla è servito, ad avviso di Lepore, affidare la guida dell’emergenza di uomini validissimi come Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Il risultato è, secondo il procuratore capo, che “l’emergenza fa comodo a molti”. Gestione dei trasporti, assunzioni clientelari, denaro pubblico legato all’emergenza. “Forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che indica la strada maestra per ripristinare la normalità, la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. Le istituzioni si stanno comunque muovendo per arginare la situazione.

È di ieri l’intervento del presidente Napolitano che si è detto “allarmato” per la situazione. Subito dopo è sceso in campo anche in governo per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa che era stato attaccato duramente per la decisione di riaprire la discarica di Pianura dagli amministratori locali, in particolare da Rosa Russo Iervolino sindaco della città partenopea. In particolare Palazzo Chigi aveva diffuso una nota per auspicare “una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie” per fronteggiare l’emergenza. Ma anche per sostenere le scelte operate fin qui dal prefetto Pansa. Un intervento che suona di fatto come una netta presa di distanze dal sindaco di Napoli che aveva poi replicato al governo ribadendo la solidarietà ai manifestanti. Oggi invece la richiesta di valutare altre strade: “Sono andata a Roma ho cercato altre ipotesi e devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino, il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal Ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”.

Anche dal mondo politico si moltiplicano le richieste di dimissioni per gli amministratori campani. E non è solo l’opposizione a fare la voce grossa. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro: “Bassolino farebbe bene a dimettersi”, ha detto il ministro nel corso di un'intervista a Sky Tg24. “Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede”. Nell’altro versante Roberto Calderoli (Lega) invoca l’intervento di Giorgio Napolitano: “A fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall'opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall'articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania”. Lo stesso chiede Mara Carfagna (FI) che reclama, in caso di risposta negativa del capo dello Stato, la motivazione della scelta: “Cosa altro deve accadere in Campania affinché si arrivi allo scioglimento dell'ente Regione?”. Simone Baldelli (FI), ha richiesto un’informativa urgente in Aula al governo. Infine Gianfranco Rotondi (Dc per le autonomie), ha auspicato che chi ha avuto responsabilità politiche nella vicenda “faccia un passo indietro”.

Anonimo ha detto...

come sempre criminalizzano le lotte dei cittadini.
come sempre Bassolino e Gravano si inventano fantomatiche regie occulte.
i magistrati invece mettono sotto accusa i politici e le istituzioni(sindacati compresi)
leggete l'interessante intervista del magistrato Cantone concessa in esclusiva a 'Cronache di Napoli' di oggi.
www.corrieredicaserta.net/pdf2/08/01/05/na_08_9SdLcQ63CH9Xng2p.pdf

Anonimo ha detto...

Anche il quartiere di S. Giovanni a Teduccio(Vigliena) si prepara a lottare contro la ricostruzione di una centrale turbogas voluta da Bassolino facendo gli interessi della Tirreno Power che appartiene a De Benedetti e all'Acea di Roma.
Leggete l'inchiesta pubblicata oggi su ' Cronache di Napoli'
www.corrieredicaserta.net/pdf2/08/01/05/na_09_A1BSuJ9MdxP89LMz.pdf

Anonimo ha detto...

sindacalisti.sindacalisti onesti, popolari e coraggiosi licenziati, sindacalisti collusi che continuano a scorazzare. la fillea di napoli è stata sorpassata anche dalla feneal uil. è diventato il terzo sindacato.
nell'ospedale del mare gli operai sono inferociti con nappo e sannino che hannop difeso gli interessi di montemarano e bassolino. lunedì all'ospedale del mare gli operai protesteranno. nappo ha invitato alcuni operai a mettersi in malattia.

Anonimo ha detto...

BEPPE GRILLO INTERVIENE SUL SUO BLOG CON UN POST SULLA DRAMMATICA SITUAZIONE NAPOLETANA
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E’ difficile spiegare quello che sta avvenendo in Campania. Quando le responsabilità sono allo stesso tempo della politica, degli imprenditori, della criminalità organizzata e di parte dei cittadini da dove si deve iniziare?
Il pesce puzza sempre dalla testa.
Bassolino, diessino-diossino, è stato sindaco di Napoli nel 1993, rieletto nel 1997. Nel 2000 diventa presidente della Regione Campania, rieletto nel 2006. Rosa Russo Jervolino, eletta sindaco di Napoli nel 2001, riconfermata nel 2006.
Bassolino-Jervolino sembra la marca di un tandem, quando uno scende dal Comune, l’altra lo avvicenda, e il primo sale in Regione.
Cari campani, fermate il tandem, forse qualcosa cambierà.

Ho il sospetto che la spazzatura campana sia un pretesto per rilanciare gli inceneritori. Quelli che Bersanetor e D’Alema chiamano soavemente termovalorizzatori e che nessuno costruisce più in Europa.
Ho scritto i motivi del no e le alternative. Scaricate il pdf e diffondetelo.


Inceneritori, perché no.
1 - L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2 - L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3 - Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4 - Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5 - Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6 - Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7 - In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8 - I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Cosa fare con i rifiuti.
1 - Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2 - Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3 - Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4 - Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione
5 - In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6 - La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari

Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.

Anonimo ha detto...

schiaffo morale e lezione per la Cgil campana...leggete questa notizia...
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"ASSUNZIONI SCANDALO" ALL'ATO RIFIUTI COINRES Palermo, 5 gen. - (Adnkronos) - Dopo il caso delle "assunzioni scandalo" all'Ato rifiuti Coinres, che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento in 22 comuni del palermitano, il segretario della Cgil di Palermo, Maurizio Cala', chiede le dimissioni dell'assessore all'Ato rifiuti della Provincia di Palermo, Raffaele Loddo. A far scoppiare la bufera la presenza nell'elenco dei 120 assunti di parenti di politici. Sulle assunzioni formalizzate negli ultimi giorni di dicembre l'opposizione all'Assemblea regionale siciliana solleva dubbi di trasparenza nelle selezioni. Adesso anche il sindacato scende in campo e Cala' invita alle dimissioni l'assessore Loddo per la ''cattiva gestione'' da parte della Provincia degli Ato rifiuti, ma anche di quelli idrici e chiede l'intervento della magistratura per verificare l'esistenza di atti di abuso. "Lo scandalo delle 120 assunzioni di parenti di politici - dice - denota da un lato una condizione di gravita' assoluta nella gestione degli Ato, che sono diventati luogo di politiche clientelari. Dall'altro lato, rappresenta un disastro sia per i lavoratori di queste aziende, che gia' oggi non riescono a percepire gli stipendi, sia per i cittadini che pagheranno bollette piu' care per un servizio che non sara' migliore rispetto al passato". "Questa vicenda scandalosa - prosegue il segretario della Cgil - avviene in un momento particolare, con l'esplosione dell'emergenza in Campania e con l'interesse accertato della mafia nella gestione dei rifiuti. Anche il Sicilia il rischio di infiltrazioni mafiose e' altissimo e per questa ragione bisogna accendere i riflettori''

Anonimo ha detto...

RIFIUTI: UN AFFARE DA OTTO MILIARDI DI EURO (ANSA) - ROMA, 5 GEN - ''La munnezza e' oro''. Quella dell'emergenza infinita in Campania, per la precisione, vale otto miliardi di euro. E' il giornalista Antonello Caporale nel suo libro 'Impuniti' (Baldini, Castoldi e Dalai, in libreria da poco piu' di un mese) a dare la cifra, citando i dati della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Ed a riportare quell'affermazione, fatta all'inizio degli anni '90 da un pentito di rango della camorra, Nunzio Perrella: ''ma quale cocaina, la munnezza e' oro!''. Caporale ripercorre i 15 anni di emergenza ed il fiume di denaro sprecato: ''780 milioni di euro l'anno, dal 1997 al 2007, piu' altri 29 milioni di euro annui riguardanti investimenti riferiti sempre allo stesso periodo -scrive, citando la 21esima seduta della commissione rifiuti, del maggio scorso-. Cioe' piu' di otto miliardi di euro, sedicimila miliardi di lire. E non e' finita. In Campania arriveranno nei prossimi anni, tra risorse nazionali ed europee, 12 miliardi di euro destinati al 'completamento del ciclo integrato dei rifiuti'''. Sfogliando le pagine del libro, qualche dettaglio in piu' sul fiume di denaro corso: dal 1997 al 2006 sono 160 milioni e 448 mila euro i soldi spesi per il ''sostegno alla raccolta differenziata''. ''Automezzi rubati, altri mai utilizzati, 2316 operai e impiegati addetti alla raccolta differenziata coordinati a loro volta da altri dipendenti del commissariato, tutti prendono uno stipendio ma non tutti in realta' lavorano''. Altri soldi sprecati in ''rimborsi non dovuti'', tra cui 35 mila euro per biglietti aerei e 7 mila euro per ristoranti. (ANSA)

Anonimo ha detto...

Le responsabilità di Michele Gravano e della cgil campania 1/
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CREMASCHI, TUTTI A CASA DA BASSOLINO A IERVOLINO (AGI) - Roma, 5 gen. - Via gli amministratori locali e regionali, tutti a casa i responsabili di questo disastro dalla Regione al Comune, da Bassolino alla Iervolino, tutti a casa. E' la posizione della 'Rete 28 Aprile' diretta dal segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, che annuncia "chiediamo come Rete l'apertura di una discussione nella Cgil, visto che in questi anni il gruppo dirigente della Cgil Campania e' stato schiacciato a sostegno delle amministrazioni locali e regionali". Insomma, per la 'Rete 28 Aprile', e' opportuno dire "adesso basta" e avviare "una campagna perche' gli amministratori locali responsabili di questo disastro, dalla Regione al Comune, vadano a casa". Una posizione, questa della 'Rete "28 Aprile', chiara e netta ma "siamo sicuri di interpretare un sentimento profondo di tutti i lavoratori della Campania che - conclude Cremaschi - non ne possono piu' di una rappresentanza locale che ha fallito sotto ogni aspetto". (AGI)

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Cremaschi. Il gruppo dirigente della Cgil Campania è responsabile di tutto quanto accaduto in questi anni. La Cgil Campania è rimasta completamente schiacciata sulle amministrazioni locali lottizzando consulenze, lottizzazioni di posti per parenti ed amici, corsi di formazione fantasma, società srl.
Michele Gravano si trova in conflitto d'interesse(Borsa Immobiliare).
La Cgil campania non ha mai denunciato corruzioni e illegalità.
Gravano si deve dimettere.

Anonimo ha detto...

Il Ministro Di Pietro risponde a Bassolino.

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RIFIUTI: DI PIETRO, BASSOLINO NON SCARICHI SUE COLPE SU DI ME Roma, 5 gen. (Adnkronos) - ''Bassolino ha proprio perso la testa se pensa di poter scaricare le proprie responsabilita' su altri e su di me''. E' quanto dichiara il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. "Fin dal primo giorno del suo governo regionale - prosegue Di Pietro- noi dell'Italia dei Valori ci siamo proposti per dare il nostro apporto all'interno della Giunta regionale ma lui, per tutta risposta, ci ha sempre respinti e messi alla porta". "Con tale affermazione, il governatore della Campania mostra di avere la faccia dietro, piuttosto che avanti: le responsabilita' gravissime di una tale situazione sono sue, e soltanto sue. Sia come presidente di un partito che appoggia questo Governo centrale, sia come ministro, sono pronto a prendermi le mie responsabilita' ma, certamente, non da lui poiche' sarebbe un fallimento sicuro. Bassolino si faccia da parte e lasci il posto ad una faccia piu' credibile".

Anonimo ha detto...

Lo Stato è morto, lo Stato è fuori legge o si fa le leggi che gli conviene.

La civilità quella umana perde, arretra, cade sotto i colpi dei fuori legge e sotto i colpi di se stessa.

Ma noi e tantissime altre persone crediamo in una civiltà molto più alta, più profonda, più vera di questa, segno che esiste, che è viva, che c'è. E non ci arrendiamo a questo sogno di verità e giustizia per tutti, a questo sogno più alto.

Come dicevamo la sfida è appena cominciata e si rinnova ogni volta che subiamo abusi e si rinnova più forte e più grande di prima. Dobbiamo essere sicuri che niente ci fermerà. Non permettiamo a noi stessi neanche per un solo secondo di perdere la speranza, accendiamola sempre e doniamola a chi conosciamo e a chi non conosciamo. Passiamocela da uomo a uomo come la fiamma delle Olimpiadi.

In questi giorni a Pianura stanno facendo un altro scempio, senza chidere niente alla popolazioni, dopo essersi rimangiati ogni promessa di sviluppo del quartiere, contravvenendo ad ogni legge scritta e orale. Non uomini contro uomini, traditori della loro stessa natura e traditori del pianeta che li ospita.

Pianura come Serre, Serre come Taverna del re, Taverna de Re come Lo Uttaro, Lo Uttaro come l'acqua e come tutti i beni comuni.

Abbiamo la soluzione per risolvere il problema dei rifiuti e non si applica eppure è semplice... la soluzione si chiama Raccolta Differenzita porta a porta, riuso, consumo intelligente, impianti di smaltimento a freddo, impianti di compostaggio e soprattutto riduzione alla fonte della produzione di rifiuti.

Vicini con il cuore a tutti gli uomini che in queste ore subiscono scelte scellerate e semplicemente cattive lanciamo uno sciopero dei consumi a tutti i livelli. Io da questo momento non comprerò più niente che non posso smaltire da me o ciò che non mi serve. Dobbiamo iniziare a ragionare seriamente sulle nostre azioni. Sarebbe bella se questa proprosta la fa sua tutto il Meetup, sarebbe un bel segnale.

Comprare lo stretto necessario smaltibile.

Gli uomini di Pianura, Quarto, Pozzuoli hanno organizzato una bellissima fiaccolata che partirà da piazza del Gesù alle 17 e 30 di mercoledì 9 gennaio e arriverà fin sotto la prefettura. Aderiamo tutti e portiamo una bella fiaccola carica di speranza. Non manchiamo per nessuna ragione.

Se riuscite fate girare questa email in ogni modo per diffondere la notizia della fiaccolata e dello scipero definitivo dei consumi. Sono due iniziative importanti.

Coraggio a tutti e ricordiamoci che ogni bell'azione ne fa scaturire altre mille ancora più belle... è un moltiplicatore!!

Forza,
Roberto

P.S.
A breve la prossima riunione generale

2P.S.
Ho sentito Beppe Grillo che mi ha detto di dire a tutti coraggio e che anche lui sta pensando come darci una mano.

Anonimo ha detto...

Forse stavolta lo capiremo noi napoletani : la devastazione è arrivata a Napoli, anzi per meglio dire è tornata...da dove era partita 11 anni fa.

Stanno per riaprire la discarica a Pianura, quartiere di Napoli, non paese della provincia come Giugliano, Villaricca, Tufino o della regione come Pignataro o Carinola. Stavolta sono dentro le nostre case, questi incapaci stanno per riempire di rifiuti tal quali (cioè senza differenziazione) un enorme area a ridosso di abitazioni, a ridosso di un 'oasi WWF (tanto per non cambiare), a ridosso di un parco archeologico in piena espansione.

Da mesi assistevamo quasi tutti con indifferenza, con distacco, alle cariche della polizia in giro per la Campania, le vivevamo come un film (tranne chi ci andava e vedeva la disperazione e la devastazione con i propri occhi), pensavamo " ma che vogliono questi? perchè si lamentano tanto e non si prendono la NOSTRA munnezza in silenzio? ".

Ora tocca a noi, com'è giusto in questa guerra tra poveri, dove finchè non capiremo che è arrivato il momento di dire basta, di muoverci, di scuotere le nostre coscienze di uomini e di donne, saremo costretti a soccombere e a subire ancora questi politucoli da strapazzo, questi invasati del potere che "non si dimettono", che "sono contrari alla discarica a Pianura" ma che non fanno niente per impedire che si faccia, questi morti che camminano che vogliono portarci alla morte insieme a loro, continuando ad avvelenarci con un inceneritore.

Nessun barlume di speranza, nessuna idea di riduzione degli imballaggi, di raccolta differenziata, di trattamento a freddo, nessun ascolto dei comitati e dei tecnici ma solo arroganza, violenza e assurdità.

Riproviamo a far avanzare la forza delle idee e del buon senso, del benessere collettivo e del vivere comune, abbiamo due opportunità :

oggi pomeriggio, sabato 5 alle 17 al presidio di Pianura, alla rotonda Etoile (Etoile è un bar nell'ultima rotonda che si incontra venendo da via Cintia).
domenica mattina alle 10 alle Assise di Palazzo Marigliano.

Dobbiamo essere più forti della violenza, più forti della stupidità, più forti di chi (complice di questo scempio nel corso degli anni) vuole rifarsi una verginità...

Un abbraccio a tutti quelli che hanno ancora un sogno e lo fanno vivere!

Marco

Anonimo ha detto...

la cgil campania si schiera con bassolino e prende le distanze dal sindaco iervolino.
il boss gravano ascolta sempre la voce del padrone(bassolino).
alla faccia dell'autonomia.
ho letto l'articolo oggi su 'cronache di napoli'.
la cgil campania è una succursale di bassoliniani.
ancora per poco. tra poco arriveranno i carabinieri in via torino e verranno fuori tutte le complicità tra cgil e gli affaristi della regione(consulenze, parentopoli, spartizioni, corsi di formazione fasulli)...

Anonimo ha detto...

L'onorevole De gregorio ha ragione. leggete la sua dichiarazione..
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RIFIUTI: DE GREGORIO, BASSOLINO RICONOSCA I TERRIBILI ERRORI COMMESSI Napoli, 6 gen. - (Adnkronos) - ''Il governatore della Campania, Antonio Bassolino, a proposito della protesta degli abitanti di Pianura, stigmatizza la rabbia dei cittadini e adombra la presenza della criminalita' dietro la rivolta. E' la sua soluzione di sempre: inquietare e seminare sospetto anche quando a manifestare sono uomini e donne ai quali lui stesso e tutti i consigli comunali all'unanimita' degli ultimi dieci anni hanno promesso, e per iscritto, che mai a Pianura si sarebbero piu' stoccati rifiuti". Lo dice Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa del Senato e leader nazionale del movimento politico "Italiani nel mondo". "Chiedo, piuttosto, a Bassolino come mai non sapesse che, durante il suo mandato commissariale, ben trentadue imprese contigue alla camorra fossero impegnate nelle attivita' di stoccaggio e deposito delle ecoballe, delle quali la Campania non riuscira' a liberarsi almeno per il prossimo decennio -incalza- Fu il prefetto Corrado Catenacci, che lo sostitui' nell'incarico, ad accorgersi che la camorra si era infiltrata nel commissariato di Governo e a rimandare a casa gli operatori ritenuti organici alla criminalita'. Come faceva Bassolino a non sapere, considerato l'onere economico miliardario dei suoi consulenti ben addentro alle realta' del territorio? E come mai gli e' stata garantita la sostanziale impunita' in questi anni? Il silenzio dovrebbe contraddistinguere oggi la sua posizione politica, insieme con la dignita' -almeno quella- di riconoscere i terribili errori commessi in malafede, provocando un'emergenza dalla quale la politica di governo della Regione avrebbe dovuto trarre vantaggi''. ''Oggi che la situazione e' sfuggita di mano a tutti -conclude il presidente della commissione Difesa del Senato- si puo' parlare davvero di un comitato d'affari dai contorni criminali e irresponsabili che ha costituito le premesse per il piu' grande disastro ambientale dell'Italia moderna

Anonimo ha detto...

anch'io ho letto oggi il quotidiano 'cronache di napoli'. la cgil dà ragione a bassolino. ovviamente non dice niente sulle consulenze d'oro, sui 2 miliardi di euro sperperati.
Il boss Michele gravano anche lui dovrà rispondere delle parentopoli, consulenze e conflitti d'interesse.
il boss Gravano dovrà prima o poi rispondere degli affari con le società miste regionali, dei suoi avvocati.
Gravano i carabinieri arriveranno a Via Torino.
Gravano prima o poi ti arresteranno.
perchè il vero camorrista sei tu!!!!!!!!
Gravano ti sei impossessato della Cgil per fare i c...i tuoi.
hai trasformato il nostro sindacato in una bottega bassoliniana.

Anonimo ha detto...

Adesso parlano di camorra...scusate ci volete spiegare come mai in alcuni quartieri 'cammorristi' nelle ultime elezioni il Signor Bassolino ha ottenuto percentuali di consenso tra l'80 ed il 90%?
Bassolino e Gravano lo sanno che una trentina di imprese addette allo stoccaggio dei rifiuti sono state finanziate e si sono arricchite con fondi regionali ed europei?
Buffoni.

Anonimo ha detto...

l'assessore regionale all'Ambiente della Campania, Luigi Nocera, e' da dieci giorni in vacanza a Praga mentre a casa sua si brucia l'immondizia, si attaccano le forze dell'ordine e persino le ambulanze. I rifiuti di Napoli sono il simbolo della vergogna, ma neanche gli uomini delle istituzioni scherzano per il loro impegno e le loro assenze!.
Ma come puo' un assessore all'Ambiente essere assente ed essere in vacanza all'estero con quello che sta accadendo a casa propria e pensare poi di restare al suo posto? Dalla Repubblica delle banane stiamo diventando la Repubblica delle bucce di banane?

Anonimo ha detto...

diciamocela tutta ma non diciamo baggianate, addirittura che la UIL abbia sorpassato la fillea e ' una gran cavolata, avra' i suoi difetti, ma e' pur sempre un sindacato con piu' di 20000tesserati.
Quindi facciamo ancora in modo che questo blog non cada nello sbaglio,di diventare il blog dove ognuno si diverte a dire cazzate pur di infangare la fillea.
Siamo seri e auguri a tutti

TULLIO

Anonimo ha detto...

La Borsa Immobiliare di Napoli,si legge nel sito,è una iniziativa della Camera di Commercio di Napoli.
Il portaborse Gravano,come in un sistema di scatole cinesi,poichè è stato designato come consigliere nella Camera di Commercio di Napoli come rappresentante sindacale,si è fatto eleggere anche consigliere della BIN in quanto iniziativa della stessa Camera di Commercio.
Lo Statuto della CGIL prevede incompatibilità con l'appartenenza a Consigli di amministrazione(ad esclusione di quelli di società promosse dalla CGIL),di istituti ed enti pubblici di ogni tipo ed organi di gestione in genere;
occorre investire del problema la Segreteria Nazionale.Con atto ufficiale.
Perchè loro....mica lo leggono il blog!

Tutte le sere ,prima di addormentarmi,mi facevo sempre questa domanda:
Quale interesse può avere un iscritto alla CGIL ad avere un Segretario Generale Regionale dentro il consiglio di amministrazione di una borsa immobiliare?
Ora che l'affare di Palinuro è concluso,non mi faccio più questa domanda.Grazie Michele,grazie assai!

Anonimo ha detto...

La Cgil Campania in soccorso di Bassolino(come sempre ha fatto negli ultimi quattordici anni). Leggete l'articolo su 'Cronache di Napoli" e scaricatelo in formato pdf.
Ciao.

PS/l'indirizzo: www.corrieredicaserta.net/pdf2/08/01/06/NA_06_0SiBKGdFskBy3BvQ.pdf

Anonimo ha detto...

Le responsabilità di Bassolino

Scritto da Massimo Villone da la Repubblica Napoli, 06-01-2008



In tempi più felici, a un napoletano all´estero capitava, nei primi cinque minuti da un incontro, di sentir magnificare la pizza. O magari di scoprire che ‘O sole mio è assai più nota nel mondo dell´inno di Mameli. Oggi, la citazione obbligata è per la monnezza. Giornali e televisioni di ogni paese ci camminano addosso con scarpe chiodate. L´Unione Europea ci mette sotto accusa. I leghisti sghignazzano. Un impatto devastante. Bassolino dice che se le sue dimissioni avessero potuto aiutare a risolvere la crisi, le avrebbe date. Ma così Bassolino diventa un caso emblematico di potere senza responsabilità. La questione, infatti, è anzitutto chi risponde di cosa.

S´intende, in termini di responsabilità politica: per quella giuridica - amministrativa, contabile, penale - ci penserà la magistratura.
Alla responsabilità politica Bassolino non può sottrarsi. Risponde delle scelte sue, e di quelle che ha delegato, a partire da quella - improvvida - di non rompere con il passato arrivando al governo della Regione. Risponde delle scelte che ha tollerato, consentito, avallato. Risponde di quanto hanno fatto o non fatto i consulenti da lui scelti per rapporto fiduciario. Risponde dei pretoriani e degli yes men che nei partiti, nei sindacati, e persino nella società civile hanno difeso l´indifendibile, e sostenuto l´insostenibile. Risponde del cordone sanitario posto intorno alle - poche - voci di dissenso sul problema rifiuti, ridotte a mosche cocchiere o grilli parlanti. Risponde di un sistema di potere che ha occultato i guasti crescenti con un consenso drogato. Su tutto questo Bassolino - governatore o commissario - non può dire che non c´era. Naturalmente il problema non reca solo il nome di Bassolino.
È evidente ora la fragilità di un sistema fondato sull´investitura personale di stampo plebiscitario. Un sistema pensato in astratto per una astratta governabilità, in cui però non è possibile correggere in corsa nemmeno gli errori più macroscopici. Tutti incollati alle poltrone e dopo il voto nulla si può cambiare, se no tutti a casa. Nella vituperata prima Repubblica, la dimostrata incapacità di governare si faceva valere nell´assemblea elettiva, e si cambiava la squadra di governo, a partire dal capitano. Ora non più. E come si può pensare, ad esempio, che un consiglio regionale faccia valere davvero la responsabilità politica del governatore, quando il prezzo è lo scioglimento anticipato del consiglio stesso, e dunque la perdita della poltrona per tutti i consiglieri? Con quel che costa oggi una campagna vincente al seggio di consigliere regionale, è impensabile. E chi crederà mai che una società civile di consulenti e consigliori prenda cotta ed usbergo e scenda in campo?
Ma proprio per questo va tolta ogni copertura politica a quanto accade, ed evitato qualsiasi malinteso senso di necessaria solidarietà di maggioranza o di centrosinistra. Il giustificazionismo che si sente da qualche parte è sbagliato in principio, e dannoso in concreto. Siamo ormai tutti consapevoli che dall´emergenza non si esce a tempi brevi. Da qui al giorno felice in cui non saremo più sepolti da sacchetti ed ecoballe ci saranno vari turni elettorali, a vari livelli. Quanti danni ne riceverà il centrosinistra, e le forze politiche che lo compongono? Certo, si può capire che la copertura la mantenga il Pd, di cui si può solo sperare che la questione rifiuti non sia entrata nella feroce lotta interna. Ma alle altre forze del centrosinistra bisogna chiedere che non giustifichino, avallino, accettino, tollerino. A Napoli, in Campania, e nel Mezzogiorno il centrosinistra si difende politicamente con il cambiamento. Questo vale anche, e soprattutto, per l´immondizia, dicendo verità e dando certezze sui tempi e sulle prospettive a cittadini che hanno oggi perso qualsiasi fiducia nelle istituzioni. Solo così si prosciuga la palude in cui si manifestano inaccettabili episodi di guerriglia urbana. Mentre l´inerzia di oggi può solo alzare il prezzo politico da pagare domani. Alla sinistra in specie chiedo di far entrare aria nuova. È stato ed è questo il suo compito storico. Anche se buona parte di quella che è stata la sinistra oggi preferisce locali alla moda e salotti eleganti alle assemblee di popolo.

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Anonimo ha detto...

Basta con i personaggi impuniti e senza vergogna come Bassolino.
Questo Bassolino "faccia di bronzo" continua nella penosa farsa di scaricare le sue responsabilità sugli altri che siano governo nazionale o precedenti commissari, come fose possibile cancellare i 14 anni di malgoverno e di centinaia di milioni in eoro spesi per il problema spazzatura, con la cricca di assessori e consulenti stipendiati a suon di centinaia di mila euro, con gli appalti e le commesse date alle ditte degli amici e parenti, con la gestione clientelare e le tante società municipalizzate create da Bassolino ed amici, con le centinaia di consiglieri nominati nei CDA e lautamente pagati con la gestione sanitaria che annovera il record dei 5 miliardi di debiti, lui non non c'era non sapeva e se c'era non ricorda.
Quando è troppo è troppo!
Che i cittadini napoletani abbiano finalmente uno scatto di reazione civica e di consapevolezza esigendo in massa le dimissioni di questo personaggio e della sua cricca altrimenti non c'è che la rivolta della piazza che ben venga a dare uno scossone a questa cricca di politici senza vergogna.

Anonimo ha detto...

"Alla responsabilità politica Bassolino non può sottrarsi. Risponde delle scelte sue, e di quelle che ha delegato, a partire da quella - improvvida - di non rompere con il passato arrivando al governo della Regione. Risponde delle scelte che ha tollerato, consentito, avallato. Risponde di quanto hanno fatto o non fatto i consulenti da lui scelti per rapporto fiduciario. Risponde dei pretoriani e degli yes men che nei partiti, nei sindacati, e persino nella società civile hanno difeso l´indifendibile, e sostenuto l´insostenibile. Risponde del cordone sanitario posto intorno alle - poche - voci di dissenso sul problema rifiuti, ridotte a mosche cocchiere o grilli parlanti. Risponde di un sistema di potere che ha occultato i guasti crescenti con un consenso drogato. Su tutto questo Bassolino - governatore o commissario - non può dire che non c´era. Naturalmente il problema non reca solo il nome di Bassolino...."
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Ottimo l'intervento di Villone sulla Repubblica di oggi.
Chi sono gli "yes man nei sindacati"?
Michele Gravano, Federico Libertino, Gianluca Daniele, Giovanni Sannino, Vincenzo Petruzziello, Vincenzo Tripodi, Antonio Sommese, Antonella Pezzullo, Massimo Vellante, Valentino Grandillo, Luigi Petricciuolo...
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Tutti a casa.
Compagno Epifani intervieni subito. Commissaria la Cgil Campania!

Anonimo ha detto...

Cari Amici,
vi invio il comunicato sulle prossime iniziative organizzate con noi.
Spero ci sarete tutti ad entrambi gli eventi esponendo i simboli delle vostre associazioni.
Oltre alla vostra necessaria presenza sarebbe importante una esplicita adesione alla fiaccolata del giorno mercoledì 9
Aspetto un vostro cenno di adesione
Andrea Furgiuele

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COMUNICATO STAMPA



Martedì 8 Gennaio alle ore 12 presso il Presidio dei Pisani si terrà una conferenza stampa con interventi, anche via audio, di personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica solidali con la lotta dei cittadini contro la riapertura della discarica di Pianura.



Mercoledì 9 Gennaio alle ore 17.30 ,si terrà una manifestazione-fiaccolata che da Piazza del Gesù arriverà in Piazza del Plebiscito sotto la Prefettura sede del commissariato





La manifestazione è promossa dalla ass. radicale Ernesto Rossi con i cittadini di Pianura, Quarto e Pozzuoli contro la riapertura della discarica dei Pisani e dai cittadini napoletani e campani impegnati contro le devastazioni in atto del territorio. La protesta pone al centro i seguenti obiettivi:

- No alla discarica dei Pisani.

-Da subito raccolta differenziata domiciliare, insieme a politiche di riduzione, riuso, riciclo e recupero dei rifiuti.

-Pianificazione vera dei nuovi siti temporanei di discarica

- Abolire il commissariamento.

I disastri di questi anni hanno chiari nomi e cognomi: i responsabili politici devono tutti andare a casa



Forse poche volte come in questa vicenda dei Pisani, una pacifica comunità è stata in modo tanto volgare, proditorio e arrogante colpita dalla corruzione e dall’insipienza dell’ istituzione:



Disobbedire è giusto!



Facciamo appello perché tutta Napoli si stringa in modo attivo e solidale intorno agli abitanti di Pianura, Pozzuoli e Quarto che si trovano a ridosso della discarica dei Pisani!





Per illustrare il merito delle proposte e degli obiettivi, e il senso generale della manifestazione, alla quale hanno già aderito decine di associazioni, gruppi, centri sociali, comitati e centinaia di singoli cittadini, martedì 8 alle ore 12 si terrà una conferenza stampa presso il presidio di Contrada Pisani dei cittadini in lotta, dell’ass. “Radicali Napoli-Ernesto Rossi”,della Rete Campana Salute e Ambiente, del Meetup di Napoli, degli amici di Beppe Grillo e altre organizzazioni coinvolte nella protesta.

L’iniziativa sarà trasmessa via web e in etere dalla radio indipendente di movimento RadioLina, da Antenne Attive e da radio Radicale con gli interventi di personalità solidali con la lotta degli abitanti dei Pisani.

Anonimo ha detto...

Ogni abitante di Napoli che ha rifiuti sotto casa dovrebbe in modo pacifico prendere con le sue mani un sacchettino di immondizia e portarlo :
1- Nel bidone più vicino al comune
2- Nel bidone più vicino alla casa del sindaco
3- Nel bidone più vicino alla casa del presidente della regione
In un paio di giorni ci sarebbe Napoli ripulita con tre montagne degne del Guinness dei primati.

Anonimo ha detto...

Lo stesso rettore (si usa dire magnifico) era stato consulente del Commissariato per l'Emergenza Rifiuti in Campania, come dall'articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno nel 2004. E' stato anche presidente della commissione che ha affidato alla Fibe il ciclo dei rifiuti in Campania, come si evince dall'audizione del prof. Arena, che tanto aveva fatto adirare Bassolino su REPORT, da parte della Commissione Bicamerale Ciclo dei Rifiuti

Anonimo ha detto...

I giornalisti stranieri hanno fatto un tour in Campania. Uno Spazzatour. Non credevano ai loro occhi. Ma i lettori crederanno ai loro articoli. La Campania come Seveso. I prodotti della terra contaminati come quelli di Chernobyl.
Addio turismo. Addio produzioni agricole. Addio tutto, tranne ai tumori in aumento. I responsabili di un disastro peggiore di un terremoto non si vogliono schiodare dalle loro sedie. Il tandem Bassolino-Jervolino, entrambi nel comitato dei 45 saggi del Partito Democratico, fa ammuina. Il Presidente napoletano Napolitano, compagno di partito di Bassolino, dalla piazzetta di Capri si è detto allarmato.
In carcere finirà chi protesta, i responsabili rimarranno a piede libero pagati da noi.

(scritto da Beppe Grillo sul suo Blog)

Anonimo ha detto...

Circola voce che questo aggravarsi della crisi è un modo per accelerare proprio l'avvio degli appalti per la costruzione di altri inceneritori. C'è il rischio che la multinazionale Veolia gestisca lo smaltimento dei rifiuti e la privatizzazione dell'acqua. Senza la raccolta differenziata i dati quantitativi dei rifiuti giustificano numerosi inceneritori. Numerosi guadagni.

Gli inceneritori sono una tecnologia vecchia che solo un popolo di ignoranti può ancora adottare come rimedio al problema rifiuti. E' la storia delle vecchie catene di montaggio rivendute ai paesi in via di sviluppo.

L'ipotesi delle manifestazioni contaminate dalla camorra è solo una strategia mediatica per tenere lontane dalla protesa il maggior numero di persone. Le strade del centro di Napoli sono costantemente ripulite dai rifiuti per timore di scatenare le ire dei pigri intellettuali (cosiddetti) che potrebbero svegliarsi e mettersi a scrivere e denunciare.

Negli ultimi mesi che sono stato dentro le manifestazioni ho capito che il nemico è la scarsa partecipazione dei cittadini, addormentati dalle notizie soporifere di giornali e telegiornali. Sono più incisivi cento individui organizzati che mille o un milione disorganizzati. In questo l'Associazione Politici Italiani vince.

Sono tante le cose da fare e che stiamo facendo. Purtoppo dobbiamo farlo part-time e a nostre spese. Abbiamo autofinanziato volantini, striscioni e gazebo per raccolta firme, ci vediamo spesso per stabilire le prossime mosse. Quelli che invece rovinano le nostre vite lo fanno a tempo pieno e sono anche strapagati (da noi!!!)

Ci sono tutti gli ingredienti per una rivolta civile, ma civile!

Anonimo ha detto...

RIFIUTI: PIANURA, PROTESTA DEI GIOVANI ANCHE VIA WEB (ANSA) - NAPOLI, 6 GEN - La protesta contro l' emergenza rifiuti in Campania viaggia anche via web. Lo ha detto Anna, una giovane manifestante del quartiere Pianura a Napoli, che ha spiegato che via msn ha raccolto l'adesione alla protesta contro la riapertura della discarica dei Pisani di molti giovani del quartiere Posillipo. ''Mi hanno promesso che ognuno di loro - ha aggiunto Anna - si sta organizzando per portare un sacchetto dell' immondizia davanti alla casa del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino''.(ANSA).

Anonimo ha detto...

Aggiornamento delle firme raccolte dal Comitato della Toscana per il reintegro del nostro compagno Ciro Crescentini in Cgil.
Sono 384!!
Inoltre, bisogna aggiungere altre 87 firme raccolte da Piero Ricca sul suo blog.
471 firme raccolte.
Un particolare ringraziamento a Marco Bazzoni del coordinamento nazionale RLS
Stefania Bontempi
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Caro Segretario Generale Guglielmo Epifani, spett.le Segreteria Nazionale Cgil, siamo lavoratori e cittadini di tutte le estrazioni politiche e sindacali.
Vi chiediamo di intervenire a favore di Ciro Crescentini perchè sia reintegrato al più presto al suo posto di lavoro.
Non possiamo credere che sia stato licenziato perchè svolgeva il suo dovere, denunciando i cantieri irregolari all'Ispettorato del lavoro.
E' una cosa sconcertante!!!
Abbiamo bisogno di sindacalisti come Ciro Crescentini.
Stranamente il sindacato (come del resto i partiti politici) non applica l'articolo 18 ai suoi dipendenti.
E incredibile che chi lo difende non lo applichi.
Comunque la nostra richiesta rimane: la Fillea Cgil di Napoli DEVE ritirare il licenziamento e reintegrare Ciro Crescentini.
Cordiali saluti.
Marco Bazzoni-Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.



Hanno aderito all'appello:

1)Marchi Mauro-Rls Tecnol Spa-Barberino di Mugello.
2)Andrea Coppini-RSU-RLS-Prato.
3)Serranti Patrizia - RSPP CNR Bologna
4)Dante De Angelis, RLS - Trenitalia - Velletri (RM)
5)Gino Carpentiero medico del lavoro Firenze
6)Alessio Disperati, Macchinista, Trenitalia, Genova Brignole
7)Bianchi Giuseppe RLS Enel Distribuzione
8)Gennaro Varriale-Formenti Selèco- impiegato, azienda Sessa Aurunca (CE) residenza Formia (LT)
9)Nicoletta Agostino Macchinista Rls Trenitalia Divisione Cargo Genova
10)CHIAPPERINI SABINO-TORINO
11)Roberto Grosso, macchinista Trenitalia Pax, Roma
12)Giuseppe Borriello RSU-RLS Soprintendenza per i Beni APPSAE di Pisa e
Livorno.
13)Maurizio Badoni, macchinista del Deposito locomotive di Roma San Lorenzo, Direttivo FILT-CGIL Roma Centro.
14)TIMITILLI MAURIZIO RSU FIOM POMEZIA COSELGI SPA IMPIEGATO V LIVELLO
15)Meli Luigi-Rls Trenitalia-Napoli
16)Ciappi Stefano Rsu / Rls Filcem Cgil -A.Menarini I.F.R. Firenze
17)Testi Mauro Ex RLS distribuzione Enel
18)CLAUDIO ROMANO
PROFESSIONAL C\O TRENITALIA DIVISIONE PASSEGGERI - ROMA
19)Marco Crociati - Macchinista Trenitalia Passeggeri - ROMA
20)Antonino cerniglia operatore di trenitalia.
21)Gianfranco Tufano, Trenitalia,Macchinista,Napoli
22)FELLINE COSIMA,MIMMA infermiera Pisa
23)SERGIO RUGGIERI DELEGATO R.S.U. -S.A.F. -JESI
24)Simone Oggionni (coordinamento nazionale Giovani Comunisti)
25)On. Alberto Burgio (Commissione Lavoro Camera dei Deputati)
26)Giusfredi stefano Rls asl2 lucca
27)Alessandra Valentini - Giornalista - Velletri
28)Francesco Racalbuto Rspp Asl n 1 Agrigento
29)Flavio Fiorini - Segretario Regione Marche - Sindacato Or.S.A. Ferrovie
30)Dante Baldazzi RLS-RSU Mabel p.t. spa Poggibonsi
31)Gemignani Nicoletta dipendente Coop viareggio-Iscritta Cgil.
32)Daniela Cortese-RLS Telecom Italia Sparkle
33)Francesco Blasi, psichiatra, iscritto CGIL, dirigente salute mentale e psicopatologia del lavoro, Chiaia Posillipo ASL Napoli 1
34)Gian Pietro Salvatori, macchinista Trenitalia divisione passeggeri - Roma San Lorenzo
35)Andrea Bertolini - RLS macchinista trenitalia - Parma
36)Fabbri Gianfranco - R.L.S. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi - Firenze
37)Caterina Di Pietro - S.M.S. di Longano - Isernia - insegnante
38)SIRO SARRACCO ISF GLAXOSMITHKLINE VERONA COMPONENTE RSU
39)STEFANO PENNACCHIETTI RSU - FS RFI- ROMA
40)Alessandra Esposito-RSU SLL Ospedale Spallanzani (Roma)
41)PAOLA BORGHINI - DELEGATA NCH - FILCAMS-CGIL - MILANO
42)SILVIA RIGHINI -PSICOLOGA DEL LAVORO - FIRENZE
43)Daniela Salvioni RLS Azienda USL 2 Lucca
44)Salvatore D’Amelio R.L.S. Agenzia delle Entrate, Ufficio di Empoli
45)Ruggiero Farano - I.N.F.N. - Rls -Torino
46)Riccardo Filesi-Assistente di volo Alitalia-Roma-Iscritto sdl
47)Luca Manganella -Capgemini-Componente RSU-FIOM-Roma
48)ANTONIO FERRARO-ISCRITTO ALLA CGIL DI RIETI
49)VALERIO LUGARESI LAVORO PRESSO LA EUNICS EUTELIA DI NAPOLI e sono un iscritto
del FIOM.
50)Matteo Ravagli-Ma.Ri.Port.-Operaio 4 Livello R.L.S. ed R.S.U-Ravenna
51)Mirko Borselli -RLS-RSU- acqua panna san pellegrino spa
52)Mario Dominici-RLS-RSU Ag. Entrate Firenze3
53)Raffaele Scala, impiegato, Castellammare di Stabia
54)Sen. Claudio Grassi (Prc).
55)Franco Domenico, delegato RSU per RdB/CUB del comune di Milano
56)Luciano Ciriello dipendente :Trenitalia SpA - qualifica : Macchinista - Bologna
57)Andrea Bagaglio-Medico del Lavoro-Docente universitario a contratto
58)On.Gino Sperandio-Segretario regionale del PRC del veneto.
59)On. Marilde Provera (Prc)
60)On. Mario Ricci (Prc)
61)On Maurizio Acerbo (Prc)
62)On. Gianluigi Pegolo (Segretario della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione Camera dei Deputati)
63)Sen. Franca Rame- Italia Dei Valori.
64)Tatiana Naddei - restauratrice Fillea Cgil- Coop.La Palma 73 - Napoli
65)Maria Antonietta Robucci -restauratrice Fillea Cgil- Coop. La Palma 73 - Napoli
66)Sabrina Palladino - piccola imprenditrice restauro - Avellino
67)Maria Mucciolo - gallerista - Salerno
68)Michele Imperatore - Assicuratore - Casoria(Napoli)
69)Mario Mosca - operaio edile Astaldi - Fillea Cgil - Napoli
70)Peppe Papa - giornalista "Cronache di Napoli" - Napoli
71)Francesco Graffer - giornalista "Cronache di Napoli" - Napoli
72)Raffaela Imperatore - dipendente Eunics Eutelia - Napoli
73)Ornella Balsamo - impiegata bancaria - Casoria - Napoli
74)Angela Lonardo - operaia Fiom Cgil - Caivano(Napoli)
75)Agosto Daniela - impiegata Comune di Giugliano - Napoli
76)Alfredo Cuomo - medico chirurgo - Ospedale Pausilipon - Napoli
77)Allocati Nerino -avvocato - Napoli
78)Amato Felice - operaio edile - Fillea Cgil - Napoli
79)Arturo Piscopo -ex segretario regionale Fillea Cgil Campania
80)Domenico Ciruzzi - avvocato penalista - Napoli
81)Balbi Antonio - disoccupato - Bagnoli - Napoli
82)Velia Cammarano - Lsu progetto Informagiovani - Napoli
83)Patrizia Morra - disoccupata - Napoli
84)Fabio Maria Ferrari -avvocato penalista - Napoli
85)Fiorentino Isabella - restauratrice - Napoli
86)Limatola Guglielmo - lavoratore Lsu -Napoli
87)Raffaele Mazza - impiegata Eutelia - Napoli
88)Filomena Testa - corsista regione campania - Napoli
89)Maria Bruna Palma - commessa - Capodrise - Caserta
90)LUIGI CEFARO -TELECOM ITALIA SPARKLE-RSU-ROMA.
91)Marco Gentili - RLS E.N.P.A.L.S - Firenze
92)Calderoni Domenico - RSU - Telecom Italia S.p.A. Roma
93)Valeria Parrini Toffolutti giornalista, presidente associazione Ruggero Toffolutti per la sicurezza dei luoghi di lavoro .
94)Mario Gabrielli Cossellu-Segretario Circolo PRC/SE "Enrico Berlinguer" Bruxelles
95)Roberto De Paolis-RLS macchinisti Trenitalia Trasporto Regionale Emilia Romagna
96)Anna Ricigliano - commessa - Modena
97)Vincenzo Russo - Impiegato Comune di Casoria - Casoria(Napoli)
98)Testa Carmine - Operaio Asia Ambiente - Napoli
99)Gabriele La Motta - commesso - Napoli
100)Mario La Motta - pensionato Telecom - Napoli
101)Maria Occupato - casalinga - Mondragone(Caserta)
102)Antonio Testa - disoccupato - Pianura - Napoli
103)Immacolata Testa - disoccupata - Pianura - Napoli
104)La Motta Paolo - scultore - Napoli
105)Sabatini Pasquale - pensionato Italsider - Napoli
106)Sabatini Concetta - casalinga - Napoli
107)Sarpa Carmela - infermiera Clinica Mediterranea - Napoli
108)Paolo Teramo - Medico chirurgo - Clinica Mediterranea - Napoli
109)Sabatini Valentino - disoccupato - Napoli
110)Musto Gaetano - disoccupato - Napoli
111)Scarano Maria Rosaria - commessa - Napoli
112)Marinelli Marinella - disoccupata - Napoli
113)Filippo Cufari-RLS Trenitalia spa - Livorno
114)Renato POMPEI - dipendente Telecom Italia - FIRENZE.
115)Fedele Sposato-Assago(MI)-operatore di contact-center
116)Elisabetta De Persio-Prof. Impiegata-Residente a Perugia
117)Sylva Mordini RLS azienda ospedaliero universitaria Careggi Firenze
118)il Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina - Formia (LT)
aderisce all'appello rivolto ad Epifani contro il licenziamento
di Ciro Crescentini.
119)Roberto Valestra - Cooperativa Canto Libre - Napoli
120)Lorenzo MortaraOperaio metalmeccanico di Vercelli, tintore del 3° livello all’YKK di Prarolo (VC)-scritto alla CGIL
121)Paolo Bavazzano, Laboratorio di Sanità Pubblica, Azienda Sanitaria Firenze
122)Manuela Sciarra programmista regista Rai - Roma
123)Marco Bersani Attac Italia
124)Stefano Mencherini, giornalista indipendente e regista Rai
125)Carlotta Nao, collaboratrice parlamentare, Roma
126)Innocenti Tonino, FLMU-CUB FIAT Melfi
127)Giorgio Zanutto - RLS - Settore credito - Venezia
128)Giorgio Malpeli, disoccupato, Felino (PR)
129)Aldo Pusceddu di Guspini (cagliari) iscritto fiom da 30 anni-Operaio,attualmente in mobilità,dipendente della CATEL,azienda impiantistica settore telecomunicazioni.
130)Cigolini Loredana - Azienda U.S.L. di Parma SPSAL Distretto di Fidenza - Collaboratore Amministrativo
131)Dario Fo-Premio Nobel per la Letteratura.
132)Ciccio Graziani-Waterworld berghem, bergamo
133)Silvana Gatti - tecnico della Prevenzione S.C. P.S.A.L.- ASL4 Chiavarese - Liguria.
134)Pietro Mercandelli, Presidente Nazionale ANMIL Roma
135)Sandro Giovannelli, Direttore Generale ANMIL - Roma
136)Antonio Mazzella, Macchinista ,azienda SEPSA (Trasporto locale),città Napoli
137)Elio Biagini-Lavoratore portuale -Compagnia Portuali Piombino
138)Claudio Venturi - Ditta S.T.I. snc - Titolare - Piombino LI
139)Pilade Cantini-SLC-CGIL Pisa
140)Marta Biagini, traduttrice, Piombino (LI)
141)Francesco Caruso, parlamentare
142)Monia Benini - Movimento Politico dei Cittadini (FE)
143)Marina Giulianelli, metalmeccanica RLS Piombino
144)RAFFAELE MEZZACAPO - COMPAGNIA PORTUALI PIOMBINO - OPERAIO - PIOMBINO (LI)
145)Isabella Fiorentino-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
146)Diana Barbara-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
147)Francesco Coletta-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
148)Marco Vitale-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
149)Armando Minopoli-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
150)Amelia Palazzo-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
151)Giuseppe Montella-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
152)Federico Fernicola-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
153)Beatrice Cenci-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
154)Nicoletta Pimpinella-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
155)Cinzia Giacomarosa-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
156)Melina Colucci-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
157)Palma Recchia-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
158)Rusciano Vincenzo-Restauratore-Iscritto alla Fillea-Cgil di Napoli.
159)Sabrina Santoro-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
160)Sabrina Palladino-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
161)Paola Barbieri-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
162)Martina Pugliese-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
163)Emanuela Esposito-Restauratrice-Iscritta alla Fillea-Cgil di Napoli.
164)Giorgio Cremaschi segreteria nazionale Fiom Cgil
165)Franco Bruno segreteria Fiom Cgil di Napoli
166)Enzo Gagliano segretario regionale PDCI Campania
167)Il circolo "Che Guevara" Rifondazione Comunista - Casoria(Napoli)
168)Mario Maddaloni RSU Filcem Cgil Napoletanagas - Napoli
169)Musella Giovanna RSU Filt Cgil Dhl - Casoria - Napoli
170)Giuliano Pennacchi - Ufficio Segreteria Gruppo Senatori PRC
171)Raffaella Di Dio - pensionata Porto di Napoli
172)Vincenzo Sangiovanni - Dipendente ACTP - iscritto Filt Cgil - Napoli
173)Giuseppe Vanacore - ex segretario generale della Fillea Cgil di Napoli
174)Raffaele Trischitta RSU Telecom Italia Sparkle
175)Dott francesco racalbuto RSPP asl n 1 Agrigento
176)Camillo Duque - Medico Veterinario - Arezzo
177)FULVIO MACCHI Segretario Nazionale SNATER - RSU Telecom Trieste
178)Gualtiero Alunni Resp.Economia e Bilancio Fed.PRC Roma
179)LINA PALLOTTA- Fotografa- New York.
180)Paolo Siclari- Telecom Italia-Reggio Calabria
181)Sebastiano Abbrescia Rsu Cgil/Slc RAI
182)Sergio Olivieri-Deputato Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
183)Domenico Rea - operaio - Magrini Meridionale - Napoli
184)Raffaele Orefice - pensionato Algida - Teverola - napoli
185)Borgia Nunzia - pensionata - Magrini meridionale - Napoli
188)Borgia Rita - pensionata - Casoria(Napoli)
189)Orefice Rosa - impiegata Protezione Civile - Casoria - Napoli
190)Borgia Vincenzo - Impiegato Actp - Napoli
191)Borgia Rosaria - casalinga - Casavatore(Napoli)
192)Orefice Maria - operaia - Casavatore(Napoli)
193)Lugaresi Beatrice - studentessa - Casoria(Napoli)
194)Vitone Carmela - pensionata - Caserta
195)Pino Scaccia-Giornalista Tg1-RAI.
196)Claudia Spagnuolo- casalinga -Marino (Roma)
197)Maria Fabbri, medico, RSU GlaxoSmithKline, Verona
198)Benedetti Maria Rosa -impiegata GSK - Verona
199)Paola Esposito, direttore casting, Bologna.
200)Sandro Giuliani, capotreno Trenitalia, Roma
201)Massimiliano Rancati-RSU IMQ-FLMUniti-CUB
202)Martina Speziale - Medico del Lavoro U.F. TAV & Grandi Opere AS 10 Firenze
203)DANIELE CARPINE LAVORATORE TELECOM-S.N.A.TE.R Segreteria Regionale Campania e Basilicata
204)Andrea D'Epifanio-Telecom
205)Paola Papalini Telecom Italia S.p.A
206)Guelfi Fabio, capotreno Trenitalia RSU 64 regionale Toscana
207)CARLO CARDARELLI - ACU MARCHE ed UNIONE INQUILINI MARCHE
208)Di Marzio Enrico pensionato bancario Venezia-Mestre
209)Vincenza Luprano- ricercatrice Enea- Brindisi
210)GIANNI CLEMENTE, CAPOTRENO T.M.R. VARESE , ATTIVISTA DI "ASSEMBLEA NAZIONALE CAPITRENO" .
211)Francesco Iannone-Ricercatore Enea-Frascati (Roma)
212)Lucia Morotto - impiegata - Reggio Emilia
213)Arianna Petris-Libreria Mondadori di Padova-Addetta alla vendite, IV livello
214)Cappelli Sandro Capotreno Trenitalia Sind. Orsa Ferrovie Pistoia
215)Marco Alvisi- ricercatore Enea- Brindisi
216)Saverio Mazzarelli -Tecnico di laboratorio - ENEA Brindisi
217)SIMO STEFANO RSU AZIENDA ANTONIO CARRARO SPA CAMPODARSEGO (PD) COMPONENTE DIRETTIVO FIOM DI PADOVA
218)Lino Balza-MEDICINA DEMOCRATICA -Alessandria.
219)Laura Valsecchi, Medicina Democratica Milano
220)Francesco Pappalardo - medico del lavoro - Piombino
221)Pietro Scola-Impiegato-Monte dei Paschi-San Prisco.
222)Aris Rebellato-Centro per la salute di Castellanza.
223)Domenico Suriano - ricercatore Enea-Brindisi
224)Pietro Bisonni- Telecom Italia-Assistente Tecnico-Rimini
225)Enrico Massera dipendete Telecom (Ancona), membro direttivo prov.le SLC-CGIL
226)Ivano Buono-Direttivo Provinciale FP TORINO-Comune di Torino.
227)Dario Righettini - RSU - CGIL - Comune di Gardone Riviera (BS)
228)ACHILLE ZASSO Milano
229)Massimo Zocchi educatore Cooperativa Sociale "Di Vittorio" Livorno
230)Michele Izzi pensionato iscritto a Spi-Cgil.
231)Li Veli Salvatore RSU-RLS(SA) FLINT GROUP ITALIA DI CINISELLO BALSAMO SETTORE CHIMICO
232)Linda Pina-Capotreno Trenitalia-Roma
233)Simeoli Sebastiano RSU FIOM Comau Avio Pomigliano Direttivo Prov FIOM NA
234)Mauriello Paolo RSU FIOM Avio Pomigliano Direttivo Prov FIOM NA
235)Barbieri Catia -Publiacqua Firenze
236)Luigi Mara - Medicina Democratica- Castellanza
237)Valerio Gennaro - Medicina Democratica - Genova
238)Marco Caldiroli - Tecnico della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro - ASL Provincia di Milano 1
239)Franco Colombo-Centro per la salute G.A. Maccacaro-Castellanza
240)Bruno Medici-Centro per la salute di Castellanza
241)Maica Toncelli - centralinistra - ASL 6 - Toscana - Piombino
242)Rende Giuseppina- Banca Monte dei Paschi di Siena spa-impiegata-Napoli.
243)NIEDEREGGER MARKUS funzionario della FILCAMS / CGIL Alto / Adige,
244)Cesare Ventrone-lavoro a Roma nell'appalto Trambus di Portonaccio presso una cooperativa di pulizie Piccola SYMPLY
245)Buonaspina Paolo- dip.Enel/ segreteria FilcemSegreteria Alto Adige
246)Laboratorio Occupato Insurgencia - Napoli
247)Associazione Ya Basta - Napoli
248)Associazione Moltitudine - Napoli
249)Ivo Poggiani, Consigliere III Municipalita' Comune di Napoli
250)Walter Passeggio, Consigliere VIII Municipalita' Comune di Napoli
251)Roberto Vassallo -RSU-RLS Almaviva Finance Milano
252)Damiano TURSI ex dirigente della FILLEA-CGIL di Brindisi, ed attuale Segretario Generale del "Consiglio dei Lavoratori" C.G.S.B. (Confederazione Generale Sindacato di Base)
253)Aaron Belotti Patronato ACLI Merano BZ
254)Quadarella Daniela Impiegata Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-Roma
255)Unterholzner Josef (Sepp) - Patronato Inca/Cgil Merano/Prov.Bolzano -Alto Adige
256)Ivan De Santis-Tecnico della prevenzione ASL Frosinone
257)Francesco Locantore - Attac Italia
258)Attac Napoli
259)Sinistra Critica Napoli
260)Comitati per l'acqua pubblica Napoli
261)Maurizio Bardi-medico medicina generale- Milano
262)Silvana Pittini-medico di base- Ferrara
263)Vladimiro Perretta-Direttore del Dipartimentio di Prevenzione ASL Roma G
264)Guglielmo Simoneschi-Magistrato.
265)Dott. Cerasa Ercole Roberto-Sinthesis di Cerasa & C. S.n.c-POPOLI (PE)
266)DELLE MONACHE ANDREA-ARPA LOMBARDIA-TECNICO DELLA PREVENZIONE-MILANO
267)Gianna Fontanelli RLS della RPS-MEF Firenze
268)Luigi Murru, macchinista Trenitalia, RLS, Cagliari
269)Russo Giuseppe- Tecnico Prevenzione- Asl Milano
270)CIRO SPAGNUOLO RLS/RSU-DIREZIONE DIDATTICA STATALE 1° CIRCOLO CASTELLAMMARE DI STABIA
271)Luigi Dromedari-Delegato RSU-Cgil-Tecnico della Prevenzione ASL RM G
272)MAURIZIO MARCHI (Medicina democratica Livorno e provincia)
273)Dott.Lucio Prosperi-Consulente di Sidel Italia-Laureato in “tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro”-Bologna.
274)Mauro Ghia-Coordinatore Tecnici della Prevenzione A.S.L. 19 ASTI
275)Antonio Composta-TdP presso SPISAL Az. ULSS 21 di Legnago (VR)
276)Angelo Miccoli dipendente Telecomitalia
277)Ottaviano Gianplacido-RLS Bonfiglioli riduttori Calderara di reno (Bologna)
278)Tassi Patrizio RLS Enel Spa
279)Andrea Bellucci - Capotreno Trenitalia - Milano
280)Dr. Antonio Maselli, tecnico della presenzio, ASL Città di Milano
281)Antonio Bezzati Presidente Provinciale Sezione ANMIL di Bolzano Alto Adige
282)Erika Kofler dipendente Sezione ANMIL di Bolzano Alto Adige
283)Angelo MANCUSO Dipendente Sezione Provinciale A.N.M.I.L. di ENNA
284)Cimino Sergio-Banca Monte dei Paschi di Siena-Impiegato-Napoli
285)Fabio Di Valentino, Tecnico della Prevenzione servizio APSLL ASL RM G
286)Benedetto Cecchetto. coop Media. azienda di pulizie. socio/lavoratore.Bologna
287)Michele da Curtatone-Tecnico della Prevenzione Asl di Mantova.
288)Mirko LAMI, Lucchini-Severstal,operaio,Responsabile RSU e RLS in Lucchini e Resp.Provinciale Fiom Livorno per la sicurezza. Piombino
289) ELIO BALISTRERI-Presidente provinciale della sezione ANMIL di Alessandria
290)Dr. Leonardo De Marco-Studio Associato SADI-Titolare-SARACENA (CS)
291)Antonio Lo Giudice-Macchinista -R.L.S Settore Condotta. Trasporto Passeggeri Regionale della Sardegna-Trenitalia-Sassari
292)David Brutti-Musicista-Foligno (PG)
293)Federico Magonio-Fotografo-Firenze.
294)Ivan Sessa-Libero Professionista-Monza (MI)
295)Giulio Aloisi-Cesena (FC)-Professione: Artigiano
296)Stefano Monelle Assistente Tecnico c/o ITI Galilei Livorno
297)Marco Agnoletti-Università degli Studi di Pavia-Coordinatore del Corso di laurea in Tecniche della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro-PAVIA
298)Duccio Facchini, studente universitario
299)FRANCESCO CORTESE-RLS-ITIS MAGISTRI-COMO
300)Marisa Pareto-Statale- Brescia
301)Giovanni Chiarolini, studente, Sassari
302)Rosaria Indelicato e sono dipendente dell'Università degli Studi di Pavia,
con la qualifica di Cat. D
303)Vincenzo Di Nucci - Tecnico della Prevenzione ASL Roma G - Presidente AITeP
304)Emilio Cardarelli-Amministratore azienda Ciscotel-Curtatone
305)Andreozzi Anna-Impiegata Ministero Sviluppo Economico.
306)Esposito Corcione Antonio-Telecom Italia-matr. 14017496-Settore di appartenenza T.NO.NP.CC SW- Napoli, P.d.L
307)GIANLUCA QUAGLIERINI, impiegato chimico, S.O.L. S.p.A. Piombino(LI), iscritto FILCEM
308)Mirco Montesi-Responsabile di uno dei punti vendita della FMR trading di Fano.
309)Valeria Gaudiosi, bibliotecaria presso Università Federico II di Napoli
310)Gian Luca Ugo- Presidente provinciale Anmil Parma
311)Roberto Caselli, dipendente Sezione provinciale Anmil Parma
312)Stefano Cavalchini-Edilcassa del Lazio
313)Margherita Vitale-Diploma di operatore agro-ambientale-Cermenate (CO)
314)Gabriella Musumeci-Tecnico sanitario-Policlinico Gemelli-Roma.
315)Francomano Vincenzo impiegato SIRTI Grosseto
316)Enzo bernasconi-Operaio settore chimico-Prov. Milano.
317)Anna Maria Bruni-Partito della Rifondazione Comunista-Coordinatrice editoriale sito web
318)Sen. Fernando Rossi-Movimento Politico dei Cittadini
319)Andrea Baleani, operaio metalmeccanico, Consigliere Comunale Offagna (Ancona),Sinistra Democratica
320)Carlo Carlet-Medico veterinario-Libero professionista-Turriaco (gorizia)
321)Millo Fides-Pensionata-Iscritta CGIL-Turriaco (Gorizia)
322)Ottone Bruno-impiegato di Banca Catanzaro
323)Coccoli Gianfranco, direttivo prov fiom-cgil Padova
324)Antonio De Falco - iscritto fillea cgil Napoli - operaio in mobilità
325)Francesca Scamarcio - lavoratrice LSU - iscritta Cgil - Napoli
326)Sergio Lorenzi Rappresent. sicurezza territoriale - Bergamo - componente direttivo nazionale Fillea Cgil
327)Anna Rita Fusco - docente - Caserta - ex componente segreteria Fillea Cgil Caserta
328)Carlo Ranucci-Segreteria Pronto Soccorso-Careggi-Firenze.
329)Schiavon Daniela RLS Universita' di Padova
330)Bedin Claudio RLS Universita' di Padova
331)On Giacomo De Angelis, deputato dei Comunisti Italiani
332)Adesione del Periodico IL FARO on-line
333)Dante Bedini, insegnante, membro del direttivo provinciale, Cgil scuola di Treviso.
334)ON. Ezio Locatelli, deputato Prc-Se
335)Silvia Francolini-Fano.
336)Isabella Filippi-Docente-Bologna
337)VIRNA GRANELLI, delegata RSU Comune di Genova.
338)Mauro Mazzeo macchinista Trenitalia div. Passeggeri, Roma.
339)Maria Comboni - impiegata - Comune di Toscolano Maderno (BS).
340) Fulvia Righettini - impiegata - Comune di Gargnano (BS)
341)ON. DANIELA DIOGUARDI(PRC)
342)Adriano Pallini Rls-Cassa di Risparmio di Firenze.
343)Pellegrini Enrico direttivo FILCAMS CGIL VENEZIA-RSA MUSEI CIVICI-VENEZIA
344)Pierluigi Spinelli flaei-cisl ACEA ROMA
345)Riccardo Rossi RSU FLC CGIL Enea Brindisi , rete 28 aprile cgil
346)ESTHER BENVENUTI - RLS CROCE ROSSA ITALIANA - FIRENZE
347)Oriana Rossi Medico del lavoro Livorno
348)Gian Domenico Zucca-Iscritto CGIL di Alessandria
349)Dino De Pascalis-Segretario FLC/CGIL Università del Salento - Lecce
350)Enzo Netti,pensionato,Castelverde (Cremona)
351)DE ASCANIIS Massimo, Capotreno del DpV di Pescara (Div. Passeggeri)
352)Chiara Bandinelli Fucecchio (FI) - pensionata
353)Chiara Tinti , impiegata di 2° livello presso la HTLab S.p.A. sede di Roma
354)Gaetano Barbieri- Arpa di Novara- tecnico nei luoghi di lavoro.
355)Massimo Silvi- Impiegato Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-ROMA
356)Raffaele Pirozzi ex segretario generale aggiunto Cgil Campania
357)Gennaro Laudiero ex consigliere comunale PRC Casoria(Napoli)
358)Malvisi Massimoluca, Rls Rfi, Firenze
359)Flavia Filippi - Giornalista La 7
360)Granata Antonella, dipendente ANMIL sede di L’Aquila, impiegata.
361)Digregorio Francesco Saverio Santeramo
in colle (ba)
362)MARIO CICOTTO.QUADRO-UNICREDITBANCA
363)Gianpiero Murru, Studente, Pimentel (CA)
364)Giuseppe Spinillo RSU Agenzia delle Dogane
365)marco renzini- assisi (pg) libero professionista iscritto alla cgil
366)FELICE DILEO DI ALTAMURA(BA)-AZIENDA NATUZZI DI SANTERAMO IN COLLE (BA)- ISCRITTO ALLA FILLEA CGIL.
367)Mario Cena- iscritto FIOM
368)Dario CAGNAZZO Aziensa USL LECCE, Collaboratore Sanitario - Educatore Professionale - 73020 Cutrofiano (LE)
369)Rosa Stano presidente Associazione Aurora per la tutela della Salute mentale Bari
370) Cerrato Roberto membro del direttivo del Circolo Boschi Rabufo - Santa Rita Mirafiori Nord del P.R.C. di Torino.
371)Antonella Mangia-Impiegata Poste- Lecce
372)Adriana De Mitri - FP CGIL Segretaria Prov.le Dipendenti regionali - Lecce
373)Michele Paparella, ingegnere,Roma
374)Rosa Capozzi, CNR-IAC, tecnologa, Bari
375)Marina Costa, pensionata, Roma
376)Eligio Lupo, RLS Agenzia delle Dogane - Roma
377)Donatella Carrozzini-Impiegata amm.va URP-Invalidi civili comune di monteroni di lecce
378)Massimo Dalla Giovanna, Marconi-Ericsson, Genova, impiegato
379)Andrea Anobile, carrellista, RSU/RLS presso la Ceva Logistics(ex TNT)
380)Rosso Pompeiano Restauri di Daniela Elia, Napoli
381)Fabrizio Raimondi Restauratore Napoli
382)Pier Luigi Burani, ex dirigente d'azienda in pensione e iscritto allo SPI CGIL
383)Fialdini aldo rappresentante CGIL RSU comune di montignoso (MS)
384)Scarpelli Maurizio, iscritto FILLEA,operaio c/o Laterizi Arbia Spa,Siena

Inoltre grazie a Piero Ricca che nel suo blog ha promosso l'appello, ci sono altre 87 adesioni.Il link è il seguente:

http://www.petitiononline.com/crescen7/petition.html

http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?crescen7

Anonimo ha detto...

Di seguito sono riportati i dati sugli EMOLUMENTI CORRISPOSTI ALLA DIRIGENZA DEL COMMISSARIATO PER L'EMERGENZA RIFIUTI:

Antonio Rastrelli 1998(centrodestra): 16.638 euro
Andrea Losco 1999 (centrosinistra) : 106.000
Andrea Losco - Bassolino 2000 (centrosinistra): 250.000
Antonio Bassolino 2001 (centrosinistra): 698.000
Antonio Bassolino 2002 (centrosinistra): 1.130.000
Antonio Bassolino 2003 (centrosinistra): 1.140.000
-------------------------
Come al solito stanno cercando alibi.
Come al solito scaricano sugli altri.
Lo fanno alla Regione. Lo fanno in Cgil.
Ma l'informazione è potere...

Anonimo ha detto...

GLI SPRECHI DELLA REGIONE CAMPANIA


Secondo la commissione di Controllo delle Attività della Regione e per la verifica dell’attuazione degli indirizzi politico-programmatici “sono 37 le società partecipate direttamente dalla Regione (ma, con le partecipazioni indirette, il numero cresce ulteriormente), per un ammontare (i dati si riferiscono al biennio 2004/2005) di oltre 73 milioni di euro di contributi regionali, quasi 43 milioni di euro di perdite a fronte di 7 milioni di utili, 6.091 dipendenti che costano oltre un milione e mezzo di euro, 255 componenti dei consigli di amministrazione per una spesa di oltre sei milioni e mezzo di euro“. Il numero di società miste della Regione Campania (balzate da 6 a 37 nel quinquennio Bassoliniano) è fortemente sproporzionato rispetto a quello di due Regioni di pari dimensioni come il Lazio, che ne ha 10, e il Piemonte che si ferma a 16. L’80% delle società presenta bilanci in rosso, molte non hanno una missione specifica, in molti casi duplicano l’oggetto di altre società e per molte di esse non si giustifica il ricorso alla forma societaria, coincidendo la loro attività con i compiti ordinari della Regione».
Dal dossier, che fa riferimento agli anni 2004 e 2005, si evince (ma non tutte le società hanno risposto alle convocazioni delle commissioni di controllo) che «la costituzione delle società è costata oltre 104.321.286,60 euro e, nell’ultimo biennio, la Regione ha perso oltre 42.000.000,00 euro; le società in maggiore perdita sono la Bagnoli Futura (euro 16.228.040,00 di cui a carico della Regione 1.217.103,00), Città della Scienza (euro 961.605,00 di cui 738.608,80 a carico della Regione), Sepsa (euro 1.582.289,00 ricadenti interamente sul bilancio regionale); le società che hanno consulenze più costose sono la Eav che, nell’anno 2005, ha speso euro 1.119.000,00 circa, la Efi, con 4.000.000,00 euro, la Circumvesuviana, euro 3.000.000,00 circa, e Bagnoli Futura che, sempre nello stesso anno di riferimento, ha speso 2.500.00,00 euro circa per consulenze (tutte spese legali per resistere in giudizio contro i numerosi ricorsi piovutigli contro)». Tra i casi di duplicazione di oggetto sociale, il dossier cita «Art Sannio con Maurilia, Camper con Imast, Ccta, Recam, Sma Campania, Asc e Bagnoli Futura; tra gli intrecci societari, la Ccta, che ha partecipazioni in Arpac, Bagnoli Futura, Autorità portuale, la Tess, che partecipa a Sviluppo Italia, la Eav, che controlla Sepsa e Metrocampania Nord est, Circumvesuviana e Vesuviana Mobilità (pura fantasia partenopea!)».
Da chi sia abitato questo sottobosco inefficiente, è inutile dirlo: basta leggere i nomi (il commercialista targato ds Roberto Cappabianca, ex assessore comunale al Bilancio nella prima giunta Bassolino, è presente in ben cinque organismi).
Emerge così una rete clientelare fittissima che spiega i dati bulgari ottenuti da Bassolino&Co. negli ultimi anni: il reddito prodotto in Campania dipende in gran parte dal “momento pubblico”. Università e mondo delle professioni sono stati narcotizzate ed ammaestrate con le prebende pagate dai cittadini.
E intanto il debito della Campania vola alle stelle: dai 350 milioni del 1998 ai 2,8 miliardi di euro del 2004 (cifra destinata a salire). Addirittura L’Espresso, giornale non certo di destra, dedica due pezzi alla realtà campana: “Caduto in Bassolino“, dove si evidenzia la crisi d’immagine e di consenso di Bassolino (anche all’interno dei DS e dell’Unione). E “Campania senza fondo“, dove si riporta il lapidario giudizio della Corte dei conti sulla “gestione” bassoliniana: “i bilanci sono fuori controllo”. E si sottolinea una chicca che smonta il trionfalismo di bassolino sull’utilizzo dei fondi europei: secondo la Corte dei Conti il 30% degli stanziamenti rimane sulla carta, avendo “difficoltà a tradurre programmi di attività in efficaci interventi operativi“. Cioè, i programmi per arrafare i soldi europei abbondano, ma restano sulla carta. I soldi nel frattempo vanno altrove, come nel caso della parata di New York finanziata con i fondi europei destinati alle attività produttive.
“Come fare voti con i soldi dei cittadini”. Bassolino potrebbe - sulla scia di Veltroni - scrivere un libro del genere. E’ la sinistra, bellezza, specializzata in questo “settore”. E poi siamo in Campania, dove da secoli siamo abituati ad essere cortigiani. “A Napoli la gente era abituata a vivere attorno alla corte, a vivere dei suoi benefizi“: Prezzolini come al solito non sbagliava.

Anonimo ha detto...

Siamo di nuovo pieni di immondizia. Non solo rifiuti, però. A Napoli c’è immondizia un po’ dappertutto. E quel che scoraggia è che nessuno pensa di porvi rimedio. C’è un’assuefazione mortale in giro. È come se la città si fosse ormai abituata al peggio ed abbia rinunciato a migliorare. Anzi sarebbe contenta se il degrado si fermasse dove è arrivato perchè teme che possa ancora peggiorare. L’emergenza rifiuti è una vergogna vera e propria ma ormai ci si convive. Il traffico è caotico ma quasi non ci si fa più caso. Le strade dissestate ma è come se ci fossimo abituati. I lavori fermi ed i cantieri eterni, Toledo ridotta a un suk arabo, Corso Garibaldi una discarica di oggetti e esseri umani, la ferrovia regno di barboni extra comunitari alcolizzati, il lungomare presidiato dalle bande del rolex, il centro storico esposto ai raid dei rapinatori, le periferie in mano alla camorra: ormai non ci facciamo più caso. Le Istituzioni? Lasciamo perdere. In consiglio comunale ci vanno solo per il gettone, in quello regionale in tutto l’anno hanno votato qualche leggina inutile e non riescono neppure ad approvare lo Statuto, i quello provinciale neppure sappiamo cosa fanno e forse è meglio. I partiti? In quello più nuovo di due junior emergenti, Ciriaco De Mita ed Antonio Bassolino si litiga a spron battuto, ma non per un progetto, una idea, una scelta, no, si litiga per i posti, per le segreterie che decidano candidature, nomine, consulenze, assunzioni, ecc.. Il clientelismo regna su tutto, come tutti sanno, la gestione sostituisce governo ed amministrazione, si tira a campare e ad accaparrare per se e per i propri a cominciare dalla “famiglia”, per sistemare cioè mogli, figli, fratelli, generi, ecc., anche in Parlamento, nelle altre istituzioni, nella pubblica amministrazione. Ma, intendiamoci, sempre nella “legalità”, ci mancherebbe, nella massima legalità e con le “mani pulite”. Anche la magistratura non scherza. Il processo a Basso lino ed altri per lo scandalo rifiuti e lo spreco miliardario (in euro) della gestione commissariale docet: tutti sanno che finirà in una bolla di sapone, perché la giustizia si applica ad alcuni e si interpreta per altri. E non è uno scandalo!

Sono ormai quindici anni che siamo governati da una classe politica fatta di reduci comunisti e democristiani scampati al ciclone di tangentopoli, chi per protezioni giudiziarie, chi per calcolo sempre giudiziario, chi per collaborazionismo giudiziario, chi per caso. Si sono presentati come il nuovo ma era un imbroglio. Sono cresciuti sul moralismo e sul populismo, sulla retorica e sulla demagogia. Hanno beneficiato di una stampa servile e conformista, e di una pubblica opinione fiduciosa e si sono radicati col clientelismo e lo spreco del pubblico danaro. Per questo hanno preso molti voti ma poi hanno perso la faccia e forse anche qualcos’altro. Quando se ne andranno perché qualcuno finalmente li caccerà, si troveranno solo macerie materiali e morali che in parte già si intravedono. Ma naturalmente siamo ottimisti, ci affidiamo a san Gennaro e speriamo in una bona officiata, secondo le migliori tradizioni popolari. Questo Natale è stato triste e moscio, ma tanti auguri lo stesso.

Anonimo ha detto...

Dovrebbe intervenire qualcuno. Dovrebbe intervenire qualcuno per dirci se è normale e se è accettabile che il bando di gara per l’affidamento della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli, un maxi appalto da 800.000.000,00 di euro pari a 1600 miliardi delle vecchie lire, si concedano solo sedici giorni di tempo, festivi compresi, per presentare le domande. Il termine è scaduto il 7 dicembre, il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 novembre.
Dovrebbe intervenire qualcuno per rassicurarci che è plausibile che per opere così complesse con importi stratosferici, gli eventuali partecipanti, in poco più di due settimane, abbiano potuto adeguatamente valutare e proporre offerte competitive. Si trattava di calcolare i costi per l’adeguamento dei tre CDR che ci sono nella provincia di Napoli, quelli per completare la costruzione del termovalorizzatore di Acerra, e quelli per realizzare il ri-trattamento delle finte ecoballe che, così come sono, non si possono né bruciare né stoccare. In sedici giorni tutto questo. Nemmeno Nembo Kid.
Dovrebbe intervenire qualcuno per rassicurarci che il fatto che alla maxi gara partecipino due cordate: la ASM dei bresciani guidati dal presidente dell’Unione Industriali di Napoli Gianni Lettieri e quella di Hera una società emiliana
Dovrebbe intervenire qualcuno perché Napoli è stufa di essere presa per i fondelli e sono in molti a pensare che ci sia sotto qualcosa.
Stanchi di commentare ciò che a Napoli ed in Campania proprio non va, ci siamo chiesti se per caso stavamo esagerando. Poi arriva il Presidente del Consiglio Prodi che nel discorso per inaugurare l’ennesimo (e celebratissimo) centro commerciale detto Vulcano buono trova il modo per dire a Bassolino che la Regione ha speso malissimo i fondi Ue 2001-2006 e che bisogna radicalmente cambiare perché i prossimi, quelli del 2007-2013, ben 14 miliardi, saranno gli ultimi. Poi, tra un altro omicidio di camorra, sono 110 da inizio anno, l’aggressione con rapina in pieno centro, le sommosse contro le discariche con Ps in assetto di guerra, arriva l’ennesima classifica sulla qualità della vita nelle città e scopriamo che Napoli è scesa ancora ed ora è tra le ultime. Certamente la Iervolino sarà arrabbiata. Vuoi vedere che ha ragione lei, che si tratta di una altra congiura . . . .


La domanda è: se non si decidono ad andarsene, quando sarà possibile cacciarli?

Anonimo ha detto...

Siamo al capolinea. L'emergenza igienica è diventata una emergenza sanitaria. È peggio del colera del '73. E' a questo che ormai si deve far fronte. Ed è necessario uno sforzo solidale di tutti, non solo Napoli e la Campania, ma dell'intera comunità nazionale. La condizione è che vengano allontanati tutti i responsabili a cominciare dal sindaco e dal Governatore. Se si vuole evitare il peggio Bassolino e la Iervolino se ne devono andare. Da parte loro sarebbe un atto doveroso. Se il Presidente Napolitano vuole aiutare Napoli e la Campania, come ha sempre dimostrato di voler fare, dia una mano in questo senso e solleciti Prodi, Amato e Parisi a prendere provvedimenti adeguati alla catastrofe in atto. Quella di oggi è una emergenza peggiore di quella del vibrione di trentacinque anni fa perché il percolato delle ecoballe e la diossina dei roghi avvelenano la filiera alimentare con danni prevedibili ma non arginabili con adeguate profilassi. La scoperta di centinaia di topi morti sotto le montagne di rifiuti a Pianura, nella ex contrada Pisani, conferma il sospetto che la diffusione di infezioni e agenti cancerogeni è in atto. Siamo, dunque, in piena emergenza sanitaria.
La gente brucia i bus a Pianura perché è stata presa in giro da Bassolino che da sindaco aveva promesso su quella discarica, chiusa dopo 42 anni, un campo da golf, alberghi e un centro congressi.
La gente protesta e dovrebbe addirittura insorgere perché è inammissibile che in quattordici anni sia in costruzione un solo termovalorizzatore per il quale sono finiti i soldi, mentre sono stati bruciati due miliardi di euro per stipendi ai dirigenti del Commissariato, ben quattro sedi del commissariato, l'assunzione di 2361 persone che non hanno mai lavorato, consulenze ad amici e parenti, decine di automezzi acquistati la sera e rubati la mattina, assunzioni clientelari per "un call center ambientale" mai entrato in funzione, progetti fantasiosi e costosi (10 milioni di euro) come l'installazione sui camion dell'immondizia di un sistema informativo collegato al "Network Tecnologia Ambientale", un fallimento totale ed innumerevoli altri sprechi verificatisi in massima parte nei quattro anni di gestione Basso lino, tutti documentati dalla prima relazione della commissione bicamerale per lo smaltimento dei rifiuti presieduta dall'on.le Paolo Russo nel gennaio del 2006 e successivamente confermati dall'attuale presidente l'ex bassoliniano ora socialista sen. Roberto Barbieri.
La gente è incazzata perché non si fida più di istituzioni che fino ad ora hanno dormito e media che hanno taciuto o minimizzato. Se alla Regione o al Comune ci fossero stati uomini del centro destra, arresti, inchieste, sospensioni, perquisizioni, sequestri, intercettazioni, azioni di responsabilità ecc. avrebbero intasato gli uffici giudiziari e riempito Poggioreale; si sarebbero mobilitate tutte le magistrature, penali, civili, contabili, amministrative e, per l'immondizia nelle strade, avrebbero mandato un avviso di garanzia anche a Berlusconi.
Le responsabilità sono di chi governa da quindici anni con poteri assoluti e ingenti risorse. Il centro sinistra rifletta sui suoi errori e faccia più di un passo indietro. E la magistratura faccia si che la giustizia sia uguale per tutti.

Anonimo ha detto...

È semplicemente scandaloso che non si riesca a far chiarezza sulle migliaia di consulenze elargite dal potere bassoliniano alla Regione, al Comune, alla provincia, al Commissariato di Governo e nelle decine o centinaia di società miste ed enti gestiti da referenti dello stesso potere alias il centro sinistra di marca bassoliniana. Qui si chiede di sapere come siano stati scelti i consulenti, cosa abbiano prodotto e quanto siano costati. Ad occhio e croce ci dovrebbero essere cataste di studi, pareri, proposte, idee, consigli, relazioni, ecc. Esistono? dove si possono conoscere, consultare, per acculturarsi e magari fare un calcolo costi/benefici? Mistero. Sull’argomento vige il silenzio assoluto. E dunque ci si chiede cosa mai ci sia da nascondere e perché la giustizia contabile, cui spetta il compito di vigilare, non interviene. Qualcuno dice che la piovra del potere rosso abbia coinvolto anche settori che per loro natura dovrebbero restare estranei e garantire con la loro terzietà e che l’”operazione” sarebbe avvenuta tramite lucrosi incarichi di arbitrati. Noi non abbiamo elementi per affermarlo e dunque non ci crediamo. Ma se così fosse si spiegherebbero tante cose. C’è qualcuno che può venirci in aiuto?

Il potente assessore Cozzolino, solo un gradino al di sotto di Bassolino, si prepara a distribuire consulenze per diciassette milioni di euro per il Paser, il piano di sviluppo regionale. Lo fa attraverso un funzionario da lui delegato e con un concorso bandito ai primi di agosto in cui però a chi giudica è riservato un ampio margine di discrezionalità potendo assegnare sessanta punti sui cento del totale. Diciassette milioni di euro sono oltre 33 miliardi delle vecchie lire. Con questo fiume di quattrini non si finanziano progetti cantierabili ma consulenze, più o meno, aria fritta. In altri termini con questi danari si dovrebbe pianificare lo sviluppo (?) procurarsi idee su come formulare il Paser (?) ed altre cose simili. Naturalmente si tratta di distribuire ingenti quantità di pubblico danaro con una mediazione politica che si cerca maldestramente di nascondere, allo scopo di estendere la propria influenza politica ed elettorale. Questo lo sanno tutti, a cominciare dai partners del centro sinistra. Allora ci si chiede: nell’operazione ci sono tutti? Ci sono la Margherita, tutta, i diesse, tutti, Rifondazione Comunista, i neocomunisti di Diliberto, quelli dello Sdi, di Italia dei Valori ecc.? insomma siamo in presenza di un “cupolone” o invece, come noi pensiamo, si tratta solo di una “cupola” al di là ed al di sopra dei partiti, che gestisce e distribuisce le risorse pubbliche secondo i propri interessi politici? In questa seconda ipotesi, che è la più probabile, non si comprende cosa ci stiano a fare in questa coalizione di cui si vergogna tutto il centro sinistra nazionale, i bertinottiani di Gennaro Migliore, i seguaci di Diliberto e Russo Spena, i socialisti di Corace e Di Lello, gli uomini( adamantini ) di Antonio Di Pietro, l’indimendicato “ Tonino facci sognare” dei tempi di tangentopoli, i margheritini ed diessini “non coinvolti”. Sarebbe gradita una risposta!

Anonimo ha detto...

Il Boss Michele Gravano(seg.generale della Cgil Campania) ed il suo amico Gianni Lettieri dell'Unione Industriali hanno interesse che si riapra subito la discarica a Pianura perchè le loro aziende amiche(ASM e Hera) si devono pappare un maxi appalto da 800.000.000,00 di euro pari a 1600 miliardi delle vecchie lire per lo smaltimento dei rifiuti urbani nella provincia di Napoli

Anonimo ha detto...

RIFIUTI: IL SINDACO DE LUCA, A SALERNO ABBIAMO VINTO COSI' Roma, 7 gen. - (Adnkronos) - In Campania piu' di 100mila tonnellate di rifiuti marciscono in strada, ma "non nella mia citta': Salerno e' pulita come la Svezia, non c'e' una carta in giro". Lo afferma in un'intervista a "La Stampa" il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che sottolinea: "Bisogna dirlo forte perche' non voglio subire i danni creati da quanto accade a Napoli". E, riguardo la chiusura delle discariche nella regione e della soluzione adottata dalla sua Amministrazione, De Luca spiega: "Abbiamo creato quattro siti di trasferenza che ci garantiscono un mese di flessibilita' quando le discariche chiudono e abbiamo l'autorizzazione a portare i rifiuti a Serre, l'unica discarica aperta in Campania. Ogni mattina quello dei rifiuti e' il primo problema sul mio tavolo. Ci lavoro almeno due ore, ma Salerno puo' andare orgogliosa per la sua pulizia". Per l'esponente del Pd a non funzionare e a dare vita all'emergenza rifiuti nella regione sarebbe stata "l'assoluta incapacita' dell'amministrazione regionale, un'amministrazione -dice- pulcinellesca e cialtrona che ha saputo produrre solo tanta propaganda". De Luca punta il dito su Bassolino ma "non solo, anche il Comune e tutti i Commissari" avrebbero contribuito a non far funzionare le cose. Quindi afferma che "al punto in cui siamo arrivati " le dimissioni "servono a poco o nulla, e' come sparare sulla Croce Rossa". Poi chiama in causa il Governo: "Il commissario -sottolinea- di chi e' di competenza? Del governo, no? Eppure solo ora sembra essere chiaro che il problema ha una valenza nazionale".

Anonimo ha detto...

36 RIFIUTI: CIAMPI, CLASSE POLITICA HA PENSATO A TIRARE A CAMPARE (AGI) - Roma, 7 gen. - "E una situazione disastrosa. Verso la quale ci dobbiamo sentire tutti in qualche modo colpevoli, sia pure con diversi gradi di responsabilita'(che in alcuni casi sono ovviamente specifiche e maggiori). Insomma di sicuro l'intera classe politica anche quella amministrativa su questo fronte ha mancato. Ecco perche' vedere le immagini di quanto accade a Napoli provoca un senso di indignazione, di vergogna e di colpa". Carlo Azeglio Ciampi in una intervista al Corriere della Sera parla della grave emergenza rifiuti in Campania e osserva che la classe politica "dovrebbe riuscire a trovare soluzioni ai problemi e convincere la gente alla necessita' di certe scelte, ponderate, sperimentate. E' un compito preciso questo - afferma l'ex capo dello Stato che da premier scelse nel 1993 la citta di Napoli quale sede per il il G7 del'anno successivo - che non puo' essere dilazionato nel tempo con la scusa che e' piu' comodo tirare a campare"."Non mi piace il gioco della torre - dice ancora Ciampi - o una sbrigativa caccia ai colpevoli, diretti o indiretti. Fermo restando il giudizio di fondo su questa crisi dei rifiuti, giudizio inevitabilemte molto duro, cio' che auspico e' una soluzione strutturale, definitiva, non dei nuovi interventi-tampone, presi tanto per placare gli animi".(AGI)
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Bassolino vergogna.
Gravano vergogna

Anonimo ha detto...

stamattina è stato bloccato il cantiere per la costruzione dell'ospedale del Mare(napoli est).gli operai edili delle ditte subappaltatrici(assunti a part-time e a tempo determinato) sono stati licenziati.
assenti i sindacalisti territoriali della fillea cgil(saannino e nappo).
fate schifo.
domani la lotta continuerà.
vi sputtaneremo. lo sanno tutti che nappo8fillea cgil) ha segnalato ditte subappaltatrici al consorzio osmar.

Anonimo ha detto...

RIFIUTI: DI PIETRO, DA BASSOLINO ATTO DI RESPONSABILITA' E UMILTA' Villa di Serio (Bergamo), 7 gen. - (Adnkronos) - "Mi auguro che ci sia un atto di responsabilita' da parte di chi ha gestito il potere in questi anni e che a questo atto di responsabilita' segua un atto di umilta', il che significa farsi da parte". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, a margine della inaugurazione dell'ultimo tronco del raccordo Seriate-Nembro-Gazzaniga, in provincia di Bergamo, sull'emergenza rifiuti a Napoli. Nei giorni scorsi il ministro aveva chiesto le dimissioni del presidente della Regione, Antonio Bassolino. "Come annunciato -ha spiegato- noi dell'Italia dei Valori presenteremo una mozione di sfiducia contro il presidente della Regione Campania". Di Pietro ha poi spiegato che "a Napoli sono in molti a non aver fatto il proprio dovere e noi dell'Italia dei Valori abbiamo chiesto di staccare la spina".

Anonimo ha detto...

Ragazzi, la sapete l'ultima?
Gravano si sente incalzato dal blog 'mattone selvaggio'...e allora
ha chiamato i suoi compari della Sogedi srl ed ha chiesto 'cgil campania online'..
immaginate quando verrà a costare il nuovo sito? Come saranno fatte le fatture d'appoggio?
Gravano nessun sito ti salverà.
Prometti la libertà mentre sei schiavo della corruzione...perchè uno è schiavo di ciò che lo ha vinto!!

Anonimo ha detto...

Chi è Gianni Lettieri, il bassoliniano Presidente dell'Unione Industriali ed amico del Boss Gravano(seg.gen.cgil campania)?
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Attuale presidente dell’Unione Industriali partenopea, Giovanni Lettieri comincia la sua scalata nel 1992, quando nasce la Manifatture di Cotone del Mezzogiorno srl, una società da appena 20 milioni di lire di capitale sociale. Nel luglio del ‘95 acquisisce dall’Eni a prezzi stracciati le Manifatture Cotoniere Meridionali (Mcm) di Fratte e di Angri: un patrimonio di oltre 20 miliardi di lire. In cambio era previsto il mantenimento di circa 450 posti di lavoro e, in più, un investimento nell’area ex Mcm di Nocera Inferiore. Nel ‘97 la Mcm di Lettieri, il cui capitale sociale è nel frattempo lievitato oltre i 30 miliardi, cede lo stabilimento di Angri (64.000 metri quadrati) all’imprenditore stabiese Antonino Russo per circa 16 miliardi di lire, violando palesemente accordi e vincoli: i 140 dipendenti di Angri vengono infatti trasferiti a Fratte, con proroga della cassa integrazione. Stando inoltre a quanto dichiarava l’allora sindaco di Angri, Umberto Postiglione, Lettieri avrebbe nel frattempo ricevuto dalla Gepi di Gianfranco Borghini (Ds) anche un finanziamento di 10 miliardi. All’epoca la Gepi (una costola dell’ex Cassa del Mezzogiorno, poi confluita nel gruppo Itainvest presieduto ancora dal bresciano Borghini e da qui in Sviluppo Italia) era comproprietaria al 14% delle Mcm. Ancor più travagliata la storia della Mcm di Nocera Inferiore (170.000 metri quadri). Il 9 ottobre ‘95 si costituisce Salerno Sviluppo scarl con un capitale sociale di 421.000 euro. Lo scopo è di promuovere iniziative per il rilancio industriale ed occupazionale principalmente dell’ex Mcm di Nocera Inferiore, in località Fosso Imperatore, ma indirettamente anche in quelle di Angri e Fratte. Torna in campo la Progeo di Borghini che ora rappresenta, secondo la delibera Cipe sui contratti d’area del 21 marzo 1997, il «soggetto intermediario che abbia i requisiti per attivare sovvenzioni globali da parte dell’Unione Europea». E così per i fortunati che si trovano ad “investire” non esiste in sostanza rischio di impresa, in quanto le aziende beneficiano gratuitamente dell’utilizzo dell’area industriale assegnata loro da Salerno Sviluppo, diventandone poi proprietarie – secondo gli accordi – dopo 42 mesi e un giorno. Lettieri, inizialmente escluso dai capannoni di Fosso Imperatore, riesce in seguito ad insediarsi con la sua Braddock, subentrando alla Sabor di Salvi e Borrelli. A metà maggio 2006 anche la Braddock ha presentato istanza di mobilità per 16 dipendenti.

Anonimo ha detto...

GLI AUTOMEZZI FANTASMA -
Nella seduta della Commissione Parlamentare d'inchiesta sui rifiuti del 15 marzo 2005 il prefetto-supercommissario Corrado Catenacci rivela la prima, macroscopica incongruenza riguardante i veicoli per il trasporto rifiuti: «Per quanto concerne le penali che i comuni dovrebbero versare per la mancata raccolta differenziata, intendiamo prima risolvere il problema con il Conai (il consorzio nazionale recupero vetri, ndr) altrimenti alcuni comuni al danno sommerebbero anche la beffa: dovrebbero pagare penali, sebbene nessuno li abbia aiutati nella raccolta differenziata. Ho un elenco di spese per 160 miliardi di lire per automezzi acquistati, di cui lascerò una copia alla Commissione». Sbalordito, il presidente Russo chiede: «comprati da chi?». Catenacci: «Dal commissariato, per 160 miliardi (...) I criteri non li conosco. È accaduto nel 2000». Alla richiesta di sapere a quali fondi fossero state attinte quelle somme, il prefetto risponde: «Fondi POR. Molti fondi POR». E fa riferimento ai commissari straordinari che lo hanno preceduto in quegli anni: prima il democristiano Andrea Losco, in quota Udeur, poi Bassolino. Che fine hanno fatto quei veicoli? «Ho la sensazione che molti di questi mezzi non siano stati mai usati, che abbiano preso una strada sbagliata. Probabilmente sono nelle mani di appaltatori di nettezza urbana dei vari comuni». Catenacci precisa che quei mezzi dovevano essere destinati ai comuni per incentivare la raccolta differenziata. «Ma non credo che questo sia avvenuto, altrimenti non saremmo al 12 per cento». Poi fa sapere che su quel punto è in corso un’indagine amministrativa interna. Con quali speranze di arrivare ad una positiva conclusione circa le responsabilità? Assai ridotte: «C'è voluto quasi un anno per avere l'elenco dei mezzi, immagini un po' come è difficile...». Ma sul danaro sperperato per i camion della spazzatura, non è ancora finita. Una sessantina di mezzi sono stati rubati, molti non sono neppure utilizzati, molti altri sarebbero stati affidati a società private, a loro volta pagate dai comuni per i servizi a questi resi. «Le irregolarità riguarderebbero - ammette candidamente il prefetto Catenacci dinanzi alla commissione - il fatto che molte società esercitino il servizio di rimozione di nettezza urbana con automezzi di proprietà del commissario di Governo, facendone per giunta pagare l'uso ai comuni».

Anonimo ha detto...

Il Sannino 'tagliatore di teste', colui che licenzia i padri di famiglia, colui che ha fatto licenziare le restauratrici di Pompei(con la complicità del suo compare Luigi Crimaco city manager di Pompei) adesso scopre che i restauratori sono vessati e le soprintendenze affidano i lavori con il cottimo fiduciario....sannino per non inimicarsi i suoi compari(Martini,Gravano) adesso diffonde comunicati ed affiggerà manifesti nel centro storico.
Sannino sei carta conosciuta.
Sannino il bassolinismo è finito!!!
Leggete il capolavoro 'letterario' dell'ex autista di Don Antonio di Afragola pubblicato sul sito della fillea nazionale
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Forum delle culture 2013

Gianni Sannino: “Opportunità tra sviluppo e diritti da affermare”





Il Forum delle Culture del 2013, che Napoli ospiterà, è indubbiamente una grande occasione di sviluppo oltre che di rilancio della citta' nel mondo. Per dimensione dell'evento e per gli investimenti previsti, un'opportunità' da cogliere ma in netta discontinuità con altri eventi del passato, che non hanno lasciato alcuna traccia. Coinvolgere associazionismi, giovani, competenze e professionalità è un dovere morale oltre che una convenienza.

Napoli e' conosciuta nel mondo per il grande patrimonio Culturale e Storico, Pompei, Ercolano, l'Area Flegrea, i tanti Centri Storici.

Ebbene, occorre ricordare che centinaia di restauratori ed archeologi, chiamati a mantenere e tutelare, oltre che a far emergere queste enormi ricchezze, ogni giorno vengono mortificati e vessati con contratti al ribasso, contribuzioni e retribuzioni ridotte, sicurezza precaria e rapporti di lavoro estremamente flessibili, se non la nero, che mascherano prestazioni ordinarie di lavoro, il tutto con l'avallo delle Soprintendenze verso le c.d. aziende di fiducia a cui si conferiscono i lavori, molto spesso al di fuori delle regole legislative, di trasparenza e d’affidabilità, come tante volte denunciato. La Fillea Cgil di Napoli e FilleaRestauro avvieranno una campagna di mobilitazione nei prossimi giorni sul territorio per dare un punto di riferimento a tanti giovani e chiameranno le Amministrazioni Locali e le Soprintendenze al rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori.

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Anonimo ha detto...

Penso che Sannino abbia diffuso il comunicato sui restauratori perchè ha paura della magistratura.
in poche parole si copre il c..o

Anonimo ha detto...

-Pronto Sannino,sò il toscano!
-Che cagacazzi.....
-Due cosine sole e poi riattacco:
-La prima:complimenti per l'intervento "opportunità tra sviluppo e diritti da affermare".Sono pienamente d'accordo.A proposito:sei sempre più spesso sul sito della FILLEA Nazionale,vecchio marpione!!
E poi una domanda,scusa se sembro in confusione.....ma che giorno è oggi?
-Oltre che rompicoglioni sei anche pazzo toscano:Comunque oggi è il 30 ottobre 2006.
-Allora buon lavoro Segretario.Però se te e Ciro insistete tanto su quei cantieri,con le campagne di mobilitazione,con le denunce,prevedo che saranno cazzi per qualcuno.
Buone lotte

Anonimo ha detto...

Furbo Gravano. Non interviene. Non si esprime su Bassolino. Sta per mollarlo? Sta cercando un nuovo interlocutore per mantenersi a galla? "Autorizza" a parlare Raffaele Lieto che diffonde una dichiarazione leggermente critica sul sistema istituzionale campano. Insomma, Lieto ha recitato nel copione il ruolo dell'esponente della "sinistra democratica"...quella travagliata di Titti Di Salvo o Fulvio Bandoli....
Peppe Errico, invece, diffonde una dichiarazione molto "sofferta"...
Dichiarazioni rese al giornale online della Cgil "Rassegna". Dichiarazioni fatte individualmente....facilmente smentibili...
Il Gravano, si è guardato bene dal diffondere comunicati ufficiali della segreteria regionale...
Gravano è inutile che ti arrampichi...il regime bassoliniano è finito.



RIFIUTI: CGIL CAMPANIA, RIAPRIRE DISCARICHE



“Siamo profondamente preoccupati, per una situazione oramai divenuta drammatica”. A dirlo è Giuseppe Errico, segretario generale della Cgil Napoli, parlando dell’emergenza rifiuti in Campania: “Per uscire dalla crisi, bisogna rimettere in moto l'intero ciclo di smaltimento dei rifiuti. Questo vuol dire che purtroppo in questa fase è necessario anche riaprire le discariche”. Per Raffaele Lieto, della segreteria regionale della Cgil campana, 'la colpa di questa situazione non è solamente dei commissari che si sono succeduti finora, ma anche delle istituzioni campane, che evidentemente non erano e non sono tuttora in grado di gestire una crisi oramai strutturale. Si è cercato finora di giustificare molti interessi particolari e forme di malgoverno - conclude il sindacalista - ma quello a cui assistiamo è l’evidente fallimento dell’intero sistema istituzionale e politico della Campania.”

Anonimo ha detto...

30 OTTOBRE 2006 - ORE 11:36

-Pronto Ciro?
-Si,chi è?
-Sono Giovanni,Sannino,devi venire subito in sede.
-Ma sono dentro ad un cantiere...
-Lascia perdere!qua la faccenda è grossa.Ho già convocato una immediata riunione della nostra segreteria con tutti i nostri funzionari.
-Ma che è successo?
-Riguarda una tua denuncia per irregolarità sulle norme di sicurezza in alcuni cantieri.
Dall'ispettorato del lavoro hanno fatto uscire la tua denuncia.L'hanno faxata qui in sede;e speriamo solo qui.
Stavolta non la passano liscia questi stronzi,li denunciamo alla procura della Repubblica.
Ma con chi pensano di avere a che fare?
Vieni subito,dobbiamo agire immediatamente.Forse ,se è il caso,penso di si,dobbiamo stendere un documento da dare alla stampa.
-D'accordo Giovanni,arrivo subito.

Anonimo ha detto...

Per la loro arroganza, sete di potere, i "bassoliniani" presenti nei partiti, nella Cgil, nelle istituzioni hanno silurato e annientanto dirigenti sindacali e militanti politici radicati tra i lavoratori, radicati nei quartieri, radicati tra i cittadini. Dirigenti bravi e capaci di orientare e dirigere. Capaci di "governare" le piazze.
Adesso nei pariti e nella Cgil ci sono solo parenti ed amici.
Rischia di scoppiare la guerra civile a Napoli.
La Cgil di Napoli e Campana è assente.
Centinaia di "dirigenti" sono chiusi nei palazzi.
Centinaia di "dirigenti" hanno paura di stare in piazza.
Centinaia di "dirigenti"
Centinaia di "dirigenti" formati dal Boss Michele Gravano.
Centinaia di "dirigenti" che dovevano solo ubbidire a Don Antonio Bassolino ed alla sua corte di assessori, consulenti e galoppini.
Mentre almeno 50 dirigenti sindacali amati dai lavoratori e c e dai cittadini, grandi esperti di piazza sono stati umiliati, isolati, cacciati, costretti ad andare via o licenziati(come nel caso del nostro compagno Ciro).
Adesso, Caro Gravano, come farai ad ubbidire al tuo caro Governatore che ti chiede di "governare" la piazza?
Chi ci mandi Petruzziello?
Chi ci mandi Petricciuolo?
Chi ci mandi Sannino
Chi ci mandi Nappo?
Chi ci mandi il tuo pupillo Libertino?
Chi ci mandi il tuo pupillo Daniele?
Caro Epifani, Cara Cantone,
come vi state rendendo conto, i drammatici momenti che stiamo vivendo noi napoletani e campani stanno dimostrando una cosa:
qui, a differenza di altre regioni d'italia non si fa più sindacato.
Qui da noi sono solo esperti di galoppianggio...bassoliniano.
E il Michele Gravano(che sta dimostrando vigliaccheria e viltà in queste ore) è solo "chiacchiere e distintivo"...

Anonimo ha detto...

Ma dove sta lo SPI-CGIL napoletano?
Hanno circondato con i carri la casa bianca del Sannino?
Suvvia compagni...abbiate uno scatto di orgoglio!
Rendete onore alle vostre battaglie passate.Aiutate a far pulito dentro la vostra CdL,aiutate Ciro.
Se farete ciò aiuterete come sempre la classe operaia e ve ne saremo davvero grati.
Tutta la CGIL vi sarà grata.
Buon anno e buone lotte

Anonimo ha detto...

Caro Cardinale Ruffo,
i pupilli di Gravano(sannino,petruzziello,libertino,daniele,borrelli, tripodi, vellante)sono bravi nel rilasciare dichiarazioni alla stampa e vantarsi nel vedere il proprio nome sul giornale.
sono bravi nel fare lunghi interventi nei convegni o nei congressi.
ma quando accadono momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo in queste ore in città...scappano!spengono il cellulare. vigliacchi. non siete neanche in grado di difendere le ragioni del Governatore Bassolino. eppure avete vissuto di rendita grazie a Totonno di Afragola.
scommettete che fra qualche ora diranno che non sono mai stati bassoliniani?
Sannino e Gravano non lo diranno mai(è ovvio).
Ma i primi a dirlo(scommettete?) saranno:
Vincenzo petruzziello
Ciro Nappo
Federico Libertino
Francesco D'Agostino
Gianluca Daniele
Vincenzo Tripodi(questo qui dirà che è stato sempre socialista!!)
Paolo Giugliano
Massimo Vellante

e scommettete che molti di questi passeranno nella 'cosa rossa'? o diranno pubblicamente che non hanno tessera di partito in tasca(per accattivarsi la compagna Cantone)?
Siete veramente dei sacchetti di spazzatura!!

Anonimo ha detto...

fatti che stanno accadendo, in questi ultimi giorni, nell’area metropolitana napoletana sono eventi che, necessariamente, travalicano il dato della cronaca e la questione specifica contingente attorno cui si sviluppano. Il problema dei rifiuti che trasbordano in tutto il territorio della Campania non è, semplicemente, un problema irrisolto da ascrivere alle responsabilità del ceto politico di comando che amministra la regione da oltre 15 anni. Quello a cui stiamo assistendo non sono solo i guasti generati da un articolato intreccio di interessi politici e finanziari tra la politica, il sistema delle imprese (quello cosiddetto legale e quello "illegale") e la criminalità organizzata, ma rappresentano l’approdo a cui è giunto un modello di governance il quale devasta il territorio, l’ambiente e mina, profondamente, la vita delle comunità.

Tutte le presunte soluzioni che in questi lunghi anni sono state varate, senza minimamente risolvere l’emergenza-rifiuti, hanno alimentato questa linea di condotta la quale non è stata, assolutamente, in grado di offrire risultati socialmente accettabili. Anzi, tutti gli indicatori, da quelli ambientali a quelli sanitari, confermano il costante peggioramento delle condizioni di vita e di salute di milioni di persone ampiamente documentate da tutti gli istituti scientifici.

Di fronte a questo disastro annunciato la legittima resistenza delle popolazioni è sacrosanta e va sostenuta respingendo i volgari tentativi di criminalizzazione e di opacizzazione mediatica che la comunicazione deviante mette, puntualmente, in atto.

A questo proposito, vogliamo chiedere a Lor Signori e a molte anime belle - annidate anche in quel che residua della "sinistra radicale" - perché migliaia e migliaia di giovani delle periferie, i quali già "normalmente" vedono negarsi ogni diritto sociale e sono costretti ad una esistenza marginale, non dovrebbero indignarsi e ribellarsi quando sono condannati a convivere con mega-discariche o con maxi-inceneritori ossia con vere e proprie produzioni di morte? Ed ancora, grazie a quale alchimia questi giovani e le popolazioni fino ad ora martoriate dovrebbero fidarsi di un ceto politico che, in forme trasversali, assume sempre più le sembianze di una rancida maionese impazzita totalmente avulsa dalla società?

Anonimo ha detto...

sul quotidiano 'cronache di napoli' ho letto un servizio a pagina nove sulle imprese interessate a fare affari sulla munnezza di napoli. ho letto pure che nel cantiere dell'ospedale del mare gli operai abbandonati dalla fillea cgil

Anonimo ha detto...

interessante la dichiarazione del Sindaco di Salerno...


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SINDACO SALERNO: BASTA ALIBI, BISOGNA FARE GLI IMPIANTI RIFIUTI/ SINDACO SALERNO: BASTA ALIBI, BISOGNA FARE GLI IMPIANTI "E' un'idiozia tirare in ballo il crimine organizzato" Roma, 8 gen. (Apcom) - Duro intervento del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, sull'emergenza rifiuti. "Finiamola con gli alibi - ha affermato - e realizziamo gli impianti". Secondo il primo cittadino di Salerno, le responsabilità sono da attribuire a "quelle linee di ambientalismo ottuso - ha sottolineato - di quanti hanno chiuso tutte le discariche, nel dicembre del 2000, senza preparare nessuna alternativa". Nel suo intervento ai microfoni di Ecoradio, De Luca ha messo in evidenza come queste mancanze abbiano fatto sì che la Campania sia ora "la più grande discarica a cielo aperto del mondo, con malattie tumorali che sono il triplo del resto d'Italia". "Si devono riaprire le discariche per alcuni anni, per avere il tempo di impostare programmi di raccolta differenziata e per realizzare gli impianti di termovalorizzazione - continua De Luca - credo ci siano degli atti di civiltà pregiudiziali, che dobbiamo compiere: il primo è quello di chiedere scusa all'Italia, il secondo è quello di togliere di mezzo tutti gli alibi". Infine, in merito alla posizione del presidente della Regione, Antonio Bassolino, che ha tirato in ballo il crimine organizzato come responsabile dell'attuale situazione, De Luca ha osservato: "Questa della camorra è una grande idiozia, la camorra c'è e pesa, ma la camorra si inserisce negli spazi aperti dall'incapacità amministrativa e di Governo".

Anonimo ha detto...

volete sapere come la fillea di napoli difende gli operai dell'ospedale del mare?
Nappo Ciro(prossimo segretario generale della fillea di napoli, quello che fa il 'bilancio' e decide/seleziona i fornitori amici) ha proposto alle amestranze di mettersi in malattia.
stamattina si è presentato con il suo autista(ciro giustiniani, il figliod el fornitore amico di nappo,assunto alla fillea)davanti ai cancelli. sembrava un PAPA, ha filasciato quattro stronzate a Canale 21 e si è presentato con queste 'nuove proposte'
Nappo dovrebbe essere cacciato a calci nel culo per tutte le ruberie fatte ai danni dei lavoratori

Anonimo ha detto...

IL SINDACATO DEI PENSIONATI DELLA CGIL DI MODENA SULL'EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
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RIFIUTI, LETTERA DI SOLIDARIETÀ DA SPI CGIL MODENA



Lo Spi di Modena ha inviato una lettera di solidarietà alla Cgil e allo Spi di Napoli e della Campania per i forti disagi che la cittadinanza sta avendo a causa dell'emergenza rifiuti. La missiva è firmata dal segretario generale Franco Zavatti e dal presidente del Comitato direttivo Franco Vaccari. Qui di seguito il testo: 'Ci sentiamo particolarmente colpiti e angosciati da immagini che paiono giungere da altri continenti e pienamente coinvolti dalle parole allarmate del Capo dello Stato per l’acutissimo riesplodere dell’annoso ed irrisolto problema dei rifiuti in Campania. Ci sentiamo direttamente coinvolti, e vi siamo perciò vicini , dalla dimensione e dalla pericolosità di una situazione che ora si configura come una vera e propria “emergenza nazionale” da diversi punti di vista: dell’igiene e salute pubblica e del territorio; della preoccupante sensazione di completo inceppamento istituzionale sul territorio; dell’enormità di risorse pubbliche sprecate, o mal spese, o dirottate sul malaffare camorristico; del concreto manifestarsi della violenza organizzata e infiltrata fra il malcontento legittimo delle popolazioni; dell’ulteriore degrado, insieme all’immagine del mondo, della tenuta e credibilità delle istituzioni democratiche territoriali, oggi in evidente crisi di sfiducia. Le nostre e le vostre speranze , aspirazioni e valori di sviluppo, di democrazia e di solidarietà nazionale, sono gli stessi; traggono alimento e prospettiva da una comune radice , progetto e militanza. Noi dello Spi Cgil, apparteniamo alle generazioni di uomini e donne che hanno ricostruito, col lavoro e le lotte, il Paese e il tessuto democratico nazionale. Siamo stati, e siamo oggi, fianco a fianco nelle battaglie per lo sviluppo del Sud e del Nord; per il buon lavoro riconosciuto nei diritti e la dignità; contro la degenerazione e l’inquinamento malavitoso dell’economia, del territorio e delle istituzioni; per uno stato sociale nazionale e locale che ci riconosca, finalmente, cittadinanza attiva e partecipazione. L’essere pienamente parte di un Sindacato generale, forte, autonomo e riconosciuto, ci porta oggi ad interrogarci e condividere assieme a voi il grande carico delle questioni irrisolte e delle responsabilità che esplodono assieme alla “emergenza rifiuti” a Napoli e in Campania e che pongono , anche a noi , la urgente necessità di capire e di offrire risposte alle numerose e inquiete domande che ci vengono poste dai dirigenti, militanti e iscritti allo Spi Cgil modenese. Degli oltre sessantasettemila iscritti modenesi Spi, migliaia e migliaia sono venuti dalle regioni del sud ed hanno lavorato, fino alla pensione, nelle fabbriche dei nostri comprensori modenesi della ceramica, del tessile, dell’agro alimentare , dei servizi. Siamo certi che la Cgil della Campania e di Napoli, nelle sue diverse articolazioni, ha avuto ed ha una dettagliata analisi della situazione, una adeguata piattaforma rivendicativa ed un programma di iniziativa e mobilitazione, capaci di fronteggiare l’emergenza; di stare alla testa di un movimento consapevole ed attivo; di dare forza e prospettiva a soluzioni strutturali e di civiltà. Tutto ciò, purtroppo, non appare ed è posto in ombra sui mezzi della informazione pubblica e di massa, creando sconcerto e disorientamento, forte bisogno di riconoscimento e visibilità della Cgil. Siamo certi che voi in particolare, care compagne e compagni dello SPI, siete in prima fila, dentro e fuori della Cgil; in prima fila fra le grandi risorse positive della vostra società, della vostra e nostra terra che a tutti ci appartiene, per superare questa inedita crisi che rischia di sconfiggere tutti. Ci siamo rivolti a voi per trasmettervi la nostra vicinanza, per ricercare una comprensione su fenomeni complessi ed un filo che ci aiuti a vederci insieme, in questa Cgil... da Napoli a Modena, su una questione davvero carica di conseguenze e pericoli evitando, da parte nostra, suggerimenti e risposte troppo facili e superficiali. Con i migliori auguri per l’anno che sta per iniziare e per le sfide difficili che vi attendono, vi salutiamo fraternamente'.

08/01/2008 17.04

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solidarietà da Modena, solidarietà da una Regione dove si fa ancora sindacato.....
Mi ha colpito questo passaggio della nota dei compagni di Modena..

"Siamo certi che la Cgil della Campania e di Napoli, nelle sue diverse articolazioni, ha avuto ed ha una dettagliata analisi della situazione, una adeguata piattaforma rivendicativa ed un programma di iniziativa e mobilitazione, capaci di fronteggiare l’emergenza; di stare alla testa di un movimento consapevole ed attivo; di dare forza e prospettiva a soluzioni strutturali e di civiltà. Tutto ciò, purtroppo, non appare ed è posto in ombra sui mezzi della informazione pubblica e di massa, creando sconcerto e disorientamento, forte bisogno di riconoscimento e visibilità della Cgil. Siamo certi che voi in particolare, care compagne e compagni dello SPI, siete in prima fila, dentro e fuori della Cgil..."
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No, Cari compagni di Modena,la colpa non è dai mass media.
La Cgil Campania non è visibile perchè si è chiusa nel silenzio. Ha diffuso solo un comunicato di sostegno per la posizione del Governatore Bassolino.
I sindacalisti 'bassoliniani' sono tutti chiusi nel palazzo di vetro di Via Torino.
I sindacalisti della Cgil con profonde radici popolari sono stati cacciati, umiliati, licenziati(come nel caso del ns compagno crescentini).
Il Boss Gravano ha silurato decine di compagni in questi mesi.
Adesso i suoi uomini sono chiusi nelle stanze.
La Cgil Campania è parte integrante del sistema di potere campano(centro destra, centro sinistra, camorra)...
questa è la cruda realtà.
Cari compagni di Modena,
chiedete ad Epifani e a Carla Cantone di commissariare la Cgil Campania.

Anonimo ha detto...

Cari compagni di Modena,
in piazza, in giro non c'è un solo dirigente della Cgil.
La Città e la Regione è allo sbando.
I sindacalisti(figli, parenti, amici= sono tutti chiusi nelle loro stanze.
Quelli con le palle, quelli coraggiosi, riferimenti dei lavoratori e dei cittadini sbattuti fuori o licenziati.
Sannino, Petruzziello, Gravano, Borrelli, federico libertino, vellante, giancluca daniele sono scomparsi...era ovvio. sanno fare solo i relatori nei convegni!!

Anonimo ha detto...

dove stanno i 'volti nuovi' della cgil campania?
dove stanno gli 'innovatori'?
La Città è allo sbando.
i sindacalisti gloriosi stanno 'coraggiosamente' chiusi nelle loro stanze.
Epifani commissaria la cgil campana, commissaria un sindacato colluso con 'o sistema: consulenze, parentopoli, assunzioni clientelari, conflitti d'interesse(Gravano nelle srl)..

Anonimo ha detto...

ECCO CHI VUOLE GESTIRE IL BUSINESS DEI RIFIUTI IN CAMPANIA: GIANNI LETTIERI, PRESIDENTE DELL'UNIONE INDUSTRIALI DI NAPOLI...

La più recente performance imprenditoriale della holding facente capo a Giovanni Lettieri riguarda la partecipazione alla gara d’appalto per lo smaltimento dei rifiuti in Campania assieme, tra le altre aziende, all’Asm di Brescia. La gara è stata sospesa per difetto di certificazione Soa dell’Asìa di Napoli, appartenente alla cordata di Lettieri. Ma come nascono i rapporti di Lettieri con l’Asm, l’azienda proprietaria a Brescia del più grande inceneritore d’Europa? Renzo Capra, presidente del colosso bresciano, proviene dall’Eni. Che tramite Enirisorse era proprietaria delle cotoniere “donate” a Lettieri nel ‘95. C’è di più. Nel consiglio di amministrazione dell'Asm siede Alberto Clò, rappresentante dei piccoli azionisti nonché membro di un altro importantissimo CdA, quello dell’Eni. Il professore bolognese figura inoltre nell’organigramma di Italcementi e della Società Autostrade.

Il nome di Clò era balzato alle cronache anche per aver ospitato nella sua casa di campagna a Zappolino (Bologna), il 2 aprile 1978, la fatidica seduta spiritica a cui parteciparono anche Romano Prodi e Mario Baldassarri, oltre al fratello dello stesso Clò. Fu in quella seduta spiritica che venne fuori il nome “Gradoli” come luogo in cui sarebbe stato tenuto prigioniero Aldo Moro. Carabinieri ed esercito rastrellarono il comune di Gradoli senza risultati. Successivamente venne rinvenuto a Roma, in via Gradoli, un covo delle Br (in cui sembrerebbe però che Moro non sia mai stato rinchiuso). Si trattò di un’illuminazione divina o di un depistaggio? Il professor Clò ad ogni modo ha realizzato – come tutti i partecipanti a quella seduta spiritica – una luminosa carriera.

Lo stesso Prodi divenne per la prima volta ministro (dell’Industria) proprio nel 1978, all’interno dell’ennesimo governo Andreotti. Baldassarri, che negli anni ottanta era stato per 8 anni consigliere dell’Eni, nell’ultimo governo Berlusconi ha ricoperto l’incarico di vicepresidente per l’Economia e le Finanze. Clò, oltre a quanto già ricordato, è stato ministro dell’Industria nel 1995 (governo Dini), lo stesso anno in cui le Mcm passano sotto il controllo di Lettieri. Le doti divinatorie di Clò, comunque, non si esaurirono quella fatidica sera del ‘78: parlò esplicitamente del pericolo di un grosso blackout nazionale parecchio tempo prima del fatidico 27 settembre 2003.

Anonimo ha detto...

Per il Governatore si è detto e si dice. Le
dimissioni le chiedono Fini, Casini, Bondi, le chiede Di Pietro
e molti nella maggioranza senza dirlo lo auspicano e lo sperano. Il danno che il centro sinistra nazionale riceve dalla catastrofe campana
è enorme!




Ma anche la Iervolino, a parte lo scaricabarile su
Basso lino e Prodi, dovrebbe dare atto del proprio fallimento e trarne le
conclusioni. Rosetta dice che non aveva poteri diretti sullo smaltimento rifiuti
e che perciò non ha responsabilità nel disastro. Ma le cose non stanno così. Se
a Napoli la raccolta differenziata è scesa dal 6% del 2005 al 5% del 2006 e
l’Italia rischia le sanzioni Ue, mentre a Nola
o a a Grumo Nevano siamo oltre il 40%, fino al 58% di Mariglianella, di chi la responsabilità? Se in quattordici
anni, con due miliardi di euro bruciati, a Napoli non ci sono isole ecologiche,
“aree di trasferenza”, impianti di
trattamento intermedio e finale, in una parola, se manca un piano, un disegno
strategico del ciclo di smaltimento per un’ area
che da sola produce un terzo dei rifiuti della Regione, di chi la
responsabilità?

Anonimo ha detto...

Cari compagni dello Spi Cgil di Modena,
volete sapere perchè la Cgil della Campania è collusa? Vi racconto una storiella..
............
Da tempo mi chiedevo chi fosse l’Assessore alla Nettezza Urbana del Comune di Napoli; ho studiato a Napoli e vi assicuro che i cumuli di immondizia ai bordi delle strade portano a chiedersi anche questo. E si…uno si sveglia la mattina e si chiede “ma cosa direi o farei all’ assessore se dovessi incontrarlo per strada?” oppure “vorrei tanto vedere come è fatto!”.
La persona che tanto ha occupato i miei pensieri risponde al nome di Gennaro Mola, diessino di 55 anni; da solo raccoglie gli assessorati alla Polizia Locale, Viabilità, Parcheggi e Nettezza Urbana. Chi ha vissuto a Napoli può adesso rendersi conto dell’operato del Sig. assessore…insomma è tutto merito suo.

Il nostro uomo è anche apprezzato per le sue amicizie con Pezzella, deputato di AN e grande amico di Storace, ed è “apprezzato” per i contatti societari ereditati dallo stesso Pezzella con imprendotori assolti in formula piena ma che hanno avuto contatti con la camorra.

Mola è stato inoltre il più votato dei Ds a Secondigliano nel 2001 e nel 2006 ed “è arrivato soltanto secondo” a Scampia nel 2001 ma si è poi rifatto nel 2006 riconquistando il primo posto!

Il 31 agosto 2006 rappresenta una società di sicurezza PRIVATA in una vertenza sindacale per un appalto in una ASL napoletana; la società è la Mondial Security di proprietà al 40 % di un tal Carlo Buglione( i più attenti avranno già sentito parlare di lui). Negli stessi giorni a Nola la Guardia di Finanza controlla un’ altra società di Buglione, la ISS-International security service e tra le tante irregolarità scoprono nel caveau della società 71.112.165 euro, cumuli di monete metalliche coperte con teloni di plastica, due container aperti pieni di monete.

Insieme alla ISS, Mola è socio di maggioranza nella Vigilanza partenopea e la quota l’ha comprata da una società dell’On. Pezzella di AN; Il nostro assessore cede poi il posto di amministratore unico della Vigilanza partenopea a un sindacalista della Cisal mentre diventano manager della società i rappresentanti di Cgil, Cisl, Cisas e Ugl.

Prima di diventare manager hanno licenziato e messo in mobililtà ben 130 dipendenti!! Sarà stato il prezzo da pagare per poter fare il salto di qualità?

Anonimo ha detto...

Il bravissimo magistrato Francesco Curcio PM della Procura di Napoli(lo stesso magistrato che si sta occupando della denuncia presentata dal nostro compagno Ciro sulla fuoriuscita dagli uffici dell'ispettorato del lavoro di napoli di un esposto-denuncia) sta compiendo accertamenti per comprendere se dal 1 gennaio di questo anno le istituzioni preposte abbiamo preso misure a tutela della salute dei cittadini per l'aggravarsi dell'emergenza rifiuti. Questa mattina, infatti, i carabinieri hanno provveduto a reperire documenti in materia in molti uffici di Asl, comuni del napoletano, all'Arpac, in Commissariato per l'emergenza rifiuti e assessorato all'Ambiente della Regione.
Forza magistratura!!

Anonimo ha detto...

Ciro Crescentini, il sindacalista e dipendente licenziato dalla Fillea Cgil è vittima del sistema di potere bassoliniano della Cgil campania.
Quello che lui ha denunciato in questi mesi si sta rivelando con tutta la sua drammaticità in queste ore.
Lo hanno licenziato e buttato sul lastrico solo perchè era una persona onesta e non omologata con il sistema di bassolino e di gravano.
Reintegratelo immediatamente in cgil!!

Anonimo ha detto...

la sai l'ultima?
Sannino, il segr.generale della fillea di napoli da qualche anno ha un doppio incarico: è anche responsabile di zona della Cgil Confederale di Napoli.
Sapete quale è la zona quella flegrea ovvero: Pianura, Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo...i territori dove sta scoppiando la guerra civile per la discarica ed i rifiuti.
Ovviamente Sannino non è asolutamente presente..
PS/ma come la Cgil affida a Sannino un doppio incarico e Ciro viene licenziato dalla Fillea? perchè non avete nominato Ciro responsabile di zona applicando la mobilità interna?
Eh già non era possibile!Non era bassoliniano..

Anonimo ha detto...

Solo qualche minuto fa è stato diffuso questo comunicato di Cgil, Cisl, Uil di Napoli e della Campania...
E che comunicato!!
Cari compagni dello Spi di Modena avete capito qualcosa?
Noi, no!
Tra l'altro non abbiamo capito quale è la posizione della Cgil Campania.
Quale è la posizione della Cgil Campania sui 2 miliardi di euro spesi negli ultimi anni da Bassolino?

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RIFIUTI: SINDACATI, APPREZZAMENTO PER PROVVEDIMENTI GOVERNO (ANSA) - NAPOLI, 8 GEN - Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil della Campania e di Napoli esprimono '''apprezzamento per i provvedimenti adottati dal Governo'' e chiedono ''un incontro urgente al nuovo commissario straordinario Gianni De Gennaro''. I sindacati auspicano che ''il Governo percorra senza ripensamenti come per il passato la strada intrapresa'' e annunciano che ''nei prossimi giorni apriranno confronti in tutte le province per l'elaborazione di una piattaforma autonoma da proporre agli enti locali'' e attiveranno ''incontri anche con gli industriali, forze politiche, universita' e mondo dell'associazionismo''. Cgil, Cisl e Uil lanciano ''un appello ai cittadini di Pianura a sottrarsi a ogni tipo di strumentalizzazione, isolare i violenti'' e li invitano a ''aprire un confronto con il sindacato e le istituzioni per ricercare soluzioni condivise nell'ambito delle scelte effettuate''. I sindacati auspichino che ''si affermi un profondo senso di solidarieta' istituzionale utile per creare un clima positivo in un momento cosi' difficile'' e chiedono alle forze politiche di ''stemperare i toni della polemica e il clima di tensione in atto''. (ANSA).

Anonimo ha detto...

LEGGETE LA NOTIZIA. FU DIFFUSA NEL MESE DI LUGLIO SCORSO...
LA CGIL CAMPANIA? NON DIFFUSE ALCUN COMUNICATO...
ANZI. IL BOSS GRAVANO SI AFFRETTO' SUBITO A DARE TOTALE SOLIDARIETA'...
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Emergenza rifiuti in Campania: chiesti 28 rinvii a giudizio dei 29 indagati. Truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture sono i reati ipotizzati dai pm partenopei a carico, tra gli altri, del presidente della Regione Antonio Bassolino - commissario straordinario per l'emergenza dal maggio 2000 al febbraio 2004 - di Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, vertici della Impregilo, affidataria dell'appalto dello smaltimento dei rifiuti.
Fra i nomi degli indagati, che da oggi diventano imputati, l'ex vicecommissario, Raffaele Vanoli, l'ex sub commissario Giulio Facchi, tecnici del commissariato di Governo come Giuseppe Sorace e Claudio De Biasio, gli amministratori delegati di Fibe, Armando Cattaneo e Fisia, Roberto Ferraris.
Le richieste dei pm napoletani Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo o, coordinati dal procuratore Camillo Trapuzzano, arrivano dieci mesi dopo le notifiche delle conclusioni delle indagini preliminari (che risalgono all'8 settembre del 2006). Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame aveva respinto, fra l'altro, il ricorso sull'ordinanza del Gip Rosanna Saraceno: provvedimento che dispone il sequestro di 750 milioni di euro del patrimonio del gruppo Impregilo e delle controllate Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti, e che conferma l'impianto accusatorio della Procura.
E il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino ha espresso piena fiducia nella magistratura, ma «altrettanto profonda è la convinzione dell'onestà di Antonio Bassolino». Attestati di fiducia anche dal vicepresidente della Regione Campania Antonio Valiante ha espresso «l'auspicio che quanto prima la vicenda possa chiudersi facendo definitiva chiarezza sulla estraneità di Bassolino ai fatti che gli vengono addebitati, conoscendo e potendo testimoniare la sua profonda onestà e correttezza, valori messi al servizio delle istituzioni nella guida al Comune di Napoli e della Regione Campania».
Il segretario dei Ds Piero Fassino aggiunge che chiunque conosca Bassolino «non può avere alcun dubbio sulla dedizione personale, il rigore amministrativo, il senso delle istituzioni che hanno sempre ispirato la sua azione politica e istituzionale. Ed è stato così anche di fronte all'emergenza rifiuti, affrontata dal Presidente della Regione Campania con generosità e impegno straordinari, con l'unico obiettivo di dare soluzione ad una criticità drammatica che richiama responsabilità di molti e di lungo periodo».

Anonimo ha detto...

in questi anni si è fatto di tutto per boicottare la raccolta differenziata (mai avviata a Napoli, città che produce circa il 60% dei rifiuti regionali!) consentendo alla FIBE(Impregilo-Fiat) di continuare ad accumulare nei Cdr ecoballe di scarsa qualità con i rifiuti che si era impegnata a smaltire dietro lautissimo compenso.

Anonimo ha detto...

PERCHE' E' CALATO IL SILENZIO SUL PROCESSO A CARICO DI BASSOLINO?

Insomma più che chiaro è lampante perchè la notizia del processo a Bassolino per truffa aggravata è rimasta sepolta anche quando le vicende drammatiche di questi giorni dovrebbero riportarla alla luce assieme alla questione del sistema di aziende pubblico-private che è la vera idrovora di risorse del territorio napoletano arrivando a produrre effetti devastanti sull'ambiente e sulla salute.

Qualche motivo immediatamente evidente della sua scomparsa

1) perchè la "sinistra" arcobaleno è nel migliore dei casi condizionata e nel peggiore pienamente connivente a livello locale e nazionale con il sistema del bassolinismo. Solo quando l'opinione pubblica di sinistra si sarà liberata, nell'analisi, del freno inibitorio a pensare rappresentato dal "ma non vorrai mica fare il gioco delle destre" il subsistema di affari della "sinistra" verrà fuori in tutte le sue dimensioni reali. E probabilmente inattese.
Nel frattempo, chiamiamolo cosi', regna il basso profilo. Con il connesso terrore di mettere i fatti entro un contesto.

2) perchè il centrodestra è altrettanto condizionato dalle inchieste per il presidente di regione in Sicilia e ci tiene a non far saltare questo equilibrio e perchè tende a scardinare Bassolino ma non il sistema di drenaggio dei soldi pubblici.

3) perchè imprese come la Impregilo di tutto hanno interesse meno che emergere pubblicamente in queste vicende ed essere di conseguenza emarginate dal sistema di accumulazione di finanziamenti delle miste pubblico-private.

4) per la convergenza di fenomeni come questi, il sistema dei media, di area o generalisti comunque, per adesso "sente" che non è il momento di far emergere autonomamente tutta la vicenda Bassolino. Eppure sarebbe solare la coincidenza di tempi, fenomeno ESTREMAMENTE notiziabile, tra l'emergenza rifiuti e il processo a Bassolino. Sarebbe la trama di un processo in tempo reale da telefilm eppure la si lascia cadere.
Per il governatore della Campania si è creata quindi di qui a febbraio l'occasione per gestire il processo con strategie alla dell'Utri: l'inevitabile picco di attenzione il giorno dell'apertura per arrivare al veloce silenzio successivo, occasione per tutte le mediazioni. Vedremo se ce la farà. Un fatto è certo: finora l'occasione gli è stata data e per convergenza materiale di interessi. Sarà interessante capire se questa convergenza tiene.

Comunque la sinistra ufficiale oggi, a parte qualche sacca di resistenza, è sinistra d'affari.
La Cgil Campania è sindacato d'affari(consulenze,assunzioni parenti,finanziamenti indireti,corsi di formazione, società municipalizzate,Lettieri, Cola, Giustino)

E' ora che la sinistra reale si congedi da questi fenomeni. Per questo agli entusiasti della sinistra arcobaleno va il suggerimento di valutare quanto questa sia piuttosto che una formazione politica un cartello di un comitato d'affari. Con interessi definiti e precise ramificazioni.
Tutto questo è stato prodotto da un lungo processo storico di neutralizzazione delle istituzioni della sinistra che parte dalla piena immissione nel mercato da parte delle cooperative, in contemporanea con l'integrazione del Pci nei nessi amministrativi, per arrivare a oggi al ceto politico che con il ruolo di "mediazione" tra movimenti e istituzioni ha trovato una occasione di autopromozione sociale e di autonomia d'affari.

Ci vorrà ancora tempo perchè a sinistra si arrivi alla consapevolezza di questo contesto, senza prendere le scorciatoie moralistiche di certo grillismo, ma a volte la realtà è tanto testarda da fare capolino.
Nel frattempo tra il mito di Obama e quello caldo del "tutti uniti a sinistra" si confondono ruoli, responsabilità, gerarchie di problemi e prospettive storiche di un paese che sembra un battello alla deriva.

Anonimo ha detto...

Quello che non dice la Cgil Campania sull'emergenza rifiuti....
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Raccontare l’emergenza rifiuti campana, quella vera, non quella proposta dai mass media che in questi giorni hanno acceso i riflettori evidenziando una visione molto parziale del fenomeno, non è un’impresa difficile, poiché basta attenersi alla verità; una verità che è scomoda per l’Italia intera, trattandosi di un problema di tutto il Paese, e non di un pasticcio regionale. Si cerca di far passare il messaggio che si tratta di un problema limitato ad una regione, si cerca di sdoganare il concetto che la causa siano i cittadini che non vogliono gli impianti e le discariche vicino casa loro. Nel fare questo si gioca sul fatto che il funzionamento del mondo dei rifiuti è più complesso di quanto il cittadino comune immagini. In realtà, la storia dell’emergenza rifiuti in Campania affonda le sue radici più indietro nel tempo e le sue cause profonde si annidano nei giorni tragici del terremoto irpino del 1980. Quando le discariche c’erano e non erano di certo sature.

Di sicuro è sempre stato presente un deficit di impianti, ma questo deficit, soprattutto di impianti di recupero e di riciclaggio, è diffuso in tutto il Paese. La gestione dei rifiuti nella regione è sempre stata condotta in modo viziato dall’utopia del “tutto in discarica”, come se le discariche fossero infinite ed eterne. Spesso affidata ai comuni senza una gestione centralizzata, è andata avanti per decenni in modo scoordinato, dove spesso comuni limitrofi adottavano soluzioni diverse. In pratica, non c’è mai stato né un ciclo integrato di gestione dei rifiuti né un piano per la raccolta differenziata. E’ ovvio che un modo di agire del genere non dura in eterno: prima o poi le discariche usate dai comuni dovevano forzatamente esaurirsi.

A questa situazione di cattiva gestione dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti sia industriali sia ospedalieri si aggiunge anche la mancata bonifica territoriale dei siti che hanno visto anni e anni di sversamenti abusivi. La Campania sotto il controllo dell’ecomafia è legata a doppio filo all’emergenza rifiuti. Anzi, alle emergenze rifiuti, perché sono tre, non una sola.

E’ dalla fine degli anni ’70 e, con un grande impulso a partire dalla metà degli anni ’80, che la Campania è crocevia e spesso meta finale del più grande traffico illecito di rifiuti tossico-nocivi del sud Europa. Traffico illecito che ha prodotto come risultato la presenza di migliaia di siti contaminati, dai semplici terreni con abbandono di rifiuti fino alle vere e proprie discariche abusive, situate spesso a breve distanza dai popolosi centri abitati della provincia napoletana.

La comprensione di tale fenomeno iniziò, per merito della magistratura, all’inizio degli anni ’90. In quel periodo fu scoperto che la criminalità campana controllava completamente sia i traffici illeciti sia le imprese di trasporto di rifiuti: imprese che, grazie alle privatizzazioni dei servizi di raccolta e smaltimento, avevano anche appalti per la raccolta dei rifiuti urbani presso molti comuni e, pertanto, anche l’accesso alle discariche autorizzate.

E’ proprio qui l’origine delle emergenze. La prima grande emergenza è di tipo ambientale e sanitario: le migliaia di siti contaminati non sono mai stati bonificati ed i veleni sono ancora tutti sparsi sul territorio. La seconda grande emergenza è stata generata dallo sversamento di rifiuti speciali di provenienza extraregionale nelle discariche autorizzate, provocandone una rapida saturazione con molto anticipo rispetto ai tempi previsti. La terza, infine, sta nel fatto che i traffici illeciti di rifiuti speciali non sono affatto terminati; hanno solo cambiato volto, affinando le tecniche di elusione del controllo pubblico. La somma di tutte queste componenti porta la Campania al suo stato di emergenza. Che oramai emergenza non è più, trattandosi di un fatto cronico, addirittura acquisito culturalmente dagli abitanti e dagli amministratori.

La gestione dei rifiuti solidi urbani è stata per la prima volta regolata in Campania con una legge regionale del febbraio 1993, che si proponeva di raggiungere nel triennio 1993-1995 una riduzione fino al 50 per cento dell’uso delle discariche. Fu il primo piano regionale per la gestione dei rifiuti, in ordine cronologico. Non funzionò. Le discariche presenti in Campania, quelle dove da sempre si conferivano i rifiuti, si stavano pericolosamente avviando alla saturazione. Dal fallimento di questo piano, è nata l’emergenza dei rifiuti urbani: si cercarono altre discariche per il materiale a valle della raccolta differenziata, c’era sempre l’utopia del poter mandare tutto in discarica, non si trovarono siti adatti, e nel giro di pochi anni si sarebbero saturate tutte le discariche campane. In casi del genere, come è ovvio, interviene il Governo nazionale.
Così, l’11 febbraio 1994, il Governo nazionale nominò, con un’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, il prefetto di Napoli a commissario straordinario dell’emergenza nel settore dei rifiuti solidi urbani.

Lo stesso Governo nazionale ha proceduto, il 18 marzo 1996, ad un secondo commissariamento della regione Campania, nominando il presidente della Regione commissario di Governo per la predisposizione di un piano di interventi di emergenza. Tale commissariamento era complementare a quello affidato al prefetto di Napoli, e rivolto alla messa a punto di un piano d’emergenza che fosse risolutivo. Il presidente della Regione, all’epoca era Rastrelli: fece un’indagine conoscitiva presso tutti i consorzi di smaltimento dei rifiuti e presentò il piano d’emergenza. Tale piano fu presentato il 31 dicembre 1996. Undici anni fa.

Se ancora oggi la Campania è in emergenza, è perché questo piano nella pratica quotidiana è fallito. Fallito per il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti in termini di raccolta differenziata, fallito perché molti degli impianti previsti non sono stati realizzati, spesso neanche localizzati: il piano dice che devono essere fatti, ma non dice né dove né entro quanto tempo. Fallito perché, nelle intenzioni di Rastrelli, troppo era assegnato a certi privati, sempre gli stessi, in piena fase ideologica che tende ad eliminare tutto ciò che in qualche modo è pubblico.

Troppa indeterminatezza, troppe cose lasciate “campate in aria”, e non specificate. Tutto ciò ha influito negativamente sul piano di smaltimento, senza fornire le risposte concrete che ci si attenderebbe da un ente pubblico in una materia tanto delicata. Un piano parziale, che non poteva certo portare a risultati definitivi. Caduta la giunta Rastrelli, i danni fatti erano oramai troppi per essere sanati in tempi brevi. L’unica soluzione sarebbe stata quella di rifare un nuovo piano rifiuti, sensato e funzionante. Ma chi è venuto dopo, nell’ordine prima Losco e poi Bassolino, ha preferito seguire la stessa strada, usare lo stesso piano. Tutto questo ha portato la Campania nel baratro nel quale si trova oggi. Per vedere un nuovo piano regionale per i rifiuti, si è dovuto attendere fino al dicembre 2007. E si tratta ancora di un piano parziale, che non risolve affatto tutto.

Tra il 1999 ed il 2000, tutte le discariche campane si sono esaurite. Da quel momento, i rifiuti sono stati portati, prima direttamente, poi tramite gli impianti di CDR, in siti si stoccaggio “provvisori”, spesso sotto controllo criminale ed affittati dai clan al commissariato. Quando non ci sono siti di stoccaggio a disposizione, si cerca di riaprire le vecchie discariche, provocando le rivolte degli abitanti, oppure i rifiuti restano per strada. Una struttura elefantiaca e succhia soldi, quel commissariato straordinario che oramai da oltre un decennio controlla l’affare dei rifiuti in Campania, riesce solo a tamponare momentaneamente lo sfacelo, inviando i rifiuti fuori regione quando può, oppure acquistando e affittando nuovi siti di stoccaggio, o ancora forzando la riapertura di siti oramai esauriti.

E la camorra sorride, visto che incrementa i propri affari d’oro mediante il controllo dei terreni e dei trasporti. Non sorride affatto il livello medio di salute della popolazione. Manca la certezza del futuro, giacché non è prevista, in tempi brevi, la realizzazione di alcun impianto di recupero e riciclaggio nella regione, mentre nuove discariche ed impianti di termodistruzione vengono duramente contestati dai cittadini dei comuni interessati dalla localizzazione nel loro territorio, spesso non a torto trattandosi in molti casi di aree non adatte a simili destinazioni, o di impianti che non sono affatto adeguati e inquinanti almeno quanto le discariche abusive.

Probabilmente, la perdita definitiva del controllo del territorio da parte dello Stato è iniziata proprio durante la ricostruzione post-terremoto del 1980. Si tratta di un quarto di secolo in cui una politica poco autorevole, e spesso remissiva nei confronti di interessi economici, oltre che autocelebrativa, ha di fatto delegato alle mafie ed alle lobby il vero controllo della Campania.

Dopo un quarto di secolo, quella politica – che non è solo regionale, visto che il commissariato straordinario risponde direttamente a Palazzo Chigi ed è una sua diretta emanazione – è ancora poco autorevole. Si arrocca sull’essere autoritaria, nel forzare i blocchi della popolazione davanti alle discariche esaurite. Ma da sempre, essere autoritari non è affatto indice di autorevolezza

Anonimo ha detto...

Bassolino e la Iervolino hanno avuto un forte successo elettorale grazie all'uso nella stessa emergenza rifiuti dei "fondi europei per la creazione di una rete clientelare enorme che FORSE spiega l’imprevisto e sorprendente successo di Rosa Russo Iervolino alle ultimecomunali con il 57% di preferenze".
E tutto questo fa parte di un sistema di più vasto uso dei finanziamenti pubblici generato proprio dall'emergenza rifiuti che produce il "ricorso alla creazione di società miste, cioè pubbliche e private, che assorbono cifre da capogiro per gestire la crisi con funzioni fantomatiche. Pratica che ha il suo apice sotto la reggenza del governatore Bassolino, il sistema è FORSE (idem) quello di affidare tali società ad imprenditori amici che si impegnano a finanziare le campagne elettorali dei loro referenti...

Anonimo ha detto...

ANCHE QUESTO LA CGIL CAMPANIA NON DICE...NON LO DICE LA FILLEA NAPOLI...NON LO DICE LA FILLEA NAZIONALE....
LE COMMISTIONI TRA IL SISTEMA DELLE GRANDI IMPRESE DI COSTRUZIONI E LE ISTITUZIONI CAMPANE...
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Rifiuti Campania: interdizione per Impregilo. Ipotesi di reato: truffa aggravata

(Il Sole 24 Ore) 26 giugno 2007
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Il Gip del Tribunale di Napoli Rosanna Saraceno ha disposto l'interdizione ai contratti con la pubblica amministrazione per un anno, relativamente alle sole attività di smaltimento, trattamento e recupero energetico dei rifiuti, nei confronti di alcune società del Gruppo Impregilo che gestiscono i sette impianti di combustibile da rifiuti della Campania. Le aziende coinvolte sono Impregilo, Fisia, e Fibe Campania.
Il Gip ha accolto le richieste dei Pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, al termine di una indagine sull'ipotesi di truffa aggravata.

Le indagini hanno portato anche al sequestro di circa 750 milioni di euro, somme dovute alle società da parte di molte amministrazioni municipali campane, o relative ad anticipi del commissariato emergenza rifiuti, per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra. Nell'ambito dell'indagine il giudice ha disposto, nel dettaglio, il sequestro di 53 milioni di euro per le spese anticipate dal commissariato di governo per la costruzione degli impianti delle province campane diverse da Napoli, di circa 302 milioni quale tariffa di smaltimento regolarmente incassata; di documenti rappresentativi dei crediti certi, liquidi ed esigibili inerenti alle tariffe non ancora incassate pari a circa 142 milioni; di circa 100 milioni per le altre spese sostenute dal commissariato di governo che per contratto erano a carico delle affidatarie; di 52 milioni circa corrispondenti al mancato deposito cauzionale previsto dal contratto d'appalto; di circa 104 milioni pari al valore del termovalorizzatore di Acerra.

Al provvedimento restrittivo di questa mattina si è giunti dopo una lunga indagine, che ha preso spunto dal periodo in cui, nell'ambito del piano per lo smaltimento dei rifiuti, elaborato dalla Regione Campania, fu espletata una gara d'appalto a seguito della quale risultò aggiudicataria un'associazione di imprese costituita da Fibe e Fisia Campania, che provvide a realizzare i sette impianti per il Cdr, dove stoccare i rifiuti in attesa della realizzazione dei termovalorizzatori.


Nel 2003 giunsero alla Procura di Napoli numerose denunce, in relazione al funzionamento del trattamento rifiuti, alle discariche, ai siti di stoccaggio. Vennero dunque avviate indagini per verificare la correttezza, sotto i vari profili dell'intero sistema.
Emerse allora che i prodotti di lavorazione non avevano le caratteristiche richieste dalla legge e dal contratto, e i pm rinvenneroi gli estremi del reato di «frode in pubbliche forniture», che portò al sequestro degli impianti, dissequestrati poi nel maggio del 2004. Cominciò quindi una lunga battaglia legale, con continui controlli, sequestri e successive revoche, fino alla risoluzione del rapporto contrattuale con le affidatarie, con l'intervento del governo attraverso il decreto legge del novembre 2005, convertito poi in legge nel gennaio 2006.
«Andando a ritroso - si legge nella nota della Procura - è apparso evidente che il comportamento delle societá non appariva lineare, in quanto pur essendo consapevoli fin dall'inizio che lo smaltimento dei rifiuti non avrebbe poturo funzionare, hanno fatto di tutto per dissimulare tale situazione». Un comportamento che, secondo gli inquirenti «è stato possibile grazie alla complicitá e la connivenza di chi aveva l'obbligo di controllare ed intervenire e non l'ha fatto per troppo tempo».

Corte dei conti: spesi 1,8 miliardi per l'emergenza rifiuti
La Corte dei conti ha dedicato nel rendiconto generale dello stato un approfondimento in sede di controllo al fenomeno dell'emergenza rifiuti rilevando che finora sono stati spesi «,8 miliardi di euro, il 21% dei quali per stipendi e funzionamento delle sedi». Una situazione «di estrema gravità - denuncia il procuratore generale della corte, Claudio De Rose - il cui tratto più generale è costituito da una struttura organizzativa ad hoc, che non si giustifica più con gli originari caratteri della eccezionalità e si configura, invece, come una complessa e duratura organizzazione extra ordine, che si affianca a quella ordinaria, bloccandone l'operatività». Per la corte «l'avvicendamento continuo dei commissari straordinari con più vice e subcommissari non ha giovato alla continuità dell'azione«. Ulteriori caratteristiche del fenomeno dell'emergenza rifiuti sono, segnala la magistratura contabile, «i rapporti tra imprenditoria deviata e burocrazia corrotta per lo smaltimento selvaggio dei rifiuti», gli enti pubblici che «per assicurare ai propri cittadini l'eliminazione dei rifiuti - denuncia De Rose - non vanno troppo per il sottile in fatto di appalti e di tutela dell'ambiente, con vantaggio per imprese che provengono dal nulla, senza mezzi e professionalità, e presentano offerte governate da accordi preconfezionati». La requisitoria della Corte dei conti sulla gestione dell'emergenza rifiuti prosegue con la condanna della regia «occulta delle proteste popolari contro impianti o progetti di impianti per porre in risalto ogni volta la questione della scelta del sito, situazione che anima la resistenza locale e vanifica la pianificazione su vasta scala. Per i profili di illecito erariale le procure regionali hanno in corso le relative istruttorie».

Anonimo ha detto...

Il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio sostiene che tra i manifestanti di Pianura ci sono i camorristi...se leggete questo articolo di "Repubblica' edizione di Napoli del 4 aprile 200 scritto dal giornalista Angelo Carotenuto scoprirete che Pecoraro Scanio aveva come suoi braccio detro...dei collusi con la camorra
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l´architetto Claudio Di Biasio aveva un impegno urgente. Controllare a Caserta la discarica che attenuerà l´emergenza rifiuti in Campania. Lo ha arrestato la Finanza all´alba, nella prima retata che rivela il sistema dell´Affare Immondizia, con camorra, politica, consorzi, società miste. Al centro c´è una truffa allo Stato di 9,1 milioni di euro. Spiega in scala ridotta il fluviale spreco di denaro pubblico.
«Lo dico con orgoglio: è la prima operazione con arresti sulla raccolta dei rifiuti», Giandomenico Lepore apre così la conferenza stampa, il procuratore aveva poco prima insinuato: «Chi diceva che sui rifiuti eravamo fermi?» ed è facile capire che è solo l´inizio il blitz di ieri con sette arresti in carcere, due in casa per Claudio Di Biasio e Giuseppe Valente, irreperibile Giuseppe Diana, presente anche nelle indagini sul caso Chinaglia. Il sessantenne ex centravanti che voleva comprare la sua Lazio con 21 milioni di dollari presi in Ungheria. Stratagemma per riportarli in Italia, secondo la Procura di Napoli, maggio 2006.L´inchiesta dei pm Raffaele Cantone e Alessandro Milita tocca il vertice del Commissariato Rifiuti. Con Guido Bertolaso, c´è un terzetto da un mese: Marta De Gennaro che da tempo assiste il capo della Protezione civile è il vicario, sono arrivati poi Alberto Pierobon da Treviso dove fu salutato con qualche critica e Claudio Di Biasio, proposti al ministro dell´Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, il cui nome non ricorrere in nessun atto dell´inchiesta. A chi era legato Di Biasio? Lo dicono per telefono i dirigenti di Eco 4, braccio operativo di Caserta 4: «È uno dei nostri», raccomandano l´ex direttore della società mista Eco 4. Le accuse toccano solo quella fase della sua carriera. Cantone e Milita evidenziano le «pressioni per far transitare Di Biasio ai vertici del Commissariato». Ne avevano chiesto forse l´arresto in carcere. Il gip ha deciso per i domiciliari, con una interpretazione dell´articolo 7, aggravante per chi favorisce una organizzazione criminale. Né Valente né Di Biasio, secondo il gip, pensavano di trattare con clan. Ma il senatore Tommaso Sodano, presidente della Commissione Ambiente, chiede la «rimozione immediata» del subcommissario. «Bisogna fare luce piena, è inquietante: camorra in un organismo con tanti prefetti e funzionari», Sodano darà battaglia.«La camorra non è solo omicidi. Anzi quando non c´è emergenza vuol dire che prosperano i suoi affari, l´indagine ricostruisce i meccanismi finanziari», rileva Franco Roberti, capo del pool Antimafia. Indagine molto complessa che impegna ancora gli specialisti della Finanza, «in un piccolo comando come la tenenza di Mondragone che merita il nostro plauso», rimarcano i magistrati. E il generale Vito Bardi, presente, amplifica gli elogi ai finanzieri del tenente Luigi Scarpetta: «Puntiamo anche in sedi periferiche su lavoro e uomini di grande qualità». Ma qual era il meccanismo per distrarre danaro pubblico con i rifiuti? La società mista. Il pubblico che assume il 51 per cento, il privato il 49. Una sofisticata ingegneria finanziaria consente al privato di drenare gli utili con fatture false: le finte spese riportano i conti alla pari. Significativa una telefonata intercettata. Chiede un impiegato: «Abbiamo avuto 250 mila mila euro, che facciamo?» ma c´è chi lo tranquillizza: «Qui ci vuole subito una fatturella». E i soldi finiscono ai privati. Facile, se manca qualsiasi controllo da parte del socio pubblico e delle istituzioni. Nell´inchiesta sono già inciampati un viceprefetto, un funzionario del lavoro, un magistrato di Santa Maria Capua Vetere, in un groviglio di raccomandazioni per un porto d´armi e per evitare una interdittiva antimafia. Il convolgimento del pm casertano portò una tranche dell´inchiesta a Roma.La Eco 4 serviva 18 comuni da Sessa Aurunca a Castelvolturno passando per Mondragone, Cellole, Calvi, Cancello Arnone. «La camorra pagava alla camorra». Due i clan: i Mondragonesi e i Casalesi, ramo Bidognetti, che incassavano 15 mila euro al mese. C´erano poi i posti di lavoro ad amici dei clan e dei partiti. Il voto di scambio ricorre. La parte pubblica della gestione consentiva di aggirare le norme della contabilità di Stato, quella privata assorbiva il denaro sistemando i conti con fatture false per 910 mila euro. Ma spuntano anche società fittizie quando i protagonisti decidono di defilarsi consegnando una decotta Eco 4 al consorzio Caserta 4. Gonfiano i crediti a dismisura, con una perizia truccata. «Quello che valeva 1, risultava 1000» spiega un investigatore. «Hanno venduto il nulla, quindi». Il prezzo: 9.100.000 euro, 18 miliardi di vecchie lire per una scatola vuota.Una fortunata parabola per la Eco 4. La società mista fu creata attraverso una gara: prevalse l´Ati "Flora Ambiente", Flora come la figlia di Michele Orsi, il principale imputato con il fratello Sergio, più volte arrestati. Sconfitta "Eco Campania", ricondotta a Nicola Ferraro, consigliere regionale Udeur, segretario del partito casertano prima che fosse commissariato. I fratelli Orsi sono legati a Giuseppe Diana, irreperibile, considerato il punto di contatto tra clan dei Mondragonesi e Eco 4. Sua la Dianagas che rileva nel 2001 la Domizia Gas da Gennaro Sorrentino, arrestato nel 2004 per estorsione a due imprenditori. Un incidente giudiziario che tronca le sue aspirazioni politiche in una formazione di nuovi socialisti. All´interno di Domizia gas furono presi due latitanti, uno era Giuseppe Fragnoli, considerato il capo del clan vincente sui La Torre, quasi tutti pentiti. Nella retata di ieri figurano i fratelli Orsi, Gennaro Fiorentino, Giuseppe Fragnoli con il fratello Giacomo, oltre a Vincenzo Filoso e Augusto La Torre. C´era questo dietro il consorzio Caserta 4, ora si sa meglio come siano stati divorati i milioni dell´emergenza rifiuti. Lo Stato tenta con affanno il recupero: sequestrati ieri venti appartamenti, due palazzi, auto, quote societarie. Ma sono molti gli indagati, i libri contabili, le intercettazioni che si ignorano. È stato arrestato un subcommissario e lo scandalo sembra non sia ancora esploso.

Anonimo ha detto...

LE RAGIONI DEL COCCODRILLO...

Non fa bene al suo presente e al suo passato Antonio Bassolino, Governatore da 8 anni 8 della Regione Campania e Sindaco di Napoli dal lontano 1993, a cercare riparo sopra il cumulo d’immondizia che prima di soffocare territorio e vita di gente comune sommerge le carriere di politici e tecnici.
Le sue tardive lacrime sono a effetto, roba da sceneggiata, piu’ in linea col chiagn’ ‘e fott che col ravvedimento. E comunque alla maniera berlusconiana lui dice: ‘‘Non lascio‘‘. Imperdonabile e strafottente, come la politica del Palazzo diventata politica dei Principi. Nella lettera pubblicata stamane sul quotidiano ‘La Repubblica’ si susseguono giustificazioni che non giustificano il suo ruolo politico prima di sindaco poi di presidente regionale in una zona si’ incancrenita da una malavita fra le piu’ aggressive, ma non per questo destinata a essere accettata e aiutata come faceva la peggiore Democrazia Cristiana. E prima di lei il fascismo e i ministri giolittiani.

Compito dei politici dalla Mani Pulite in quel Pci dove, oltre trent’anni or sono Bassolino iniziava a militare, era denunciare e combattere la malavita organizzata non assecondarne attivita’ collaterali e in molti casi primarie come mostrano recenti indagini della Magistratura sugli appalti assegnati dal Consiglio regionale campano. Ricordiamo l’inquietante intervista rilasciata dal Governatore oltre un anno fa a Report e i suoi stizziti commenti a telecamere credute spente, che invece riprendevano gli improperi rivolti al cronista. Alla maniera d’un Vicere’ Bassolino si sentiva vittima di lesa maesta’ e sbiliava livoroso. Anche nella missiva odierna, che dovrebbe servirgli da giustificazione, non riesce a trattenere l’acredine contro ‘‘i comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi antirifiuti-demonio – ma come non era amico del cardinale Giordano e baciava l’ampolla di San Gennaro? - disoccupati organizzati‘‘ mostrando lo snobismo mutuato dal suo mallevadore D’Alema contro il popolo bue. Di cui s’apprezza la mansuetudine in mandria, e si soffre l’impatto massiccio in caso di abbrivio.

Anonimo ha detto...

QUELLO CHE LA CGIL CAMPANIA NON DICE...

Chi dice che l’immondizia non ha valore?
Per la camorra, lo smaltimento dei rifiuti, in discariche illegali si intende, e’ un giro d’affari da 600 ML di euro.
E i 14 anni di commissione straordinaria per i rifiuti ci sono costati 1 miliardo e 800 ml di euro. In buona parte spesi per consulenze; 60 milioni spesi per spostare i rifiuti in Germania, dove si trasformano in energia. Mentre in Italia, le ecoballe stoccate nei 7 impianti costruiti dalla Impregilo, non solo non producono energia, ma sono una bomba ecologica pronta a scoppiare.
Dov’e’ il ministro Amato, che si preoccupava della sicurezza degli italiani? Ma sarebbe anche il caso di coinvolgere il ministro Mastella, visto che degli ultimi consigli regionali, 4 assessori all’Ambiente erano dell’Udeur; consiglio regionale presieduto dalla moglie Sandra Leonardo. E Pecoraro Scanio, dopo aver piazzato il fratello nella casta, non potrebbe interessarsi a problemi esterni alla famiglia?
Purtroppo la gestione commissariale (8 commissari in 14 anni) e’ servita solo alla politica per piazzare le sue persone, realizzando solo sprechi e clientele politiche. Nei consorzi di bacino si e’ dato posto a politici trombati con tanto di auto blu e autisti.
Non a caso la Corte dei conti chiede a Bassolino un risarcimento di 3 milioni di euro, per gli sprechi di un call center ambientale, con 100 operatori per smistare 5 telefonate a settimana. Tra le spese dei consulenti, da registrare anche i 724.680 euro spesi in telefonate internazionali e in contatti con le linee erotiche …
La Fibe, azienda del gruppo Impregilo di Romiti e figli (di cui i magistrati di Napoli hanno chiesto il rinvio a giudizio) avrebbe dovuto realizzare 2 cdr e 7 inceneritori in 300 giorni. Almeno questo prevedeva l’appalto della gara stipulata nel 2000. Sono passati 14 anni, del problema rifiuti ne aveva parlato Report qualche mese fa: non si puo’ parlare di emergenza. Brave persone? Sig. Ministro, credo che le brave persone non possano essere quelle che fanno politica solo per il proprio interesse.
Le vicende che riguardano Bassolino sono tante e chi ha letto la stampa locale o visto la nota trasmissione REPORT, sa bene che stiamo parlando di una persona dalla dubbia moralita’. E seppure fosse una brava persona non e’ comunque ammissibile che le uniche parole che riesce a dire dopo tanti anni di “emergenza rifiuti” sono: “Sono stati fatti degli errori, bisognava costruire inceneritori gia’ da tempo”. Dimenticando che:
1)Lui e’ stato sempre parte attiva in questa vicenda, quindi perfino quello di qui parla e’ anche una sua responsabilita’.
2)Che la scelta degli inceneritori e’ certamente nociva per la salute pubblica, ma che la sua ostinazione verso questa soluzione lascia trasparire una forte incompetenza in materia nonostante gli anni dedicati a questa attivita’.
3)Non e’ stato in grado di attivare un processo ecocompatibile, fatto di un piano di raccolta e riciclaggio dei rifiuti se non addirittura di riutilizzo come accade nei paesi nordeuropei.
4)Che sono stati spesi miliardi di euro nell’arco degli anni e che non sono serviti nemmeno a vivere in una maniera dignitosa.
5 Che ora la TARSU e’ aumentata ancora fino a cifre tre volte superiori alla media e che se si considera lo stato di cose, questa e’ la piu’ grande beffa che un cittadino possa subire dallo stato.

Anonimo ha detto...

APPELLO AGLI INTELLETTUALI MERIDIONALI

Ormai non si può più restare inerti e indifferenti di fronte allo scandalo e al raccapriccio che inevitabilmente suscita in tutte le coscienze libere e normali il paesaggio orribilmente sfigurato da montagne di spazzatura che invadono ed appestano le strade della città di Napoli e dintorni. Non si può (e non si deve) restare passivi di fronte allo spettacolo indecente offerto non solo dai territori sommersi da cumuli di immondizia, ma anche dalla gente di Pianura assalita brutalmente dalle forze dell’ordine al servizio di un potere cieco e sordo che ha fallito rovinosamente e ora tenta di scaricare (come sempre) le proprie responsabilità e i propri "sensi di colpa" criminali sulla popolazione. Un potere osceno e nauseabondo come la spazzatura! Un potere inteso non solo come ceto politico locale e nazionale, ma anche come sistema economico-affaristico costituito da un intreccio lurido e perverso, ma nel contempo "fisiologico" e inevitabile, tra capitalismo lecito ed illecito, incentrato sulla malavita imprenditoriale organizzata. Oltre al danno (ovvero i delitti e lo scempio di ordine economico-ambientale, sociale e morale), oltre alle "mancanze" e alle "inadempienze" storiche che si sono accumulate per anni, insieme ai sudici ammassi di spazzatura, la gente partenopea deve sopportare anche l’amara beffa cagionata dalla fiera dell’ipocrisia, dall’invereconda esposizione televisiva delle "lacrime di coccodrillo" del "povero ed afflitto" governatore Bassolino. Gli spazi pubblici (invivibili da anni) di Pianura, come di altri quartieri napoletani, sono assediati e infestati da cumuli di rifiuti. C’e gente che non riesce più a varcare la soglia di casa per uscire (anche solo per fare la spesa) essendo impedita da mucchi insormontabili di immondizia. A Napoli e dintorni è in atto un’aspra e feroce vertenza di massa, esplosa come una spaventosa eruzione del Vesuvio, che forse avrebbe arrecato meno danni. Su Napoli e sull’intera Campania incombe un vero disastro ecologico e territoriale, una catastrofe sanitaria e sociale. Ma incombe anche un’ingiusta e velenosa condanna di stampo razzista, emessa da parte di un sistema mediatico-propagandistico che invece di denunciare il colonialismo storico che affligge le comunità del nostro Meridione, preferisce evocare formule precostituite, ideologicamente pregiudizievoli e compromettenti sulla presunta inferiorità e arretratezza culturale dei popoli meridionali, in particolare della gente partenopea. Gente che invece è figlia di un ricco coacervo storico-culturale generato dalla Magna Grecia ed altre antiche e raffinate civiltà mediterranee. Ho sempre associato la nozione e l’immagine dell’intellettuale a figure scomode e destabilizzanti come Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini, mosse da una profonda e coraggiosa passione civile autenticamente rivoluzionaria, che li ha indotti ad assumere sovente posizioni fermamente critiche e controcorrente, sempre schierate dalla parte dei soggetti più deboli e indifesi, gli "umili" di Manzoni, i "vinti" di Verga, insomma i reietti e i diseredati della nostra società (ecco come si manifesta il vero anticonformismo), rispetto alle scelte e agli schemi di giudizio e di condotta predominanti. Pertanto, lancio un accorato appello per invitare tutti gli intellettuali liberi e coscienti della nostra terra, intesa non solo come Irpinia, bensì in un senso più lato che abbracci l’intero Meridione, a fare altrettanto, a prendere iniziative e posizioni assolutamente scomode e irriducibili rispetto alla linea imposta dai mass-media ufficiali assoggettati ai poteri dominanti che vogliono tacere le proprie atroci responsabilità, scegliendo la strada della repressione e della criminalizzazione a scapito delle comunità locali che si ribellano giustamente ad uno stato di "emergenza permanente" che dura ormai da oltre un decennio e che è funzionale solo a logiche occulte, prettamente affaristiche e criminali.

Lucio Garofalo

Anonimo ha detto...

L'altro ieri, il direttore di 'Repubblica' Ezio Mauro è andato a Pianura per verificare di persona su quanto stava accadendo. Ieri ha scritto un lungo reportage sulla pagina nazionale del quotidiano. Ezio Mauro ha detto chiaro e tondo che i manifestanti non sono ' camorristi', la discarica di Pisani è una bomba ambientale.
Sembra che il Governo sia orientato a ripensare la scelta sulla discarica Pisani.
Allora mi chiedo. Se il Governo e De Gennaro ci ripensaranno,
la Cgil Campania non farà l'ennesima pessima figura dopo essersi schierata acriticamente per la riapertura della discarica solo per non dispiacere il Governatore?
Non dimostrerà ancora na volta mancanza di autonomia?
Perchè i dirigenti ed i "quadri" della Cgil campana non si sono recati sul posto - così come ha fatto il direttore di repubblica - per rendersi conto della situazione?

Anonimo ha detto...

SULLA VICENDA RIFIUTI, FINALMENTE INTERVIENE LA CGIL NAZIONALE!! DOPO LE TIMIDE ED AMBIGUE DICHIARAZIONI DEI DIRIGENTI CAMPANI ED UN INCOMPRENSIBILE COMUNICATO DIFFUSO ALLE ORE 22 DI IERI DA CGIL, CISL, UIL CAMPANIA, SCENDONO IN CAMPO LE CONFEDERAZIONI NAZIONALI CON UN DURO INTERVENTO.
GRAZIE COMPAGNI!! E' UN OTTIMO SEGNALE!!
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Cgil, Cisl e Uil, a Napoli e in Campania situazione indegna per paese civile
Roma, 9 gennaio - Le segreterie confederali Cgil, Cisl e Uil confermano profonda preoccupazione per la situazione igienica e per la condizione delle persone in relazione a quanto sta avvenendo a Napoli e in Campania.
Si tratta di una situazione indegna di un paese civile, le cui responsabilità, che esistono e vanno riconosciute, risalgono nel tempo e appartengono al complesso delle istituzioni nazionali e locali. Esse avrebbero dovuto intervenire per evitare che la situazione precipitasse al punto estremo di degrado che si è verificato negli ultimi giorni.
Le decisioni assunte dal governo nazionale per far fronte all’emergenza vanno rapidamente ed efficacemente realizzate. Al tempo stesso bisogna avviare con immediatezza interventi strutturali che pongano mano al ciclo integrato dei rifiuti, utilizzando tecnologie aggiornate sicure e sostenibili e avviando la raccolta differenziata e quant’altro previsto dai piani.
Conclusa la fase di emergenza andranno pienamente ripristinate le competenze e le responsabilità della Regione e degli Enti locali, ristabilendo in quei territori, per quanto riguarda la situazione dei rifiuti, una corretta articolazione di responsabilità e gestione.
Cgil, Cisl e Uil fanno appello alle popolazioni campane affinché distinguano le legittime proteste contro situazioni insostenibili sul terreno della vivibilità, dalle provocazioni preordinate e messe in atto da gruppi certamente non estranei alla criminalità organizzata, come già avvenuto in passato.
Il ripristino della normalità va accompagnato dall’avvio di una fase di informazione e discussione con le popolazioni interessate che dia trasparenza alle scelte relative ai contenuti e alle conseguenze sui territori oggetto del piano d’intervento sul ciclo dei rifiuti.
In funzione di questi obiettivi i segretari generali e nazionali, di intesa con i segretari campani, sollecitano un urgente incontro al nuovo commissario.

Anonimo ha detto...

Meglio tardi che mai.

Anonimo ha detto...

QUELLO CHE NON DICE LA CGIL CAMPANIA SULL'INTRIGATA STORIA DELL'EMERGENZA RIFIUTI...
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Il 9 marzo 2005 la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti procedeva all’audizione dei piú importanti gruppi bancari italiani, Capitalia, Banca Intesa, San Paolo Imi e Gruppo Unicredito Italiano, preoccupati per i loro finanziamenti alle società Fibe e Fibe Campania del gruppo Impregilo, allora controllato da Cesare Romiti, facente parte del “salotto buono” della finanza, editore del maggior quotidiano italiano. Le banche avevano voglia di smarcarsi: si erano esposte per decine e decine di milioni di euro finanziando con la massima leggerezza Fibe e Impresilo. La relazione della Commissione afferma infatti: «non è chiaro come gli istituti bancari possano aver pensato, nel momento in cui fornivano i finanziamenti, di essere in condizioni di “normalità”, come espressamente affermato, posto che l’emergenza campana era pluriennale e nota a tutti; considerato, peraltro, che vi era piena consapevolezza del fatto che tale sistema, come proposto da Fibe, era “certamente pionieristico”, “il primo in Italia di queste dimensioni”.

Il sistema a cui si riferisce la Commissione è la messa in atto, in modo generalizzato e “dogmatico” nella regione Campania, commissariata da oltre tredici anni, del cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti, assai propagandato dall’associazione ambientalista “parastatale” Legambiente e fatto proprio dalla quasi totalità delle forze politiche italiane.

Dietro un elenco delle azioni da intraprendere per gestire i rifiuti apparentemente corretto partendo dalla riduzione, il riciclaggio e il recupero di materia, da effettuarsi con raccolta differenziata , il sistema punta, però, tutto su quello che dovrebbe essere l’ultima e residuale azione, quella del cosiddetto recupero energetico, mediante la termovalorizzazione, ossia l’incenerimento dei rifiuti.

Questo aspetto è stato gravemente inquinato da uno scandaloso sistema di incentivazione pubblica, previsto nel 1992 dall’allora Commissione interministeriale dei prezzi e conosciuto come CIP 6, che, tassando con oltre il 7% le bollette elettriche, ha finanziato e finanzia, con la scusa delle energie rinnovabili, soprattutto gli impianti di incenerimento. A titolo di esempio, gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2006, riguardo alle fonti rinnovabili, assegnano agli inceneritori di rifiuti e biomasse 1.135 milioni di euro, quasi i due terzi degli oltre 1.758 milioni di euro erogati, a fronte di 40.370 euro assegnati al solare fotovoltaico, pari allo 0,00002% di quanto erogato – con buona pace della la retorica “ambientalista” e “solare”di molte delle forze politiche italiane.

È bene ricordare che il sistema dei contributi CIP 6 rappresenta, in risorse reali, la quasi totalità del sistema di finanziamento alle fonti energetiche rinnovabili, ed è in questo modo che si è fatta, e si fa, concretamente, la politica energetica e ambientale in Italia – il che viene costantemente ignorato da politici e mezzi di comunicazione di massa. Ma il meccanismo di finanziamento dei CIP 6 era ben chiaro alle banche che finanziavano l’operazione rifiuti in Campania. Sempre riprendendo il testo della Commissione, vediamo come i profili vantaggiosi e positivi, dal punto di vista dei finanziatori, dell’iniziativa di finanziamento del progetto del sistema integrato del ciclo dei rifiuti proposto dalla Fibe in Campania erano stati riposti – a quanto emerso – nella produzione del Cdr, con i connessi benefici del CIP6»: bruciare energia e venderla era parte fondamentale del business di FIBE» e per le banche rappresentava il 60 per cento dei ricavi del progettO.

Il Cdr era stato peraltro la trovata retorica per far digerire meglio la «termovalorizzazione» dei rifiuti: invece che bruciare il “tal quale” era meglio inventarsi un “combustibile” derivato dai rifiuti – questo è il significato dell’acronimo Cdr –,alla cui promozione si erano applicati una parti rilevanti del mondo “ambientalista” italiano, la solita Legambiente in testa.

Peccato che il Cdr prodotto dalla società Fibe – del gruppo Impregilo, finanziato dalle piú importanti banche italiane – negli stabilimenti realizzati in Campania, non rispondesse al minimo delle specifiche tecniche previste dalla normativa, per quanto riguardava sia l’insufficiente potere calorico, sia la presenza di sostanze tossiche, e ciò nonostante che in un primo tempo «i rilievi effettuati dalla Asl, dall’Arpa e dall’aggiudicataria, conducevano a una valutazione di conformità del Cdr nei limiti della normativa»; successivamente però, soprattutto a seguito dell’inchiesta giudiziaria, veniva rilevato che «il Cdr prodotto non risponde ai requisiti richiesti: tra le molte “anomalie”, nelle ecoballe sono state rinvenute percentuali di arsenico superiori ai limiti imposti, oltre che a oggetti interi (per esempio, una ruota completa di cerchione e pneumatico), fatto questo che acclara l’omissione della fase della lavorazione; inoltre la frazione umida ha presentato valori superiori ai limiti previsti nella tabella; peraltro anche il sovvallo e la Fos sono risultati irregolari, a ulteriore conferma che la gestione del ciclo integrato non è riuscita a rispettare il contratto sin dal momento del conferimento del rifiuto da parte dei Comuni. Situazione che non può certo essere spiegata unicamente in riferimento all’emergenza nell’emergenza (connessa ai sequestri delle discariche soprarichiamati) o come risultato di una cattiva metodologia di raccolta differenziata, ma che finisce per apparire vulnus strutturale del progetto, sia in relazione all’adeguatezza tecnica degli impianti, che riguardo al know how di settore che si sarebbe dovuto richiedere e pretendere dalla società affidataria».

Le banche comunque riescono a smarcarsi, rinunciano a subentrare a Impregilo di Cesare Romiti e società collegate, in quanto una volta «ricevuta l’informativa dell’inadempimento di Fibe dal Commissario Catenacci, non hanno esercitato la facoltà di sostituirsi a Fibe», però «hanno in pratica finito per divenire gli interlocutori del Commissario in riferimento alle successive scelte che il Commissario ha poi dovuto assumere.

Le banche, sempre nel 2005, fanno approvare da un governo compiacente un decreto di risoluzione del contratto che mantiene le società di Impregilo solo come esecutrici, mentre lo Stato, tramite il Commissariato per l’emergenza, si assume, da allora in poi, tutti i rischi imprenditoriali, con buona pace, questa volta, della retorica “liberale e liberista” imperante nella cultura politica ed economica italiana – esempio concreto e usuale di capitalismo assistito. Viene cosí azzerata la gara di appalto che aveva assegnato, a suo tempo, a Impregilo e società collegate la gestione di tutto il ciclo dei rifiuti in Campania.

Una strana gara di appalto, quella che le società del gruppo Impregilo di Cesare Romiti avevano vinto, nel lontano 1999, «promettendo servizi nettamente sottocosto» – secondo quanto giudicato da un esperto, come Walter Canapini, in un’intervista a un quotidiano. Del resto i criteri di valutazione di quella gara d’appalto puntavano su bassi costi e rapidità nei tempi di realizzazione e messa in esercizio (300 giorni!), mentre alla qualità degli impianti era riservato un misero 10%, tanto che Impregilo e collegate avevano avuto per il «valore tecnico delle opere» il punteggio di gran lunga piú basso, rispetto agli altri partecipanti alla gara.

Del resto, proprio la gara di appalto svela il trucco della retorica dell’ambientalismo egemone “legambientino” del «ciclo integrato dei rifiuti»: da allora e per tutto il seguito della vicenda, si punterà tutto sulle soluzioni impiantistiche finalizzate all’incenerimento. Filippo Granara, Rappresentante di Banca Opi gruppo San Paolo Imi, che aveva posto in essere il project financing alla Fibe per circa 400 milioni di euro, riferendosi alla gara di appalto e all’inceneritore di Acerra, dichiarava alla Commissione che era previsto nella gara espressamente il beneficio CIP6 per quell’impianto. E sarà però proprio questa delirante ortodossia inceneritorista che causerà la crisi.

L’ortodossia “ambientalista”, riproposta in modo martellante anche dai mass media e da frotte di politici ignoranti, vede la «termovalorizzazione» mediante incenerimento non solo come soluzione del problema rifiuti, ma anche come alternativa alle discariche – dato, quest’ ultimo, assolutamente fantasioso, in quanto se anche la termovalorizzazione fosse integrale per tutti i rifiuti, non li eliminerebbe fisicamente, ma si limiterebbe a ridurli a circa il 30% della massa iniziale, oltre a produrrne, a sua volta e in quota non irrilevante, un ulteriore 3-5% e di una tipologia estremamente pericolosa, e tutti questi rifiuti hanno a loro volta bisogno di discariche.

A dispetto delle retoriche inceneritoriste, la chiusura delle discariche allora esistenti e la mancata previsione di nuove discariche nel «ciclo integrato dei rifiuti» campano innescherà, nel proseguo, inevitabilmente la crisi e lo stato di emergenza.

Gli impianti realizzati dalle imprese del gruppo Impregilo di Cesare Romiti risulteranno essere di infima qualità – come dimostra la vicenda del Cdr diventato semplicemente «ecoballe» negli impianti realizzati e, ancora di piú, il progetto del primo impianto di termovalorizzazione, quello di Acerra, per il quale non viene previsto, originariamente, nemmeno un soddisfacente sistema di abbattimento degli inquinanti, tanto che il gruppo di lavoro del ministero dell’Ambiente, che successivamente revisionerà il progetto, imporrà adeguamenti tecnici per un costo di 25 milioni di euRO.

La qualità degli impianti veniva invece vantata dall’amministratore delegato di Impregilo, Alberto Lina, che dichiarava alla Commissione di avvalersi di know how tedesco proveniente da Deutsche Babcock Anlangen Gmbh, impresa collegata a Impregilo nell’affare “gestione rifiuti” in Campania, e che avrebbe avuto ben 570 referenze al mondo nel campo degli inceneritori. Queste affermazioni erano state evidentemente prese per buone dal ministro dell’Ambiente, retto allora dall’ambientalista di lungo corso Edo Ronchi, che il 31 dicembre 1999 esprimeva il parere finale favorevole di compatibilità ambientale in quanto sulla base delle informazioni disponibili non si sono rilevati significativi elementi di incompatibilità ambientale e territoriale connessi con la costruzione e realizzazione dell’impianto.

Il parere di compatibilità ambientale dovrebbe arrivare solo dopo una formale e corretta procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che in questo caso non c’è stata, se si deve tener conto anche di quanto affermato dall’ing. Bruno Agricola, alto dirigente del ministero dell’Ambiente, a capo di un gruppo di lavoro ministeriale che, avendo avuto il compito di “aggiornare” il parere ministeriale, cosí dichiarava alla Commissione: «stiamo intervenendo in un processo in cui vi è una necessità di carattere generale che ha portato ad alcune decisioni, che per noi sono un punto di partenza. È ovvio che, se si fosse seguita una procedura non di emergenza, i risultati, a mio avviso, sarebbero stati sicuramente differenti, però non si può immaginare di cambiare le condizioni a monte, perché queste per noi sono un vincolo». Dichiarazioni che, da buon burocrate navigato tendente a smarcarsi da responsabilità ritenute esclusivamente politiche, ribadisce quando, di seguito, afferma: «quello che noi non possiamo fare è dire dove avremmo voluto o potuto mettere l’impianto. Noi dobbiamo dire se è compatibile o meno; abbiamo indicato le condizioni alle quali si ritiene compatibile: questa è l’opinione della commissione, poi vi è l’opinione del ministro. Sulla base di ciò si potrà dire se è compatibile o meno – il parere, alla fine, è del ministro. Comunque, per tutelare l’ambiente, e anche se stesso, il gruppo di lavoro ministeriale imponeva all’inceneritore di Acerra oltre gli «adeguamenti» tecnici anche l’esclusivo utilizzo di Cdr di qualità adeguata.

Del resto il Capitolato speciale di appalto prevedeva che i concorrenti si impegnassero «con mezzi finanziari propri» a «realizzare tre impianti produzione Cdr e un impianto dedicato alla produzione di energia mediante termovalorizzazione Cdr da porre in esercizio entro il 31 dicembre 2000, assicurando nelle more della messa in esercizio di detto impianto il recupero energetico del combustibile prodotto, oltre a «possedere e/o disporre immediatamente di sito per la realizzazione di impianto di termovalorizzazione».

Si noti come la gara d’appalto – oltre a prevedere tempi “certi” di realizzazione, slittati però, per alcuni aspetti, di oltre 7 anni – conferissea la piena potestà all’impresa aggiudicataria, in barba a qualsiasi minimo criterio di pianificazione territoriale, di scegliere i siti per realizzare gli impianti.

Questo aspetto della vicenda darà luogo a strane vicende legate alla crescita estemporanea dei valori commerciali delle aree da destinarsi agli impianti, con compravendite effettuate da soggetti terzi, poco prima dell’acquisto definitivo da parte dalle imprese del gruppo Impregilo di Cesare Romiti.

A fronte delle incredibili carenze da parte delle strutture industriali “nordiste”, come delle amministrazioni locali e dei governi romani dai colori piú variegati, senza dimenticare gli apparati culturali “ambientalisti” e i mass media asserviti a concreti interessi economici, l’unica struttura che in questa vicenda è riuscita a essere adeguata ai compiti – insieme a gruppi di cittadini consapevoli, con i loro comitati –, è stata la magistratura napoletana che, perlomeno, ha evidenziato con chiarezza alcuni aspetti di questa gigantesca truffa, portando avanti alcune precise denunce, a cominciare proprio dalle «ecoballe» fatte passare per Cdr, fino al nodo, particolarmente importante, delle carenze impiantistiche e gestionali degli impianti, nodo che viene al pettine nel giugno 2007 quando il Gip del Tribunale di Napoli dispone il sequestro di circa 750 milioni di euro alle imprese del gruppo Impregilo, oltre alla interdizione ai contratti con la pubblica amministrazione per un anno.

Ma questa azione della magistratura era stata prevista in tempo utile dalle banche, a dimostrazione che il sistema bancario, in questa vicenda, si è dimostrato, nel concreto, piú accorto del velleitario sistema politico, non avendo voluto accollarsi un fallimentare sistema di gestione, a partire dal «termovalorizzatore» di Acerra.

Per il futuro vengono proposte alcune ricette per uscire dalla crisi, anche elaborate proprio da chi è stato la sua principale causa e, non a caso, sono precisamente queste a essere assunte da tutta la classe politica tradizionale.

Un esempio è quello che suggeriva, a suo tempo, l’amministratore delegato di Impregilo Alberto Lina: modificare la normativa sul Cdr e rendere finalmente utilizzabili e profittevoli, come combustibile, le «ecoballe» stoccate. Queste le sue parole: «a questo punto bisogna andare avanti e realizzare, il piú velocemente possibile, i due termovalorizzatori – noi o altri, se ne può parlare – e, in essi, bruciare le ecoballe che si sono accatastate. Non mi sembra che queste ecoballe possano essere smaltite presso degli inceneritori di terzi e quindi dovremo bruciarle noi. Per questo, basterà solo aggiungere qualche copertone e, sicuramente, nei termovalorizzatori della Campania queste ecoballe diventeranno combustibile e produrranno energia. Quindi, in questo momento, stiamo producendo non materiale inutile, bensí rifiuti che il sistema, nel suo complesso, discrimina e ci dice che non sono a norma e che non possono essere stoccati. In realtà, dobbiamo uscire da questa situazione abbastanza intricata e assurda».In tal modo si supererebbero anche le prescrizioni pilatesche dei tecnici del ministero dell’Ambiente, che avevano vietato l’utilizzo delle «ecoballe» perlomeno nell’inceneritore di Acerra.

Questa soluzione diventa piú solida se, adesso e anche per il futuro, l’incenerimento di queste «ecoballe» verrà incentivato come energia prodotta da «fonte rinnovabile», proprio per la presenza di frazioni significative di rifiuti biodegradabili, frazione che in un sistema decente di gestione rifiuti dovrebbe essere destinata alla produzione di compost e non certo incenerita.

L’incentivazione all’incenerimento della frazione biodegradabile dei rifiuti viene invece prevista dall’ultima Legge finanziaria, art. 2, comma144 e comma 145, nella misura di 22 centesimi di euro per kWh, in misura uguale all’energia idraulica e in misura maggiore rispetto all’energia geotermica e ai gas prodotti dai processi di depurazione o ai gas di discarica: in questa ottica il detto camorrista “a monnezza è oro” diventa legge dello Stato.

Dall’esame dei fatti dovrebbe risultare chiaro quale è la camorra che sta dietro all’emergenza rifiuti della Campania.

Piú che la locale e tradizionale malavita – che si è occupata di gestire i rifiuti industriali e tossici per conto del sistema produttivo nazionale –, la vera camorra è quella finanziaria-industriale dei “salotti buoni” milanesi, padrona dei governi romani e dell’editoria nazionale – e che poi è lo “stato” che governa gli italiani. Il fatto che questo “stato” sia padrone dei mezzi di comunicazione di massa risulta essere particolarmente utile per scaricare le vere responsabilità su un’indeterminata malavita e su una classe politica locale – peraltro assolutamente indifendibile. Meglio poi se l’operazione viene eseguita da eroici e minacciati scrittori dalla barba incolta o da giornalisti professionalmente intenti a fustigare la morale politica – tutelando, nel contempo, l’immoralità e la criminalità economica ufficiale e istituzionale.

La soluzione proposta, invece, dai gruppi di cittadini consapevoli e dai loro comitati, riassumibile nella strategia «verso i rifiuti zero», non sembra avere, al momento molte possibilità, sia perché non è abbastanza dispendiosa – non prevedendo la realizzazione degli impianti di incenerimento che, se sono quelli piú pericolosi per la salute, sono però anche i piú lucrativi per la realizzazione e gestione –, sia perché responsabilizza il sistema produttivo a un uso piú sostenibile delle merci e dell’energia, senza ricorrere alla faciloneria di soluzioni impiantistiche, che promettono miracoli e poi, nel concreto, comportano il piú delle volte danni non previsti, oltre che, in alcuni casi, veri e propri disastri.

A ogni modo, in Italia sono ormai milioni gli abitanti di Comuni o Consorzi che hanno realizzato concretamente questa strategia; partendo dalla raccolta differenziata «porta a porta» si raggiungono risultati quali la minore (intorno al 20%) produzione di rifiuti pro capite, le maggiori (fino al 75%) rese di raccolta differenziata, i minori (mediamente del 15%) costi del servizio. Questi dati risultano dallo studio effettuato dall’Ecoistituto di Faenza, confrontando, con dati del 2005, 918 Comuni di Lombardia e Veneto, per un totale di 6.750.734 abitanti, che effettuavano la raccolta «porta a porta», con 110 comuni, per un totale di 1.749.734 abitanti, che effettuavano invece la tradizionale raccolta stradale e si deve rimarcare come questi dati rendono del tutto superflua una specifica impiantistica di trattamento del residuo mediante la combustione dei rifiuti, combustione che comporta sempre rischi sanitari non trascurabili.

Si deve anche ricordare che le scelte virtuose in materia di rifiuti non sono iniziate per volontà dalla classe politica tradizionale, compresi i sedicenti “amici del popolo” o “amici dell’ambiente”, bensí per volontà di cittadini consapevoli, che si sono organizzati in liste civiche proprio per evitare la realizzazione di inutili impianti nocivi o scempi territoriali.

Un primo esempio è quello di Sernaglia della Battaglia, in provincia di Treviso dove, nel 1987, a fronte di un’amministrazione che, dopo aver venduto il territorio ai cavatori, lo voleva poi rivendere all’azienda dei rifiuti di Padova onde riempire i buchi con milioni di tonnellate di rifiuti, un comitato dei cittadini, non limitandosi a organizzare i blocchi delle strade di accesso alle cave, ha dato vita a una lista civica che, dopo aver spazzato via i vecchi amministratori, ha realizzato, tra i primi in Italia, la raccolta «porta a porta» – arrivata, nel frattempo, anche oltre l’80%. Un secondo esempio è quello di Montebelluna, sempre in provincia di Treviso, dove, contro il progetto di un inceneritore perseguito da una precedente amministrazione, due liste civiche sono riuscite nel 2002 a insediare un sindaco che, dopo aver bloccato quel progetto, ha puntato sul sistema di raccolta «porta a porta» – arrivato al 75% di raccolta differenziata.

Come si è potuto rilevare, la vera emergenza rifiuti in Campania – ma non solo rifiuti, e non solo in Campania – è dovuta alla presenza di un sistema camorristico di Stato, che si avvale, per funzionare “ordinariamente”, di uno stato di emergenza permanente. Uno stato di emergenza che va superato, partendo dall’azzeramento di una classe politica e imprenditoriale completamente fallimentare, per arrivare alla messa all’ordine del giorno della democrazia, di un’“ordinaria” e necessaria democrazia.

È cosí che allo “stato di eccezione” deve essere opposto il diritto alla resistenza, come del resto aveva previsto l’esponente cattolico Giuseppe Dossetti come specifico articolo della Costituzione Italiana «quando i poteri pubblici violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è un diritto e un dovere del cittadino».

Anonimo ha detto...

perchè nessuno vuole parlare di quest'inchiesta?

L'INCHIESTA - Il 26 giugno 2007 Impregilo crolla a Piazza Affari. Dopo aver aperto a 5,38 euro, inizia il tracollo borsistico: nel giro di pochi minuti arriva a oltre -10 per cento. A determinare la caduta è la Procura di Napoli, che decide per il sequestro di 750 milioni di euro, prelevati direttamente sui conti correnti bancari di Impregilo, Fisia Italimpianti, Fibe e Fibe Campania. Ma i magistrati napoletani Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore Camillo Trapuzzano, decidono di mandare sulla graticola anche 28 persone, oltre a interdire per un anno l'Impregilo dalle contrattazioni con la pubblica amministrazione.

Tra queste Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, l'ex vicecommissario, Raffaele Vanoli, l' ex sub commissario Giulio Facchi, tecnici del commissariato di Governo come Giuseppe Sorace e Claudio De Biasio, gli amministratori delegati di Fibe (la società di Impregilo capofiliera nello smaltimento), Armando Cattaneo e Fisia, Roberto Ferraris. L'ipotesi di reato è truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Nel novero degli imputati c'è anche quello di Antonio Bassolino, presidente della Regione nonché commissario straordinario per l'emergenza rifiuti dal maggio 2000 al febbraio 2004. E' lui che ha firmato l'appalto con Impregilo. Ma perché i pm stanno a trascinando alla sbarra il salotto buono della finanza, in mezzo ai liquami di un'emergenza infinita?

L'ORO CHE PUZZA - Al principio, nel 2003, furono le denunce sul trattamento dei rifiuti, delle discariche e dei siti di stoccaggio. Con Bassolino che stava a guardare un sistema che per la Procura non poteva funzionare. Anzi, peggio. Per i pm, infatti, tutto avveniva "con la complicità e la connivenza di chi aveva l’obbligo di controllare e di intervenire e non l’ha fatto per troppo tempo". Altre parole, altre pietre. "E' apparso evidente che il comportamento delle società non appariva lineare", "pur essendo consapevoli, fin dall’inizio, che lo smaltimento dei rifiuti non avrebbe potuto funzionare, hanno fatto di tutto per dissimulare tale situazione".Un comportamento che si è protratto nel tempo "ponendo in essere una serie di artifici e raggiri per mantenere le posizioni raggiunte". Ancor più netto il procuratore Giovandomenico Lepore, che su Bassolino non usa mezze parole: "Se fosse intervenuto quando doveva farlo, l’emergenza rifiuti non sarebbe arrivata al punto in cui è ora". La politica si difende, ovviamente, prima di tutto con Fassino: "L’accertamento dei fatti dimostrerà l’assoluta correttezza delle sue scelte".
LO SMALTIMENTO CHE NON C'E' - Quanto costa un chilo di rifiuti smaltito? Poco più di 4 centesimi. Tanto sarebbe stato pagato a Impregilo per ripulire la Campania. Quindi, sapendo che la regione produce oltre 7mila tonnellate di pattume al giorno, l'affare è di circa 110 milioni di euro all'anno. Ai quali poi bisogna aggiungere le ecoballe. Dopo aver infatti "smaltito" i rifiuti, circa la metà sarebbero diventati combustibile da mettere nei termovalorizzatori. Producendo quindi energia. E monetizzando dal pattume altri 100mila euro al giorno. Anzi, le ecoballe a un certo punto si trasformano in futures, in azioni, in garanzie delle banche. Perché l'Impregilo usa proprio gli introiti previsti dallo smaltimento per garantirsi parte del credito dal sistema bancario. E da Napoli, improvvisamente, la storia si sposta a Milano, in piazza Affari.

Tanti soldi, dunque. Ma alla fine dove finivano i rifiuti? Semplicemente, da nessuna parte. Non certo smaltiti. Al massimo infilati in qualche buco dal quale il liquame cola nella falda, avvelenando le coltivazioni, i pascoli, le produzioni di pomodori e mozzarelle di bufala. Perché, come ha scritto la Procura, "il sistema non poteva funzionare". Anche perché Bassolino "non impediva, realizzava e consentiva la perpetua violazione degli obblighi contrattuali assunti dall'Ati affidataria in relazione alla gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani in Campania". Omettendo, inoltre, di "promuovere e sollecitare iniziative volte a garantire il rispetto dell'obbligo contrattuale" di ricezione da parte della Ati di tutti i rifiuti solidi urbani, e omettendo "di intraprendere iniziative dirette a contestare e comunque impedire le accertate violazioni contrattuali da parte delle società affidatarie".

Anonimo ha detto...

RIFIUTI
CGIL, CISL e UIL, a NAPOLI e in CAMPANIA SITUAZIONE INDEGNA PER PAESE CIVILE

Roma, 9 gennaio - Le segreterie confederali Cgil, Cisl e Uil confermano profonda preoccupazione per la situazione igienica e per la condizione delle persone in relazione a quanto sta avvenendo a Napoli e in Campania.
Si tratta di una situazione indegna di un paese civile, le cui responsabilità, che esistono e vanno riconosciute, risalgono nel tempo e appartengono al complesso delle istituzioni nazionali e locali. Esse avrebbero dovuto intervenire per evitare che la situazione precipitasse al punto estremo di degrado che si è verificato negli ultimi giorni.
Le decisioni assunte dal governo nazionale per far fronte all’emergenza vanno rapidamente ed efficacemente realizzate. Al tempo stesso bisogna avviare con immediatezza interventi strutturali che pongano mano al ciclo integrato dei rifiuti, utilizzando tecnologie aggiornate sicure e sostenibili e avviando la raccolta differenziata e quant’altro previsto dai piani.
Conclusa la fase di emergenza andranno pienamente ripristinate le competenze e le responsabilità della Regione e degli Enti locali, ristabilendo in quei territori, per quanto riguarda la situazione dei rifiuti, una corretta articolazione di responsabilità e gestione.
Cgil, Cisl e Uil fanno appello alle popolazioni campane affinché distinguano le legittime proteste contro situazioni insostenibili sul terreno della vivibilità, dalle provocazioni preordinate e messe in atto da gruppi certamente non estranei alla criminalità organizzata, come già avvenuto in passato.
Il ripristino della normalità va accompagnato dall’avvio di una fase di informazione e discussione con le popolazioni interessate che dia trasparenza alle scelte relative ai contenuti e alle conseguenze sui territori oggetto del piano d’intervento sul ciclo dei rifiuti.
In funzione di questi obiettivi i segretari generali e nazionali, di intesa con i segretari campani, sollecitano un urgente incontro al nuovo commissario.
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I compagni della Cgil nazionale hanno capito. I compagni della Cgil nazionale hanno capito che la Cgil Campania in questi anni è diventata una succursale di bassoliniani. In Città e nella regione la gente, i lavoratori stanno manifestando per la qualità della vita e dell'ambiente, mentre il gruppo dirigente della Cgil Campania formato ad immagine somiglianza di Bassolino e di Michele Gravano è rintananto nelle stanze.
Ieri sera ventimila persone hanno manifestato a Napoli. Non c'era una bandiera della Cgil.
Adesso, cari compagni della Cgil nazionale è l'ora di una verifica interna.
E' tempo di cambiare.
Nelle grandi aziende quando qualcosa non va si inviano gli auditor per indagare.
E' tempo che la Cgil nazionale invii subito un compagno in Campania per accertarsi su quanto accaduto in questi anni.
La vicenda del ns compagno Ciro Crescentini non è un caso isolato.
Ci sono altri casi che meritano di essere approfonditi.
Ci sono casi di compagne umiliate e mortificate da Napoli a Salerno. Cacciate come bestie solo perchè non erano omologate con 'o sistema.
Ci sono casi di compagni che si sono ammalati per le vere e proprie torture psicologiche che hanno subìto da un personaggio cinico, freddo, cattivo, che ha distrutto una grande organizzazione sindacale.
Ai tempi del colera, ai tempi del terremoto, Caro compagno Epifani, Cara compagna Cantone, i dirigenti della Cgil e delle categorie erano in prima fila tra la gente e tra i lavoratori.
Caro compagno Epifani,
nel tuo staff a Roma ci sono bravi ed autorevoli compagni che ti potranno raccontare tranquillamente se quello che ti diciamo sia la verità.
Comunque grazie per il segnale che ci ha dato!!
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Anonimo ha detto...

20 mila persone per le strade di Napoli.
guarda i video!
copia e incolla gli indirizzi:
it.youtube.com/watch?v=6Prftubs1xs
it.youtube.com/watch?v=EBlP7efUsvI

PS/in piazza non c'era un solo esponente della Cgil!

Anonimo ha detto...

Il problema ha assunto oggi una marginalità estrema rispetto a tutto quello che sta accadendo in Campania in queste ore.
Possiamo tuttavia verificare l'incompatibilità tra il ruolo di Gravano nel consiglio di amministrazione della BIN
e quello di Segretario Generale CGIL della Campania?
E se esiste,carissima Segreteria Nazionale,togliercelo dai coglioni?

Anonimo ha detto...

la discarica a pianura molto probabilmente non si farà più.
le stesse autorità hanno acquisito elementi sul territorio di pianura.
il direttore di 'repubblica' si è presentato sul posto ed ha visto con i propri occhi il liquido verde che fuoriusciva dalla vecchia discarica.
Da questa vicenda esce con una grave perdita di immagine la Cgil Campania che senza avere acquisito informazioni tecniche si è schierata fin dai primi giorni in favore della riapertura della discarica solo per non scontentare Bassolino.
La Cgil Campania poteva assumere un altro ruolo nella vicenda.
Poteva fare proposte alternative, orientare, stare tra la gente, dirigere. Nulla di tutto questo è stato fatto La Cgil Campania ha addirittura criticato il sindaco di Napoli che aveva espresso perplessità.
Michele Gravano deve andare via insieme alla segreteria regionale!
Rivogliamo una Cgil indipendente dal potete politico bassoliniano

Anonimo ha detto...

PICCOLA RIFLESSIONE SUL SINDACATO....

Immaginiamo di parlare con un lavoratore che si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro e di potergli porre queste tre domande.

Che sindacati pensi che troverai nel tuo luogo di lavoro?

Cosa ti aspetti da loro?

Ti iscriverai a uno di questi?

Probabilmente alla prima ci risponderà che pensa di non trovare sindacati perché magari sta entrando in una piccola ditta, oppure che si aspetta di trovare Cgil, Cisl e Uil se sta entrando in una grande azienda.

Alla seconda invece risponderà dicendoci che si aspetta che i sindacati ascoltino le esigenze dei lavoratori, procedano con trattative ed eventualmente con l’indizione di scioperi se l’azienda non dà ascolto alle richieste.

Alla terza infine ci dirà che si iscriverà per tutelarsi e perché crede che, come in una piramide, i sindacalisti porteranno poi la sua voce anche nelle sedi di concertazione nazionale con il governo…

Proponiamoci ora di spiegare invece a questo povero lavoratore cosa accade nella realtà (diamogli del tu).

Alla prima domanda hai risposto bene. Non troverai sindacati se stai entrando in una piccola ditta, e questo perché alle tre grandi organizzazioni confederali non interessa presenziare in realtà lavorative dove metterebbero insieme poche tessere (e quindi pochi soldi); dovrebbero sbattersi per te e i costi sarebbero quasi superiori alle entrate quindi non ci pensano nemmeno. Se invece stai entrando in una grande azienda, dici bene, troverai Cgil, Cisl e Uil (speriamo per te che ci sia anche un sindacato di base ma sarà difficile). I rappresentanti ti avvicineranno subito e ti diranno che faresti bene ad iscriverti perché potresti avere grandi vantaggi e tutele se combini qualcosa, ti metteranno in mano la delega da firmare e pronti via ti ritroverai circa 12 euro in meno in busta paga ogni mese (se hai la fortuna di essere un full-time, altrimenti 5 o 6) che andranno ad arricchire le loro casse.

Alla seconda hai risposto un po’ ingenuamente. E’ normale, perché non hai ancora conosciuto la mitica figura del “territoriale”. Chi è? In genere è una persona che il sindacalista lo fa di mestiere (lo pagano dunque, o meglio, lo paghi) e che decide delle tue sorti senza in realtà essere mai stato sul tuo luogo di lavoro. Quando proverai a sollevare problemi al tuo delegato interno, questo ti dirà innanzitutto che ci sono posti dove si sta peggio e che ti devi ritenere fortunato ad avere già un sindacato (in sostanza non fanno niente per chi sta peggio di te, non fanno niente per te, in pratica non fanno niente per nessuno, “pappano” e basta) e poi che ne deve parlare prima col territoriale perché lui non può prendere decisioni da solo. In altre parole cosa sono queste famosissime Cgil, Cisl e Uil plurimenzionate su giornali e tg? Sono aziende, con loro bilanci milionari e con strutture verticistiche che si riservano facoltà di parola nelle trattative con i datori di lavoro senza lasciare troppo spazio alla base. Ci obbietterai che comunque sarete voi ad eleggere i vostri rappresentanti, ma qui sono ancora costretto ad affossare la tua illusione. Le tre sorelle infatti in genere (soprattutto se in azienda è presente un sindacato “scomodo”) tacciono sull’argomento delle elezioni e quando proprio non ce la fanno a reggere l’urto si inventano scorrettezze subdole per escludere chi vuole fare sindacato al di fuori della loro sigla, alleandosi con l’azienda al fine di imbavagliare chi vuole dire ciò che pensa; nel frattempo nominano dall’alto i loro delegati di fiducia fra i lavoratori. Come? Ovviamente scegliendoli fra quelli che si allineano, che non si permettono di dissentire dalla linea dettata dall’alto, che sono bravi ad ingannare i lavoratori spiegandogli che il loro modo di fare sindacato è il migliore possibile.

Alla terza domanda hai risposto che ti iscriveresti per tutelarti e purtroppo faresti bene perché nella quasi totalità dei casi avere una tessera della triade è sinonimo di assunzione se hai un contratto a tempo determinato o di tutela se sgarri in qualcosa; questo per una specie di contrattazione massonica secondo la quale “se faccio entrare i tuoi iscritti o se non li punisco voi non ci date fastidio, ci mettete in buona luce con i lavoratori e magari ci date una mano anche a tenere fuori altre anime sindacali pericolose”. Si hai capito bene, è mafia allo stato puro.

Ma veniamo all’ultimo punto che hai menzionato, il più importante: la concertazione.

Per capire cos’è bisogna fare un po’ di storia. La concertazione è una pratica di governo che prevede la partecipazione alle scelte di politica economica delle organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative” su scala nazionale.

Prese il via nei primi anni ’90 trovando terreno fertile in una situazione difficilissima per il nostro paese. Uscivamo da decenni di governi corrotti che avevano portato i tassi d’inflazione a livelli allucinanti, si rischiava un tracollo dal punto di vista della credibilità della classe governante nei confronti dei lavoratori e di tutto il popolo, e allora il capolavoro. Come prevenire questo rischio? Ma certo, concedendo privilegi e poltrone a chi in quel momento appariva come unico soggetto capace di calmare gli animi bollenti tramite giri di belle parole. Si tentò (riuscendoci) di inserire i tre sindacati confederali nel circuito di governo, chiedendo collaborazione e concedendo in cambio un bene preziosissimo: l’esclusività. In che senso? In pratica furono cambiati i sistemi di rappresentanza nei luoghi di lavoro rendendo quasi impossibile fare sindacato ad altre organizzazioni che non fossero Cgil, Cisl o Uil. Fu l’inizio del tracollo per tutte quelle realtà di sindacalismo di base che affrontavano i problemi da vicino, che non scendevano a patti sui diritti fondamentali, che non facevano sindacato per soldi ma perché credevano fortemente nella lotta di tutti i lavoratori. I governanti decisero di fregarsene altamente di tutti quei lavoratori che non si riconoscevano nella triade e di iniziare un percorso che si sarebbe poi rivelato l’anticamera di un neo corporativismo pericolosissimo.

Il problema è che, con il passare degli anni, la situazione è anche peggiorata.

Prendiamo ad esempio quello che sta succedendo in questi giorni riguardo all’accordo con il governo su welfare e mercato del lavoro, ripercorrendone le tappe. Cgil, Cisl e Uil vengono convocate dal governo e firmano un accordo senza prima sentire il pensiero dei lavoratori (e già qui, caro lavoratore che hai risposto alle domande, crolla il tuo pensiero secondo il quale i sindacati portano la tua parola fino ai livelli più alti); poi qualcuno fa loro notare che serve almeno una parvenza di legittimazione dei lavoratori (anche qui notare la finezza, è il governo a dire ai sindacati che devono interpellare i lavoratori!) e allora si inventano una consultazione referendaria dai toni incredibilmente ipocriti e farseschi dove mandano migliaia di loro rappresentanti nei luoghi di lavoro a spiegare perché devono votare si, senza concedere parola a quei dirigenti sindacali che sostengono le ragioni del no all’accordo e riservandosi poi il diritto di scrutinare le schede (tanto è vero che a priori tutti sanno già come finirà…).

In un momento dunque dove imperversano le denunce “grilliane” sulla crisi di legittimazione dei partiti, nel mondo sindacale si va ben oltre! La triade è in tutto e per tutto una struttura autonoma che imposta le proprie politiche nel chiuso di uffici ai piani alti di grattacieli, senza sentire il pensiero di coloro che dovrebbe rappresentare. Ma il sindacalismo vero non dovrebbe essere questo!

Per fare un esempio, su 5 milioni di iscritti alla Cgil, 3 milioni sono pensionati! Chi rappresentano in questo momento? Per quanti lavoratori parlano considerando che anche fra gli iscritti ce ne sono tantissimi che hanno fatto la tessera solo per convenienza?

Il sistema della concertazione è profondamente sbagliato perché non è assolutamente rappresentativo della volontà dei lavoratori.

Basti pensare a tutte le conquiste fatte dai lavoratori fino agli anni ’80 che sono state poi incredibilmente smantellate dagli anni ’90 in poi; la concertazione è questa. Cedere su diritti fondamentali in cambio di un non meglio precisato “qualcosa”. E questo perché se un sindacato entra nei meccanismi di trattative e concessioni va a finire che i lavoratori ci perdono sempre perché il soldo e le lobbies sono più forti e vincono sempre loro.

Qualcuno fortunatamente si accorge della enorme presa in giro e va ad urlare nelle assemblee rivendicando maggior ascolto per ciò che dice la base ma a loro interessa poco perchè tanto poi la tessera non la toglie nessuno e loro continuano a lucrare su questo racket di favori e controfavori.

A questo punto il nostro lavoratore potrebbe chiederci se esistono speranze che questo sistema cambi. E’ dura, ci vorrebbe un sindacalismo di base forte e magari unito ma prima ancora una forza politica che si accorga della crisi etica di questo sistema e che lotti in sede legislativa per cambiarlo, concedendo almeno parità di armi a tutte le organizzazioni sindacali e togliendo tutti gli enormi ostacoli che i lavoratori trovano nei luoghi di lavoro nell’organizzarsi sindacalmente in maniera autonoma, senza peli sulla lingua e senza signoroni che obbligano a pensarla in una certa maniera.

Cosa puoi fare? Tante cose. Una per iniziare? Non dare anche te i tuoi soldi a loro. La seconda? Appena hai un contratto fisso inizia a dissentire. Sarà faticoso, ma potrai sempre camminare a testa alta, orgoglioso della tua lotta

Anonimo ha detto...

Lo sanno anche i muri del Commissariato all’emergenza ai rifiuti che l’ex responsabile del carrozzone pubblico, Antonio Bassolino, di fatto autorizzò assunzioni di massa. Lo confermano i numeri, l’ammette l’ex vicario Paolucci, lo sottolinea la Procura. L’unico che nega è sempre e solo lui: l’ex vicerè di Napoli. «Non sono mai intervenuto per far assumere chicchessia», tipo spazzini, centralinisti, autisti, impiegati amministrativi, tecnici, esperti. Ovviamente nel calderone sono finiti anche piccoli e grandi camorristi, talvolta segnalati dai sindaci dell’hinterland partenopeo per farli lavorare in commissariato, in qualche consorzio o alla Fibe (la società vincitrice dell’appalto).

Il primo ad accorgersi dello sfacelo clientelar-delinquenziale è stato Corrado Catenacci, nominato successore di don Antonio. Mosse critiche feroci alla gestione Bassolino, e per questo fu tacciato di disfattismo. Col senno di poi, a rileggere la sua audizione dell’8 marzo 2005 alla commissione d’inchiesta sui rifiuti, si capisce quanto la criminalità fosse interessata al commissariato e più in generale al business della munnezza. «Abbiamo cercato in ogni modo di fronteggiare l’ingresso della criminalità organizzata all’interno della nostra struttura, tenuto conto che prestavano servizio presso di noi addirittura alcuni operai abusivamente richiamati dai consorzi e ammessi presso di noi. Tra questi - osserva Catenacci - ricordo che prestava servizio anche un certo Agostino o’ pazzo, famoso piccolo camorrista e delinquente degli anni ’70. Prestava servizio da noi e aveva un negozio di antiquariato, dunque in qualche ora libera veniva da noi e firmava la presenza».

Uno, dieci, cento casi simili. «Abbiamo quindi dovuto fronteggiare questi energumeni i quali in una circostanza mi hanno praticamente chiuso in una stanza e per poco non mi hanno malmenato; non lo ho hanno fatto solo perché sono intervenuti degli ispettori di polizia (...). Questo è dunque l’ambiente in cui lavoriamo» e per questo, continua il successore di Bassolino, «ho chiamato presso la mia gestione come responsabile amministrativo il questore Vecchione che è stato per anni il capo della Criminalpol della regione e conosce tutti i delinquenti, compresi quelli - e sono molti - che si interessano di rifiuti a Napoli e in Campania».Rispetto alle 2.300 unità assunte anche per risolvere il problema della raccolta differenziata (rimasto irrisolto) Catenacci precisa: «L’operazione risale al 1999-2000 (in piena era Bassolino, ndr). Si trattava di lavoratori cosiddetti “socialmente utili” o disoccupati di altro tipo, di cui alcuni avevano una certa fedina penale, i quali sono poi stati assunti a tempo determinato per poi passare inopinatamente ad un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a causa di una delibera firmata da un subcommissario nell’estate 2000. I lavoratori sono stati suddivisi o, come si dice, “spalmati” in 18 consorzi che molto spesso sono nati per comodità di qualcuno, per trovare posto a personaggi “trombati” in precedenti incarichi politici». Risultato? «Se facciamo un calcolo, dei 2.316 addetti, oggi lavorano solo 600 persone, che è già molto. Al mio arrivo il numero di coloro che lavorava davvero era inferiore».

Anonimo ha detto...

In Campania sono spariti nel nulla persino 1500 camion da usare per la raccolta dei rifiuti urbani acquistati (valore 160 miliardi di vecchie lire), 1500 camion che dovevano essere in dotazione della SIAL, l’ente municipalizzato che doveva gestire la raccolta differenziata a Napoli e di cui non si sa nulla. Ma dov’e’ un paese al mondo dove si rubano i camion per l’immondizia?

Per usare questi camion erano stati assunti 2316 operai. I camion non ci sono, gli operai non possono lavorare, ma sono pagati lo stesso. Da sette anni! E bassolino non dovrebbe avere nulla a che fare con questo? “Mi prendo le mie responsabilita’ ma non mi dimetto!” Ma un governo serio lo dimetterebbe per forza!

I camion di rifiuti solidi urbani provenienti dai vari comuni che scaricano a Giugliano stanno in file 8-9 ore perche’ l’impianto funziona a rilento. Doveva servire solo per i rifiuti che rimanevano dopo la raccolta differenziata, ma questa non c’e’. Gli impianti sono stati bloccati piu’ volte dalla magistratura perche’ sono fatti male e funzionano male e cosi’ centinaia di migliaia di balle si ammucchiano. Non sappiamo fare gli inceneritori e vogliamo fare le centrali nucleari!!! Siamo il paese dove nelle zone terremotate la chiesa ricostruita crolla appena finita, per furto di cemento armato.

Siamo il paese dove la Salerno-Reggio Calabria e’ in costruzione da 35 anni ed e’ piena di buche. E nessuno paga. In USA se una ditta prende in carico un’opera pubblica o privata e non la fa bene o sfora sui tempi e costi, viene punita cosi’ crudamente che non ci riprova. In Italia ai peggiori gli affidiamo il ponte di Messina o i trafori nell’auostrada! Ma nemmeno in Congo!

Le grandi ditte costruttrici sono sempre le stesse, come la Impregilo, il principale gruppo italiano nei settori delle costruzioni e dell’ingegneria, leader nella realizzazione di infrastrutture per il trasporto, il ciclo di trattamento delle acque e l’ingegneria per l’ambiente e il territorio, il 1°General Contractor] italiano nel settore delle grandi opere, capitale sociale 716 milioni di euro, un portafoglio ordini superiore ai 13 miliardi di euro e 10.000 dipendenti. Da febbraio 2007 l’assetto azionario e’ composto in modo paritario al 33%, dalle societa’ Argofin (gruppo Gavio), Autostrade (Famiglia Benetton) e Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti). Impregilo e’ sotto inchiesta per vari scandali hanno riguardato atti di corruzione e concussione le cui conseguenze pratiche sono state l’enorme ritardo nel completamento dell’opera e un indiscriminato aumento dei costi di realizzazione. All’estero, in particolare nei paesi dell’America Latina, Impregilo e’ stata accusata di disastro ambientale.

Ci auguriamo che i malaugurati consorzi voluti da Bassolino siano chiusi, visto che sono stati il modo per dare stipendi contro lavoro zero a un sacco di gente per motivi clientelari. Io ti do lavoro inutile e tu mi dai il voto. In Italia la politica si fa cosi’. E Berlusconi ottiene anche che sia indultato il voto di scambio!! Il csx consente, e gli elettori di FI non ci fanno nemmeno caso!

Notiamo che, nell’indulto, Berlusconi volle espressamente lo sconto di pena per chi aveva fatto voto di scambio con la mafia (e la camorra non e’ affatto diversa. E nemmeno la ‘ndrangheta o la criminalita’ politica e questo lo diciamo anche per il vergognoso mercato di voti in Calabria la cui inchiesta e’ stata stroncata di imperio da Mastella col trasferimento di De Magistris). Dx, sx e centro delinquono allo stesso modo: corruzione, clientelismo e mercato dei voti. E Franceschini (n. 2 di Veltroni) ci viene pure a chiedere un presidenzialismo forte all’americana con elezione diretta dal popolo! Ma come si permette? Vogliamo piu’ democrazia, e Veltroni chiede il presidenzialismo?!

E se la Bocassino ha avuto la carriera stroncata per anni e anni ci sara’ pure un motivo!

In Campania ci sono amministratori corrotti che si sono fatti eleggere regalando posti di lavoro a migliaia di persone che non fanno niente tutto il giorno. Non e’ cosi’ che si amministra un territorio! Le colpe sono molte e di tutti, ma i Verdi almeno non sono stati coinvolti in questo mercato da terzo mondo.

E Castelli, ex Ministro della Giustizia che fa? Denuncia Gian Antonio Stella per il suo libro La casta che conterebbe delle inesattezze sul conto della Lega. E cosa ha fatto lui in qualita’ di Guardiasigilli per i crimini finanziari che accadevano sotto il suo mandato? Ha fatto malefatte Mastella e ne ha protette Castelli. Identicamente. Davvero credono che avanzare a forza di prescrizioni di imbavagliamenti alla Magistratura e di corruzione del CSM o di intimidazioni e querele alla stampa serva a salvargli la faccia?

Anonimo ha detto...

Cara Viviana, vorrei aggiungere qualche considerazione sulla crisi-rifiuti campana :

1) Malgrado la colossale “figuremmerda” Bassolino (rinviato a giudizio dalla Procura di Napoli) non vuole dimettersi -

2) È vero che, anche dimettendosi, non risolverebbe la crisi. Però sarebbe un monito per la casta “intoccabile” dei politicanti italiani, sicuri (al sud come al nord) di farla sempre franca -

3) C’è di mezzo la camorra, è vero. Ma anche l’Impregilo, che fa capo ai figli (rinviati a giudizio anche loro) di Cesare Romiti, messo da Cuccia per decenni al vertice della Fiat, coi risultati che abbiamo visto -

4) Molte aziende del nord ci hanno marciato, smaltendo a metà prezzo le loro scorie velenose in Campania. Le ditte della camorra le ritiravano fornendo bolle regolari, ma poi le sotterravano in discariche abusive : la cosa si sapeva, ma faceva comodo a tutti ignorarla !!

5) Secondo uno studio fatto nel 2004 dalla Protezione Civile, in due lustri di emergenza rifiuti la mortalità maschile in Campania è cresciuta del 9%, quella femminile del 12% e i tumori al polmone e al fegato, linfomi e sarcomi e malformazioni congenite dell’84% : sono cifre da strage, altro che reati amministrativi !!

6) Dall’inizio dell’emergenza (1994) i vari commissari si sono divorati 2 miliardi di euro (4mila miliardi di lire). La raccolta differenziata - dicono gli esperti - avrebbe risolto il problema, ma in Campania è all’1% contro la media nazionale del 38% (e picchi virtuosi intorno al 70%). Facciamo il “conto della serva”? La Campania produce 80mila quintali di pattume al giorno.

Quanti ne potrebbe “lavorare” un addetto, facendo lui la selezione, al posto dei cittadini? Diciamo un quintale/ora? Sono quattro sacchi neri pieni. In un’ora si fa. Quindi bastano 10 mila addetti differenziare quasi al 100% la produzione giornaliera campana di rifiuti. Quest’armata della mascherina (da reclutare fra i disoccupati, ma con regole di lavoro “da emergenza”: si togliessero cioè dalla capa di mettersi in mutua, perché li si paga a cottimo) costerebbe 20 milioni l’anno per ogni soldato. Per 10mila, fa 200 miliardi di lire l’anno.

Bene: coi 4mila miliardi divorati fin qui, i commissari avrebbero risolto il problema per 20 anni! Ma poiché l’emergenza è iniziata 13 anni fa, avrebbero avanzato quanto serviva per costruire i termovalorizzatori (pochi e poco inquinanti, dato il tasso-record di differenziazione ottenuto con l’armata della mascherina).

Certo, non è così semplice fare una roba simile. Soprattutto per le resistenze burocratiche e camorristiche. Però il “conto della serva” riesce a far capire alla gente quanti sono (e a quante cose sarebbero potuti servire) i 4mila miliardi sprecati dalla casta fino ad oggi. E non è finita.

Anonimo ha detto...

(Panorama)
“Il vero capolavoro di Bassolino e del suo predecessore sono gli sforzi per l’introduzione di un sistema di raccolta differenziata. Senza procedure concorsuali, e quindi con una semplice chiamata diretta sono stati assunti 2000 spazzini e comprate apparecchiature e camion per 65 milioni di euro. I camion sono scomparsi. Gli spazzini ammettono di non aver mai raccolto nemmeno un chilo di spazzatura. Le prime norme sull’emergenza, continua Tobias Piller, corrispondente dall’Italia dell’autorevole giornale tedesco, “sono del 1992. Nel 1993 Bassolino viene eletto sindaco. Un anno dopo viene dichiarato lo stato di necessità e nominato il primo dei nove commissari straordinari”. Da allora è tutto un trascinarsi di crisi in crisi. “E ancora politici come Bassolino propongono norme straordinarie in deroga ai principi del diritto per trattare direttamente con i candidati più desiderabili alla realizzazione degli impianti di smaltimento. E questo è il bello per chi tira i fili della politica: se bisogna trattare alla svelta, diventa molto più facile favorire amici di affari e protetti di partito senza badare troppo alla trasparenza”.
Ma il quotidiano tedesco è solo l’ultimo di periodici, giornali e televisioni ad aver ritratto a tinte forti la Campania e i suoi politici. Giappone, Arabia Saudita, Brasile, Inghilterra, Stati Uniti e molte altre nazioni ancora: all’appello non manca nessuno. E nessuno assolve i politici nazionali e locali (Bassolino in primis, ma anche il sindaco Rosa Russo Iervolino, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio e il premier Romano Prodi) dallo status quo partenopeo.
Aveva cominciato Le Monde annunciando il 4 gennaio “duemila tonnellate di spazzatura nelle strade della città”, l’aveva seguito El Pais e l’Indipendent con la fotografia dei manichini di Bassolino e della Iervolino impiccati.
Fino a ieri, quando, in un’editoriale in prima pagina, il maggior quotidiano finlandese, Helsingin Sanomat descriveva il caos dei rifiuti di Napoli come “una vergogna per l’Italia” aggiungendo che “il colpevole maggiore è l’inerzia sia dell’amministrazione comunale che dei politici napoletani”.
A fargli eco sono anche i principali quotidiani israeliani, da Yediot Aharonot ad Haaretz.
Non meno dura l’emittente televisiva Cbs che ha accusato della crisi “amministratori corrotti e malavita organizzata”.Giorni prima, l’emittente araba Al Jazeera accostava il caso Napoli ad altre catastrofi naturali come inondazioni, terremoti ed eruzioni. E dal resoconto di tutte le altre testate, insieme alla cronaca impietosa delle inefficienze dei politici partenopei, sembra emergere la stessa fatalità e impotenza delle più gravi tragedie naturali

Anonimo ha detto...

cari amici del blog,
l'emergenza 'monnezza' non ci deve distrarre.
Dobbiamo fare di tutto per favorire una 'mani pulite' sulla Cgil Campania, sulla Fillea Cgil di Napoli e quella Nazionale.
i Petruzziello, i Sannino, i Nappo, i Martini, i Passaro, i Righi, i Borrelli devono essere denunciati.
il "sistema" in Campania si regge anche con la complicità di questi personaggi...apriamo gli armadi e facciamo venire fuori gli scheletri.
puliamo la Cgil Campania da questa monnezza. ormai la puzza è insopportabile.

Anonimo ha detto...

sono un compagno di follonica(grosseto).
da un pò leggo il vs blog.
vi informo che la parentopoli nella fillea non è solo un fenomeno della campania.
nella mia regione è molto diffusa negli enti bilaterali.
franco martini sa tutto.
andrea righi sa tutto.
credo che dobbiamo valutare collettivamente su come far intervenire i magistrati per ripulire la cgil e la fillea.
sono d'accordo. c'è bisogno di un intervento esterno(magistratura9 per ripulire la cgil.
è l'unico modo per cambiare.
questi che dirigono le categorie non consentiranno mai - così come non lo consentirono i capi dei vecchi partiti della prima repubblica - la rigenerazione(autoriforma) del sindacato..

Anonimo ha detto...

non ci dimentichiamo dei rapporti/commistioni tra Impregilo e sindacato degli edili. la stessa impregilo coinvolta nell'affare rifiuti in campania

Anonimo ha detto...

INCOMPATIBILITA' AMBIENTALE...
----- le ecoballe, che di ecocompatibile non hanno niente non essendo altro se non un ammasso di rifiuti indifferenziato, hanno un costo maggiore rispetto ai rifiuti spediti e smaltiti in Germania, per la procura è normale. Tra l'altro il processo a carico di Bassolino per l'appalto per l'inceneritore di Acerra all'Impregilo è già destinato, senza mai essere inizato, alla prescizione. Si aggiunga il caso, su cui già ci siamo soffermati, di Agostino Cordova, ex procuratore capo che fu trasferito per incompatibilità ambientale e funzionale perchè, nel momento in cui osò indagare sulla corruzione presente nell'amministrazione di Bassolino sindaco, si ritrovò 60 esposti contro. De Ch1ara, coordinatore della sezione Amb1ente e Territ0rio, intervistato recentemente in televisione, ha dimostrato di conoscere ben poco il modo attraverso il quale la camorra riesce ad agire indisturbata - rectius, piazzando politici a lei direttamente collegati - nell'affare dei rifiuti. E infatti non ci sono stati risultati apprezzabili. Inoltre, anche la stampa ha per anni taciuto sulle responsabilità, penali e politiche, di Bassolino. Dunque, se in Campania si è affermato un sistema bloccato di stampo para-camorristico, lo dobbiamo anche all'inerzia di chi doveva fare osservare la legge o informare l'opinione pubblica. La camorra che abbia un'egemonia nel territorio è eufemistico, ma ciò non può essere un alibi, tanto più che, non essendoci una cupola, i clan concorrono nel medesimo mercato e quindi si contrastano a vicenda.

ps/anche il compagno Ciro Crescentini - secondo il parere dei sindacalisti camorristi della fillea cgil e del boss michele gravano(segretario gen. cgil campania) è stato licenziato per 'incompatibilità ambientatale'. Lo stesso motivo con il quale hanno silurato Cordova, Forleo, de magistris, il generale Speciale della GDF e tante altre persone impegnate nelle istituzioni, nei partiti, nei sindacati..
La vera camorra dirige il sistema politico-affaristico-sindacale in Campania..

Anonimo ha detto...

la sapete l'ultima?
gli avvocati penalisti di napoli hanno deciso l'astensione dalle udienze per una settimana, a partire da Lunedì prossimo..l'udienza sulla vicenda bassolino rischia di saltare...stanno lavorando per la prescrizione...
e poi se la prendono con Berlusconi..

Anonimo ha detto...

diciamo la verità. cgil,cisl,uil nazionali sono intervenuti(giustamente!)sulla vicenda rifiuti campania perchè sollecitati da Cisl e Uil campani che non riuscivano a costruire una linea unitaria con la cgil campania per la mancanza di autonomia di Gravano dalla giunta regionale campana.
Gravano in un primo momento aveva snobbato cerrito e anna rea ed aveva fatto la fuga in avanti il 29 dicembre scorso diffondendo un comunicato stampa insieme alla camera del lavoro di napoli sostenendo bassolino e facendo pressioni sulla Iervolino per aprire la discarica di pianura senza sapere un c...o sulla discarica e sull'impatto ambientale. fatta la figura di m...a faceva una ritirata strategica e diffondendeva un comunicato unitario(con cisl e uil)..poi faceva parlare Raffaele Lieto(il quale sparava a zero su tutti ed evitava di dire che i veri responsabili stavano alla regione campania).
nel frattempo cisl e uil e pezzi consistenti di categorie della Cgil si incazzavano per la linea di subordinazione a Bassolino assunta dalla cgil campania.
a questo intervenivano i nazionali e stabilivano la linea ufficiale. la posizione di Gravano diventava minoritaria.

Anonimo ha detto...

QUELLO CHE LA CGIL CAMPANIA NON HA VERIFICATO...O NON DICE..
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RIFIUTI: PIANURA; RISCONTRATO INQUINAMENTO FALDA ACQUIFERA (ANSA) - NAPOLI, 11 GEN - L'inquinamento di una falda acquifera superficiale, ad una profondita' di dieci metri, e' stato riscontrato dall'Istituto superiore della Sanita' nell'ambito del monitoraggio eseguito negli anni scorsi (1994-2001) nella zona della discarica di Pianura. L'istituto ha inoltre messo in evidenza i rischi e quindi il divieto sia per uso umano che irriguo delle acque di quella falda. Lo ha affermato la dottoressa Loredana Musumeci, direttore del dipartimento Suoli e Rifiuti dell'Istituto superiore di Sanita': ''Solo in un'area, quella piu' vecchia della discarica di Pianura, abbiamo riscontrato valori superiori, un piccolo incremento di tricloretilene e tetracloretilene, oltre a biogas che dovrebbe essere captato per esaurire la sua carica inquinante''. Nell'ambito del monitoraggio delle discariche legali e illegali realizzato dall'Istituto superiore di Sanita' e dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sono stati censiti 140 siti autorizzati e non autorizzati nella provincia di Caserta e 86 nella provincia di Napoli, per un totale di 226 siti per le due province. Il censimento e' aggiornato al 2003.

Anonimo ha detto...

Cassa Edile.

La Cassa Edile è amministrata da un Comitato di Gestione nominato in misura paritetica dall'Organizzazione territoriale dei datori di lavoro,da un lato,e dalle Organizzazioni territoriali dei lavoratori,dall'altro,aderenti alle Associazioni nazionali contraenti(C.C.N.L.).
Supponiamo che, in una qualsiasi Cassa Edile territoriale d'Italia,i nostri rappresentanti sindacali,che chiameremo Gnappo Acchiappo,Vorrelli Manonposso e Tannino Velenoso,riescano a far assumere loro parenti,vicini o lontani.
Tali assunzioni devono essere approvate dal Comitato di Gestione e quindi anche dall'Organizzazione territoriale dei datori di lavoro.
I quali,non battono ciglio,e danno il loro consenso.
CHE COSA CHIEDONO COME CONTROPARTE?

Anonimo ha detto...

LEGGETE QUESTA NOTIZIA DI POCHE ORE FA DIFFUSO SUL SITO NAZIONALE DELLA FILLEA...
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Eletto dal Comitato Direttivo della Fillea Cgil del Veneto, alla presenza di Franco Martini Segretario generale nazionale e Andrea Righi, Segretario nazionale, Leonardo Zucchini, 53 anni, è il nuovo Segretario Generale regionale della Fillea Veneta. Già Segretario Generale regionale della Filcams Cgil , sostituisce Michele Carpinetti eletto sindaco di Mira (Venezia).Nella stessa sessione è stata eletta la Segreteria regionale , formata da Toniolo Antonio, Segretario Generale Fillea Vicenza, Visentin Mauro della Segreteria della Fillea di Venezia, Chiesura Giacomo, Segretario Generale della Fillea di Belluno.



A Leonardo, gli auguri di buon lavoro dal Segretario Generale Franco Martini e da tutta la Segreteria nazionale della Fillea Cgil.



Venezia 11 gennaio 2008
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La domanda nasce spontanea...
il nuovo segretario generale della fillea veneto(53 anni)proviene dalla Filcams(dopo la scadenza del mandato)...
Il Martini, qualche giorno dopo il licenziamento di Ciro Crescentini(dipendente della Fillea) disse che è 'naturale' andare in un ente bilaterale dopo la scadenza di mandato...era legittimo-secondo martini - il licenziamento...
Quella dichiarazione di Martini ha fatto ridere tutta l'Italia...
PS/Martini vuole dimostrare a tutti che sta attuando il 'rinnovamento'...sapete perchè?
Perchè mira ad entrare nella segreteria nazionale della Cgil...perchè fra poco gli scade il mandato....

Anonimo ha detto...

Non ho trovato il documento in cui Martini definisce naturale il passaggio ad un ente bilaterale alla scadenza di mandato.
Se così fosse,alla scadenza del suo mandato,la Segreteria Nazionale potrebbe proporgli un posto dentro una Cassa Edile,naturalmente come Direttore!!!
Anche perchè in Segreteria Nazionale Generale,dopo il licenziamento di Ciro(a meno di ripensamenti)non ti ci vedo molto bene Franco.
......Guglielmo sindaco,Carla segretaria nazionale,Franco in segreteria nazionale,Mauro..segretario nazionale fillea(mmm!lui è arrivato ora,troppo presto,chissà).
E il Righi?...in pensione.

Anonimo ha detto...

è vero quanto asserisce il compagno di Follonica.
In alcune Casse edili toscane sono stati assunti parenti di noti sindacalisti. lo sa Franco Martini, lo sa Andrea Righi.
ma non solo in Toscana..
Martini dimettiti.
Martini sei un pallone gonfiato.

Anonimo ha detto...

PROPOSTA DI DOCUMENTO PER LA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE

............a) La Democrazia, il Pluralismo, l’Autonomia, l’unità del sindacato, le regole di come si sta nella Cgil.
Queste scelte fondamentali definiscono l’identità della Cgil che forte della sua storia e del suo essere sindacato generale di programma, riafferma il valore della confederalità e il valore della sua autonomia, democrazia e pluralismo.
L’etica dei comportamenti e il rispetto delle regole democratiche, rimangono essenziali per sostenere tali valori.
La Tesi 10 indica gli obiettivi validi e giusti per tutta l’organizzazione.
Il nostro Statuto e le nostre Regole, che ci hanno accompagnato in questi anni, sono il punto di riferimento.
Si tratta di rivisitarle e rafforzarle, alla luce di ciò che negli ultimi mesi ha investito la nostra organizzazione.
L’autonomia deve restare un bene prezioso e insostituibile, perché rende più forte la Cgil e tutto il Sindacato.
L’autonomia come valore primario della Cgil, trova il suo fondamento nella capacità di elaborazione programmatica in primo luogo nei confronti dei datori di lavoro, delle istituzioni, dei governi e dei partiti politici.
Il pluralismo interno è importante per assicurare un terreno di discussione e rappresentazione democratica, purché esso non degeneri in parcellizzazione politico-organizzativa e utilizzato come alterità rispetto al resto della organizzazione.
La democrazia interna e le regole statutarie sono vincolanti per tutti e quindi per la vita dell’organizzazione.

A questo punto,mentre Carla stava leggendo il documento,più precisamente la premessa,un boato singhiozzante la interrompe.Per un istante i compagni e le compagne sono presi dal panico,non riescono a capire cosa stia accadendo.
Ad un certo punto una figura si alza in piedi ,oramai tutto infradiciata dalle sue stesse lacrime,e chiede la parola.
Carla,preoccupatissima,esclama:
-Michele,sei tu!!(il Gravano)
dicci,parla pure.
E Michele:
-Lo so compagni(e ancora piange)che le regole statutarie valgono per tutti,me lo ha detto anche Franco,però vi prego,vi scongiuro...(a questo punto il suo pianto si fa straziante)fatemi rimanere nel consiglio di amministrazione della BIN!!!??

P.S.Michele Gravano è intervenuto due volte al direttivo Nazionale.
La seconda volta,ripresosi,per una dichiarazione di voto......
naturalmente a favore!
e naturalmente non su alcuni emendamenti....i superiori non si emendano mai.

Anonimo ha detto...

GRAVANO, LETTIERI, BASSOLINO...ERANO D'ACCORDO PER L'APERTURA DELLA DISCARICA E PER L'APPALTO A TRATTATIVA PRIVATA...MA SI SONO ROTTE LE UOVA NEL PANIERE...

(5 Gennaio 2008) - "Si approntino i siti di stoccaggio in tutta la regione - sottolinea la Cgil - e, per fronteggiare il complesso delle difficoltà emergenziali, anche la città di Napoli faccia la sua parte. Condividiamo la proposta avanzata dal presidente degli industriali, Gianni Lettieri, di aprire almeno una o più discariche nella città in condizioni di sicurezza, anche per dare il segnale al resto della provincia e della regione, di uno sforzo solidale di tutti" (comunicato Cgil campania)
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(9 Gennaio 2008) - A2A è interessata alla gestione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Napoli, ma solo se il bando in scadenza a fine gennaio sarà trasformato a trattativa privata.

Lo ha detto a Reuters Renzo Capra, ex presidente di Asm Brescia ora fusa con Aem Milano in a2a, in attesa di essere nominato presidente del consiglio di sorveglianza della nuova utility lombarda.

"Noi abbiamo manifestato un interesse e siamo rimasti in gara insieme ai francesi di Veolia" ha spiegato il manager nel corso di un'intervista. "Abbiamo fatto diverse osservazioni sul bando: se non dovesse cambiare non parteciperemo e sarebbe la seconda volta".

Secondo Capra queste operazioni non "si fanno con una gara formale italiana, andrebbe fatta una gara informale a trattativa privata plurima, ma che non sia sottoposta al Tar". Per il manager, inoltre "occorre che la gara sia fatta in modo corretto per ottenere massimo rendimento e minore inquinamento. Siamo gli unici in Italia ad avere i titoli per partecipare".

Il bando prevede l'affidamento della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli, inclusi i tre impianti Cdr (Combustibile derivato da rifiuti) di Giuliano, Caivano e Tufino e il termovalorizzatore dei rifiuti di Acerra".
PS/La società bresciana ha partecipato alla gara costituendo un' Associazione Temporanea di Impresa con il Presidente dell'Unione Industriali di Napoli
Giovanni Lettieri..

(Notizia diffusa dall'agenzia Reuters)
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"Bisogna affidare l'appalto per la realizzazione dei Termovalorizzatori a trattativa privata"
(Dichiarazione di Antonio Bassolino Governatore della Campania durante la trasmissione 'Porta a Porta del 7 Gennaio)
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Anonimo ha detto...

Abbiamo letto l'intervista di Epifani sulla ' Repubblica' di oggi.
Grazie Guglielmo.
Grazie.
Adesso, però, bisogna reintegrare Ciro in Cgil.
Invito tutti i compagni e gli amici che leggono questo blog ad attivarsi.
Venerdì 18 ci sarà l'udienza in Tribunale sul licenziamento di Ciro.

Anonimo ha detto...

Caro Compagno Epifani,
dopo la tua lunga e bella intervista sulle pagine nazionali di Repubblica di oggi, ti chiediamo di intervenire urgentemente per il reintegro del compagno Crescentini in Cgil.

Anonimo ha detto...

le mani delle holding sui rifiuti di Napoli...c'è chi vuole aggiudidcarsi la gara per lo smaltimento dei rifiuti con la trattativa privata.
oggi l'ho letto sul quotidiano 'Cronache di napoli' a pagina 9

Anonimo ha detto...

L'agenzia di Stampa Nazionale IMG Press ha diffuso un lungo comunicato stilato dal Comitato per il Reintegro di Ciro in Cgil.
La notizia è stata ripresa anche da Google News.

Anonimo ha detto...

L'agenzia di stampa Caserta 24 ore ha diffuso il comunicato del comitato reintegro del compagno Crescentini in Cgil e l'intervista a Ciro fatta dalla giornalista Maria Luigia Di Lorenzo..
Questo è solo l'inizio!!

Anonimo ha detto...

Gli interessi di Michele Gravano(segretario generale cgil campania e di Gianni lettieri dell'unione industriali di Napoli)...(racconto n.1)
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L’Ideal Standard di Salerno annuncia la chiusura nel luglio 1998. Qualche mese più tardi, l’1 ottobre 1998, l’argomento viene trattato solennemente a Roma presso il Ministero dell’Industria. Si incontrano, come riportano tutti i quotidiani, il capo di gabinetto del Ministro Bersani (Umberto Minopoli), il sottosegretario al Bilancio Isaia Sales, il presidente della Provincia di Salerno Alfonso Andria, Mario De Biase (fedelissimo del sindaco De Luca e allora soltanto presidente della Centrale del Latte), il segretario della Cgil di Salerno (Fausto Morrone), il segretario generale della Filcea-Cgil di Salerno (Giovanni Berritto), una rappresentanza dei lavoratori dell’Ideal Standard e infine i vertici dell’azienda.

Di una riunione così formale e solenne, tuttavia, non esisterebbe verbale scritto. Possibile? Cosa è stato deciso in quella sede da non essere verbalizzato? Chi controlla? E’ forse in quelle stanze che si devono rinvenire le tracce dell’inceneritore e della centrale termoelettrica? Sarà forse soltanto un caso, ma il fondamentale decreto Bersani – che di fatto liberalizza l’energia elettrica in Italia e apre la strada ai certificati verdi per gli inceneritori – è soltanto di qualche mese successivo a quella data, venendo emanato il 16 marzo 1999. Una semplice coincidenza?

E’ inoltre proprio sui suoli Ideal Standard che sbuca per la prima volta a Salerno una quantomai misteriosa cordata di bresciani, riconducibile indirettamente a Gnutti e all’Asm. L’Asm di Brescia – come abbiamo visto – si è presentata alla gara d’appalto assieme tra l’altro all’Unione industriali di Napoli, presieduta da Giovanni Lettieri. Attualmente Lettieri, in seguito alla discussa variante sulle Mcm, è in procinto di delocalizzare le cotoniere di Fratte sull’area Texsal, ex-Snia Viscosa, in linea d’aria vicinissima all’Ideal Standard.

E’ un azzardo troppo grande ipotizzare che l’Asm, all’indomani della probabile vittoria dell’appalto, deciderà di bussare sui suoli del suo futuro socio, chiedendogli di espropriare una parte della Texsal? Come abbiamo visto sopra, il capitolato di gara lascia a tal proposito ampie libertà alla cordata vincitrice. Era questo il polo termico già intravisto nella sfera magica da Lettieri ormai numerosi mesi addietro?

Lettieri, nel corso della sua audizione presso la Commissione bicamerale sul ciclo rifiuti, tenutasi il 22 settembre 2005, ad un certo punto si lascia sfuggire, e forse non a caso: «Pensate che l’impianto di Bergamo [l’inceneritore dell’Asm] è in collegamento diretto, per via telematica, con l’Arpac per cui le emissioni dei fumi vengono controllate continuamente».

L’onorevole Donato Piglionica ribatte immediatamente: «Soltanto che nel caso di Brescia si tratta dell’Arpal, l’Arpa della Lombardia». Strano che a Lettieri venga in mentre proprio l’Arpac, l’Arpa della Campania. Forse perché essa a Salerno sorge a pochissimi metri dalla Texsal e dall’Ideal Standard? Semplice errore o classico lapsus freudiano?

E’ lecito chiedersi, a questo punto, che fine farà il progetto della centrale termoelettrica, prevista sui suoli Ideal Standard. L’autorizzazione unica, concessa all'Energy Plus dal Ministero delle Attività Produttive nel settembre 2004, ha una enorme forza anche a fronte di rilevanti cambiamenti in sede di progetto esecutivo, come tende inequivocabilmente ad evidenziare l’orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato, secondo grado della giustizia amministrativa.

Soltanto l’individuazione di concrete responsabilità penali potrebbe invalidare il procedimento. Ma la responsabilità penale in ogni caso è personale, e nulla vieta ad un’altra società di presentare in un secondo momento un’altra richiesta analoga sull’area interessata.

Non dimentichiamo a tal proposito che l’Ansaldo, partner sin dall’inizio dell’Energy Plus, è partner da diversi anni anche dell’Asm di Brescia. Non solo. Anche l’Asm gestisce diversi impianti turbogas, e proprio in questi mesi sta avviando le procedure per costruire a Brescia, oltre all’inceneritore già esistente, una nuova centrale termoelettrica da 400MW. Davvero sintomatico, non c’è dubbio.

Cosa accadrà allora a Salerno? Avremo l’inceneritore sui suoli Texsal e una turbogas da 400MW nell’ex Ideal Standard? I conti finirebbero per tornare.

Anonimo ha detto...

Quello che non dice la Cgil campania....
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La versione ufficiale che si sta facendo strada è che l’intenzione generale sullo smaltimento rifiuti sia quella di contemperare la raccolta differenziata con l’incenerimento dei residui non differenziati. Differenziamo cioè quello che possiamo, il resto lo bruciamo. Ma si tratta di una grossa menzogna, sbugiardabile con appena un po’ di buon senso. La raccolta differenziata è evidentemente in antitesi con la possibilità di ricavare (e rivendere al gestore nazionale) energia elettrica dai rifiuti. E lo è a maggior ragione nel ‘caso’ Campania, se solo facciamo un po’ di conti.

Ad Acerra è prevista infatti la realizzazione di un gigantesco termoutilizzatore, che sarà il più grande d’Europa, con una potenza elettrica di 120MW. A Santa Maria La Fossa e a Salerno gli impianti dovrebbero essere equivalenti, di 70MW ciascuno. Ricordiamo, a titolo esemplificativo, che l’impianto di Brescia (Asm) è di 84 MW ed è in grado di smaltire oltre 750.000 tonnellate di rifiuti all’anno.

In Campania avremo a breve una potenza di oltre 260MW, capace cioè di smaltire – conti e proporzioni alla mano – quasi 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno. Vale a dire pressoché l’intero ammontare prodotto annualmente in Campania. La raccolta differenziata risulterà cioè di fatto azzerata, o peggio quanto differenziato – con enorme aggravio di costi per i contribuenti – finirà comunque incenerito.

Ma non basta. Senza una vera raccolta differenziata i cittadini resteranno in ogni caso ostaggio degli inceneritori. Non bruciare i rifiuti vorrà dire infatti ritrovarseli in mezzo alla strada, col trionfo ad ogni pie’ sospinto della facile demagogia interessata all’incenerimento. Chi ospita e subisce i gravosi effetti degli impianti pertanto vivrà perennemente sotto ricatto. La situazione che si prospetta, dunque, è a dir poco inquietante.

Ci sono poi da bruciare anche le ecoballe stipate dalla Fibe. Sarà forse per questo che Giovanni Lettieri, come riportava Il Denaro il 16 maggio scorso, non perde tempo e già propone la costituzione di una nuova holding per realizzare un quarto termoutilizzatore addirittura a Napoli città. L’impianto viene definito da Lettieri «una risorsa per il territorio e per lo sviluppo». Non è escluso che si prenda di mira l’area industriale di Bagnoli per un quinto impianto.

Anonimo ha detto...

Qualche lettore, a questo punto, comincerà a paventare il rischio che la camorra possa infiltrarsi in un business così vistoso, esteso complessivamente all’intera regione. E che regione… Nessuna paura, comunque. Lo stesso Lettieri chiarisce infatti la spinosa questione con una dichiarazione che ci rende tutti più tranquilli, riportata sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno il 6 maggio scorso. La camorra? «Non è paragonabile alla mafia perché, a differenza di quest’ultima, non si infiltra negli affari e nelle imprese, ma si limita alle estorsioni».

Renzo Capra, presidente dell’Asm di Brescia, ha recentemente sottolineato lo «scopo etico» che di fatto motiverebbe l’azienda bresciana nel proporsi in Campania. La natura di questo scopo etico è chiarita dallo stesso Capra di fronte allo Commissione bicamerale sul ciclo rifiuti, nel corso della sua audizione tenutasi il 14 settembre 2005, allorché nacque l’accordo con Lettieri e l’Unione industriali di Napoli. «Direi che sul territorio l’attività più delicata e più difficile è proprio la raccolta differenziata piuttosto che la combustione perché, una volta realizzato, l’impianto [l’inceneritore] va avanti per conto suo. Si tratta, comunque, di impianti redditizi».

Come volevasi dimostrare. «Produrre energia dall’impianto di Brescia (80MW) con il gas sarebbe stato quattro volte meno costoso. Cosa lo rende allora, dal punto di vista economico, fattibile e conveniente? Il fatto che il combustibile [i rifiuti] non viene pagato da chi lo usa, ma da chi lo fornisce». Cioè sono i cittadini che pagano, come abbiamo visto, per lo smaltimento dei rifiuti.

Anonimo ha detto...

Ragazzi del blog,
fate una ricerca sulla società di consulenza "Price Waterhouse Coopers"....

Anonimo ha detto...

Riciclaggi....
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Il Boss Gravano e la sua corte si stanno riciclando...
Stanno aderendo alla nuova lobby(consorteria) che è nata attraverso la rivista "Mezzogiorno Europa"....
Sapete chi ha aderito oltre al Boss Michele Gravano, al solito Federico Libertino, Gianluca Daniele?
Indovinate... Gianni Lettieri, Gaetano Cola(il presidente della Camera del Commercio), Raffaele Cercola, Francesco Nerli...

Anonimo ha detto...

Pubblichiamo un post pubblicato sul sito www,coordinamentorsu.it dopo l'intervista di Guglielmo Epifani sul quotidiano "La Repubblica" del 12 Gennaio 2008
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Sull'intervista di Epifani a Repubblica - (leggi l'intervista)
Epifani sembra perplesso e deluso. Ce l'ha con le imprese e ce l'ha pure con la sinistra. Quella moderata che non fa nulla per il lavoro e quella radicale che si intromette sulle questioni del lavoro che, per Epifani, devono rimanere questioni di pertinenza esclusivamente sindacale.

Come non essere d'accordo con lui, comunque, quando lamenta la lontananza dell'apparato sindacale dai luoghi di lavoro. E' da anni che i lavoratori (ed i delegati Rsu) soffrono di un pesante isolamento. Non solo avere un sindacalista che segue le fabbriche invece di starsene in ufficio è cosa rara anzi rarissima, ma quei pochi che fanno ancora e bene il lavoro di sindacalista sono spesso considerati "rompicoglioni" solo perchè a fare bene il sindacalista si finisce col mettere sulla graticola quella fitta rete di relazioni concertative e correntizie che sostengono le sotterranee relazioni tra sindacati, imprese, enti pubblici e politici. (ricordiamo solo il recente caso Fillea di Napoli)

Il limite delle osservazioni svolte da Epifani nella sua intervista è che non comprende come i limiti da lui indicati non sono il frutto di cattivi singoli sindacalisti ma di un modello, quello concertativo e le sue derive neocorporative che di fatto stanno trasformando il sindacato da organizzazione dei lavoratori (quindi aperta e capace di comprendere ed organizzare le contraddizioni ed i problemi che il mondo del lavoro esprime) a organizzazione burocratica (attenta cioè a salvaguardare sopratutto se stessa ed il sistema di relazioni interne ed esterne che le permettono di essere accreditabile per sedersi ai tavoli delle grandi questioni e della grande politica).

Siamo comunque vicino all'assemblea di organizzazione della Cgil e quindi l'intervento di Epifani si spiega anche così.

Vedremo però le coerenze. Avvicinare il sindacato ai luoghi di lavoro vuol dire avere più sindacalisti che seguono le fabbriche, che fanno assemblee, che vanno ad assistere i delegati quando questi li chiamano, che promuovo ed organizzano la presenza sindacale in tutte le sue forme. Se è questo che anche Epifani intende allora vedremo se avrà il coraggio di liberare le enormi risorse che la Cgil ha a disposizione per finanziare questo ritorno alle fabbriche, indirizzandole (invece che a finanziare gli enormi apparati confederali, regionali e nazionali) sulle categorie e sulle zone sindacali.

Servono più sindacalisti che girano nelle fabbriche. Ma serve anche un sindacato più rivendicativo e meno concertativo.

Se è questo a cui pensa Epifani si provi allora a domandare (per esempio) per conto di chi sta trattando con Confindustria il nuovo modello contrattuale. Vicinanza ai luoghi di lavoro vuol dire anche e sopratutto che un dirigente sindacale dovrebbe rappresentare quel che chiedono e pensano i lavoratori e non quanto pensa lui.

In conclusione. Come non concordare su alcune cose che dice nell'intervista. Bene .. Bravo .. ma cominci lui a dare il buon esempio ...

12 gennaio 2008

COORDINAMENTO RSU

Anonimo ha detto...

....io guardo con fiducia l'intervista di Epifani..sembra un segno, un messaggio positivo.
Caro compagno Guglielmo,
bisogna mettere mano sulla Cgil Campania.
Bisogna fare pulizia!!
Noi non sappiamo come si concluderà la vicenda di Ciro Crescentini.
Venerdì 18 gennaio è fissata l'udienza definitiva.
Non sappiamo se il magistrato accoglierà la procedura d'urgenza(articolo 700 cpc)disponendo il reintegro di Ciro...
Se non l'accoglierà, consigliamo Ciro di intentare un ricorso ordinario. (Stai tranquillo sono aumentati gli organici dei giudici del lavoro - una nuova udienza ti sarà fissata entro sei mesi!!).
Comunque, aldilà della vicenda di Ciro, noi ci aspettiamo un segnale forte dal compagno Epifani.
Qui in Campania, la pulizia in Cgil avrebbe un grande significato...dopo quanto accaduto nelle ultime settimae.
Ciao Guglielmo.

Anonimo ha detto...

Ma perchè il giudice non dovrebbe accogliere la procedura d'urgenza?

Anonimo ha detto...

Perchè il Sannino ed il suo avvocato hanno detto al giudice che Ciro non si trova in condizioni di "particolare disagio economico e familiare'...in quanto la Fillea gli ha corrisposto il TFR!!
Un modo per trasformare la procedura d'urgenza in procedura ordinaria per rinviare il caso...in modo che sfruttando la sua particolare situazione familiare di Ciro sperano che Lui ripensi sottoscrivendo una transazione economica...
non conoscono Ciro...
I cortigiani di Sannino, Nappo e Petruzziello stanno volutamente diffondendo la voce che Ciro ha perso...in modo che la voce arrivi al diretto interessato per scoraggiarlo....
che ingenui...
non sanno che Ciro è uno che non molla....
non sanno che Ciro è sostenuto da persone autentiche, amici sinceri(non da una cordata di potere come dicono i cortigiani!!) che vogliono ripulire un grande sindacato come la Cgil in Campania...
chiediamo a De Gennaro di mandare l'esercito in Via Torino....insieme alla spazzatura faccia raccogliere quei rifiuti tossici di Petruzziello, Sannino, Nappo, Gravano....

Anonimo ha detto...

La redazione di "Caduti sul Lavoro' ha intervistato il nostro compagno Ciro.
Vai su www.cadutisullavoro.it/blog/

Inoltre, la prossima settimana, Ciro sarà uno dei relatori in un importante assemblea sulla sicurezza sul lavoro.
Vi informerò nelle prossime ore...

Anonimo ha detto...

Questa è la locandina della manifestazione alla quale parteciperà il nostro compagno Ciro come relatore.
Saranno affissi anche 500 manifesti per le strade di Roma.
Ciao.
Stefania Bontempi
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BASTA MORTI SUL LAVORO
MAI PIU’ SENZA DIRITTI E GIUSTIZIA

Dalle vertenze al testo unico sulla sicurezza sul lavoro

ASSEMBLEA PUBBLICA
21 gennaio 2008 ore 16.30
Presso Sala delle Bandiere Palazzo Valentini della
Provincia di Roma via IV Novembre, 119/A

Relazioni: Stefano Zuccherini (PRC) Vice Presidente Commissione Lavoro Senato Gianpaolo Patta (PdCI)
Sottosegretario Ministero Sanità
Augusto Rocchi (PRC)
Presidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati

Coordina: Daniela Cortese del Comitato 5 Aprile

Interventi:
Ciro Crescentini Sindacalista licenziato dalla FILLEA-CGIL
Rappresentante dei lavoratori della ThyssenKrupp di Terni
Guglielmo Simoneschi Magistrato – consulente per la FIOM
Claudio Petrelli Ispettore del Lavoro
Andrea Fioretti FLMU-CUB Lazio
Roberto Testa RLS Ferroviere – Presidente CONARLS
Luigi Dromedari Tecnico ASL della Prevenzione
Andrea Furlan Filcams CGIL Rete 28 Aprile
Franco Mari Nodo S.E. Lavoro Sicuro contro la Precarietà
Umberto Carbone Resp. Sanità PRC Lazio

Nei primi cinque giorni di gennaio 2008 ci sono stati 13 morti, 335 invalidi
e 13.420 infortuni, vittime del profitto e della precarietà del vivere.
FERMIAMO QUESTA GUERRA AL LAVORO CHE UCCIDE!

Comitato 5 Aprile per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro - Roma

Anonimo ha detto...

Sulla scia di Sannino e della Fillea Cgil di Napoli.....almeno i padroni lo fanno meglio!!!!
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LAVORO:SOSPESO SINDACALISTA FONDERIA LOMBARDA,INTERROGAZIONE (ANSA) - BERGAMO, 14 GEN - Il parlamentare bergamasco Antonio Misiani (Pd) ha annunciato la presentazione di un'interrogazione alla Camera dei Deputati, in merito alla vicenda verificatasi alle Fonderie Officine Pietro Pilenga di Comun Nuovo (Bergamo), dove un operaio specializzato, iscritto alla Fiom Cgil, e' stato sospeso per tre giorni dal lavoro e dalla retribuzione dopo una serie di segnalazioni di problemi legati all'ambiente di lavoro e alla sicurezza. ''Quanto e' avvenuto alle Fonderie Pilenga e' di assoluta gravita' - ha dichiarato Misiani - domani presentero' un'interrogazione parlamentare per contribuire a fare piena luce su questa brutta vicenda. E' assurdo che, dopo tante iniziative per diffondere la cultura della prevenzione, un'azienda in cui negli ultimi anni si sono verificati un infortunio mortale e molti altri incidenti abbia sanzionato un dipendente che faceva solo il proprio dovere per migliorare le condizioni di sicurezza del proprio luogo di lavoro. E' un caso emblematico, ma sicuramente non isolato: sono ancora troppi, anche nella nostra provincia, i casi in cui il diritto ad un lavoro sicuro viene negato''. (ANSA).

Anonimo ha detto...

Sul Corriere della Sera di oggi 15 gennaio 2008 a pagina 5 il titolo:
"Nel Fortino dei fedelissimi di Bassolino"...
Leggete cosa dice Michele Gravano segretario generale della Cgil Campania..
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"Quando le cose vanno bene - dice sconsolato Gravano tutti accorrono. Quando vanno male tutti fuggono. Succede negli Stati Uniti di Bush, figuriamoci a un livello più basso come il nostro". A Bassolino, Gravano è rimasto legato: si conoscono dall'inizio degli anni '70 e forse è anche una questione generazionale. "Antonio - spiega Gravano - ha vissuto come un'occasione mancata il fatto di non riuscire a portare un giovane del calibro di Oddati nel Partito Democratico. Per lui è stato un colpo. Ha vissuto questa storia con grande amarezza. E pure io"..
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CARO EPIFANI, CARA CARLA CANTONE, CARI COMPAGNI DELLA CGIL NAZIONALE VI RENDETE CONTO DA CHI E' GESTITA LA CGIL CAMPANIA?
VI RENDETE CONTO CHE IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL CAMPANIA INVECE DI OCCUPARSI DEI PROBLEMI DEI LAVORATORI RILASCIA DICHIARAZIONI DA CAPOCORRENTE DI ANTONIO BASSOLINO?
NON ABBIAMO MAI SENTITO NE' EPIFANI, NE' CANTONE, NE' NEROZZI NE' ALTRI DIRIGENTI SINDACALI FARE DICHIARAZIONI COSI SUBORDINATE AD UN UOMO POLITICO!!
MA QUANDO INTERVENITE?

Anonimo ha detto...

i Sannino, i Nappo, i Petruzziello, i Gravano già si assaporano la vittoria in tribunale? Già danno per scontato che Ciro sarà risarcito con qualche mensilità e non sarà reintegrato?
Cari cortigiani,
la vita presenta sempre delle sorprese!
Buonasera!!

Anonimo ha detto...

La causa di Ciro potrebbe trasformarsi in ordinaria?
Ciro potrebbe vincere ma non avere il diritto al reintegro?
Meglio!
Sai quante cause può intentare ancora?
danno biologico, licenziamento ingiurioso,demansionamento ecc.
Il contenzioso legale con la banda della fillea di Napoli si trasformerebbe in contenzioso permanente!
Ecco perchè loro puntano ad una transazione!!!!
Per evitare che Ciro faccia altre azioni legali....
Ciro non mollare!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

....un caro saluto al 'poeta' e 'consulente' Gerardo Genovese.
Bello giudicare. Bello salire sul pulpito, vero Gerardo?
Gerardo quale è il tuo livello professionale?
.....e non parliamo delle consulenze. Vero, Gerardo?

Anonimo ha detto...

sannino, petruzziello, nappo,borrelli,gravano.ma chi sono? andate un poco in giro e ascoltate quello che dicono su di loro i lavoratori?
anche nelle sezioni del partito democratico schifano sannino.
non può più accostare nella sede di fuorigrotta.

Anonimo ha detto...

Di una cosa devono essere certi Sannino, Nappo, petruzziello e gravano, martini
il licenziamento del ns compagno Ciro sarà una macchia impressa su di loro per tutta la vita.
anche mediaticamente...
se vai su un motore di ricerca Internet e digiti i loro nomi le loro nefandezze verranno sempre fuori.
un giornale si legge e si cestina..le notizie che hai letto le dimentichi il giorno dopo...su internet, NO!
qualsiasi lavoratore o cittadino del mondo nei prossimi giorni, mesi e anni basta che clicca e si aggiornerà su quello che è avvenuto nella fillea di napoli.
nessuna causa vinta o persa, potrà cancellare le nefandezze, schifezze e porcherie. lo leggeranno i loro figli, i loro nipoti e pronipoti.

PS/Caro Ciro vedrai che Venerdì andrà tutto bene.
sono d'accordo con 'osservatore vesuviano'.
se la causa sarà trasformata in 'ordinaria' potrai presentare altri ricorsi per danno biologico,demansionamento, azioni vessatorie ecc ecc.
e poi non dimenticarti della magistratura penale...
è giusto e sacrosanto dire: cade Sansone e cadono tutti i filistei!!

Infine vorrei salutare anch'io Jerry Genovese.
Smettila di fare il professorino...anche tu hai qualche scheletro nell'armadio!!!!!!!

Anonimo ha detto...

articolo di Giorgio Bocca sull'Espresso
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Nel gennaio 2006 quando uscì da Feltrinelli il mio 'Napoli siamo noi', un noto scrittore partenopeo scrisse che ero "una vecchia sciarpa littoria carica di nostalgie" e il direttore del 'Mattino' rincarò la dose degli insulti e Raffaele La Capria scrisse che mi ero "troppo sprofondato nella mentalità piccolo settentrionale". Ma a sprofondare è stata in questi giorni Napoli sotto l'immondizia, e il fatto che sia sprofondata come due o quattro anni fa, fa giustizia di queste difese d'ufficio di Napoli vittima del nord egoista. Nelle interviste tv ai napoletani che impediscono la riapertura delle discariche di Pianura si è ancora sentito qualcuno dire che "le immondizie ce le mandano giù i settentrionali", ma anche un bambino sa che le cose stanno diversamente. Napoli, la Napoli della povertà, è diventata come le altre città italiane un luogo di consumismo moderno intensissimo e senza regole e non ha saputo o potuto fargli fronte, lo ha subito come una slavina che tutto copre e soffoca. Vizi antichi spesso pittoreschi e tollerabili accumulandosi sono diventati intollerabili, la mitica armonia napoletana fra la natura stupenda e la città 'intelligente' pronta agli adattamenti e ai rimedi, si è arresa di fronte alla colata incontenibile dei rifiuti e delle confezioni.

La tolleranza totale che torna fra le cause del disastro non è una novità. Parlare di tolleranza zero a Napoli è ignorare la storia. A palazzo di giustizia, quando arrivò da Palmi il procuratore Agostino Cordova si vendevano sigarette, registrazioni di film, magliette d'autore contraffatte: era il mercato nel tempio. Cordova lo spazzò via, e non glielo hanno perdonato. L'igiene a Napoli nei secoli era sconosciuta, si cuocevano i maccheroni per strada, la pizza nei sottoscala. Tutto abusivo, tutto liberamente venduto: per anni in centro si è tenuto il famoso mercatino della merce rubata nei depositi americani, non era una vergogna, ma un'attrattiva locale. Oggi si vendono dovunque borse griffate e programmi informatici, registrazioni di film e tutti lavorano tranquillamente in nero. Napoli è l'unica città dove anche l'artigianato più rispettabile, come il presepe, è prodotto in nero. È la città dove i politici rei confessi di corruzione non solo vengono perdonati, ma tornano al potere. Ma fu per questo che intitolai il mio saggio 'Napoli siamo noi': perché anche da noi, in tutta Italia, i condannati per violenza o truffa politica, i deputati o i ministri ladroni, sono stati riammessi nelle direzioni dei partiti o nei pubblici uffici. A Napoli la faccenda era più spavalda, regnava a Napoli negli anni Novanta il ministro
Cirino Pomicino. Costui, l'11 marzo 1990, si presentò con un seguito di amici alla sede della Rai e annunciò festosamente: "Guaglio', mo' trasimme tutti quanti, la Rai è di tutti, non è vero?", per vedere una partita di calcio del Napoli.

I napoletani non sono tutti camorristi, ma hanno fatto proprio il linguaggio camorrista. Nelle intercettazioni della polizia ricorrono linguaggi cifrati: "Mi mandi venti chili di mele", "passi dal mio segretario per quantificare", "mi scusi se l'hanno già disturbata, ma adesso tocca a me". Un deputato dei Ds, Isaia Sales, ha scritto di questo costume napoletano: "Il potere politico è diventato il regolatore quasi assoluto della vita sociale ed economica di grandi aree, le sue regole sono diventate le regole dell'economia, qualcosa di simile a ciò che accade nei paesi dell'est". A Napoli è possibile tutto: lo psichiatra Ceravolo ha inventato una maglietta con su stampata una finta cintura di sicurezza, e assicura di averne vendute molte. Ma non facciamoci illusioni: Napoli ormai siamo noi, i nostri consumi culturali non fanno una gran differenza, sono la poltiglia di familismo, violenza, maschilismo, superstizione, pornografia con l'ossessione consumistica come unico criterio di giudizio. Il consumismo ha travolto con le sue immondizie le ultime resistenze civili di Napoli. Ma tutto il Paese è a rischio. Si è scritto di Napoli: "Nella città convivono due classi, i letterati e il popolo", i letterati, gli intellettuali, si spartiscono i pubblici uffici, governano un popolo di cui Guido Dorso diceva: "Una plebe non ancora uscita dal limbo della storia, abbrutita dalla tradizione e dalla miseria". Questa plebe sopravvive nei cento mestieri umili, 'spiccia faccende', piccola manovalanza che non può contare su un reddito regolare, da cui deriva la voglia di sopravvivere alla miseria, di sopportare la miseria che è all'origine della tolleranza generale: tutto deve essere permesso affinché tutti possano vivere.

picoglass ha detto...

Cara Stefania, leggi quanto succede a Nocera Inferiore per l'area ex MCM
Il Mattino ed. Salerno
17/01/2008


INDUSTRIALIZZAZIONE FANTASMA
Sotto choc il mondo del lavoro per il coinvolgimento dei rappresentanti di categoria La Procura apre altri fascicoli


SALVATORE DE NAPOLI Nocera inferiore. Sarebbero due sindacalisti esperti e che si sono occupati per più tempo delle vicende delle ex Mcm e della loro reindustrializzazione, i due rappresentanti del sindacato indagati dalla procura della repubblica di Nocera Inferiore per estorsione nell'inchiesta su Fosso Imperatore. I due sindacalisti (la cui identità è tenuta top secret), secondo gli investigatori e i primi riscontri ottenuti in questi mesi di indagine, avrebbero ottenuto una tangente di diverse decine di migliaia di euro per il tramite di un consulente di alcune aziende aderenti al Ctm (Consorzio tessile meridionale) finanziato nel 2001 con un accordo di programma. L'ingente somma sarebbe stata pagata dagli imprenditori per garantire la pace sindacale o meglio che i lavoratori non protestassero per quanto accadeva a Fosso Imperatore. Ma lo sconcerto per la notizia appresa dal nostro giornale dei due sindacalisti sott'inchiesta è destinata a crescere. Infatti gli indagati nell'affaire Fosso Imperatore sono saliti a 25, con più di 10 i nuove iscrizioni che si aggiungono ai 14 tra imprenditori, manager, professionisti già iscritti nell'apposto registro della procura. Tra questi 10 nuovi indagati ci sono anche altri imprenditori, per lo più fornitori di alcune aziende di Fosso Imperatore. Questi fornitori avrebbero gonfiato l'importo delle fatture per gli acquisti di macchinari da parte di alcune aziende aderenti al Ctm, contribuendo a truffare lo stato e a far arricchire industriali. Gli indagati potrebbero ancora aumentare. Importanti notizie si attendono, infatti, dal lavoro dei periti incaricati dai pm di esaminare bilanci aziendali e documentazione varia delle imprese del Ctm. Ormai l'inchiesta è arrivata a un traguardo. C'era, però, chi credeva che l'inchiesta dei pm Roberto Lenza e Giuseppe Cacciapuoti, coordinati dal procuratore capo Domenico Romano, fosse impantanata, per via dell'indulto che avrebbe reso difficile l'arresto degli indagati le cui presunte malefatte sarebbero antecedenti al due maggio 2006, data prima della quale si applica l'indulto stesso. Dopo la denuncia della Cgil e di Striscia la Notzia sugli sperperi a Fosso imperatore, infatti, era partita l'inchiesta diretta dal procuratore capo ed eseguita dalla Finanza di Nocera Superiore. I finanzieri presentarono un'ampia relazione ai due pubblici ministeri poi delegati. I pm hanno interrogato a più riprese gli indagati, ottenendo confessioni e riscontri investigativi, anzi allargando l'inchiesta. In questi mesi, sono giunti attacchi su presunte lentezze investigative o mancate adozioni di misure cautelari. E invece, le indagini continuano, come sanno bene gli indagati e i loro avvocati.


ed anche questo....

Incarichi da tutor nei corsi di formazione assegnati a parenti e figli di sindacalisti



DOMENICO BARBATI L'inchiesta sulla reindustrializzazione dell'area ex McM a Nocera Inferiore, ed in modo particolare il filone che ha coinvolto due sindacalisti, si arricchisce di un retroscena. Riguarda una vicenda che non è tuttavia collegata al filone che la procura sta coltivando (quello che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due dirigenti sindacali) ma che potrebbe richiamare l’attenzione degli inquirenti. Il caso, documentato, riguarda i contratti e le relative retribuzioni per l'attività di tutoraggio svolta per conto dei Consorzi, specie Salerno Sviluppo, e delle aziende, per il reinserimento degli operai ex McM. In pratica gli operai per essere riavviati al lavoro, e acquisire le nuove conoscenze tecniche in aziende diverse da quelle in cui erano precedentemente impiegati, dovevano svolgere dei corsi di formazione con l'assistenza di tutor regolarmente retribuiti così come prevede la legge. Ma è proprio sui nomi di questi tutor che si è soffermata l'attenzione dei magistrati. Così, incrociando i dati e verificando le parentele, è venuto fuori che i figli di un sindacalista hanno prestato la loro attività professionale come tutor per l'azienda Borrelli percependo, una figlia un compenso totale di 38.839.500 lire; e il figlio un compenso di 18.600.000 lire. C'è poi anche la moglie di un dirigente sindacale (che non risulta coinvolto nell’inchiesta penale) che ha percepito 29.122.000 lire sempre per la stessa opera di tutor. Le retribuzioni, riguardano complessivamente circa un anno di lavoro anche se scaglionato nel tempo e con pagamenti diversi a seconda delle modalità di effettuazione del tutoraggio. Ovviamente, va precisato, siamo in presenza di regolari forme di prestazione professionale, governate da contratti e normative. Da questo punto di vista, pertanto, nessun profilo penale sarebbe rilevabile. la questione è, piuttosto, di carattere politico. Come venivano scelti i tutor? Sulla base di quali caratteristiche? E perché la ricorrenza della presenza di parenti di sindacalisti? Un dato che tocca versanti di opportunità politica giacchè è ben evidente il ruolo pubblico-istituzionale che viene riconosciuto alle organizzazioni sindacali nel quadro della contrattazione su grandi programmi di sviluppo. I tutoraggi sono stati svolti e retribuiti tutti fra il 2000 e il 2001 tranne un mese del 1999 che riguarda soltanto la figlia di un sindacalista. Date che risalgono a molto tempo prima che scoppiasse lo scandalo delle aziende fantasma e la vicenda di Fosso Imperatore con tutte le conseguenze economiche e politiche che si sono trascinate. Una vicenda che avrebbe rischiato di cadere nell'oblio se non fosse stata ripescata e tornata tristemente d'attualità con lo scandalo di queste ore che vede sulla graticola mediatica non più i politici e gli imprenditori ma anche i rappresentanti dei lavoratori.



I CADUTI SUL LAVORO..