martedì 1 gennaio 2008

Napoli,Caserta e province sommerse dai rifiuti. Un'inchiesta di Report

Pubblichiamo un'inchiesta di Report trasmessa dal TG3. Un documento eccezionale che mette sotto accusa le istituzioni locali.
Napoli, Caserta e le province sono sommerse dai rifiuti.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

QUESTA NOTIZIA E' STATA DATA QUALCHE MINUTO FA DA UNA RADIO LOCALE.
RIFIUTI:RISCHIO DIOSSINA

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I rifiuti entrano nel messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che accusa: ''Paure irragionevoli, particolarismi politici e localistici'' impediscono la soluzione di una emergenza ''sempre piu' allarmante''. Nelle strade della Campania l'immondizia ancora giace e, ora piu' che mai, brucia: nella notte di San Silvestro, i cassonetti saltano in aria. Petardi e fuochi pirotecnici. Il sindaco di Napoli sottolinea ancora una volta: ''Egoismi Napoli non ne ha. Il Comune nell'emergenza non ha alcuna responsabilita' e competenza, la citta' e' commissariata da 14 anni, il prefetto e' commissario del Governo e a lui compete l'onere di trovare dele soluzioni''. Sui cassonetti distrutti, pero', protesta l'Asia, addetta alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e cresce l'allarme diossina, che attira l'attenzione, anche in questo caso, di voci di livello nazionale: interviene da Milano il farmacologo Silvio Garattini, che suggerisce di monitorare i livelli di veleno sprigionato a Capodanno. I problemi sollevati nello scorcio del 2007, fra l'altro, restano aperti nel 2008: chiuso il sito di stoccaggio di Taverna del Re, ieri, a Giugliano, si combatte sul fronte napoletano, con il sindaco combattivo nel difendere i cittadini di Pianura dall'ipotesi della riapertura di Contrada Pisani. In serata, Rosa Russo Iervolino, dopo avergli fatto gli auguri per telefono per il nuovo anno, risponde anche al Capo dello Stato, arrivato intanto in citta': ''Giusto parlare di egoismi e particolarismi - dice citandone le parole - ma Napoli non ha ne' l'una ne' l'altra cosa''. Basta pensare alla disponibilita' su Poggioreale, dice. L'ipotesi di un sito di stoccaggio per le ecoballe a Pianura, sulla quale sembra puntare il Commissariato di Governo? Il sindaco resta contrario: va difeso anche chi chiede la tutela dei suoi diritti, ''avendo gia' dato...''. Domani ci sara' una marcia, nel quartiere, contro la ''discarica''. Anche per il presidente della Campania Antonio Bassolino e' ''giusto il richiamo di Napolitano a superare irragionevoli paure e particolarismi''. Il messaggio del Quirinale viene letto invece come un preciso atto d'accusa alla classe dirigente locale dalla Cdl: An e Azione giovani annunciano un presidio davanti a Villa Rosebery. Infine, suggerisce di effettuare test di tossicita' dell' aria, il farmacologo Silvio Garattini, secondo il quale ''presumibilmente, a seguito degli incendi, la concentrazione di diossina e altre sostanze dannose nell'aria sia aumentata e vada dunque tenuta sotto controllo''.

Anonimo ha detto...

Cari compagni del Blog,
cerchiamo informazioni su Roberto Cappabianca, dottore commercialista, presidente del Collegio sindacale della Cassa Edile di Napoli.
Cappabianca è colui che ha creato le società miste regionali. E' presente in sei consigli di amministrazione(compreso Bagnoli Futura e Progetto Sirena).
Ragazzi, i nodi vengono al pettine!!!

Anonimo ha detto...

Protestano dalle prime luci dell'alba i residenti di Pianura a Napoli, contro l'ipotesi dell'apertura del sito di stoccaggio di ecoballe nella Contrada Pisani. Una trentina di persone sta effettuando un blocco in via Montagna Spaccata, all'altezza della rotonda Giustino Fortunato. La polizia, intervenuta sul posto, sta procedendo allo sgombero della strada. Una catena umana impedisce alle auto di circolare, rendendo difficili i collegamenti fra il quartiere e il resto della citta' e il presidio, realizzato anche con alcuni cassonetti capovolti, sta avendo pesanti effetti sul traffico veicolare. A Pianura era annunciato, per le 9 di stamattina, un corteo di manifestanti, le proteste sono iniziate con tre ore di anticipo

Anonimo ha detto...

Il bollettino della scorsa notte segnala 75 interventi dei vigili del fuoco, nel napoletano, dalle 20 di ieri sera alle 8 di stamattina, per spegnere i famigerati roghi accesi sui rifiuti accumulati in strada, che contribuiscono a intossicare citta' e provincia. Una emergenza che investe tutto il territorio provinciale e che ha costretto a richiamare due squadre di operatori a lavoro, in turno straordinario. Al comando di Napoli dei vigili del fuoco e' in corso una riunione: si chiede l'invio nel capoluogo partenopeo di alcune colonne mobili da altri Comandi

Anonimo ha detto...

La notizia l'ho letta su "Il Giornale" di oggi:
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La monnezza di Napoli ha messo in fuga il presidente della Regione, Antonio Bassolino e il sindaco, Rosa Russo Jervolino. Per la prima volta, alla festa di piazza del Plebiscito, Antonio e Rosetta, non si sono fatti vedere. Troppo forte la paura di subire delle contestazioni, peraltro preannunciate, da alcune associazioni, che avevano deciso, nel momento in cui presidente della Regione e Sindaco, fossero apparsi sul palco, di voltargli le spalle e di osservare un minuto di silenzio.

Ieri sera, partecipando alla marcia per la pace, Jervolino ha ammesso la «fuga»: «È stata una scelta. C'era una situazione di tensione tra la gente nei giorni scorsi, ma a me e a Bassolino è dispiaciuto non esserci». Fin troppo chiaro che, se i due avessero sfidato l'ira popolare, il concerto lo avrebbero suonato ad Antonio e Rosetta, i cinquantamila di piazza del Plebiscito.

Venendo ai temuti roghi di Capodanno, è stato fin troppo facile prevedere, che l'emergenza rifiuti e il pericolo diossina, allo scoccare della mezzanotte di Capodanno, si sarebbero aggravati. Gli appelli a non lanciare i botti sui cumuli di spazzatura, sono rimasti inascoltati. I napoletani ma anche i casertani, hanno fatto un facile tiro al bersaglio sulle lunghe file di sacchetti e cassonetti, parcheggiati nelle strade del centro e della provincia. I vigili del fuoco, al già massacrante lavoro straordinario di spegnimento dei roghi appiccati alla monnezza di Napoli, hanno dovuto ulteriormente moltiplicare le loro esigue forze, per spegnere i falò di Capodanno. In tutto oltre 200 interventi a Napoli, senza soluzione di continuità, dalle ore 23 del 31 dicembre, fino alla scorsa notte.

Un vigile del fuoco, Carmine Cristiano, che aveva scritto nei giorni scorsi una lettera al presidente Napolitano, per denunciare le carenze del Corpo, dinanzi ad uno dei tanti roghi, ha commentato amaro. «Questa città dovrebbe essere in lutto per i suoi morti di camorra, per le morti bianche, per la spazzatura e per i tanti altri mille problemi che l'affliggono. Non solo, ma aggrava la situazione, dando fuoco alla spazzatura, mettendo a repentaglio la salute di migliaia di persone. E fa baldoria, come se tutti questi problemi non esistessero. Quanto è lontana la silenziosa e civile Torino, rispettosa dei suoi 7 morti della ThyssenKrupp».
Poderoso anche il lavoro dei vigili del fuoco casertani: circa 150 interventi in una ventina di ore. Bande di teppisti sono entrati in azione dopo la mezzanotte, dando fuoco ai cumuli di spazzatura. Inascoltato, o quasi, il divieto del sindaco Nicodemo Petteruti, che aveva vietato qualsiasi tipo di festeggiamenti a base di fuochi pirotecnici, non solo quelli di tipo proibito ma anche quelli legali. Si è sparato un po' meno, quindi il silenzio che Petteruti auspicava, non c'è stato.

A Napoli, a parte qualche «isola felice», ci sono stati roghi in periferia e al Vomero, nei quartieri del disagio e nelle zone residenziali. Fiamme ai cumuli, ma anche ai cassonetti, una cinquantina di auto distrutte, non solo dai petardi ma anche dai falò, appiccati ai sacchetti della spazzatura, accatastati ovunque, davanti agli ingressi dei palazzi e delle chiese, delle scuole e nelle strisce blu.

Intanto, prosegue il braccio di ferro sulla questione della riapertura della discarica di Contrada Pisani, a Pianura, quartiere periferico di Napoli, paventata dal prefetto Alessandro Pansa, nella sua qualità di Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. Incarico che Pansa ha lasciato ieri al prefetto Umberto Cimmino. La possibile riapertura della discarica di Pianura ha provocato la reazione del sindaco Jervolino, trovatasi in contrapposizione con il presidente Bassolino, che invece appoggia questa soluzione.

Anonimo ha detto...

COSTI E CONSULENZE DEL COMMISSARIATO AI RIFIUTI

Gli emolumenti riconosciuti alla struttura di dirigenza del Commissariato hanno seguito questo andamento di crescita:
1998 (comm. Rastrelli): 16.638;
1999 (comm. Losco): 106.000;
2000 (comm. Losco e Bassolino): 250.000;
2001 (comm. Bassolino): 698.000;
2002 (comm. Bassolino): 1.130.000;
2003 (comm. Bassolino): 1.140.000.
Per quanto riguarda poi contratti e consulenze siamo di fronte a un pozzo senza fondo, con uso continuativo di consulenti esterni a costi di decine e centinaia di migliaia di euro e contratti per milioni di euro stipulati in molti casi su basi assolutamente discrezionali e su obiettivi e durate che avrebbero dovuto riguardare la pubblica amministrazione e non un Commissariato straordinario.
Nel primo caso, ad esempio, rientra la consulenza di Riccardo di Palma, oggi presidente della Provincia di Napoli, che in qualità di subcommissario del sindaco di Napoli (a sua volta subdelegato dal Commissario-presidente della regione...) risulta aver percepito un compenso di 400.000 euro per una consulenza sulla risistemazione idrogeologica del territorio comunale ... Sul fronte contratti sono diventati famosi progetti come "Sirenetta" che ha stanziato 9 milioni di euro a società come la "Cid-software srl", per realizzare nientemeno che il "monitoraggio telematico" dello smaltimento rifiuti. Ma i segnalatori sui camion non si sono potuti mai applicare per la prevedibile opposizione (condivisa dal giudice) degli operatori addetti al trasporto...

Anonimo ha detto...

LA FARSA DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Gran parte della retorica (e dei fondi) del Commissariato Straordinario all'emergenza rifiuti sono stati investiti nella raccolta differenziata. Che però ha avuto risultati che si spiegano soltanto con il boicottaggio consapevole, con la corruzione o con la deficenza... Nei fatti, come emerge anche dall'audizione parlamentare dell'ex commissario Catenacci, molti camion destinati alla differenziata risultano rubati o utilizzati privatamente dalle società che raccolgono i rifiuti ordinari; la filiera della differenziata in molti casi è incompleta; non si è mai effettuata la raccolta porta a porta, che è l'unica a offrire risultati certi. Una situazione disastrosa cui non si può opporre l'alibi offensivo per cui le genti del Meridione sono "culturalmente impreparate". Dimostrano il contrario i casi di singoli comuni, che, riuscendo a organizzarsi, hanno raggiunto e superato anche il 60% (come Grumo Nevano... e la stessa Acerra in un solo anno è arrivata al 35%).
La conseguenza di tanto caos sono le migliaia di lavoratori impiegati nella raccolta differenziata e costretti praticamente all'inazione.
Le conseguenze sono i dati sconcertanti sulla differenziata::
Dati relativi alla raccolta differenziata nella provincia di Napoli negli anni 2002 e 2004, disaggregati per ambiti:

2002 2004

Napoli 1 4,72 5,8
Napoli 2 4,93 3,89
Napoli 3 19,2 23,35
Napoli 4 3,36 4,7
Napoli 5 (città)6,65 5,11

E' chiaro che con questo modello di dis-funzionamento della raccolta differenziata inceneritori e discariche continueranno a ingrassare e ad avvelenare il territorio!

Anonimo ha detto...

la tragedia che sta vivendo la Campania da circa quattordici anni, attraverso un perdurante ed umiliante commissariamento che ha visto coinvolti tre commissari straordinari presidenti della Regione Campania (Rastrelli, Losco e lo stesso Bassolino) e due commissari straordinari esterni (prefetto Catenacci e Bertolaso, capo della Protezione Civile Nazionale) passa per gli interessi della criminalità organizzata, per l’utopia del “tutto in discarica” degli anni ‘90, quella del "tutto all’incenerimento" del vecchio piano regionale rifiuti predisposto da Rastrelli e sostenuto acriticamente da Bassolino. Senza vie intermedie, senza che sia mai davvero partita una seria raccolta differenziata e in presenza di impianti industriali vecchi, obsoleti, non funzionanti. Le utopie sono continuate negli anni, visto che le gestioni commissariali hanno perseguito tutte il piano rifiuti originale, senza prendersi mai la responsabilità di operare varianti che avrebbero potuto davvero risolvere il problema.
La Campania è rimasta confinata nella trappola. Di di fondi che arrivavano da Roma, usati a pioggia per fare spazio in discariche esaurite o per fingere di riparare impianti per Cdr che hanno continuato a produrre ecoballe che non sono altro che rifiuti impacchettati. Soldi spesi per consulenze dorate che forniranno soluzioni giuste che però non saranno applicate. Ma perché la Campania non impara dal passato? La politica regionale e nazionale si interroga su come risolvere il problema, nonostante appaia chiaro che sia seppellire i rifiuti in discarica, sia l’incenerirli sono imprese costose e rischiose, non solo dal punto di vista della sicurezza e della salute, ma anche da quello dell’infiltrazione camorristica negli appalti. Eppure in altre zone d’Italia si manda in discarica solo il 35–40 per cento dei rifiuti solo applicando alla lettera il vecchio decreto Ronchi.

Perché tutto ciò non si è riusciti ad applicarlo in Campania? Come mai il gran parlare di legalità nel nostro paese riguarda solo certe trasgressioni e non altre? Forse che quella legalità non vale per la Campania? Non si rispetta la legge e l’effetto è quello di generare un’emergenza rifiuti che è copertura e mimetizzazione per il traffico illecito di rifiuti tossici, di cui la Campania è il terminale. Infatti, nonostante sin dal decreto Ronchi di dieci anni fa, si sia sancito in Italia l’uso delle cosiddette “quattro erre” (riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero), in Campania si è continuato a cercare di aprire discariche che andavano invece bonificate, con i politici fautori della “modernità” che chiedevano i termovalorizzatori, senza sapere niente delle tecnologie di trattamento dei rifiuti e senza neanche porsi l’obiettivo di avere impianti che utilizzino tecnologie avanzate e meno inquinanti. Non credo di aver mai visto una ordinanza commissariale volta a ridurre i rifiuti all’origine, a differenziare la raccolta. Non c’è in Campania, regione con forte vocazione agricola, un solo impianto per il compostaggio dei rifiuti.

Cosa faceva Bassolino mentre accadeva tutto questo? La risposta è: lasciava che tutto ciò accadesse. Per la differenziata non ha mosso un dito e altrettanto ha fatto la Jervolino: tanto che Napoli oggi raccoglie in modo differenziato una percentuale inferiore al passato. E così, lui si finge la vittima della situazione e scarica tutto su sindaci e cittadini: di nuovo, complimenti.

Anonimo ha detto...

Diventa sempre piu' difficile la situazione sul fronte dell'emergenza rifiuti. Da questa mattina stanno chiudendo una alla volta tutti i sei impianti di Cdr della Campania per l'impossibilita' di far uscire le balle di rifiuti lavorate. Dopo la chiusura del sito di Taverna del Re a Giugliano (Napoli), infatti, non ci sono al momento alternative per lo stoccaggio di ecoballe. Gia' nella giornata di ieri, infatti, gli impianti avevano lavorato meno del 50% della capacita' ordinaria di rifiuti. Oggi la progressiva chiusura, iniziata in mattinata e che si concludera' stasera. Ripercussioni immediate e negative sulla citta' di Napoli: la giacenza di rifiuti si era ridotta a 500 tonnellate prima di Capodanno, entro domani si potrebbe arrivare ad avere circa 2.000 tonnellate di spazzatura nelle strade della citta'

Anonimo ha detto...

BASSOLINO SI SCHIERA PER LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA PISANI DI PIANURA(SI DOVEVANO COSTRUIRE INFRASTRUTTURE SOCIALI), LA IERVOLINO SI OPPONE. CHI CORRE IN SOCCORSO PER BASSOLINO? MICHELE GRAVANO E LA CGIL CAMPANIA NATURALMENTE. OVVIAMENTE LA CGIL OFFRE "COLLABORAZIONE" MA NESSUN DIRIGENTE DI VIA TORINO E' PRESENTE TRA I CITTADINI DI PIANURA CHE SI OPPONGONO ALLA RIAPERTURA DI UNA DISCARICA IN MANO ALLA CAMORRA...LEGGETE IL COMUNICATO PRONTAMENTE DIFFUSO DA GRAVANO...
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Napoli, 29 dic. (Apcom) - Le segreterie della Cgil Campania e della Camera del lavoro di Napoli esprimono il loro ringraziamento al prefetto Alessandro Pansa "per l'azione e per il ruolo svolto in questi mesi" e offrono la propria collaborazione per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania. "Apprezziamo - si sottolinea in un comunicato - la decisione del consiglio dei ministri di non aumentare la tassa sui rifiuti e prendiamo atto della nuova proroga, a termine, dei commissari, con funzioni distinte, per riportare a normalità la gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra regione".

Cgil Campania e Camera del lavoro di Napoli ribadiscono e confermano "il proprio impegno e collaborazione, così come con il prefetto Pansa, anche ai nuovi commissari, nella gestione di questa fase delicata di evoluzione della gestione del ciclo dei rifiuti". "E' necessario - secondo la Cgil - che tutti facciano la propria parte con senso di responsabilità, assumendo anche decisioni coraggiose, per uscire da questa fase di difficoltà che stiamo ancora vivendo in molte parti della regione e della provincia di Napoli".

"Nel ricordare lo sforzo straordinario che stanno svolgendo tutti i lavoratori del ciclo per assicurare nelle condizioni attuali il risultato migliore per le esigenze della collettività - si legge ancora nella nota - ribadiamo che però è necessario gestire con più collaborazione e determinazione la fase di governo per uscire dalle difficoltà di questi giorni e liberare le strade dall'immondizia. E' necessario, pertanto, che il programma predisposto da Pansa, pur con le opportune correzioni, vada avanti".

"Si approntino i siti di stoccaggio in tutta la regione - sottolinea la Cgil - e, per fronteggiare il complesso delle difficoltà emergenziali, anche la città di Napoli faccia la sua parte. Condividiamo la proposta avanzata dal presidente degli industriali, Gianni Lettieri, di aprire almeno una o più discariche nella città in condizioni di sicurezza, anche per dare il segnale al resto della provincia e della regione, di uno sforzo solidale di tutti".

"Questa scelta - concludono Cgil Campania e Camera del lavoro di Napoli - rappresenterebbe un contributo importante all'uscita dall'emergenza, imporrebbe a tutti responsabilità, permetterebbe uno sviluppo tranquillo dell'adeguamento dei cdr, favorirebbe l'attivazione, nei tempi previsti, del termovalorizzatore e l'accelerazione del processo della raccolta differenziata".

Anonimo ha detto...

stamattina hanno raccolto un pò di immondizia perchè è arrivato a Napoli in visita privata il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Da domani mattina la situazione peggiorerà.
che schifo.

Anonimo ha detto...

Il sottoscritto Comitato di Cittadini di Pozzuoli della Località San Martino, località che ospita oltre un migliaio di residenti e che si trova al confine con il quartiere di Pianura del Comune di Napoli, con la presente intende comunicare alle Autorità Loro le proprie preoccupazioni circa le notizie giornalistiche che giungono, con sempre maggiore insistenza, riguardo all’apertura nel quartiere di Pianura di una discarica per rifiuti urbani. Comprendiamo lo stato di emergenza, dovuto allo spettacolo desolante del fallimento costante di qualunque tentativo di risolvere alla radice il problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Ma la decisione di riaprire la discarica di Pianura è davvero incomprensibile.
Neppure la disperazione può spingere a non tenere in conto di quanto quelle zone siano cambiate da quando via Montagna Spaccata era sinonimo di sversatoio. Già, perché si tratterebbe proprio della riapertura di un sito già utilizzato in maniera selvaggia e fino all’estremo per quarant’anni, al punto che ancora oggi, d’estate, non di rado occorre l’intervento dei Vigili del Fuoco per spegnere i focolai spontanei prodotti dalle esalazioni di gas dei rifiuti ammassati nel corso degli anni.
Oggi, a pochi metri da dove si intende riaprire la discarica, ci sono tre campi di equitazione, vigne, frutteti, insediamenti residenziali, scuole, una piscina aperta al pubblico per tutta la stagione estiva, il centro commerciale Le Campane, insediamenti produttivi, che danno lavoro a centinaia di famiglie, campi archeologici. A questo riguardo, si sottolinea la campagna di scavi in corso nella zona di San Vito e la tanto sbandierata costituzione di un parco archeologico nella zona di Via Vecchia delle Vigne, sotto l’egida della Regione Campania e con finanziamenti dell’Unione Europea. Ci si troverebbe dinanzi all’assurdo di avere, l’una accanto all’altro, la discarica ed il parco archeologico; ma questo in futuro. Nell’immediato, si avrebbe l’altro assurdo di avere, l’una accanto all’altra, la discarica e l’oasi ecologica del WWF del bosco degli Astroni.
Aprire, o meglio, come già detto, riaprire una discarica, anche temporaneamente, significa, tra l’altro, programmare un transito continuo di mezzi pesanti su un’unica via, per altro priva di pubblica illuminazione, con i conseguenti problemi di traffico, di ulteriore inquinamento da rumore e da gas di scarico, di deterioramento del fondo stradale. Per di più, per unanime ricordo di tutti, quella stessa strada è stata per anni ricoperta da uno strato di limo sdrucciolevole, dovuto alle percolature dai camion di trasporto dei rifiuti, che ha causato decine di incidenti ad automobilisti e motociclisti. Ancora, l’esperienza vissuta, passata solo da poco tempo e che, come un incubo, sembra si debba nuovamente vivere, porta a ricordare che l’aria intorno alla discarica, per centinaia di metri, era irrespirabile, con una sorta di nebbiolina fetida, nella quale svolazzavano decine di gabbiani; splendidi animali in mare, meno se riempiono dei loro escrementi i panni stesi al sole. Non ultime tra le preoccupazioni, il rilievo epidemiologico di una più alta incidenza di neoplasie dell’età giovanile nell’area di Pianura rispetto a quella del Vomero; il degrado ambientale, dal quale con fatica si sta cercando si uscire e nel quale si vuole far ripiombare la zona, risulta del tutto estraneo?
Si immaginava che le istituzioni proseguissero il loro impegno per la sempre maggiore valorizzazione di un’area a spiccata vocazione turistica per la sua felice posizione geografica tra mare e collina, per le sue bellezze naturali e per il suo patrimonio storico ed archeologico, riqualificandola con un’attività di definitiva bonifica del territorio. Quanto sta accadendo sembra andare nella direzione diametralmente opposta, che porterebbe ad una distruzione di quanto fin qui progettato e realizzato e persino degli investimenti economici e di vita che moltissimi cittadini hanno fatto su queste aree.
Riaprire la discarica di Pianura non sarebbe meno grave di aprirne una al Parco Virgiliano a Posillipo solo perché c’è dello spazio. D’altra parte la zona è ben nota come zona sismica; si ricordi che il fenomeno del bradisismo flegreo ha interessato in un passato recentissimo un’area che va da Cuma a Fuorigrotta, passando per Pozzuoli al punto da spingere all’esodo di massa verso Monteruscello. Sarebbe logico attendersi piuttosto la creazione di un parco analogo a quello del Vesuvio, per altro ben meno ricco di testimonianze archeologiche. Scaricare immondizia a Pianura ha rappresentato per il passato l’equivalente di scaricarla nell’area di Pompei o Ercolano prima degli scavi o, oggi, nel cratere del Vesuvio solo per ché c’è spazio e c’è l’emergenza.
Da tutto questo nasce la ferma opposizione del sottoscritto Comitato, che si salda con la medesima opposizione che i cittadini napoletani residenti nel quartiere di Pianura stanno mettendo in atto, come i cittadini del Comune di Quarto della zona dei Pisani. Non tenere conto di questa opposizione non dettata, come ben si vede, da egoismo di quartiere bensì dalla coerenza con le progettualità di sviluppo fino ad ora perseguite dagli abitanti di dette zone, vorrebbe dire assumere un atteggiamento antidemocratico e miope che porterebbe solo ad inutili contrapposizioni frontali.

Per il Comitato

Mara De Pascale
Michela Di Bonito
Gaetano Giovengo
Monica Lavizzaro
Grazia Muselli
Bruno Palmisano
Angelo Perrella
Raffaele Polistina
Francesca Rinaldi
Giovanni Villone

Anonimo ha detto...

la notizia arriva dalla UE
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''Nei prossimi giorni - ha spiegato la portavoce del commissario Ue Dimas - dovremo studiare in maniera approfondita la questione. Ricordo che verso l'Italia c'e' gia' una procedura di infrazione aperta. Ora, seguiamo molto da vicino l'evolversi della situazione - ha ribadito - e valuteremo se sara' necessario prendere nuove decisioni''. La cronica crisi dei rifiuti che attanaglia la Campania e' finita nuovamente nel mirino di Bruxelles lo scorso giugno, quando la Commissione Ue si disse ''scioccata'' dalle immagini televisive che mostravano le strade di Napoli invase dall'immondizia e i cittadini disperati che davano fuoco a cumuli di rifiuti. Di qui l'accusa all'Italia di non fare abbastanza per risolvere ''un problema che crea rischi di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo e che dunque desta gravi preoccupazioni per la salute umana e per l'ambiente''. Per Bruxelles, in particolare, ''gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti sono inadeguati, in palese violazione degli obblighi comunitari previsti nella direttiva quadro sui rifiuti''. Per questo all'Italia si chiede di ''agire prontamente per adeguarsi e rimettere in efficienza gli impianti''. A distanza di sei mesi, pero' - si lamenta negli uffici della Commissione Ue - Bruxelles e' ancora in attesa di una risposta da parte del governo italiano. Mentre e' ormai scaduto il termine del 24 dicembre fissato per l'attuazione del decreto varato lo scorso giugno che prevede un piano per l'apertura di nuove discariche.

Anonimo ha detto...

Proseguono le proteste a Pianura, quartiere periferico di Napoli, dove il Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania ha deciso di riaprire dopo 11 anni la discarica di contrada Pisani. Oggi due manifestazioni: una in contrada Pisani, l'altra in via Cinthia, a fuorigrotta, a pochi passi dallo stadio San Paolo. A Furigrotta una cinquantina di persone hanno effettuato un blocco stradale: c'e' stato un po' di parapiglia con la polizia in assetto antisommossa. Qualche spintone e la protesta si e' dissolta. Prosegue invece la protesta a Pianura dove circa 300 persone dopo un sit-in si sono mosse in corteo. La gente di Pianura ha ricevuto dei rinforzi da parte degli abitanti di Pozzuoli con i quali stanno sfilando in corteo.

Anonimo ha detto...

E' EMERGENZA!!!!BASSOLINO E IERVOLINO DIMETTETEVI!!!
Uno alla volta, progressivamente, gli impianti di combustibile da rifiuti della Campania si stanno fermando perche' non c'e' piu' spazio per ospitare le balle prodotte e gli scarti di lavorazione dopo la chiusura nella notte del 31 dicembre scorso del sito del Napoletano di Taverna del Re. Nelle prossime ore dovra' essere trovata una soluzione, soprattutto per le province di Napoli e Caserta; fino a questo momento l'unico altro sito possibile per il Napoletano e' quello di Contrada Pisani, nel quartiere Pianura nel capoluogo campano, dove nel 1996 fu chiusa una discarica regionale utilizzata per quarant'anni. Stamane, infatti, proprio li' si sono concentrate le proteste dei cittadini; proteste anche a San Giorgio a Cremano e in altri siti del Sannio e del Casertano

Anonimo ha detto...

''Non dimentichiamo che sotto le tonnellate di rifiuti c'e' la terra che fu del colera, del vibrione e della salmonella, tutti ospiti nutriti benissimo dai rifiuti di Bassolino e della Iervolino. Speriamo di non rivederli in nuove tragedie.
Non e' un caso che la meningite gia' si e' verificata in diversi casi della Campania, ultimo in provincia di Avellino, che i medici hanno collegato all'emergenza rifiuti.
IL NOSTRO BLOG E' A DISPOSIZIONE DI TUTTI I CITTADINI CAMPANI PER SEGNALARE MANIFESTAZIONI, INIZIATIVE, DENUNCE.

Anonimo ha detto...

I cittadini ed i lavoratori campani abbandonati, sommersi dai rifiuti. La Cgil campana è inesistente. Siamo in piena emergenza. Tutte le TV locali e nazionali stanno diffondendo servizi su Napoli e la Campania.
Gravano servo sciocco di Bassolino si è limitato(su ordine del governatore) a diffondere un comunicato per la riapertura della discarica di Pianura(Oasi del wwf).
EPIFANI!!!!!!COMMISARIA SUBITO LA CGIL CAMPANA.
EPIFANI!!!!ATTENDIAMO L'INTERVENTO DELLA CGIL NAZIONALE!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Secondo uno studio del Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero ed il Riciclo di Imballaggi a base Cellulosica) la mancata organizzazione, da parte degli enti locali campani, di un sistema efficace di raccolta di carta e cartone, ha generato costi - tra il 1999 ed il 2005 - pari a 102 milioni di euro. Un sistema efficiente consentirebbe di porre un freno all'annoso problema dei rifiuti in una regione sottoposta a commissariamento dal lontano 1994 e tuttora in stato di emergenza. La raccolta di carta e cartone e' cresciuta nel 2006 del 12% rispetto all'anno precedente ma con un procapite di 17.7 kg siamo ancora lontani dalla media nazionale di 37 kg. Il costo di smaltimento e' la voce che ha un impatto maggiore. I 71,3 milioni di euro hanno pesato infatti sia sulla popolazione della Regione - attraverso la tassa o la tariffa per i rifiuti urbani - sia sull'intero sistema paese che sostiene economicamente il Commissariamento della Regione. Sono infatti attive in questa regione ben 4 delle 10 cartiere del Sud, in grado di produrre oltre 180.000 tonnellate l'anno di carta riciclata per imballaggi. Solo il 60% del fabbisogno di macero viene pero' soddisfatto con la raccolta differenziata della Regione, per il resto le cartiere utilizzano materiali provenienti da altre regioni del Sud.



I CADUTI SUL LAVORO..