Guardate questo video-clip. Ecco dove pascolano le bufale...tra i rifiuti velenosi!!E Bassolino ha il coraggio di dire che sono tutte strumentalizzazioni.Ora stanno raccogliendo quello che hanno seminato. Il nostro consiglio ai consumatori e' di non mangiare mozzarella di bufala, almeno fino a quando il ministero della Salute non comunichi i risultati definitivi delle analisi effettuate, i nomi degli allevamenti e dei caseifici coinvolti e le azioni (sequestri, chiusura, ritiro prodotti in commercio, ecc) che ha effettuato o che intende attuare. Per ora sappiamo che il 20% circa delle mozzarelle e' inquinato, che 83 allevamenti e 25 caseifici sono posti sotto sequestro. Tutto cio' non basta a garantire i consumatori, vista la percentuale elevata (20%) di prodotto inquinato. Vero e' che non ci sono paragoni con la catastrofe di Seveso ma e' altrettanto vero che il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti: il fenomeno del bioaccumulo fa si' che la diossina risalga la catena alimentare umana, concentrandosi sempre piu', a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo. Gia' "mangiamo" diossina normalmente ma assumerla da un prodotto Dop e' del tutto assurdo. Un valutazione a parte merita la posizione di quanti gettano acqua sul fuoco. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema dice che l'allarme e' immotivato. Che c'azzecca il ministro degli Esteri con la salute dei consumatori? Il fatto e' che il ministro D'Alema e' impegnato in Campania con le elezioni, il che rende poco credibile le sue dichiarazioni. Agli esperti del settore ricordiamo l'allarme "bufala" (siamo in tema) sull'aviaria e la disattenzione per "mucca pazza". Le Asl della Campania, che dovrebbero svolgere sistematicamente le indagini, bisognerebbe commissariarle, ma questo lo dovrebbe fare il presidente della Regione, Antonio Bassolino o la ministra Livia Turco. Ovviamente non se ne parla nemmeno
6 commenti:
La notizia è stata diffusa qualche ora fa...
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MOZZARELLA/ FRANCIA RITIRA BUFALA CAMPANA DAL COMMERCIO - RPT-
(Ap) - Il ministero della Sanità francese ha ordinato agli esercenti di ritirare dalle vendite la mozzarella di bufala campana a seguito della vicenda della diossina. Il ministero ha indicato che intende procedere a dei test sulla mozzarella per verificarne la qualità. Il ministero ha specificato che si tratta di una "misura precauzionale".
Secondo l'ordine del ministero, gli esercenti dovranno "consegnare immediatamente i prodotti in attesa di informazioni complementari". Oltre a dover ritirale le "mozzarelle di bufala", i commercianti dovranno anche conservarle "nei prossimi giorni" e per "applicazione del principio di precauzione dovranno essere effettuate delle analisi".
La decisione della Francia arriva all'indomani di un intervento della Commissione europea che ha definito "insufficienti" le misure prese dall'Italia per far fronte alla possibile contaminazione da diossina di una parte della produzione di bufale campane, e ha chiesto con urgenza alle autorità competenti di "adottare ulteriori provvedimenti per garantire che le mozzarelle contaminate non entrino nel mercato Ue".
Interessante questo commento lasciato da un lettore sul blog "Decidiamo Insieme"...
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La politica nazionale e quella locale sono due tavoli separati, a tal punto da giustificare un voto al PD anche in presenza del disastro di cui è oggettivamente responsabile il suo massimo esponente in Campania? Questa è la domanda cruciale che discrimina tra chi intende votare PD e chi pensa di non votare (naturalmente in un ottica PD-centrica, ma il discorso per la Sinistra Arcobaleno è analogo). D’alema e gli altri esponenti non bassoliniani cercano di portare avanti questa tesi (i bassoliniani inevitabilmente tacciono). Ma è credibile?
In tutti questi anni, come ho sostenuto altrove, la cifra del sistema politico campana è stata proprio l’unità dei due livelli, secondo una concezione a dir poco antica della politica locale e del governo del territorio. Non c’è mossa strategica di Bassolino che non sia stata ispirata da una logica politica nazionale (la carica di ministro del lavoro nel 98, l’allargamento della coalizione e la trattativa durata molti mesi con De Mita nel 2000, la ricandidatura nel 2005, la stessa carica di commissario straordinario ai rifiuti e la logica stessa con cui è stata gestita la questione rifiuti). E d’altra parte i vertici nazionali del centrosinistra hanno sempre considerato la Campania un punto di forza imprenscindibile e un laboratorio politico per la politica nazionale.
Mis embra davvero ardito sostenere ora che la cosa riguardi solo i cittadini campani (a parte poi i riflessi oggettivi che questa situazione ha per tutti gli italiani).
Luciano Brancaccio
Anche l'acqua avete rovinato...
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ACQUA: ESPERTO, ARSENICO E ALTRI VELENI IN BACINI 6 REGIONI
ACQUA: ESPERTO, ARSENICO E ALTRI VELENI IN BACINI 6 REGIONI (ANSA) - ROMA, 28 MAR - Recenti ricerche di geochimica ambientale commissionate dalle Arpa locali, in qualche caso dall'Enea o dall'Irsa e dall'Ise del Cnr, ''hanno individuato in alcuni bacini acquiferi impiegati a fini potabili e irrigui in regioni come Friuli, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, la presenza di elementi tossici in concentrazioni basse (in particolare arsenico, fluoro, selenio, vanadio) ma superiori a quelle consentite dalla normativa vigente della comunita' europea'': questo quanto afferma Luciano Bullini, docente di ecologia all'Universita' La Sapienza di Roma e accademico dei Lincei, presentando le conclusioni del convegno ''Acque interne in Italia: uomo e natura'' organizzato oggi dall'Accademia dei Lincei. Secondo Bullini ''risulta quindi urgente una valutazione preventiva della salubrita' delle acque potabili, basata sulla creazione di un inventario completo delle risorse idriche con dati aggiornati sulla loro ubicazione, entita' e qualita' e soprattutto sulla presenza di questi tossici a bassa concentrazione ma di uso quotidiano''. Bullini ha ricordato gli effetti nocivi che l'arsenico puo' avere sulla salute e il fatto che l'Organizzazione mondiale della sanita' ha stabilito di abbassare a 10 microgrammi per litro la concentrazione massima ammissibile. Secondo l'accademico dei Lincei in Italia sussistono condizioni geochimiche favorevoli all'insorgenza di anomalie nella concentrazione di arsenico e di altri inquinanti nelle acque, specialmente in zone vulcaniche come i Castelli Romani, la Toscana, la zona vesuviana di Napoli, la Sicilia Etnea e la Lombardia, zone minerarie (specie di pirite, come in provincia di Grosseto) ed occorre intervenire per trovare bacini alternativi non tossici oppure depurare le acque. Secondo quanto emerso dal convegno inoltre, le autorita' locali hanno emanato deroghe alla normativa, consentendo l'impiego di acque con concentrazioni in alcuni casi anche cinque volte superiori a quelle consentite. (ANSA) 28-MAR-08 19:00 NNN
A proposito di veleni e rifiuti...
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Rifiuti tossici usati come concime. "I contadini? Non facciano le vittime"
Scritto da Marco Imarisio da il Corriere della Sera, 29-03-2008 08:46
Vincenzo Cannavacciuolo porta lo stesso nome e la stessa rabbia di suo padre. «Gli agricoltori che adesso piangono miseria, sono stati complici. Aprivano i cancelli dei loro campi ai furgoni pieni di rifiuti tossici, oppure li guardavano oltre la staccionata e stavano zitti».Essere figlio di un simbolo non dà da mangiare. Il capofamiglia è morto un anno fa, con il sangue pieno di diossina, 25 volte il livello normale, il suo allevamento di ovini è a metà strada tra la Montefibre che produce acrilici e l'inceneritore di Acerra. Vincenzo junior ha trentanni e nient'altro. A gennaio ha dovuto abbattere gli ultimi 400 capi di bestiame.
I recinti sono vuoti, come il conto in banca, perché i risarcimenti promessi dallo Stato non si sono ancora visti. «Non c'è mistero nella storia della diossina in Campania. Facevano tutto alla luce del sole. Anche per questo, nessuno deve permettersi di giocare a far la vittima».
Suo padre divenne famoso per aver lanciato pecore agonizzanti davanti al portone del municipio. Il veleno che uccideva le sue pecore, i suoi stessi terrificanti esame del sangue, la sua morte, sono diventati fonti di prova. Nelle campagne di Acerra, i rifiuti tossici che non riuscivano ad essere interrati, venivano usati come fertilizzante per il terreno. D processo, in corso a Napoli, vede tra gU imputati alcuni sottoufficiali dei carabinieri, ritenuti collusi con i dirigenti della ditta che si occupava di trasportare dal Nord polveri di macinazione dell'alluminio, polveri di abbattimento dei fumi, liquame di risulta dei composti chimici, tutta roba che grazie ai documenti falsificati arrivava classificata come «residui riutilizzabili» nei centri di stoccaggio del centro Italia, e poi veniva buttata nelle discariche abusive e — soprattutto — nei campi coltivati. Al processo, il presidente del Tribunale non ha accettato la richiesta di costituirsi come parte civile di molti agricoltori della zona.
Tutto scritto, catalogato. La diossina forse non c'entra con le mozzarelle di bufala, ma è il filo con il quale viene cucita la sistematica devastazione del territorio campano. Nulla a che vedere con i rifiuti solidi urbani, la monnezza di Stato che nessuno vuole, ma molto da spartire con quei rifiuti illegali che per anni, ad alti e bassi livelli, hanno costituito una fonte di reddito per tutti.
Anche a questo servono, le inchieste giudiziarie. Nel ripercorrere quasi vent'anni di lotta al «nemico invisibile», definizione suggestiva coniata da un magistrato di Nola, emergono una serie incredibile di bestialità commesse contro la natura e gli abitanti. L'indagine «Adelphi» fu la prima. Era il 1991, e il giudice denunciava già allora il «ritardo drammatico» rispetto alla situazione. Negli atti si racconta della scomparsa di tre montagne, che a forza di essere scavate al loro interno per depositarvi rifiuti, finirono per collassare su stesse, come cumuli di sabbia.
Nel 1994 l'inchiesta Eco alza il coperchio sulle attività del clan dei Casalesi. La specialità è l'abbandono dei rifiuti tossici che arrivano dalle aziende lombarde specializzate nella lavorazione dei metalli pesanti. Ma anche all'estero mostrano di gradire l'offerta. In un campo di Santa Maria La Fossa vengono ritrovati 120 fusti aperti, ognuno dei quali misura due metri di altezza e sei quintali di peso. Sono pieni di materiale chimico, diossina allo stato puro. Le etichette sono scritte in tedesco. Erano state abbandonate da quasi un anno. Nessuno le aveva mai segnalate. Il terreno era impregnato dal liquido che filtrava a terra, frutto del connubio tra morchia di verniciatura e fanghi di depuratori. Nel luglio 2000 la procura di Santa Maria Capua a Vetere scopre un traffico di arsenico, cadmio, zinco. Ogni settimana venivano effettuati cento viaggi, organizzati da faccendieri del luogo e del Nord. Totale, centoventi milioni di tonnellate. I magistrati mettono in evidenza il ruolo di alcuni «agricoltori disposti ad "affittare" i loroterreni per accogliere codesti veleni». È la stessa tesi sostenuta dalla procura di Milano, che nel 2001 stima in ventimila tonnellate la quantità di rifiuti tossici provenienti dalle province di Brescia, Milano, Bergamo, e stipata nelle discariche abusive del casertano. Nel 2004 è la volta di Terra mia, inchiesta dal titolo evocativo (nel 2006 ci saranno Madre terra 1 e 2), nella quale vengono contate 35 piccole di-
scariche abusive, ognuna delle quali confinante con terreni coltivati. La terra in questione è il triangolo Acer-ra-Nola-Marigliano, poi ribattezzato «dei veleni». Le persone arrestate non sono camorristi, ma imprenditori locali, che avevano deciso di buttarsi in un nuovo ramo d'affari, neppure consapevoli della sua illegalità. Nel convalidare gli arresti, il giudice della procura di Nola si appella ai cittadini comuni. «Guardatevi intorno, non girate la testa».
MOZZARELLA: NO CINA A IMPORT MA ITALIA,RIMUOVERE BLOCCO/ANSA (AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO DELLE 17.11) (ANSA) - ROMA, 29 MAR - La parola fine alla vicenda della mozzarella di bufala e' ancora lontana dall'essere scritta. Oggi ad aggiungere un altro capitolo e' stata prima l'autorita' agricola e vetirnaria di Singapore che ha bloccato la vendita di mozzarella di bufala italiana e poi l'amministrazione generale della quarantena del governo cinese che ha vietato le importazioni di mozzarella italiana e stabilito che tutti gli altri tipi di formaggio italiano devono essere sottoposti a test di laboratorio, prima di che sia consentito il loro ingresso in Cina. Dopo una settimana di intensi scambi tra il governo italiano e l'Unione Europea che aveva chiesto ed ottenuto rassicurazioni in merito ai controlli sugli 83 allevamenti e i 25 caseifici posti sotto sequestro cautelativo, e' arrivata la doccia fredda dall'Oriente. La diplomazia italiana e' gia' all'opera e l'Ambasciatore d' Italia in Cina Riccardo Sessa, su istruzioni ricevute oggi da Roma, sollecitera' fin da domani, domenica, le autorita' cinesi a rimuovere il divieto di importazione. Quanto al peso delle esportazioni italiane in Cina, Sessa ha detto che si tratta di quantita' ''simboliche'' e che l'Italia fornira' le necessarie garanzie sulla qualita' dei prodotti italiani ed in particolare della mozzarella di bufala campana, che essendo un prodotto Dop (Denominazione di origine protetta) risponde a specifiche regole di produzione approvate dall' Unione Europea. Dai 48 milioni di euro derivanti dalle vendite all'estero, pari al 16% del fatturato del settore (che ammonta a 300 milioni di euro) non e' semplice estrapolare la cifra in valore della mozzarella venduta in Cina anche perche', come ha spiegato in una nota il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, (che con l'ufficio agricoltura dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma ha in corso da tempo una trattativa), ''sia la mozzarella di Bufala che tutti i formaggi freschi a pasta filata, non riescono a superare la frontiera cinese a causa della quarantena di tre settimane imposta della autorita' doganali''. Queste restrizioni rende, di fatto, difficili le esportazioni di prodotti freschi verso la Cina. La quarantena e' imposta perche' si teme di importare un batterio, l'Enterobacter sakazakii che, stando ai dati forniti dal Consorzio, non e' presente nelle flore batteriche delle aree mediterranee. Il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro che nella mattinata aveva definito la questione ''cambiata al 100%'' ha detto di essere in contatto con la Farnesina per ''definire meglio i contorni di questa situazione''. Un piano in due fasi, intanto, e' stato predisposto dal Ministero della Salute insieme all'Unione Europea che la Regione Campania dovra' adottare nei prossimi giorni che prevede: controlli ufficiali in tutti (circa 400) caseifici delle province di Caserta, Avellino e Napoli che trattano latte di bufala, il divieto di commercializzare il latte fino all'esito favorevole delle analisi e un'analisi epidemiologica per individuare esattamente l'estensione del fenomeno. Controlli ''necessari'' per il responsabile del Centro di riferimento dell'Organizzazione Mondiale della Sanit… (Oms) Walter Pasini.''I controlli sulla totalita' dei caseifici vanno benissimo - osserva Pasini - perch‚ il campione non Š mai rappresentativo dell'universo e pu• riguardare una zona che non rispecchia la totalit… della realt… produttiva''. Ma dopo i controlli, secondo Pasini, bisogna capire da dove arriva la diossina che ''non deve esserci nel latte n‚ negli altri alimenti''. Alla luce di questi provvedimenti, secondo la Coldiretti, ''ci sono tutte le condizioni per una seria iniziativa diplomatica che possa contrastare le decisioni assunte, sulla base delle importanti attivita' di controllo e certificazione effettuate, per limitare il danno provocato dal susseguirsi di dichiarazioni contradditorie che hanno creato confusione e incertezza tra i consumatori a livello nazionale d internazionale''. Il danno economico, finora, ha raggiunto quota 45 milioni di euro, secondo il Consorzio e i tempi di ripresa per il settore sono stimati in oltre un mese.(ANSA) -CAM 29-MAR-08 19:24 NNN
Articolo di Stefano Federici di Napoli Com
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Napoli accusata dai quotidiani stranieri, Napoli picchiata dagli uomini in divisa, Napoli avvelenata dagli industriali del nord, Napoli offesa in tutti gli stadi italiani, Napoli in ginocchio per la monnezza la disoccupazione la criminalità.
Bassolino se la corre spensierato, a marechiaro, sotto le nubi e lo scrive anche sul suo blog.
“Jesce sole” s’intitola il pezzo scritto proprio dalle sue mani, un pezzo quasi poetico, lui che corre, la pioggia che cade, il vento che gli scompiglia la canuta chioma, lui che resiste sino all’uscita del primo raggio di sole.
La mondezza, la povertà, la delinquenza paragonate ad un temporale passeggero, la sua resistenza al freddo e alla pioggia come metafora della resistenza di Napoli e della sua rinascita…..grazie al suo impegno.
Novello Nerone canta, dal suo blog, sulle ceneri della città distrutta dal suo “ingegno politico” e dai suoi altrettanto colpevoli alleati Iervolino, Cozzolino, Gabriele, etc.
Una serie innumerevole di critiche poco piacevoli al suo scritto riempiono la sua pagina web ma lui imperterrito tira dritto, nessuna inchiesta, nessun malcontento, nessun palese fallimento fermano il nostro governatore che guarda avanti, non accorgendosi del deserto che ha creato dietro e intorno a sé.
Ora è chiaro non è solo un problema politico è anche un problema psichiatrico !
“Viviamo in una specie di melassa…….in Italia chi ha il potere non si assume le responsabilità che ne discendono”….dice Veltroni dal suo pullman…..e Bassolino?
Come si fa a non vedere quanto sta accadendo, come fanno i soloni del suo partito, D’Alema e Veltroni, a difenderlo, cosa deve ancora fare per dimostrare la sua totale incapacità ?
E l’opposizione?
A Napoli sembra sia tutto controllato, almeno a livello politico, dal governatore, nulla si muove, mantiene saldo il controllo, le parole non lo feriscono, di fatti contro di lui non se ne fanno.
Quale sarà l’eredità che lascia questo non-napoletano alla nostra città?
In 15 anni è stato capace di creare più danni di quanti fatti dai suoi predecessori, che lui tanto criticava, creando un sistema di potere che gli permette, ancora oggi, di poter rendere pubbliche le sue farneticazioni.
Solo chi ha fatto del potere concessogli dal popolo un mezzo per poter fare quello che vuole si comporta in questo modo e solo chi lo intende così poi vive di potere, accecato si ciba di esso, sordo alle esigenze della gente, lontano mille miglia dalla realtà.
Per la sua residua dignità e per non continuare ad offendere noi napoletani l’unica strada percorribile è quella delle immediate dimissioni.
Speriamo che quel raggio di sole, descritto nel suo blog, illumini la sua offuscata mente.
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