(INCHIESTA DEL SETTIMANALE LEFT-AVVENIMENTI)
Duecentoventisette ore per costruire una casa senza permessi . Parla ’o masto della ditta specializzata in mattone selvaggio, che opera all’ombra del Vesuvio.
Duecentoventisette ore. Nove giorni e nove notti di lavoro. Tanto ci vuole per costruire abusivamente una villetta monofamiliare. Tutto compreso. Impianto elettrico, pavimenti e idraulica. A raccontarlo è ’o masto di una piccola impresa specializzata in abusivismo edilizio che opera nell’area vesuviana, alle falde del Vesuvio. Li chiamano “quelli di Terzigno”. Sono i più richiesti sul mercato del mattone selvaggio. Ora sono in ribasso dopo la gran mole di lavoro durante il precedente governo Berlusconi con il relativo terzo condono. Si paga un po’ di più rispetto alle cifre ufficiali, ma paghi in nero e hai assicurato la celerità del servizio. Totonno, così si fa chiamare il nostro capo mastro, ci racconta che prima di iniziare a impastare cemento, determinante è assicurarsi gli strumenti necessari per occultare l’avvio dei lavori. «C’è bisogno di grandi disponibilità di lamiere, grandi camion con tendone da utilizzare come sipario, e alberi già esistenti sul posto». Individuato il posto, ecco che si mettono in moto le betoniere. «In otto ore realizziamo lo scavo per le fondazioni e quindici carpentieri specializzati predispongono tutte le cubature metalliche e le armature per la realizzazione delle fondazioni». Nella fase successiva entrano in azione le betoniere. «In quattro ore, lavorando più persone contemporaneamente, si attua la fase del getto del calcestruzzo. Qui operiamo nei giorni festivi e prefestivi, spesso dopo il tramonto. Non dobbiamo dare nell’occhio». Senza smontare le cubature metalliche, si procede alla sistemazione delle armature per i pilastri. Ma prima di continuare la conversazione, Totonno mi riprende: «Dottò, si chiamano in termine edilizio “casserature”». Altro getto di calcestruzzo. Sistemazione per armature e laterizi per il solaio. In tutto altre 18 ore e il grosso è fatto. «A questo punto smontiamo le casserature, partendo rigorosamente dalle fondazioni e, per ragioni di tempo, non rispettiamo sempre i giorni necessari per la presa del calcestruzzo».La struttura della villetta abusiva monofamiliare è realizzata. Le ore successive sono dedicate alle tramezzature. Qui il tempo è tiranno. E, in sessanta ore, la squadra di muratori inizia gli intonaci, installa infissi esterni, e tinteggia le pareti. La casa sarebbe pronta. Prima ancora che arrivi l’ufficiale giudiziario a metterti i sigilli.Totonno ci fa capire che la sua piccola impresa è anche attrezzata per completare l’opera. «Il nostro lavoro si direbbe concluso, ma veniamo incontro alle esigenze del cliente, e in venti ore idraulici e elettricisti predispongono tutti gli impianti». Lavoro più complicato per i piastrellisti e imbianchini. Altre cinquantacinque ore, ecco che le stanze vengono dotate di pavimenti, i bagni completati, attivati i collegamenti elettrici.Ora i proprietari possono occupare e “vivere” la propria casa. E c’è anche chi installa il cancello. Anche se abusiva, il senso della proprietà privata è molto forte. Di meno quello della legalità.
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